sabato, 6 Dicembre 2025

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Da sopra le lenzuola a Instagram: ecco #aftersex

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Dagli utenti di Instagram arriva l’ultima selfie mania: #aftersex posizionarsi davanti allo schermo del proprio smartphone.

Esatto. Dopo aver fatto l’amore. In istantanea, ci si pone davanti allo schermo del proprio smartphone per effettuare un autoscatto del momento che – in teoria – dovrebbe essere quello più intimo in una coppia. L’hashtag è #aftersex e la foto finisce immediatamente con l’essere postata sull’App più popolata tra tutte, e dove essere seguiti è un attimo.

Instagram infatti, raccoglie milioni di fotografie tutti i giorni.
Attraverso queste sembra di entrare nella vita dei nostri seguaci: ce li ritroviamo a tavola con noi a ora di pranzo, sappiamo cosa indossano quando la sera escono con gli amici, il giorno in cui si sono laureati, e quello in cui la nonna compie gli anni.
Sappiamo – quindi – che per alcuni degli utenti Instagram, e social annessi, non esistono più ricordi preziosi, e da custodire con parsimonia. Le foto-ricordo dei nostri amici di rete, sono un po’ quelle di tutti.

Fatta eccezione per pochi momenti intimi, si poteva pensare fino a poco fa.
Adesso basta digitare l’hashtag #aftersex per ritrovarsi difronte ad un’innumerevole quantità di fotografie che ritraggono coppie scomposte, dai capelli in disordine, e dal sorriso provato. Quasi come se davanti alla fotocamera del proprio smartphone ce li avesse messi qualcun altro.

E come ogni tendenza dettata dal web che si rispetti, anche questa mania che arriva da sopra le lenzuola è diventata virale in men che non si dica.
Se incappate in lenzuola disfatte e capelli arruffati, si tratta dell’ultima trovata 2.0, condividere col web un autoscatto #aftersex.

Una ragazza finisce in un tombino per salvare il suo Blackberry

Credit Photo: Twitter

Mettere a rischio la propria vita per salvare quella del proprio cellulare

Succede nel Kent, e l’eroina in questione si chiama Ella Birchenough.
Aveva appena chiuso una telefonata quando, nel tentativo di riporlo, il cellulare le cade dalla tasca e finisce in un tombino. La ragazza non esita un attimo e si cala giù per le fogne sperando di recuperare il suo Blackberry.
Secondo i passanti, Ella non era per nulla intimorita: “non mi succederà nulla, dopo andrò a casa a lavarmi, piuttosto devo recuperare il mio cellulare” continuava a ripetere.

Cosa non si fa per il proprio cellulare?
Oggi giorno – a quanto pare – è difficile immaginare di poter gestire la propria vita senza avere a portata di mano il nostro cellulare. Un po’ come accadeva una volta con gli amici fidati, oggi per il proprio cellulare si rischia la vita, si blocca il traffico di una contea dell’Inghilterra, e si resta bloccati nelle fogne della città.

La storia di Ella ha avuto un risvolto tragicomico: nel tentativo di recuperare il proprio cellulare, Ella è rimasta bloccata nelle fogne, e si sono verificati vani i tentativi dei passanti di aiutarla a risalire: sono dovuti andare in suo soccorso un team di vigili del fuoco.
La ragazza è uscita indenne dalla discarica. Inutile dire che il Blackberry di Ella era ormai completamente distrutto.

Lightwave comunica al DJ l’umore del pubblico

Serata fiacca, pochi in pista e sound non gradito? Adesso è un gadget a comunicarlo in consolle. La tecnologia Lightwave ha creato un bracciale, in grado di captare l’umore del pubblico.

Distribuito all’interno del locale, il dispositivo analizzerà movimenti, livelli audio e temperatura corporea, riuscendo a costruire un quadro generale per il DJ in esibizione.

Come sempre la tecnologia si mette al servizio della musica, in una fusione che renderà il lavoro del DJ più meticoloso ma meno d’ispirazione. Statistiche e soluzioni saranno a portata di mano dell’artista, che in base ad essi aumenterà o affievolirà il mood della serata.

A-track è stato il primo a testare il dispositivo all’inizio di questo mese, e lo ha fatto al South by South West.

Esigui gli esperimenti che non consentono di avere ancora un’idea precisa riguardo l’efficacia del bracciale Lightwave.

Don’t just see the show, BE THE SHOW” esclama la campagna pubblicitaria.

Non resta che ballare.

Per amore o per odore

C’è ben poco da storcere il naso: stando agli scienziati, annusare le ascelle è il miglior modo per trovare il vero amore. L’odore di una persona, infatti, rivela il suo stato di salute: un dato che conferma quanto l’olfatto giochi un ruolo di primaria importanza nel selezionare un compagno. Per verificare la teoria è stata addirittura organizzato, nell’ambito dell’International Science Festival di Edimburgo, uno speed dating in cui gli ospiti avranno modo di annusarsi le ascelle a vicenda.

La serata “Sin Academy”, per soli adulti, è stata organizzata appositamente dalla zoologa canadese Zoe Cromier per analizzare scientificamente la forme dell’edonismo e dell’attrazione. Comunemente si è, infatti, portati a pensare che l’amore sia “a prima vista”, ma in realtà molti altri sensi vi risultano coinvolti: l’olfatto è senz’altro il più influente. Nel corso di questo speed dating sensoriale sarà, così, osservato quanta ingerenza hanno gli umori, ma anche i suoni, nelle dinamiche di fascinazione reciproca: gli ospiti, bendati, dovranno odorare le ascelle di diversi sconosciuti per poi indicare – tra queste – una preferenza.

Non di rado, molti s’innamorano dell’odore dell’altro, facendone una vera e propria droga: e ciò è dovuto al complesso maggiore di istocompatibilità (MHC), un gruppo di geni polimorfici che determina non solo il nostro odore, ma anche il nostro profilo immunitario: l’uomo è, infatti, geneticamente predisposto a legarsi a chi presenta un complesso maggiore di istocompatibilità complementare al proprio, per poter assicurare ai propri figli un corredo immunitario complessivamente più forte.

Agli ospiti bendati sarà chiesto, inoltre, di esprimere un parere sulla voce di uno sconosciuto: generalmente, gli uomini preferiscono i timbri acuti, mentre le donne quelli profondi. Ma si tratta, in entrambi i casi, di stereotipi impropri e, in molti casi, la selezione si rivela come qualcosa di molto più personale e imprevedibile.

Lo studio, definito dalla zoologa stesso “la scienza del peccato”, potrà risultare persino più efficace di quanto i siti di incontri online non siano stati finora: già l’anno scorso a New York e a Los Angeles ha spopolato la moda dei “party del feromone” – lanciati proprio da una californiana stufa dei puntuali fallimenti sul web -, delle feste i cui invitati erano tenuti a indossare la maglietta con cui avevano dormito la notte precedente, maglietta da far annusare agli altri ospiti chiamati, poi, a scegliere quella dall’odore ritenuto più gradevole.