giovedì, 2 Maggio 2024

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Chiellini-Suarez: ecco tutte le parodie del morso sul web (FOTO)

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L’eliminazione dell’Italia dai Mondiali 2014 è stata commentata da tutto il web: stati, tweet, foto, rabbia e tanta delusione. Ma c’è qualcosa che ha davvero fatto impazzire tutti. Il morso Chiellini-Suarez ha scatenato i social: parodie, montaggi, photoshop e tanta ironia per uno dei momenti più brutti e vergognosi di questa World Cup.

Chiellini-Suarez: ecco tutte le parodie del morso sul web (FOTO)

È stato l’episodio più commentato e criticato della partita, tra espulsioni, cambi, sofferenza e irrazionalità. Colpa dell’arbitro, colpa di Prandelli, colpa della squadra? Ai posteri l’ardua sentenza, per il momento godiamoci con sana ironia e un po’ di leggerezza le parodie più belle del morso di Suarez a Giorgio Chiellini durante Italia-Uruguay.

L’amore ai tempi del telefono

L’amore dell’attesa, quello in cui non ci si staccava dal telefono di casa fino a quando non si sentiva la voce dell’innamorato. La cornetta del telefono, nostra amica e confidente, compagna di gioie e dolori telefonici, quella di cui conoscevamo ogni piccola caratteristica, visto che ci passavamo ore accanto, aspettando la fatidica telefonata del fidanzato.

L’appuntamento telefonico

Quando ci si sentiva con il proprio fidanzato sul telefono di casa c’erano i fatidici appuntamenti telefonici, “ci sentiamo alle 21”, per evitare che i genitori potessero rispondere e fiondarsi così sul telefono fingendo fosse solo un’amica. Quell’appuntamento, che se mancato, cominciavano i drammi interiori: “Chissà cosa sarà successo”, “Se ne sarà dimenticato”, “Magari è con un’altra”. Ed ecco che la nostra mente diventava un vivaio di idee, da fare invidia al miglior sceneggiatore di Hollywood, invece lui era a fare la partita di calcetto con gli amici o immerso in una finale a PES.

Non c’era modo di rintracciarli o scrivergli su whats app. Si poteva solo fare una piazzata sotto casa o chiamare Chi l’ha visto. Quando ci si sentiva o si ci rivedeva, inizialmente c’era tutta la ramanzina, perché si sa, noi donne siamo chiacchierone, ma agli uomini, certe volte, bisogna estorcergli anche i monosillabi. Questo è l’eterno scontro maschile-femminile. Le donne parlano, parlano, ma non a vanvera: si aprono, rivelano i loro sentimenti, e loro invece niente, stanno in silenzio, o al massimo annuiscono e nemmeno comunicano in altro modo.

amore-distanza

La dolce attesa della telefonata

Quell’attesa rendeva ancora più dolce quel momento, soprattutto se la relazione era a distanza. Attimi che rendevano felici le coppie, perchè non esisteva tutto questo eccesso “telefonico” di oggi. Anche se si ci chiama ogni mezz’ora, questo non fa altro che evidenziare una sostanziale incomunicabilità tra uomini e donne, accentuata e anche causata dai nuovi mezzi di comunicazione, smartphone&co, e dall’eccesso di utilizzo che ne facciamo. Insomma, la mania dei connect people è la vera tomba dell’amore di oggi, perché bastavano anche 10 minuti o un’ora al telefono con il fidanzato per andare a letto felici, sognando l’amore eterno.

amori al telefono

La bolletta salata

Chi non ha mai fatto recapitare a casa una bolletta del telefono salatissima, in nome dell’amore? Ecco, la bolletta del telefono era un problema, soprattutto per i genitori, alle prese con i figli innamorati, pronti a prosciugare il patrimonio familiare per le tenere chiacchere tra innamorati. Non esistevano tariffe all inclusive, minuti infiniti e altri stratagemmi per la telefonia. A questo problema, si aggiungeva quello dell mille spiegazioni: “chi chiami?” “quanto tempo stai?” e il famoso slogan di una nota pubblicità “mi costi, ma quanto mi costi?”, che effettivamente non aveva tutti i torti.

Il telefono a gettoni della cabina telefonica

cabina telefonica

Menzione d’onore per il telefono a gettoni, con le cabine telefoniche in giro per la città. Come dimenticare le schede, quelle da 2000 lire o da 10000 lire, che erano il top d’estate per sentirsi con il fidanzato durante le vacanze e soprattutto, quelle file chilometriche alla cabina in attesa di quei pochi minuti con l’amato. Si consumavano talmente tante schede, che ci fu il boom della collezione delle schede, alcune davvero introvabili.

Conclusioni

Quanto l’evoluzione del telefono ha cambiato i nostri costumi e le nostre abitudini, anche in amore, è sotto gli occhi di tutti. Ripensiamo con nostalgia ai nostri primi amori e a come le loro voci al telefono ci hanno fatto battere il cuore.

Alla prossima puntata di “L’amore ai tempi del…“.

#dilloconunacanzone, sulle bottiglie di Coca-Cola arriva la musica

Questa canzone mi fa pensare a te. Quante volte l’abbiamo detto? E soprattutto quante volte una canzone ci ha aiutati a fissare un momento, a rappresentare uno stato d’animo?
Ci ha pensato la Coca- Cola a trasformare il binomio emozioni- musica in una campagna social con l’hashtag #dilloconunacanzone.
Al via oggi, l’azione Coca- Cola mette alcuni tra i più bei titoli e relative frasi di canzoni sulle etichette delle bottiglie di Coca-Cola.
Non solo le hit del momento, ma anche brani storici italiani e stranieri. E così da Alex Britti ai Black eyed peas, da Gloria Gaynor a Carmen Consoli, Coca- Cola e la Universal Music- in partnership per questo progetto- hanno pensato proprio a tutti i gusti musicali.

Se l’anno scorso la mania era ritrovare su lattine e bottiglie il proprio nome e postarlo prontamente sui social, quest’anno l’attenzione si sposta sulla comunicazione delle emozioni. Cambia il contenuto, quindi, ma il messaggio è chiaro: Coca-Cola sceglie di rendere partecipe il pubblico, “rinunciando” al brand. La parola chiave sembra essere, ancora una volta, immedesimarsi nel prodotto.

L’anno scorso, con la campagna Condividi una Coca-Cola abbiamo sostituito il leggendario logo su lattine e bottiglie con nomi di battesimo, per ringraziare tutti coloro che da sempre amano il marchio e i suoi prodotti, perche’ sono proprio i suoi fan i veri protagonisti e artefici del successo dell’azienda” ha dichiarato Fabrizio Nucifora, direttore Marketing Coca-Cola Italia all’AdnKronos.

Quest’estate sulle etichette delle bottiglie metteremo i testi delle piu’ belle canzoni italiane e straniere, per invitare a liberare le proprie emozioni attraverso la musica e a comunicarle agli amici, a condividerle con il mondo, come cerchiamo di fare da oltre 125 anni“, ha concluso Nucifora.

Attraversano l’India in risciò per beneficenza (VIDEO)

C’è chi viaggia per desidero di vedere e conoscere, c’è chi viaggia per passione, c’è chi viaggia per lavoro o per amore. E poi c’è chi viaggia per beneficenza.

Questo è il caso di 7 ragazzi che, senza percorsi impostati o punti d’appoggio, hanno attraversato tutta l’India in quella che è conosciuta come la Rickshaw Run, cioè un viaggio in risciò.

La prima edizione di questo particolare viaggio si è svolta nel 2006: 16 risciò motorizzati (simili alla nostra Ape, tre ruote e un piccolo spazio portabagagli e passeggeri, colorati e dai nomi più evocativi) sono pariti dal sud est dell’India, passando attraverso paesaggi tropicali e strade dissestate, incontrando popolazioni locali poco abituate a presenze di turisti occidentali così sui generis, e anche condizioni climatiche avverse.
Tra i partecipanti non c’era nessun rallysta professionista; tutti turisit alla ricerca di una vacanza un po’ diversa.
I ricavati del viaggio sono stati devoluti in beneficenza: partecipare ha un costo di 1.500 euro a persona, che verranno devoluti in beneficenza ai bambini in India e in Nepal per la loro alfabetizzazione primaria.

Quest’anno la maggior parte delle donazioni sono state effettuati grazie al team ‘JacksGap’, ovvero i 7 ragazzi protagonisti indiscussi di quest’edizione: Jack Harries, Finn Harries, Harry Crowder, Max Cantellow, Ben Brown, Will Darbyshire e Louis Cole.
Con il loro viaggio sono riusciti a superare l’obiettivo prefissato di 100 mila dollari, raccogliendone più di 180 mila, nello specifico per la Teenage Cancer Research.

Le loro imprese, le loro avventura sono state costantemente filmate in divertentissimi video. Eccoli pronti ad iniziare il viaggio con i loro risciò tutti colorati – perché una delle particolarità della Richsaw Run è la personalizzazione del mezzo di trasporto, che diventa un po’ come una “vettura da sogno”.

All’edizione hanno partecipato 74 squadre, ma solo 70 sono arrivate a destinazione. La maggior parte delle squadre hanno viaggiato lungo la costa orientale dell’India, prendendo il ‘percorso più facile’, ma una manciata di squadre hanno sfidato la sorte attraversando luoghi come Mysore, Nagpur, Varanasi arrivando fino a Darjeeling.

[Credit: Mondoaeroporto.it]