martedì, 14 Gennaio 2025

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La dieta del supermetabolismo: meno 10 kg in 28 giorni

Da un po’ di tempo si sente parlare di un nuovo tipo di dieta chiamata dieta del supermetabolismo che sta facendo letteralmente impazzire il web. Ideata e provata dalla nutrizionista Haylie Pomroy, la dieta del supermetabolismo è stata definita da molti come una dieta miracolosa che ha fatto perdere peso, con risultati strabilianti, a migliaia di persone e a personaggi famosi dal calibro di Jennifer Lopez e Robert Downey jr.
Sicuramente starete pensando che si tratti della solita triste dieta simile alla Dukan, tutta verdure scondite e proteine, ma in realtà, al contrario di altre, il motto di questa dieta è “mangia di più perdi più chili”.

Come funziona la dieta del supermetabolismo?

La dieta del supermetabolismo ha una durata di 28 giorni che devono essere eseguiti impeccabilmente per riuscire a perdere fino a 10 kg; finito questo ciclo si dà inizio al mantenimento. La dieta è suddivisa in tre fasi: la F1 che dura i primi due giorni (es. lunedì e martedì), F2 che dura dal terzo al quarto giorno (es. mercoledì e giovedì) e infine la F3 che dura tre giorni (es. venerdì, sabato e domenica). Finite tutte e tre le fasi si ricomincia da capo la settimana con la F1 per poi proseguire con le altre fasi fino a quando non saranno passati 28 giorni.

Come tutte le diete anche quella del supermetabolismo prevede che siano consumati cinque pasti al giorno con una distanza che va dalle 2 alle 4 ore l’uno dall’altro. Questo tipo di alimentazione non conta le calorie ma si basa su delle quantità chiamate cup che variano in base ai chili da perdere, più peso si deve perdere e più l’organismo deve assumere cibo aumentandone così le quantità, in quanto ciò favorisce l’acceleramento del metabolismo.

Cibi da evitare

La dieta del supermetabolismo offre un ampio elenco di cibi da poter consumare ma bandisce caffè, teina, farina di grano, soia, mais, latticini, nitrati e zuccheri raffinati (che vengono sostituiti con stevia o xilitolo)

Prima fase F1

La F1 è la fase glicemica. Moderatamente proteica, povera di grassi e ricca di carboidrati e verdure. Gli alimenti da consumare durante questa fase sono: pasta o riso integrale, avena, quinoa, latte di riso, tacchino, affettati senza nitritati, tonno al naturale, lenticchie, frutta ricca di zuccheri naturali (anguria, fragole, ananas, pere, arance, kiwi etc), uova (solo albume), carote, pomodori, lattuga, funghi, zucca, zucchine, spinaci, melanzane etc. I piatti possono essere conditi solo con sale, limone e aceto.

Per quanto riguarda l’attività fisica durante questa fase è necessario fare un allenamento aerobico come la corsa. Inoltre la F1 ha l’obbiettivo di allentare la tensione e lo stress.
Durante i primi giorni di F1 è probabile che si soffra un po’ di mal di testa, è una fatto normale dato dalla pulizia del nostro organismo dai cosiddetti “cibi cattivi”.

Seconda fase F2

E’ la più dura tra le tre fasi ed è quella altamente proteica, ricca di verdure e povera di carboidrati e grassi. Per ben due giorni bisogna mangiare verdure e proteine cinque volte al giorno, comprese colazione e spuntino. Con questa fase si sblocca il grasso accumulato e si mette massa muscolare.

E’ consigliato un allenamento anaerobico ovvero costituito solo da pesi.

Terza fase F3

La terza fase è ricca di grassi sani (frutta secca, cocco, olive etc) e di frutta e verdura poco glicemica (pompelmo, mirtilli, lamponi, carciofi, fagioli, melanzane, spinaci etc), ma povera di carboidrati e proteine. Durante questa fase si può aggiungere un elemento di condimento: l’olio evo.

Durante la F3 è necessario fare un’attività fisica che combatta lo stress come lo yoga oppure fare dei massaggi.

Alla fine dei 28 giorni si fa il mantenimento, chiamato F4, che prevede un mix delle tre fasi ma con l’aggiunta, ogni quattro giorni, di un elemento precedentemente bandito dalla dieta come la pizza, gli zuccheri, la farina di grano etc. La dieta del supermetabolismo non solo aiuta a svegliare e accelerare un metabolismo lento, ma è anche consigliabile a chi ha problemi di diabete e di cuore, in quanto prevede degli alimenti con un basso indice glicemico.

Nasce a Brighton il primo ristorante a rifiuti zero

È prevista per settembre nella cittadina inglese di Brighton l’apertura del primo ristorante a rifiuti zero, Silo: giovane fautore dell’impresa è Douglas McMaster, promettente chef ritornato in Inghilterra dopo aver lavorato ben dodici anni in grandi ristoranti di fama internazionale, non ultimo il celebre Noma di Copenhagen.

L’intenzione dello chef McMaster è quella di ridurre del 95% i rifiuti prodotti dal locale: un proposito meno difficile di quanto sembri, soprattutto se si presterà la dovuta attenzione alle modalità di approvvigionamento. Stando a quanto il giovane ha già dichiarato al The Independent, infatti, il sistema agroalimentare al momento predominante contempla la disponibilità costante di tutti i prodotti, anche quelli che – come avocado e ananas – secondo natura non crescono durante determinati periodi dell’anno: un’anomalia cui si va ad aggiungere anche l’uso di sostanze additive e pesticidi, assolutamente dannosi per la nostra nutrizione. Non dovremmo sorprenderci, dunque, se le intolleranze alimentari sono un fenomeno sempre più diffuso: proprio perché contrario alle dinamiche vigenti, lo chef inglese si è proposto di servire esclusivamente prodotti a chilometro zero e di stagione nel suo nuovo ristorante – cosa che gli consentirà, perciò, di non produrre rifiuti se non in quantità minime. Per gli scarti inevitabili, poi, McMaster ha acquistato al prezzo di 27.000 euro un grosso compostore, in grado di lavorare fino a 640 chili di rifiuti organici ogni giorno.

Il ristorante Silo, per altro, avrà soltanto cinquanta posti a sedere e ai clienti sarà proposto un menù giornaliero a base di soli sei piatti: uno di carne, uno di pesce e uno vegano. Nessuna delle pietanze, infine, sarà scaldata tramite lampada, perché ognuna di esse verrà preparata rigorosamente al momento.

Quando l’amore finisce, anche sulle torte e sulle bomboniere

Zucchero, tanto zucchero, quando si è in coppia con la propria dolce metà. E oltre allo zucchero, tante idee e opinioni su un impellente quesito. Come festeggiare la nuova libertà dopo la rottura? Ovvio, esattamente come si è fatto al matrimonio, con le torte.

E la fantasia dei cake designers si è dilettata, stupendo tutti con divertenti soluzioni. Uno sposo decapitato, la sposa a penzoloni giù dal primo piano di pandispagna, rivoli di sangue che scorrono lungo le pareti del dolce: ce n’è letteralmente per tutti i gusti.

Perché l’amaro di una delusione amorosa va compensato con la panna. Ma, soprattutto, va compensato con l’ironia. E trasformare un momento di unione, gioia e convivialità, come quello del taglio della torta, in un momento per festeggiare una separazione, risulta essere oltremodo originale.

Negli ultimi anni la tendenza d’oltreoceano è stata sempre più apprezzata dagli europei, diventando quasi una consuetudine, nei casi in cui sdrammatizzare è d’obbligo. E dopo il taglio della torta? Tutto normale, bomboniere e gadget per i neo single, per ricordare agli ospiti di essere stati vicini in un momento in cui l’amore era lontano.

Se è difficile dimenticare il dolore del fallimento di una relazione, altrettanto difficile sarà dimenticare il simpatico soggetto sulla torta.

Carlo Cracco, miglior Chef 2014 di Festival cucina italiana

La carriera dello chef più famoso della tv italiana è una tutta in salita. Carlo Cracco, celebre per la conduzione di Masterchef Italia e di Hell’s Kitchen Italia e per l’abilità creativa e culinaria straordinaria sarà premiato a settembre come miglior Chef 2014 di Festival cucina italiana. Il riconoscimento gli sarà assegnato il 7 settembre a Rimini.

Carlo Cracco lavora come Chef Executive nel ristorante Cracco Peck, fondato nel 1883 dalla famiglia Stoppani, ricevendo inoltre 3 stelle Michelin, 3 forchette per Gambero Rosso e ha 18,5/20 Espresso. E non stupisce che nel 2007 il suo ristorante si è trovato, per la Repubblica, tra i 50 migliori Ristoranti del mondo.

Allievo di Gualtiero Marchesi e Alain Ducasse, Cracco è “la moderna evoluzione del cuoco nei primi anni del 21/o secolo: in costante sperimentazione, in giro per il mondo alla ricerca di nuove esperienze, imprenditore, testimonial, sguardo rivolto al sociale”.