domenica, 28 Aprile 2024

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Le 4 capitali del gioco italiane

In Italia il turismo legato al gioco d’azzardo non è in primo piano rispetto ad altre realtà mondiali anche a causa del ridotto numero di casinò presenti nella penisola. Sono in totale 4: due di questi si trovano nelle zone di frontiera, altri 2 si collocano nel centro di contesti urbani ma si concentrano tutti nelle regioni del nord Italia. Si tratta di Campione d’Italia, Venezia, Sanremo e Saint-Vincent.

Quest’ultimo si colloca in Valle d’Aosta, al confine con la Francia. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, l’indiscutibile boom delle sale da gioco online non ha avuto riflessi negativi sugli introiti dei casinò. È possibile affermare ciò avendo alla mano i dati di fine anno emanati dalla sala valdostana, che +15% rispetto al novembre dello scorso anno. La nascita del casinò di Saint-Vincent risale al dopoguerra del secondo conflitto mondiale, con l’inaugurazione ufficiale che avvenne nel marzo 1947. È affiancato da allora dal Gran Hotel Billia, storico albergo di lusso della regione.

Il Casinò di Campione è invece situato nel Canton Ticino svizzero ed è quello che vanta la storia più turbolenta tra tutti. La sua fondazione risale al lontano 1917, ma dopo la chiusura un paio di anni più tardi, servirono 14 anni per riaprire. In seguito non fu più richiuso fino al 2018, quando il Tribunale di Como ha dichiarato il fallimento della struttura. I milioni di euro spesi per la ristrutturazione furono oltre 120, creando un edificio alto 9 piani e da molti definito come un “ecomostro”. La riapertura della sala è molto più recente e datata 26 gennaio 2022, ma è ancora lontano dall’essere il punto di riferimento, anche turistico, del luogo.

Una storia certamente più lunga è quella del casinò di Venezia, fondato nel 1638 e considerato come la sala da gioco più antica al mondo. La location è molto suggestiva e attira visitatori la facciata del palazzo che la ospita, Ca’ Vendramin Calergi, che si affaccia sul Canal Grande. Ultimo, ma non certo per notorietà, è il casinò di Sanremo, in Liguria. L’inaugurazione risale al 1905 e da quel momento in avanti è sempre stata sede, oltre che di sale da gioco, anche di feste e ricevimenti, con spettacoli e concerti. Un luogo non solo deputato al gioco d’azzardo ma utilizzato per l’intrattenimento a tutto tondo, caratteristica valida anche al giorno d’oggi.

Pur avendo la possibilità di utilizzare anche online il gioco d’azzardo, nelle sale da gioco ormai presenti in maniera massiccia sul web, con un catalogo comprendente slot della casa Pragmatic Play e di altri provider di slot, giochi di carte, lotterie, è chiaro che il contesto reale offre un’esperienza di gioco del tutto differente. Il caso italiano non offre troppe mete in questo senso: l’immaginario collettivo, anche grazie ad un gran numero di film sul genere, porta automaticamente a Las Vegas quando si nomina il casinò. La città degli Stati Uniti domina su tutte e conta al suo interno oltre 70 casinò, che ormai costituiscono parte integrante del contesto urbano. Sta però prepotentemente conquistando il suo spazio anche Macao, considerata la Las Vegas della Cina, con 41 sale da gioco.

Quando la peggiore delle paure diventa realtà. “Terrore ad alta quota”

TERRORE AD ALTA QUOTA

Se state per affrontare un viaggio in aereo e siete amanti del brivido, la lettura di un thriller potrebbe essere la soluzione ideale. Molti lettori amano leggere libri che richiamano l’ambiente in cui si trovano in un preciso momento.

Il thriller “Terrore ad alta quota” (titolo originale “The flight”) di Heather J. Fitt e edito in Italia dalla casa editrice Newton Compton Editori, offre il giusto mix di azione e suspense, per gli amanti del genere.

In questo romanzo di circa 250 pagine seguiremo le vicende di Melissa, pronta a concedersi una meritata vacanza dopo un periodo di grande stress. L’essere una madre single e l’avere una professione impegnativa (quella di infermiera), hanno reso Melissa particolarmente bisognosa di relax. Il viaggio affrontato in compagnia del piccolo Theo culminerà alle Barbados.

La parte centrale della storia si svolge in volo. Sullo stesso volo di Melissa si trovano una coppia di futuri sposi con amici e familiari al seguito, diretti alle Barbados dove convoleranno a nozze. I personaggi sono presentati in modo ordinato, il punto di vista viene alternato e per questo motivo risulta più facile memorizzare i nomi e le caratteristiche di ciascuno di loro.

Il viaggio si rivela denso di imprevisti. Alcuni passeggeri iniziano ad accusare dei malori apparentemente improvvisi. Il dubbio diventa presto una certezza, c’è un assassino a bordo.

Il lettore si trova così ingabbiato in una narrazione da un ritmo sempre più serrato. Si iniziano a fare tutta una serie di congetture su chi sia il possibile assassino. Congetture puntualmente smentite dai vari colpi di scena.

Durante la lettura continui a pensare. Potrebbe essere lei, potrebbe essere lui.

Illazioni, conclusioni affrettate.

E ti trovi a condividere il senso di angoscia e incertezza dei passeggeri.

Degna di nota la parte relativa ai veleni che forse poteva essere approfondita maggiormente.

Terrore ad alta quota” è un romanzo da leggere tutto d’un fiato e che difficilmente si riuscirà a posare.

Heather J. Fitt ha scritto anche un altro romanzo ancora inedito in Italia. Il titolo è “The Boat Trip”.

Non pensate che “Terrore ad alta quota” sia la lettura ideale per il prossimo volo?