venerdì, 29 Novembre 2024

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Italian glamour in mostra a Londra

Può un abito fare primavera? Certo, ma soltanto se italiano: a ricordarcelo è Sonnet Stanfil, curatrice del Glamour of Italian Fashion: 1945-2014 presso il Victoria and Albert, celebre museo londinese che inaugurerà la prossima stagione con un’esposizione finalmente all’altezza del nostro storico Made in Italy, visitabile dal 5 aprile al 27 luglio 2014.

Promossa da Bulgari, la mostra illustrerà – attraverso fotografie, filmati e più di cento completi e accessori – l’ineguagliabile qualità e l’ineccepibile maestria dei più illustri nomi del design italiano: da precursori quali le sorelle Fontana, Roberto Capucci e Mila Shön, passando per Dolce&Gabbana, Gucci, Prada, Valentino e Versace, fino ad avanguardisti come Maria Grazia Chiuri, Pier Paolo Piccioli e Fausto Puglisi, la retrospettiva ripercorrerà l’intera storia della moda italiana, sorta prodigiosamente dalle macerie del secondo dopoguerra e attualmente minacciata dall’incombente globalizzazione.

L’oggi non assomiglia più, infatti, ai gloriosi anni ’50 in cui Giorgini organizzava il primo ufficiale fashion show nella Sala Bianca di Firenze, né agli anni ’60, quando star internazionali del calibro di Liz Taylor e Audrey Hepburn si facevano testimonial involontarie del genio sartoriale italiano sui set di Cinecittà. Inesorabilmente, sempre più partner stranieri rilevano i grandi marchi, condannando la fama mondiale del nostro inimitabile stile a un futuro incerto in cui i consumatori dovranno chiedersi: Made in Italy o Made, but Where?

Happy mania, il singolo di Pharrell Williams arriva anche a Bari

Sembra essere un fenomeno ormai incontrollabile. La musica, il ritmo e l’energia della canzone “Happy” di Pharrell Williams ha coinvolto tutto il mondo. Ed è nata la grande idea: un re-make della canzone per le strade delle città più belle del globo tutto da ballare e cantare.

Si tratta di un video di 4 minuti circa, in cui sconosciuti, coppie, famiglie intere e amici ballano e cantano il sound della canzone “Happy” in centro, sulla spiaggia, per le strade, al parco, nei giardini. “Clap along if you feel like happiness is the truth. Because I’m happy”, queste le parole più cantate del momento. Il fenomeno Pharrel si è sviluppato in pochissimo tempo: Londra, Tokyo, Parigi, Dublino, Amsterdam, Bucarest, Madrid, Amman, Pechino, Sydney, Mosca e Kiev hanno subito detto sì alla sfida. Il video di “Happy” ha raggiunto brevemente milioni di visualizzazioni e l’idea social più in voga del momento è stata “copiata” anche da noi italiani.

Dopo Roma, Napoli, Firenze, Milano e Bologna ora l’Happy-mania arriva anche in Puglia, nel suo bel capoluogo, Bari. La musica e il testo di Williams hanno immediatamente invaso Piazza Ferrarese, il lungomare, i giardini, Castello Svevo, l’Università degli Studi Aldo Moro, i vicoli storici del centro e ha coinvolto amici, famiglie, piccoli ballerini e cantanti improvvisati, camerieri e baristi, anziani, coppie di innamorati immortalate in pochi secondi di divertimento.

C’è chi improvvisa un balletto a dir poco scoordinato, chi mette in scena una coreografia perfetta, chi si diverte con il freestyle e chi saltella a ritmo schioccando le dita. Bari c’è e ha risposto alla grande al successo mondiale di “Happy”.

Ora non resta che ballare.

Come trasformare le paure dei bambini in divertenti avventure

È conosciuto in tutto il mondo per la sua “stranezza”. Regala sorrisi ai più piccoli e li aiuta con le loro paure e difficoltà. Il Presbyterian Morgan Stanley di New York è un ospedale magico, in cui le paure dei bimbi vengono trasformate in fantastiche avventure e storie ricche di mistero, fascino e suspance. Non si tratta di vera magia o di polvere luminosa dotata di poteri, non si tratta di vere e proprie bacchette magiche, pentoloni e formule segrete. Il trucco, rimanendo in tema magia, sta tutto nel design pensato e ideato proprio per i bambini.

La sala Tac è stata costruita come una nave dei pirati, quella di riabilitazione permette ai piccoli di navigare nello spazio.
Il Presbyterian si spinge oltre il limite e vince il titolo di miglior ospedale infantile del mondo, regalando gioia, fantasia e forza di sognare ai bambini malati, sofferenti e tristi ricoverati nella struttura. L’idea di trasformare l’ospedale in un “gioco” sembra essere quella vincente: i bimbi, infatti, riescono, forse per la prima volta, a vivere la malattia in serenità, grazie al colore, al design e alle decorazioni che sostituiscono i muri grigi e spenti, le sale d’attesa che incutono timore, le camere buie.

Stile marinaresco, colori tendenti al blu per simulare il mare e le onde, il cielo azzurro e la barca dei pirati, con oblò, prua e poppa. Lo spazio, con le stelle e il cielo buio, le navicelle spaziali, le astronavi, i pianeti e le avventure verso l’infinito e il misterioso. La fantasia dei bambini è più che servita.

[FONTE: robadadonne.it]

Le sei gemelle Walton incidono sulla pelle la propria fortuna

Quando il ticchettio dell’orologio biologico femminile inizia a diventare più rumoroso, occorre rispondere. E nel momento della scelta e della consapevolezza di passare dalla parte dei figli a quella dei genitori, bisogna fare i conti con la realtà. Una realtà spesso crudele, piena di complicanze, materiali e non.

La storia di Graham e Janet Walton è quella di una coppia unitasi nella coscienza di questa crudeltà. A sedici anni, infatti, a Janet era stato detto che non sarebbe stata in grado di avere figli naturalmente. L’assistenza medica a disposizione, una volta arrivato il momento, era esaurita e l’unica soluzione per realizzare il loro sogno, restava l’adozione.

Un tentativo che è stato sicuramente di buon augurio per la coppia di sposi. Al ritorno da un viaggio a Malta, luogo in cui Janet e Graham avevano valutato una proposta di adozione, la donna scopre di essere incinta. Non di uno, non di due, ma di ben sei gemelli. “Gemelli! Non sapevo cosa fare con dei gemelli! Ad essere onesti, all’epoca non ero nemmeno sicuro di poter gestire un bambino”, queste le parole dell’uomo alla notizia.

Da allora Janet e Graham sono annoverati tra i genitori più famosi del mondo. Genitori di sei splendide ragazze ormai trentenni, affermate e consapevoli della propria fortuna, la stessa che le ha protette durante il più complicato momento della gravidanza e quello della crescita.

Le sei gemelle Walton incidono sulla pelle la propria fortuna

Una crescita documentata dai media passo per passo, tanto che, ancora oggi, la proposta di una festa su ITV, in occasione del loro trentesimo compleanno, non fa scalpore. Una ricorrenza per cui le sei sorelle gemelle, hanno richiesto un unico e prezioso regalo: farsi tatuare ognuna sei cuori in sei parti diverse del corpo.

Un pensiero che non ha fatto impazzire la mamma, che ha acconsentito perché “era quello che le ragazze volevano fare”.

Il party, in onda il mese prossimo su ITV, vede le unite gemelle protagoniste di un documentario che racconta la loro storia. I momenti felici, gli scatti di quando erano bambine, i risultati raggiunti, le ricorrenze e il geniale confronto del sestetto, con altri casi simili al loro. Un confronto che le ha rese consapevoli della propria fortuna, delle difficoltà logistiche, economiche e psichiche a cui i loro genitori sono stati sottoposti.

Non abbiamo mai smesso di ricordare a noi stessi di quanto siamo fortunati”, dice Graham. “Anche nei momenti peggiori, ricordiamo che ci sono persone che non possono avere figli e pensiamo a quanto siamo stati benedetti ad averne non uno, ma sei. In ogni fase, anche se ci sono stati problemi, abbiamo ricordato questo a noi stessi. Le ho amate. Lo farei di nuovo, senza pensarci. È stata una grande, grande avventura”.

E che dopo il compleanno, le prossime ricorrenze prevedano altari e fiori d’arancio, è un ulteriore augurio per questa coraggiosa e numerosa famiglia.