sabato, 27 Luglio 2024

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Dead Boys Detective: la serie da non perdere su Netflix

È sbarcata su Netflix il 25 Aprile: Dead Boys Detective, una serie pazzesca da non perdere. Ma è vero che si tratta di uno spin-off di The Sandaman? Forse non è proprio corretto, ma c’è un fondo di verità.
Se siete nostalgici dei Ghostbusters, del Sottosopra, se vi manca Supernatural e impazienti di vedere la seconda stagione di The Sandman, allora questa serie non ve la potete assolutamente perdere.

Dead Boys Detective: Edwin e Charles


Tratto dai fumetti di Neil Gaiman, Dead Boy Detectives, ha come protagonisti Edwin e Charles. Non si tratta di due ragazzi qualunque, sono due fantasmi, morti in epoche diverse, che hanno messo su un’agenzia investigativa per risolvere casi paranormali nel mondo dei vivi.


Ci sono sempre degli spiriti inquieti che vagano senza pace, il compito del duo è sciogliere i loro misteri.
Poi accade qualcosa di inaspettato: Edwin e Charles incontrano Crystal, una medium, che li spinge per la prima volta ad affrontare il caso di una bimba viva scomparsa.
Fra mostri, spettri, gatti e streghe, Edwin e Charles devono anche affrontare ciascuno i propri demoni interiori. Nel mentre qualcuno da loro la caccia….

Spin-off e sequel: le novità di Netflix


Si parla di questa serie come di un spin-off di The Sandman perché vi compare un personaggio particolare, ma non ho intenzione di fare spoiler, ed inoltre c’è un personaggio che compare anche in Supernatural.


Quelli che hanno divorato la serie si stanno già domandando se ci sarà un sequel, Netflix non ha ancora rivelato nulla. Però si vocifera che un sequel ci sarà, sia per la buona accoglienza, sia per via del finale che lascia alcune domande in sospeso. Fanno il loro ingresso nuovi personaggi, nell’ultimo episodio, e solo apparentemente forse ne salutiamo qualcuno.
Curiosi?
Vi è piaciuta questa serie? State aspettando il sequel anche voi?

C’è ancora domani di Paola Cortellesi: istruzioni per non tornare al 1946

Reputo che “C’è ancora domani”, film di Paola Cortellesi, dovrebbe essere proiettato in tutte le piazze d’Italia. Perchè? Per un milione di motivi fra cui che i diritti delle donne non devono esser dati per scontati, che gli uomini devono imparare a tener basse le mani e che certi nostalgismi storici, cattivi, sono sempre dietro l’angolo.

C’è ancora domani di Paola Cortellesi: la trama

Delia vive a Roma, occupata dagli alleati, la seconda guerra mondiale è appena finita.

Si barcamena fra casa e lavoretti sottopagati, con una figlia maggiore che deve lavorare e sposarsi, due figli piccoli, un suocero con nostalgie fascista ed il marito che la picchia e la umilia in continuazione.

Dopo aver trovato una foto e averla resa ad un soldato americano, questi le regala della cioccolata ed anche questa diventa un’ennesima occasione per essere picchiata dal marito.

Delia ha solo due amici: una fruttivendola ed un meccanico. Proprio quest’ultimo la inviterà a seguirlo per scappare con lui al Nord e avere finalmente una vita diversa.

Marcella, la figlia di Delia, riceve la proposta di Giulio e i due si fidanzano, ma Delia intuisce che qualcosa non va.

Delia sembra essere decisa a salvare prima la figlia e poi se stessa. Quindi mette in atto il suo piano di fuga, ma….

Recensione del film di Paola Cortellesi

Ho volutamente omesso tutti gli spoiler, ma qualcosa la dirò, sulla condizione della donna nel 1946.

Le donne potevano studiare solo se i padri lo decidevano ed il padre di Marcella dice chiaro e tondo che soldi per istruire la figlia non ce ne sono.

Delia lavora presso un negozio che ripara ombrelli, dove un ragazzo appena entrato guadagna già più di lei, perché è un uomo.

Infine il film inizia con Delia che riceve uno schiaffo al posto del buongiorno e prosegue con le percosse per praticamente tutta la durata del film. Perchè? Perchè il marito è frustrato, “perchè ha fatto due guerre”, perché lei non sa stare zitta etc etc Insomma ogni scusa è buona per alzare le mani e comportarsi da padrone ed aguzzino.

L’ho trovato un film eccellente, che tutti dovrebbero vedere. Il perché lo sapete meglio di me: Vannacci, che era un signor nessuno, grazie ad un becero libro è candidato con la Lega ed ha già chiaramente detto che l’aborto non è un diritto.

Allora mi domando e chiedo: se togliessero l’aborto, quanto tempo ci metteranno poi a togliere il diritto di voto alle donne? Quanto ci metterebbero a togliere il diritto d’istruzione alle donne?

Questo film è molto utile per ricordarci come andavano le cose nel 1946, e per cercare di non tornarci.

Massimizza la Tua Esperienza al Salone del Libro di Torino: Consigli dal Pratico al Fantastico

Il Salone del Libro di Torino è dietro l’angolo, e mentre ci prepariamo a immergerci in un mare di parole e storie, è importante avere una strategia solida per sfruttare al massimo l’esperienza. Ecco alcuni consigli che possono rendere la tua visita più piacevole e produttiva.

1. Divertiti a Pianificare: Preparati a immergerti nel programma del Salone. Dalla tavola rotonda con il tuo autore preferito alla presentazione di nuovi talenti, prenditi del tempo per pianificare gli eventi che ti interessano di più. Un po’ di pianificazione può aiutarti a navigare senza problemi tra le varie attrazioni.

2. Crea una Mappa dei Desideri: Non c’è niente di più frustrante che vagare senza meta tra gli stand senza sapere cosa cercare. Prepara una lista degli stand che non vuoi assolutamente perderti e segnali sulla tua mappa mentale. Sarà come un tesoro da scoprire!

3. Sii Flessibile: Anche se è importante avere una lista di priorità, lasciati anche del tempo libero per vagare senza meta. Chi sa quali tesori letterari potresti scoprire lungo il percorso?

4. Abbigliamento da Esploratore: Il Salone del Libro può essere un vero labirinto di pagine, quindi assicurati di essere vestito comodamente e di indossare calzature resistenti. Potresti dover camminare parecchio per trovare il tuo prossimo libro preferito!

5. Bilancia il Budget: Il fascino dei libri può farci perdere la testa, quindi assicurati di avere un budget ben definito prima di entrare nel Salone. Ma sii anche pronto a concederti qualche strappo alla regola se trovi qualcosa che ti fa battere il cuore.

Con questi consigli, sei pronto a tuffarti nell’avventura del Salone del Libro di Torino con entusiasmo e determinazione. Che tu sia un esploratore incallito o un pianificatore meticoloso, c’è tanto da scoprire e godere. Buon viaggio tra le pagine!

Il fabbricante di lacrime film: trama e recensione

Ne stanno parlando tutti, era inevitabile. Il fabbricante di lacrime film è uscito su Netflix.

Le prime critiche se le è beccate proprio Biondo, l’ex concorrente di Amici, che interpreta Rigel.

Le impressioni in generale? Non proprio positive.

Il fabbricante di lacrime film: trama

Nica e Rigel sono due orfani che vivono al Grave, un orfanotrofio in cui la direttrice punisce in modo severo con regolarità i suoi alunni. Si accanisce particolarmente su Nica.

Finalmente arriva una famiglia per lei, che però decide di adottare anche Rigel, ragazzo bellissimo, che suona divinamente il piano e molto tormentato.

I due non vanno d’accordo: lei lo teme, lui la allontana finché dovranno fare i conti con i propri sentimenti.

Recensione de Il fabbricante di lacrime su Netflix

Come avete visto la trama non è un granchè. È una sorta di Twilight, ma senza i vampiri.

Ho letto il libro e non mi ha fatto una buona impressione: in pratica ruota intorno al nulla. Due adolescenti che si lanciano sguardi in tralice e che poi si sbaciucchiano, il tutto condito da pugni, piagnistei e gelosie.

Si poteva fare di meglio su Netflix? No, perché in sostanza non c’era nulla su cui lavorare. Stessa voce narrante da bambinetta di 8 anni, scene per lo più piatte con attori che recitano abbastanza male (che biascano anziché parlare in modo normale perché fa più sexy pare).

Biondo, ex cantante ad Amici, si è già beccato la sua razione di critiche per come recita.

Melenso, troppo incentrato sui pettorali di lui, con lei che fa la parte della crocerossina innamorata che deve salvarlo ad ogni costo anziché rifilargli un bel “vaffa”.

Film oggettivamente brutto, libro anche peggio. Dispiace per tutti coloro che lo hanno trovato bellissimo e per la deriva della letteratura italiana.