mercoledì, 17 Dicembre 2025

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Più produttivi se si lavora con la musica

C’è chi si sveglia con la voce della mamma o della compagna ululante, chi con l’insopportabile suoneria della sveglia, chi con la sua canzone preferita, impostata per strapparsi un sorriso a prima mattina, e chi non si sveglia affatto. E la giornata continua, come fosse un film, con la musica passiva, offerta da negozi, radio in auto o ragazzini che tengono a condividerla, e con la musica attiva, quella che si sceglie per rilassarsi, attivarsi o divertirsi.

Perché ognuno ha la sua colonna sonora, la sceglie ogni giorno in base al suo umore, ai suoi sentimenti o pensieri e poco importa dove ci si trovi, quando se ne sente il bisogno nulla può sostituirla. E proprio Spotify, piattaforma di condivisione in streaming di musica on demand, ha commissionato una ricerca sull’utilità della musica in ufficio.

Secondo i sondaggi, il 61% degli intervistati ascolta musica e oltre il 36% risulta più produttivo se lo fa mentre lavora. Inoltre, il 16% degli intervistati usa la musica per isolarsi e un decimo giudica i colleghi in base ai loro gusti musicali. E ancora, secondo l’indagine di Spotify negli uffici il genere musicale più popolare è il pop, scelto dal 34% degli utenti, inseguito dal rock (29%). Adele sembra regnare tra le scelte, ma la selezione della playlist o del cantante del cuore, varia in base all’occupazione del momento.

La dottoressa Anneli Haake, che ha condotto lo studio, afferma infatti: “Se è necessario aumentare la concentrazione e isolarsi dalle distrazioni dell’ufficio, basta selezionare musica che utilizzi diversi strumenti e che abbia un suono e un ritmo regolare. Per motivarsi viene scelta “We Can’t Stop” di Miley Cyrus; per concentrarsi, “Drunk in Love” di Beyonce’; per tirarsi su viene scelta “Get Lucky”, di Daft Punk featuring Pharrell“, e così via.

Unica precauzione, per non rischiare di concentrare tutta l’attenzione sulla musica piuttosto che sul lavoro, è quella di evitare i nuovi brani. La scoperta e la curiosità, infatti, catalizzerebbero l’attenzione sul pezzo, con effetti negativi sulle mansioni d’ufficio.

Consigliato e utile a sprigionare endorfine, un balletto ad accompagnare la base: divertente sia per voi che per qualche occasionale spettatore.

Ci si può isolare con delle cuffie, abbassare o alzare il volume in base al luogo e all’occupazione:

quello che conta è rendersi felici e con la musica il risultato è garantito.

9 Principesse Disney disegnate come Miley Cyrus

Belle, Jasmine, Biancaneve, Tiana, Mulan, Pocahontas, Ariel, Aurora la Bella addormentata nel bosco e Cenerentola: le Principesse Disney in versione Miley Cyrus spopolano in rete. C’è chi imita la cantante nel suo “Wrecking Ball”, sulla palla da demolizione che tanto ha reso famosa la cantante a livello internazionale, proponendola sul mercato discografico in una versione nettamente diversa dalla dolce e innocente Hannah Montana alla quale eravamo tutti abituati; c’è chi “twerka”, chi copia le sue mosse più famose e sembra essere appena uscita da un concerto rock, chi rappresenta Miley nella copertina del suo ultimo album e chi sfila sul tappeto rosso in maniera “trasgressiva” all’ennesima potenza, come solo la Cyrus sa fare nelle sue apparizioni sempre colme di scalpore, tante attenzioni e occhi indiscreti.

Principesse Disney super rock

Questi sono i disegni di Michele Moricci in esclusiva per il Cosmopolitan che in poco tempo hanno fatto il giro del web. Le avreste mai viste così le Principesse?

Cenerentola

Jasmine

Biancaneve

La Sirenetta

Pocahontas

La Bella addormentata nel bosco

Mulan

Belle

Tiana

Ora le Principesse Disney sono completamente nuove, ribelli, rivoluzionarie, artiste contemporanee senza limiti: non più storie d’amore, principi azzurri, cavalli e castelli incantati. Sono rock, lingua da fuori, capelli ribelli e twerk sulle gambe.

[credits: photos by Michele Moricci]

Niente viaggio post-maturità per colpa della crisi

Ormai la crisi economica colpisce tutto, anche i viaggi post-Maturità.

Circa il 40% dei diplomandi al momento sembra essere costretto a rinunciarvi. Lo ha rivelato tramite un sondaggio il portale Skuola.net. Il viaggio post-esame è il lato più bello della maturità ed è il giusto premio meritato dopo mesi di pomeriggi trascorsi sui libri e nottate insonni. Ma purtroppo la crisi c’è, esiste e si vede pure.

Dietro la scelta di rinunciare alla vacanza tanto ambita, ci sono per la maggior parte motivazioni essenzialmente economiche per il 36%, per il 38% c’é anche la necessità di trovarsi un lavoretto estivo. Non mancano poi quelli che devono studiare per l’ammissione all’università che rappresentano il 15%.

Per tutti gli altri, circa 1 su 10, l’ostacolo principale è l’apprensione dei genitori alla partenza del figlioletto tutto solo. Tutto dipende dalle famiglie, che influenzano le scelte dei figli, visto che 2 studenti su 5 fra quelli che partiranno ammettono che la vacanza sarà finanziata totalmente dai genitori, mentre quasi 1 su 2 potrà contare su un piccolo contributo alle spese da parte di mamma e papà.

La vacanza a cui pensano i nuovi maturati per il 40% è quella insieme ai compagni di classe, per il 49& con altre cerchie di amici, mentre tutti gli altri si organizzeranno con parenti coetanei oppure con la propria famiglia. Anni fa la scelta amata da tutti era il viaggio in stile Interrail o On the road, oggi questa opzione viene vagliata solo dal 13% dei maturandi. Il confort e la pensione completa durante il viaggio sono considerati di minor appeal.

2 studenti su 5 saranno turisti “fai da te”, mentre 1 su 5, invece, un viaggio evento, ad esempio i pacchetti comprensivi di soggiorno e attività ricreative organizzate ad hoc per i neo-diplomati. 1 su 6, invece, si rivolgerà a un’agenzia di viaggi.

Le mete preferite sono quelle europee. Quasi il 70% si muoverà nel vecchio continente, dove la località più in voga continua a rimanere Ibiza, seguita da isole greche come Corfù e Mykonos, ma anche da mete emergenti della movida come Malta o l’isola di Pag in Croazia.

Circa 1 maturando su 6 rimarrà in Italia, mentre quasi altrettanti si orienteranno verso mete extra-europee. Il mezzo di trasporto più utilizzato sarà l’aereo, scelto da più della metà dei ragazzi. A seguire traghetto e treno con pari preferenze per 1 su 6, automobile per 1 su 7 e infine il pullman.

Una volta raggiunta la destinazione della vacanza dei sogni, bastano sole, mare, la compagnia giusta e tanto divertimento.

Si incontrano dopo 78 anni. È la commovente storia di due sorelle gemelle

Storia a lieto fine per Ann Hunt e Elizabeth Hamel, due gemelle nate nel 1936 e poi separate alla nascita perché adottate da due famiglie diverse. Si sono ritrovate 78 anni dopo.

Ann, che vive a Aldershot, Hampshire, non sapeva neanche di avere una sorella, mentre Elizabeth, di Portland, aveva sempre saputo di avere una gemella, ma le informazioni a sua disposizione erano troppe poche che aveva perso la speranza di poterla incontrare.
Ora detengono un Guinness World Record come più lungo tempo di separazione tra gemelli.

Si sono incontrate a Los Angeles, in California, e nelle loro vite hanno entrambe visto gli orrori di una guerra mondiale, hanno cresciuto una famiglia e hanno visto nascere i loro nipoti.
Al loro incontro Ann disse “I was over the moon, I couldn’t speak. I let Elizabeth speak mostly, I had to pinch myself because I realised that I’ve got a sibling, a sister”.

Dopo parecchio tempo speso per rintracciarsi, le due sorelle iniziarono con uno scambio di lettere, poi un numero di telefono e dopo quasi un anno di chiacchierate al telefono si sono viste e si sono abbracciate. Commovente.

Il loro viaggio è stato finanziato dal dottor Nancy Segal, direttore del Twin Studies Center, presso la California State University, che ha detto: “Fascinating work on separated twins shows that here are twins growing up in totally different families, sometimes even totally different cultures, and yet they bring with them similar types of attitudes – in politics, religion, social behaviour”.
Sicuramente è difficile capire da dove vengono queste somiglianze di ideologie, ma sembra che ci siano geni legati all’intelligenza, alla personalità e al temperamento che portano due gemelli ad avere simili visioni del mondo anche se sono stati cresciuti in modi completamente diversi.

Ann ed Elizabeth si sono appena incontrate dopo parecchi decenni, ma sembrano amiche da anni, unite dal legame indissolubile di gemelle.
“…It’s so wonderful, I’m not on my own any more. I’ve got no words to say. I’m so happy”.

[Credit: DailyMail]