sabato, 27 Aprile 2024

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Mondiali 2014: ‘Darò il cuore per il mio paese’

Credit Photo: sport.leonardo.it

È tempo di Mondiali, e di immagini shock e messaggi dottrinali.
È tempo di critiche per il marchio Adidas e la sua pubblicità ritenuta da censurare.

“Per la Coppa del Mondo darò il mio cuore”

Daniele De Rossi, insieme a Lukas Podolski, Dani Alves, Diego Costa, e Arjen Robben, in qualità di calciatori simbolo delle loro nazionali, sono il volto – e il corpo – di questo messaggio viscerale. Ma il cuore sanguinante che stringono tra le mani è quello di una mucca, e subito il messaggio perde quel senso patriottico per sfociare in un arrestabile scandalo mediatico.

Spot Adidas

È doveroso asserire che il cuore della mucca utilizzato per lo spot era destinato ad un utilizzo alimentare.
Ma il fatto che l’organo in questione provenga dal bancone di una macelleria non dona maggiore fascino ad un immagine che, volutamente, rimanda alla contrapposizione di una violenza nuda, e cruda.

Era necessario?

Basterebbe chiederlo agli animalisti.
Basterebbe interpellare esperti in marketing, visual, merchandaising, buyer, per capire che questa pubblicità è moralmente scorretta su tutti i fronti della comunicazione, e che la nota multinazionale di abbigliamento sportivo intendeva sfruttare alla meglio un momento proficuo come quello dei Mondiali per fare rumors.

La campagna pubblicitaria in questione è basata su un principio radicale da cui prende il nome: “O tutto, o niente”.
Lo scopo perseguito è quello di fare il possibile, donando se stessi in tutto e per tutto, per alzare la Coppa.
Il cuore della mucca rappresenta l’amore per la patria. La quantità eccessiva di sangue sta a testimoniare la fatica mossa dalla tanta passione dei nostri giocatori.
E sulla scia di questa linea di idee estremiste nasce la scelta di utilizzare immagini verosimili.

Come non dovrebbe mai accadere quando si comunica il messaggio è stato frainteso.
Un campione, ancor di più un campione che incorre per il raggiungimento della Coppa del Mondo, è un idolo per grandi e piccini. È ormai stato palesato che l’immagine di un calciatore che a petto nudo stringe tra le mani un cuore di mucca, ha donato un messaggio ben diverso dalla fede calcistica, la patria, e il sacrificio.

L’unico modo per metterci il cuore, è quello di metterci il proprio.

La verità su Kate Middleton: duchessa borghese dalle nobili origini

Sembrava un po’ una favola quella di Kate Middleton: una ragazza come tante, appartenente ad una famiglia (apparentemente) borghese, che incontra all’università un vero principe di sangue blu; i due si innamorano, si sposano e lei viene incoronata duchessa conquistando così il titolo di altezza reale.

Ma in realtà la bella Kate ha tutt’altro che origini borghesi.

A scoprirlo è stato lo storico australiano Michael Reed, che dal 2011, con la collaborazione dei suoi studenti, aveva iniziato, presso la Newman University of Birmingham, delle ricerche sull’albero genealogico dei Middleton. Il risultato è stato clamoroso quanto sconvolgente.

La duchessa di Cambridge pare avere dei legami con i Chamberlain e con i Martineau, due delle famiglie più nobili e facoltose di Birmingham, seconda città per grandezza e popolazione del Regno Unito.

Dunque nelle sue vene scorre del sangue blu.

Dalla sua discendenza con i Chamberlain proviene la parentela con il politico inglese Joseph Chamberlain e con il figlio di questo, Neville, che fu Primo Ministro del Regno Unito durante lo scoppio della seconda guerra mondiale.

Dalla parte dei Martineau, invece, troviamo il bis-bis nonno di Kate, Francis Martineau Lupton, un facoltoso uomo politico, imparentato con Sir Thomas Martineau sindaco di Birmingham e caro amico della regina Vittoria.

Ma non è tutto: da un sito archeologico pare che Carole Middleton, madre di Kate, abbia una lontana ascendenza con il re Edoardo III.

Altro che umili origini e discendenza da famiglie appartenenti alla classe operaia. Ambiziosi e desiderosi di elevare la loro posizione sociale, i Middleton possedevano, prima di arricchirsi con la loro attività ma soprattutto prima del facoltoso matrimonio reale della figlia con il principe William, del sangue blu.

Kate Middleton e il suo bis-bis nonno Francis Martineau Lupton
Kate Middleton e il suo bis-bis nonno  Francis Martineau Lupton'

Star troppo magre. Non seguite il loro esempio

Qualche giorno fa ha sfilato sul red carpet di Maleficient una bellissima Angelina Jolie, mano nella mano del suo amato Pitt. Bella, stra bella e mega bella, forse addirittura troppo bella? Bè, sicuramente troppo magra!
Le foto lasciavano intravedere le ossa delle spalle, delle braccia e dei polsi della star, sempre più magra.
Sembrava separata da un palo della luce dalla nascita – ovviamente con tutto il rispetto e la stima per l’attrice americana.

“Non si è mai troppo ricche, né troppo magre”. Questa frase – che qualcuno attribuisce a Coco Chanel – è la massima che non passa mai di moda: è diventata l’imperativo, il comandamento per tutto l’intero universo femminile, che cerca disperatamente di entrare in una taglia 42, e non si arrende finché non ci riesce.
Nascono in ogni angolo di facebook pagine dal titolo “fitness motivation”, che ci mostrano come dovremmo essere: alte, magre, con la pancia piatta e un fisico da urlo. Certo, come se fosse facile.
E per di più, come se non bastasse, siamo costantemente sottoposte alla prova del nove: ogni giorno in televisione, nei film, sulle riviste, ci appaiono star e modelle con un corpo “perfetto”, probabilmente parecchio differente dal nostro.

Che la forma fisica ad Hollywood sia un’ossessione, ce ne eravamo accorti ma del fatto che ultimamente si stia esagerando non ne abbiamo dubbi: sono sempre di più le star, donne per lo più, a dimagrire in maniera esagerata per “esigenze” di immagine.
Nella società attuale è ormai imperante un modello ideale di bellezza femminile filiforme, etereo e associato a illusori ideali di ricchezza e successo. Eppure i canoni di riferimento sono stati molto diversi in epoche passate.
Oggi domina la figura di un corpo atletico e scattante sinonimo dell’autonomia da pudori, costrizioni e inibizioni, che rappresenta una donna attiva in difesa dei propri diritti, lavoratrice, libera e non più riconducibile al binomio di moglie-madre.

C’è da dire, però, che scendere troppo di peso non solo fa male alla salute, ma non è nemmeno bello da guardare.
E questo il mondo dello spettacolo sembra esserselo dimenticato. Dimenticandosi anche che il fashion system delle star è anche il modello primo a cui aspirano tutte le ragazze e le adolescenti. È quello che vogliono essere, è quello che vogliono diventare – dimenticandosi che ciò può causare loro dei problemi, anche gravi.

Alcune star hanno davvero oltrepassato il limite del conteggio delle calorie giornaliere, molte di loro sono anche finite in ospedale a causa dell’anoressia: Lindsay Lohan, Nicole Richie, Kate Bosworth e Katie Holmes sono soltanto alcune delle donne cadute nella trappola della bilancia.
Il problema maggiore è che queste donne sono viste come esempi da seguire, ma, ai nostri occhi, dovrebbero apparire soltanto come modelli da non seguire.

Victoria Beckham, Miley Cyrus, Demi Moore e la stessa Angelina Jolie. Taglie XXS che sembrano volar via con un solo soffio di vento. Verrebbe quasi da dire loro di riempire di più il frigorifero, e lo stomaco.

Questo, purtroppo, è quello che la società ci inculca come modello di bellezza.

Maturità 2014, con l’ultima campanella verso l’esame

Mentre le ultime campanelle stanno suonando e migliaia di liceali stanno già pensando alle vacanze estive, al mare, al sole e al puro divertimento, 500 mila maturandi sono in attesa di dare prova del proprio sapere e della maturità acquisita fino a oggi, rimandando il dolce far niente ai prossimi mesi. Tra i banchi di scuola i giochi si sono conclusi insieme alle ultime e stremanti interrogazioni.

Ora sono tutti in attesa del temuto 18 giugno, il giorno in cui si svolgerà la prima prova di uno degli esami più importanti nella vita di uno studente, l’esame di Stato. Si tratta dell’ultimo gradino di un lungo percorso, non solo scolastico. Un percorso di vita, fatto di crescita, di forti legami di amicizia nati tra i banchi di scuola, tra sorrisi e tante lacrime. Tra successi e delusioni, tanti sogni e il desiderio di essere finalmente liberi, gli studenti dell’ultimo anno di liceo sono pronti (chi più, chi meno) a oltrepassare uno degli ostacoli preparativi in vista di un futuro che non si prospetta di certo roseo dal punto di vista lavorativo, ma che è ora di affrontare.

Ma com’è cambiato nel tempo l’approccio dei liceali con l’esame di maturità?

La forte diffusione dei social network a cui abbiamo assistito negli ultimi anni ha facilitato la comunicazione e soprattutto la rapida diffusione delle notizie. Così si è subito a conoscenza delle materie d’esame e delle possibili tracce, ma anche dei nomi dei commissari esterni, che sono sempre i più temuti. Non solo, ora c’è la possibilità di trasformarsi in veri e propri detective alla ricerca dei loro profili social. Si fanno vere e proprie indagini per conoscere la loro preparazione, i gusti musicali e molte altre informazioni facilmente reperibili sul web o semplicemente per conoscere i loro volti. Su Facebook sono nati veri e propri gruppi in cui tutti gli studenti d’Italia si scambiano opinioni sui vari professori, sul loro carattere e sul comportamento che assumono in sede didattica.

I maturandi del passato sono stati invece meno fortunati da questo punto di vista, dovendo attendere il giorno dell’esame per scoprire tutte le carte. Eppure se da una parte queste possibilità sembrano esorcizzare almeno in parte il timore in vista dell’esame, dall’altra non riducono il quantitativo di ansia che si accumula a prescindere durante tutto l’anno e che si manifesta durante il periodo del pre-esame.

Il panico da maturità è uno stato normale che colpisce in maniera più o meno intensa i soggetti. L’effetto è dovuto non solo all’ansia da prestazione e al timore di stare al centro dell’attenzione, ma anche al fatto che questa prova coincida in un certo senso con un effettivo cambiamento di vita. La vita alle superiori è fondamentalmente semplice, spensierata nonostante il carico di lavoro da svolgere e le responsabilità che ne derivano.

E allora, come sopravvivere al periodo del pre esame, ma anche a quello della prova stessa? È necessario convivere con il timore, trasformandolo in una risorsa, senza perdere mai la fiducia nelle proprie capacità. In più bisogna non farsi condizionare troppo da questo evento e prepararsi per avere una soddisfazione personale.

È solo un ostacolo, che ci divide sì dalla vera vita, ma anche dall’ultima estate senza pensieri della nostra vita.