Felicità, 10 regole per vivere bene
Sin da bambini passiamo il nostro tempo a pensare al momento in cui saremo felici, e a progettare una scalata alla conquista della serenità interiore.
Per quante conferme ricerchiamo nel mondo esterno, sappiamo bene che la chiave di volta si nasconde in noi stessi, e che la felicità non è altro che il prodotto di un nostro personale percorso interiore.
Ci sono poche regole da seguire per vivere bene: quando ne sentiamo parlare le riteniamo banali e scontate, eppure nella pratica noi tutti ci perdiamo facilmente, dimostrandoci incapaci di osservare uno schema banalissimo.
Proviamo a fare una piccola lista delle regole da seguire per non perdere il sorriso e la vitalità.
Stare bene con se stessi
Beh, i disagi di cui le persone soffrono possono essere di varia natura, ovvero sia psicologiche che meramente estetiche.
Certo non è facile sentirsi bene se si è brutti come un mostro mitologico, ma è bene riuscire a trovare la strada per migliorarsi.
Sentirsi piacevoli è naturalmente la prima strada che conduce alla serenità, che ci fa sentire vivi e in pace con il mondo.
Qualsiasi attività rivolta al raggiungimento di tale fine è perciò consigliabile: naturalmente senza esagerare.
Bisogna rendersi belli, leggere, acculturarsi: solo così il mondo potrà apprezzarci. E sorriderci.
Non guardare nel giardino del vicino
Si sa, la vita altrui ci appare sempre più rosea. Eppure non è così. Quando ho questa impressione, e cioè almeno una volta alla settimana, mi ripeto una frase di una celebre canzone di Ligabue: ‘Ci son nuvole in certe camere, e meno ombrelli di quel che pensi.’
Certo non è facile ricordarsi di se stessi ogni giorno: i social ci aiutano oltremodo a deprimerci perché sono una finestra che affaccia nella vita degli altri, spesso più belli, meglio vestiti e più brillanti di noi.
Bisogna ricordarsi che, purtroppo, al mondo interessa come appari e non chi sei veramente. Forse la cosa può sconfortare parecchio, ma potremmo leggerla diversamente: ‘se agli altri non frega un emerito cavolo di chi siamo, forse abbiamo la libertà di diventare qualunque cosa. In fondo nessuno avrà interesse a ostacolarci.’
Guardare il lato positivo
Beh, quando sei ammalato, squattrinato e sfigato non è facile mantenere la serenità. Ma ho conosciuto persone invincibili che hanno sconfitto la crisi e la morte. Qualcuno è volato via per sempre senza perdere il sorriso; quello stesso sorriso che resiste all’erosione del tempo e che si fortifica ogni giorno nel cuore di chi ne ha memoria.
Essere positivi fa bene a se stessi ma anche agli altri: vivere serenamente senza lasciarsi abbattere ci farà apparire più belli, e soprattutto, ci renderà un modello da seguire.
Perdere il controllo
Molte persone tendono ad organizzare qualsiasi cosa, dall’impegno con il parrucchiere a un incontro sessuale. In questo modo la vita smette di essere scoperta quotidiana, ma si trasforma una sorda tabella di marcia da seguire come una capra.
Perdere il controllo, abbandonarsi all’imprevisto e lasciarsi trasportare dal momento può essere un ottimo punto di partenza per la ricerca della felicità.
Sconfiggere il risentimento
L’amico ci ha bidonato? Il fidanzato ci ha lasciato? I parenti vogliono la nostra eredità? Queste sono tutte situazioni decisamente nocive, perché creano in noi del risentimento. E niente in questa vita è peggio del sentirsi risentiti e sempre in procinto di vomitare i nostri dispiaceri addosso agli altri.
Liberarsi del risentimento sarebbe come pretendere di bonificare un terreno inquinato fino alle falde: quasi impossibile.
L’unica soluzione è diventare più superficiali: essere leggeri ci permetterà di evitare che persone, situazioni ed eventi nocivi ci inquinino.
Vivere il momento
Spesso siamo chini sullo smartphone, o impegnati a pensare a cose stupide e inutili. Non siamo più in contatto con noi stessi, e prima ci sintinizziamo sulle nostre frequenze prima riusciremo a ricordarci di vivere. Adesso.
Evitare di fare overanalyzing
Quando ci succede qualcosa sentiamo il bisogno di rifletterci su. Il giorno dopo anche, e pure il semestre successivo.
Commettiamo di continuo l’errore di ripensare alle cose, 10, 100, 1000 volte. A che serve? Solo ad occupare parti importanti del nostro prezioso cervello, che potremmo utilizzare in modi migliori.
Smettere di pensare al futuro
Da piccoli pensiamo a quando diventeremo ‘grandi’, e da grandi a quando diventeremo ‘vecchi’. Forse l’uomo è predisposto per pensare al futuro, ma la previdenza, quasi sempre, ci distrae da qualcosa di più importante: il presente.
Se ce lo perdiamo finiremo in diventare degli anziani dagli occhi tristi, pieni di ricordi e di rimpianti.
Mettere a tacere l’ego
Detesto le persone concentrate su se stesse, impegnate a raccontare cavolate impossibili dalla mattina alla sera. L’esperienza insegna che sono le persone umili a rendere migliore il mondo in cui viviamo, e che le sciocchezze di chi si riempie la bocca hanno l’importanza di un peto. Ridimensionarsi e accettare che abbiamo sempre da imparare ci farà diventare migliori. E avere più amici.
Essere ‘openmind’
Avere una mente aperta è uno strumento indispensabile per vivere meglio. Fregarsene degli altri, o meglio della parte ‘frivola’ degli altri, può evitarci pensieri futili e preoccupazioni.