sabato, 20 Dicembre 2025

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Proposte dal mondo del cibo: ristorazione, dieta, ricette e cucina

Le tagliatelle di Blog di Lifestyle (RICETTA)

Con i tempi che corrono e tutte le notizie che vengono a galla conviene ridurre al minimo indispensabile i prodotti industriali. E questo spesso ci porta a rinunciare ad alcuni cibi, perché magari diffidenti della preparazione aziendale, delle materie prime utilizzate o ancor peggio perché il portafoglio non sempre può permettercelo.

Per ovviare a questi inconvenienti senza rinunciare al piacere per il palato Blog di Lifestyle vi suggerisce alcune ricette da preparare in casa, semplici, sane e genuine.

Le tagliatelle sono un tipo di pasta lunga e piatta. Perfette per raccogliere il sugo della Bolognese, oppure per abbracciare la panna con funghi e salsiccia. Certo, facile scendere al supermercato sotto casa e acquistarne quanto basta. Ma sai che soddisfazione farle in casa? Dare ai propri cari degli alimenti genuini, di cui conosciamo la provenienza credo sia la cosa più gratificante. Se poi prepararle in casa è anche semplice, che vogliamo di più?

Ecco perché, vista anche la presenza delle uova nell’impasto, oggi Blog di Lifestyle vi lascia la ricetta passo passo per fare le tagliatelle in casa.

INGREDIENTI

Per 8 persone

800 gr di farina di grano duro (in mancanza va bene anche la ’00’ di grano tenero o semola rimacinata)
8 uova medie (di circa 60 gr l’una)
sale 1 cucchiaino (facoltativo)

PROCEDIMENTO

In questa ricetta “base” utilizziamo la farina normale, “bianca”, ma si può utilizzare anche la semola o farina integrale, di farro, di riso, insomma qualsiasi farina di vostro gradimento.
Una considerazione importante va fatta relativamente alle quantità. Vige una regola per la preparazione della pasta all’uovo: “ogni 100 gr di farina 1 uovo”. Detto questo saprete fare tutto.

Iniziare sbattendo un pò le uova. Ovviamente utilizzando le uova crude assicuratevi che siano fresche. Disporre la farina a fontana (con il classico buco al centro) e versare le uova e il sale. Iniziare ad impastare con la forchetta inglobando poco per volta la farina alle uova.
Man Mano che l’impasto assorbe le uova utilizzare le mani e iniziare ad impastare.
Se siete alle prime armi potrete iniziare ad impastare in una ciotola. Ma appena l’impasto avrà assorbito le uova dovrete trasferirvi su una tavola di legno. Impastare per almeno 10/15 minuti. Ricordatevi che più impastate più la pasta sprigionerà elasticità.

Nel caso l’impasto non dovesse raccogliere completamente la farina o risultasse leggermente duro, aggiungete uno o due cucchiai di acqua tiepida. Al contrario, se non dovesse risultare lavorabile perché troppo appiccicoso aggiungere un pò di farina.

Appena l’impasto sarà liscio ed omogeneo avvolgerlo nella pellicola e lasciarlo riposare in un posto fresco e asciutto per un’ora circa.

Le tagliatelle di Blog di Lifestyle (RICETTA)

Trascorsa questa ora, riprendere l’impasto e iniziare a stenderlo con le mani, ad appiattirlo un pò.
A questo punto avete due possibilità: o armarvi di forza, pazienza e mattarello oppure di macchinetta per stendere la pasta.

Se utilizzate la macchinetta vi basterà prendere un pezzo di pasta e iniziare a passarla, partendo dalla larghezza massima, fino a raggiungere lo spessore desiderato, aiutandovi con una spolverata di farina quando serve per non far attaccare la pasta. Normalmente si stende finché la pasta non raggiunga il mezzo millimetro. A questo punto lascerete la pasta così stesa riposare per un’altra mezz’oretta.
Questo serve perché la pasta si possa asciugare un pò per tagliarla meglio.

Stesso procedimento va fatto con il mattarello se non disponete della macchina, stendere la pasta infarinandola spesso, finché non raggiunge lo spessore di 0.5 mm.

Trascorsa questa mezz’ora avrete ancora due possibilità: passarle nella macchina che le taglierà automaticamente, oppure prendere le sfoglie, arrotolarle (mi raccomando in questa fase non dimenticare di infarinare) e tagliare dei rotolini spessi circa 5/7 mm.

Le tagliatelle di Blog di Lifestyle (RICETTA)

Srotolare e sempre infarinati disporre ad asciugare su un panno in cotone. Potrete disporle a distanza oppure creare dei nidi. Mi raccomando a tenere la pasta all’ombra e in un luogo asciutto magari sempre coperto con un altro panno di cotone sottile.

A questo punto versare in acqua bollente e condire a piacimento.
Attenzione ai tempi di cottura. La pasta fresca è pronta in pochissimi minuti, basta vedere quando viene a galla. Per non farla attaccare è bene versare un cucchiaio di olio nell’acqua di pasta prima di immergere le tagliatelle.

CONSERVAZIONE

Per conservare le tagliatelle fatte in casa, lasciarle asciugare qualche ora e congelare. Quando le vorremo cucinare versarle direttamente congelate in acqua bollente salata. Il risultato vi sorprenderà.
Ovviamente, sempre per la presenza di uova crude nel composto, cercate di consumarle entro una decina di giorni al massimo.

Buon appetito.

La dieta delle star nuoce gravemente alla salute

Il Natale è ormai alle porte e fra qualche giorno avranno inizio le tradizionali abbuffate spensierate con amici, colleghi e parenti. Ma cosa ne sarà della nostra linea dopo le feste natalizie?
Anno nuovo,dieta nuova? È proprio questo il momento in cui si inizierà a cercare affannosamente un modo rapido per tornare in forma, affidandosi spesso ai consigli delle star che sfoggiano fisici impeccabili.

Attenzione, però, le diete delle star possono essere molto pericolose.
La British Dietetic Association ammonisce sui regimi alimentari condotti dai personaggi famosi, dissociandosi in particolar modo dalla paleodieta, dalla dieta dell’argilla e dalla dieta vegana fino alle ore 18. Sì, hanno nomi bizzarri, eppure sono diffusissime!

La paleodieta

La dieta delle star nuoce gravemente alla salute
I sostenitori di questa filosofia alimentare sono convinti che una corretta alimentazione debba basarsi su quei cibi facilmente reperibili per i nostri antenati all’età della pietra.
Frutta e verdura d’ogni tipo sono concesse, mentre la carne e il pesce possono essere assunti solo se non provengono da allevamenti dove vengono nutriti con mangimi a base di cereali. Assolutamente vietati sono, invece, i cosiddetti “cibi moderni”, ovvero cereali e derivati, legumi, latte e derivati, zuccheri aggiunti e tutti gli oli di mais e semi.

Le star hollywoodiane, Megan Fox e Matthew McConaughey, da tempo dichiarano di aderire alla dieta delle caverne, ma la BDA afferma che, oltre a richiedere un certo isolamento sociale, questo genere di nutrizione provoca carenze fisiologiche importanti, come la mancanza di calcio, con conseguente indebolimento delle ossa.

La dieta dell’argilla

La dieta delle star nuoce gravemente alla salute
Pare che questo elemento naturale abbia degli effetti miracolosi sul nostro corpo, stando a quanto dicono negli Stati Uniti, dove spopola l’uso dell’argilla come disintossicante dell’organismo.
Bastano semplici mosse: mettere l’argilla (bianca o verde, è indifferente) in un bicchiere d’acqua, mescolarla attentamente con un cucchiaio esclusivamente in legno, lasciare riposare una notte affinché la materia insolubile si depositi sul fondo e berne il contenuto liquido.

Dov’è l’inganno? “La verità è che se qualcosa sembra troppo bello per essere vero, probabilmente non lo è” – dice Sian Porter, portavoce della BDA e consulente dietologo.
Secondo gli esperti, infatti, l’assunzione prolungata di tale sostanza naturale potrebbe causare costipazione da avvelenamento di arsenico.

La dieta vegana fino alle 18

La dieta delle star nuoce gravemente alla salute
Famosa per essere seguita dalla bellissima Beyoncé, consiste in una dieta vegana part-time.
Fu inventata dal giornalista di cibo del New York Times, Mark Bittman, che, sotto consiglio di un amico, decise di privarsi dei cibi d’origine animale e dei suoi derivati, per far fronte a una patologia derivatagli da una cattiva alimentazione.

Mark amava mangiare di tutto e mai avrebbe pensato di diventare completamente vegano, quindi provò a seguire questo regime alimentare solo a colazione e a pranzo.
E dopo le 18? Secondo l’Associazione inglese dei dietologi, il rischio è proprio quello di approfittare della cena libera per rimpinzarsi di cibi ad alto tasso calorico, pieni di grassi, sale e zucchero aggiunti, annullando qualsiasi possibile effetto della dieta vegana.

Mangiare differenti gruppi di cibo, in differenti momenti della giornata, non è un problema” – sostiene la BDA – “in termini di salute, è l’equilibrio nutrizionale ciò che conta“.

Cose che fanno arrabbiare un pugliese a tavola

Un pugliese, del buon cibo – tipico, è ovvio -, una tavola imbandita, qualcosa da bere e il profumo e il rumore del mare come sottofondo musicale. Un mix tanto bellissimo quanto letale. Bisogna fare attenzione a cosa dire, cosa fare, cosa pensare, ma soprattutto a cosa non dire, fare e neanche minimamente pensare quando c’è un pugliese a tavola. Per gli abitanti del tacco d’Italia il pasto è sacro, meglio evitare situazioni spiacevoli o discussioni davanti ad un piatto caldo, o meglio, fresco e di stagione.

Ecco una serie di consigli, anzi, ordini, da seguire e rispettare assiduamente per non far arrabbiare un pugliese a tavola.

Non si rifiuta mai

Mai dire no, i “preferisco evitare, grazie lo stesso ma non mi va” sono tabù. Nonne e mamme in preda ad attacchi di panico improvvisi o finta indifferenza davanti a certe eresie. Mai rifiutare, mai dire basta, mai e poi mai.

Mai chiedere spiegazioni, saranno sempre sbagliate

Non perdere tempo e fiato per chiedere spiegazioni precise e dettagliate su piatti, ingredienti, prodotti tipici, condimenti e cottura. Saranno tutti approssimativi, personali e soggettivi. Non per questo sintomo di incompetenza o incapacità, tutt’altro, ma solo un velato e intrinseco messaggio: “Mangia e stai zitto”.

Rispettare i primati e accettare nuove sfide

Nessuna resa, niente mani in alto, la parola “fallimento” è fuori da ogni dizionario. Il pugliese ama le sfide, soprattutto se culinarie. In famiglia c’è sempre, in maniera random, chi detiene un record in cucina: tra panzerotti, focacce, pizze, pesce crudo o pasta fresca, c’è sempre chi “ne ha mangiate di più in meno tempo”; chi “ne ha provate di diverse” e chi “li prepara con una mano sola, in equilibrio sulla punta del piede, ad occhi chiusi”. Ma niente paura, così come si devono “rispettare” i record bisogna anche “superarli”: il perfetto pugliese ama le sfide, soprattutto se si tratta di cibo. Chi si fa sotto?

Fare SEMPRE la scarpetta, con il pane di Altamura

Un pugliese ci tiene, bisogna farlo a tutti i costi. La scarpetta è uno dei must più importanti del tacco più bello di tutto il mondo del fashion. Pane rigorosamente di Altamura, per non sbagliare mai.

Prodotti tipici confezionati? No grazie

Taralli importati e in busta sigillata? Olive senza nocciolo e focaccia surgelata? Eresia.

Mai alzarsi da tavola prima di aver finito

Sedere incollato alla sedia dall’inizio alla fine. E la fine prevede caffè e ammazzacaffè (amaro o limoncello). Non ci si alza, mai. Nè prima, né dopo, né durante, mai. È un ordine. E non importa quanto durerà, bisogna resistere.

MAI METTERE IL LIMONE SULLE COZZE E PESCE CRUDO

Non servono altre parole: il limone non si mette sul pesce crudo.
Oltre a rovinare il sapore del pesce “così come viene pescato”, senza cottura, non è un gesto tipicamente pugliese. Soprattutto a Bari, il capoluogo, è vietato.

“Complimenti al cuoco”

Sono d’obbligo, questo è certo. Mai dimenticarli, è un gesto tipico e altamente gradito. Soprattutto per un pugliese.

“Su i bicchieri e giù i pensieri”: il brindisi

Nessun legame tra il brindisi e Brindisi, città pugliese. Il brindisi si fa sempre, altrimenti “sei di Milano”. Il più quotato è “Bvim alla facc d c’ng’vol mal” (beviamo alla faccia di chi ci vuole male).

La creanza (la buona educazione)

È buona educazione mangiare tutto (anche se soprattutto nel Brindisino e al sud in generale si lascia “il ricordino nel piatto”), ringraziare, essere soddisfatti, essere sazi.

La “sudata”

Non si tratta del caldo improvviso, dell’afa di Agosto o del risultato di una corsa sul lungomare. La sudata è la birra, la PERONI.

La focaccia con le mani e il caffè da seduti

Sono delle regole basilari in Puglia. Nessuna eccezione.

Patate, riso e cozze: zucchina sì o no? Mai chiedere

Mai chiedere se la zucchina vada o no in patate, riso e cozze. Potrebbe nascere una di quelle dispute infinite. Risse. Stragi.

Vegetariani pentiti tornano a mangiare la carne

Credit photo: carnisostenibili.it

Negli ultimi anni sono sempre più le persone che decidono di adottare uno stile di vita vegetariano o vegano: in entrambe le diete è assolutamente vietato il consumo di alimenti che hanno origine animale – come la carne e il pesce -, ma nella seconda non rientrano nemmeno uova, latte e latticini.

Che siano stili di vita equilibrati o meno, che facciano bene alla salute o abbiano effetti negativi sul nostro corpo poco importa in questo caso: infatti uno studio americano rivela che l’84% dei vegetariani e dei vegani torna a mangiare alimenti di origine animale.

La ricerca è stata condotta dall’organizzazione no profit Humane Research Council, con l’istituto Harris Interactive, e aveva come obiettivo quello di individuare ed analizzare le abitudini alimentari più frequenti nella popolazione americana. Durante l’indagine sono state fatte diverse domande riguardo l’alimentazione a 11.399 persone, tutti con un’età maggiore ai 17 anni.

Stando a quanto emerso dallo studio, l’età media in cui i vegetariani hanno adottato questo stile di vita è circa 34 anni e le ragioni sono varie: compassione verso gli animali, voglia di essere alla moda e difficoltà di adattamento sono le più comuni. E la carne è stata tolta dall’alimentazione in modo radicale: forse è proprio questa velocità che poi ha portato al pentimento, come affermano i due terzi degli ex vegetariani. Anche perchè cambiare alimentazione in maniera così drastica non è cosa facile.

Ma sono davvero pochi quelli che sono riusciti a portare avanti quest’impegno, soprattutto se abituati ad una dieta molto varia: infatti la principale motivazione del pentimento è una mancata resistenza fisica perchè è raro trovare la stessa energia e la stessa soddisfazione in cibi che non hanno origine animale.

Dallo studio è emerso che il 2% degli americani è ancora vegetariano o vegano, mentre il 10% si dichiara pentito. Tra questi ultimi la metà ha lasciato lo stile vegetariano dopo circa un anno e ben un terzo ha resistito solo fino a tre mesi, forse influenzati dai proprio coinquilini: chi vive con un non vegetariano tende, il più delle volte, a ricominciare a mangiare la carne.