martedì, 22 Ottobre 2024

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Eventi in Sardegna 2024: feste, sagre e mostre, intervista con Valentina Baltolu

Eventi in Sardegna 2024: vediamo qualche evento interessante a cui partecipare.
Oggi avremo anche un ospite speciale: la pittrice Valentina Baltolu che ci racconterà la sua ultima mostra, alla Casa delle Dame.
Ma parleremo anche di una corsa estiva alla stella e di una sagra molto sfiziosa.

Eventi in Sardegna 2024: corsa alla stella e sagra gastronomica

A Valledoria si tiene oggi la Corsa alla Stella, un’ evento spettacolare che si svolge al tramonto. Domenica 18 agosto 2024 si esibiranno le pariglie di Ovodda, Ittiri e Valledoria.

Passiamo a Bosa per partecipare alla sagra “Attoppa a Camasinu” un trionfo della cucina bosana. Nella cornice dell’affascinante borgo medievale, Bosa offre una selezione di piatti tipici sardi abbinati a vini locali, in un’atmosfera festiva arricchita da musica e balli tradizionali.
Sabato 17 agosto 2024, a partire dalle ore 18:00 si svolgerà la sagra gastronomica e lunedì, 19 agosto 2024 si potrà assistere alla Pentolaccia a cavallo.
Fra i piatti tipici della sagra abbiamo i culurgiones, tipici ravioli sardi ripieni, e i malloreddus con ricotta mustia e bottarga, arrosticini di pecora e la purpuzza, le impanadas e la milinzana osinca, una melanzana preparata secondo la tradizione locale.

Mostra d’arte alla Casa delle Dame con Valentina Baltolu

Oggi abbiamo un ospite speciale: Valentina Baltolu, pittrice olbiese, la cui arte ti colpisce subito poiché parla all’anima. Trattasi di arte pittorica che sgorga dal cuore, che ti cattura con le sue pennellate decise ma soprattutto con i sentimenti che è in grado di creare.

D: Ciao Valentina benvenuta sul nostro sito, raccontaci qualcosa di te e della mostra?

R: Ciao Elisa, grazie per avermi ospitata. Sono nata ad Olbia e fra mille sacrifici e lavori, ho intrapreso la strada della pittura, una sorta di specchio dell’anima: le mie pennellate sono talvolta malinconiche, talvolta piene di gioia. Dipingere è il mio rifugio, mi piace citare una frase di Picasso che mi rappresenta bene: “I colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle emozioni”.
Mi hanno contattata dalla Casa delle dame a Posada (nei pressi del Castello della Fava) per esporre le mie opere per tutta l’estate.
Credo che questa mostra stia dando un grande contributo alla valorizzazione del territorio e soprattutto al borgo medioevale di Posada in tutto il suo fascino. Inoltre sta promuovendo l’arte in tutte le sue sfaccettature.

D: Quali sono le opere che hai scelto di esporre e che significato hanno?


R: In questa mostra ho scelto di esporre alcune delle mie opere che parlano della Sardegna per omaggiare la mia Isola con i dipinti delle donne in abito sardo, tra cui “Donna di Pedra bianca”, è una frazione immersa nel granito e nei ginepri della valle del Lerno e della storia della nostra indipendenza dal titolo “Sardegna libera”.
Le mie donne rappresentano storie di vita, di sentimenti e soprattutto di forza e di coraggio, perché nonostante le delusioni e le ferite non si arrendono mai. La mia rappresentazione della donna sarda è quella di una donna che non si arrende in balia della tempesta ma alza il capo e va avanti con tenacia e coraggio.

D: Come ti senti quando dipingi, quali sono i messaggi che vuoi comunicare?


R: Quando dipingo entro in un mondo tutto mio, non esiste telefono, non esiste orario: stendo il colore fino a quando non mi trasmette un sentimento. È come se entrassi in un’altra dimensione.
La nostra vita è come una tela bianca. Siamo noi e solo noi che dobbiamo colorarla e dobbiamo lottare sempre. I miei dipinti vogliono comunicare coraggio, non arrendersi, non mollare mai nonostante le delusioni e le avversità.

Siete tutti invitati ad ammirare le opere di Valentina Baltolu, con l’opportunità di visitare le nuove sale espositive con numerosi artisti locali e regionali,  presso la Casa delle Dame (Posada).

Quali libri leggere: 3 letture per sapere cosa mangiamo e perché

Quali libri leggere questa estate? Oggi suggerisco tre libri molto interessanti.

In uno vengono illustrati tanti piccoli sordidi segreti che riguardano l’industria del cibo.

Nel secondo si affronta l’aspetto del marketing: perché compriamo questa cosa invece di quell’altra?

Nel terzo invece si parla di cucina italiana: dove è nata davvero? E perché? Da dove vengono realmente i nostri piatti più famosi?

Quali libri leggere: “Siete pazzi a mangiarlo!” di Christophe Brusset

Christophe Brusset ha lavorato per tanti anni dell’industria alimentare e quando l’ha lasciata ha deciso di raccontarci cosa finisce davvero nel nostro piatto.

Siete pazzi a mangiarlo!racconta come il concetto di cibo “edibile” sia in realtà molto relativo e dipenda fortemente dalle abitudini e dalle credenze culturali.

Non solo: vengono spiegati truffe e raggiri che vengono espletati continuamente e che possono rivelarsi dannosi, o rivoltanti, per il consumatore.

Quando comprate lo zafferano, o l’origano, sapete cosa state comprando? Perché è meglio evitare i prodotti macinati o liofilizzati?

Un vero e proprio libro dell’orrore, per cui dopo non guarderete più il supermercato nello stesso modo. Ma sarà un bene.

“Al gusto di cioccolato. Come smascherare i trucchi della manipolazione linguistica” di Matteo Rampin

Un novizio chiese al priore: “Padre, posso fumare mentre prego?” e venne severamente redarguito. Un secondo novizio chiese allo stesso priore: “Padre, posso pregare mentre fumo?” e fu lodato per la sua devozione.

Inizia così il secondo libro. Perchè compriamo ciò che compriamo? Siamo sicuri che la pubblicità non ha alcun effetto su di noi? E ciò che c’è scritto sui prodotti invece?

Il più potente strumento di manipolazione è il linguaggio e ed in questo libro l’autore intende proprio aiutare il lettore a riconoscere i trucchi di politici, pubblicitari e venditori.

Anche dopo questa lettura vedrete i vostri acquisti sotto un’ottica diversa. E anche qui sarà un bene.

“La cucina italiana non esiste” di Massimo Montanari

Chiudiamo con un terzo libro. Chi ha inventato la cucina italiana e dove? Siamo tutti sicurissimi che la carbonara sia nata in Italia, senza panna. E se invece fosse nata in America e la panna c’era sul serio?

Quando abbiamo iniziato ad usare il tavolo? Come hanno cambiato il frigorifero e l’auto la storia della nostra cucina? Chi ha inventato la pasta?

Montanari sostiene che la cosiddetta “cucina italiana” è in realtà il risultato di una lunga e complessa evoluzione storica, influenzata da molteplici fattori culturali, sociali ed economici.

Siete pronti a mettere in discussione ciò che avete sempre creduto?

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Riciclare la plastica: piccola guida completa – parte 2

Nella prima parte della guida su come riciclare la plastica, abbiamo visto alcuni importanti aspetti.

In questa seconda parte vedremo che la plastica contiene sostanze dannose, sarebbe infatti preferibile optare per contenitori in vetro o in legno.

Infine vedremo qualche idea su come riciclare le bottiglie di plastica.

Riciclare la plastica: quali sono le sostanze dannose?

La plastica è molto comoda ma non tutti sanno che contiene sostanze dannose.

Vediamo quali sono.

  • Bisfenolo A (BPA):

Presente in alcune plastiche rigide e contenitori per alimenti. È sospettato per interferenza con il sistema endocrino.

  • Ftalati

Vengono utilizzati come plastificanti per rendere le plastiche più flessibili. Sono considerati sostanze con potenziali effetti dannosi sulla salute, in particolare per lo sviluppo.

  • Ritardanti di fiamma bromurati (BFR):

Aggiunti a certe plastiche per renderle più resistenti al fuoco. Sono composti potenzialmente tossici e persistenti nell’ambiente.

  • Metalli pesanti:

Possono essere presenti come contaminanti o aggiunti intenzionalmente. Piombo, cadmio e mercurio sono i più preoccupanti per la salute.

  • Microplastiche:

Frammenti di plastica di dimensioni molto piccole, spesso invisibili. Possono essere ingerite da organismi marini e entrare nella catena alimentare.

Molti di questi composti sono oggetto di crescente preoccupazione e regolamentazione, poiché studi scientifici ne hanno evidenziato i potenziali effetti nocivi per la salute e l’ambiente.

6 idee per riciclare le bottiglie di plastica

Se avete delle bottiglie di plastica in casa, potreste decidere di riciclare direttamente voi.

Ecco alcune idee:

  1. Vasi per piante: taglia la parte superiore della bottiglia e riempila con terra per creare dei semplici vasi per piante da interni o da esterni.
  2. Portapenne/portaoggetti: decora la bottiglia e usala come portapenne o portaoggetti sulla tua scrivania.
  3. Alimentatori per uccelli: taglia la bottiglia a metà, riempi la parte inferiore con del cibo per uccelli e appendi la tua nuova mangiatoia fuori casa.
  4. Organizer per il bagno: usa le bottiglie tagliate come scomparti per organizzare prodotti per la cura personale, cotone-fioc, ecc. nel tuo bagno.
  5. Lampade e lanterne: decora l’esterno della bottiglia con vernice, adesivi o altri elementi e inserisci all’interno una luce per creare una lampada o una lanterna originale.
  6. Annaffiatoi fai-da-te: taglia il fondo della bottiglia e usa la parte superiore come piccolo annaffiatoio per le tue piante.

Riciclare le bottiglie di plastica: piccola giuda completa – part 1

Tutti sappiamo che dobbiamo riciclare le bottiglie di plastica, ma per farlo bisogna partire dalle basi.

In primis, come vedremo, la plastica non è tutta uguale, in secondo luogo se la differenziata non è fatta bene è inutile.

Nella seconda parte vedremo altre info utili sulla plastica.

Riciclare le bottiglie di plastica: come distinguere i tipi di plastica

Esistono diversi tipi di plastica, ognuno con caratteristiche e utilizzi specifici. Ecco come riconoscerli dai simboli di riciclaggio:

  • PET (Polietilene tereftalato) – Simbolo #1

Viene utilizzata per bottiglie di acqua, bibite, succhi di frutta, ecc. È trasparente, leggera e resistente.

  • HDPE (Polietilene ad alta densità) – Simbolo #2

Si adopera per flaconi per detersivi, shampoo, candeggina, ecc. È opaca, rigida e resistente agli agenti chimici.

  • PVC (Cloruro di polivinile) – Simbolo #3

Quella di tubi, cavi, imballaggi di farmaci, ecc. È dura, resistente e flessibile.

  • LDPE (Polietilene a bassa densità) – Simbolo #4

Utilizzata per sacchetti, film per imballaggio, contenitori flessibili, ecc. È morbida, flessibile e resistente agli agenti chimici.

  • PP (Polipropilene) – Simbolo #5

Adoperata per contenitori per alimenti, tappi, etichette, ecc. È resistente al calore e agli agenti chimici.

  • PS (Polistirene) – Simbolo #6

Usata per piatti, bicchieri monouso, imballaggi per alimenti, ecc. È leggera, rigida e trasparente.

  • Altri – Simbolo #7

Quella dei CD, DVR, dispositivi elettronici, ecc. Comprende tutti i tipi di plastica non rientranti nelle categorie precedenti.

Come riciclare correttamente la plastica?

Buttare la plastica è semplice no? Si apre la busta o il bidone e finita lì. E invece no. Segui questi passaggi per fare la raccolta differenziata in maniera corretta:

  1. Svuotare e sciacquare: rimuovere eventuali residui di liquidi o cibi.
  2. Rimuovere etichette e tappi: staccare tutte le etichette dalla bottiglia e rimuovere il tappo. Questi elementi sono generalmente realizzati con materiali diversi dalla plastica della bottiglia e vanno separati.
  3. Identificare il tipo di plastica: verificare il simbolo di riciclaggio solitamente stampato sul fondo o sul lato della bottiglia e separare i diversi tipi di plastica.Separare ad esempio le bottiglie in PET (n.1) dai flaconi in HDPE (n.2), dai barattoli in PP (n.5), ecc.
  4. Schiacciare o compattare: schiacciare la bottiglia per ridurne il volume e occupare meno spazio durante il trasporto. Questo migliora l’efficienza della raccolta e del riciclaggio.
  5. Conferire nell’apposito contenitore: buttare la plastica sempre nei contenitori giusti.

Nella parte due vedremo altre interessanti curiosità.

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