venerdì, 29 Novembre 2024

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Quali libri leggere: 3 letture per sapere cosa mangiamo e perché

Quali libri leggere questa estate? Oggi suggerisco tre libri molto interessanti.

In uno vengono illustrati tanti piccoli sordidi segreti che riguardano l’industria del cibo.

Nel secondo si affronta l’aspetto del marketing: perché compriamo questa cosa invece di quell’altra?

Nel terzo invece si parla di cucina italiana: dove è nata davvero? E perché? Da dove vengono realmente i nostri piatti più famosi?

Quali libri leggere: “Siete pazzi a mangiarlo!” di Christophe Brusset

Christophe Brusset ha lavorato per tanti anni dell’industria alimentare e quando l’ha lasciata ha deciso di raccontarci cosa finisce davvero nel nostro piatto.

Siete pazzi a mangiarlo!racconta come il concetto di cibo “edibile” sia in realtà molto relativo e dipenda fortemente dalle abitudini e dalle credenze culturali.

Non solo: vengono spiegati truffe e raggiri che vengono espletati continuamente e che possono rivelarsi dannosi, o rivoltanti, per il consumatore.

Quando comprate lo zafferano, o l’origano, sapete cosa state comprando? Perché è meglio evitare i prodotti macinati o liofilizzati?

Un vero e proprio libro dell’orrore, per cui dopo non guarderete più il supermercato nello stesso modo. Ma sarà un bene.

“Al gusto di cioccolato. Come smascherare i trucchi della manipolazione linguistica” di Matteo Rampin

Un novizio chiese al priore: “Padre, posso fumare mentre prego?” e venne severamente redarguito. Un secondo novizio chiese allo stesso priore: “Padre, posso pregare mentre fumo?” e fu lodato per la sua devozione.

Inizia così il secondo libro. Perchè compriamo ciò che compriamo? Siamo sicuri che la pubblicità non ha alcun effetto su di noi? E ciò che c’è scritto sui prodotti invece?

Il più potente strumento di manipolazione è il linguaggio e ed in questo libro l’autore intende proprio aiutare il lettore a riconoscere i trucchi di politici, pubblicitari e venditori.

Anche dopo questa lettura vedrete i vostri acquisti sotto un’ottica diversa. E anche qui sarà un bene.

“La cucina italiana non esiste” di Massimo Montanari

Chiudiamo con un terzo libro. Chi ha inventato la cucina italiana e dove? Siamo tutti sicurissimi che la carbonara sia nata in Italia, senza panna. E se invece fosse nata in America e la panna c’era sul serio?

Quando abbiamo iniziato ad usare il tavolo? Come hanno cambiato il frigorifero e l’auto la storia della nostra cucina? Chi ha inventato la pasta?

Montanari sostiene che la cosiddetta “cucina italiana” è in realtà il risultato di una lunga e complessa evoluzione storica, influenzata da molteplici fattori culturali, sociali ed economici.

Siete pronti a mettere in discussione ciò che avete sempre creduto?

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Riciclare la plastica: piccola guida completa – parte 2

Nella prima parte della guida su come riciclare la plastica, abbiamo visto alcuni importanti aspetti.

In questa seconda parte vedremo che la plastica contiene sostanze dannose, sarebbe infatti preferibile optare per contenitori in vetro o in legno.

Infine vedremo qualche idea su come riciclare le bottiglie di plastica.

Riciclare la plastica: quali sono le sostanze dannose?

La plastica è molto comoda ma non tutti sanno che contiene sostanze dannose.

Vediamo quali sono.

  • Bisfenolo A (BPA):

Presente in alcune plastiche rigide e contenitori per alimenti. È sospettato per interferenza con il sistema endocrino.

  • Ftalati

Vengono utilizzati come plastificanti per rendere le plastiche più flessibili. Sono considerati sostanze con potenziali effetti dannosi sulla salute, in particolare per lo sviluppo.

  • Ritardanti di fiamma bromurati (BFR):

Aggiunti a certe plastiche per renderle più resistenti al fuoco. Sono composti potenzialmente tossici e persistenti nell’ambiente.

  • Metalli pesanti:

Possono essere presenti come contaminanti o aggiunti intenzionalmente. Piombo, cadmio e mercurio sono i più preoccupanti per la salute.

  • Microplastiche:

Frammenti di plastica di dimensioni molto piccole, spesso invisibili. Possono essere ingerite da organismi marini e entrare nella catena alimentare.

Molti di questi composti sono oggetto di crescente preoccupazione e regolamentazione, poiché studi scientifici ne hanno evidenziato i potenziali effetti nocivi per la salute e l’ambiente.

6 idee per riciclare le bottiglie di plastica

Se avete delle bottiglie di plastica in casa, potreste decidere di riciclare direttamente voi.

Ecco alcune idee:

  1. Vasi per piante: taglia la parte superiore della bottiglia e riempila con terra per creare dei semplici vasi per piante da interni o da esterni.
  2. Portapenne/portaoggetti: decora la bottiglia e usala come portapenne o portaoggetti sulla tua scrivania.
  3. Alimentatori per uccelli: taglia la bottiglia a metà, riempi la parte inferiore con del cibo per uccelli e appendi la tua nuova mangiatoia fuori casa.
  4. Organizer per il bagno: usa le bottiglie tagliate come scomparti per organizzare prodotti per la cura personale, cotone-fioc, ecc. nel tuo bagno.
  5. Lampade e lanterne: decora l’esterno della bottiglia con vernice, adesivi o altri elementi e inserisci all’interno una luce per creare una lampada o una lanterna originale.
  6. Annaffiatoi fai-da-te: taglia il fondo della bottiglia e usa la parte superiore come piccolo annaffiatoio per le tue piante.

Riciclare le bottiglie di plastica: piccola giuda completa – part 1

Tutti sappiamo che dobbiamo riciclare le bottiglie di plastica, ma per farlo bisogna partire dalle basi.

In primis, come vedremo, la plastica non è tutta uguale, in secondo luogo se la differenziata non è fatta bene è inutile.

Nella seconda parte vedremo altre info utili sulla plastica.

Riciclare le bottiglie di plastica: come distinguere i tipi di plastica

Esistono diversi tipi di plastica, ognuno con caratteristiche e utilizzi specifici. Ecco come riconoscerli dai simboli di riciclaggio:

  • PET (Polietilene tereftalato) – Simbolo #1

Viene utilizzata per bottiglie di acqua, bibite, succhi di frutta, ecc. È trasparente, leggera e resistente.

  • HDPE (Polietilene ad alta densità) – Simbolo #2

Si adopera per flaconi per detersivi, shampoo, candeggina, ecc. È opaca, rigida e resistente agli agenti chimici.

  • PVC (Cloruro di polivinile) – Simbolo #3

Quella di tubi, cavi, imballaggi di farmaci, ecc. È dura, resistente e flessibile.

  • LDPE (Polietilene a bassa densità) – Simbolo #4

Utilizzata per sacchetti, film per imballaggio, contenitori flessibili, ecc. È morbida, flessibile e resistente agli agenti chimici.

  • PP (Polipropilene) – Simbolo #5

Adoperata per contenitori per alimenti, tappi, etichette, ecc. È resistente al calore e agli agenti chimici.

  • PS (Polistirene) – Simbolo #6

Usata per piatti, bicchieri monouso, imballaggi per alimenti, ecc. È leggera, rigida e trasparente.

  • Altri – Simbolo #7

Quella dei CD, DVR, dispositivi elettronici, ecc. Comprende tutti i tipi di plastica non rientranti nelle categorie precedenti.

Come riciclare correttamente la plastica?

Buttare la plastica è semplice no? Si apre la busta o il bidone e finita lì. E invece no. Segui questi passaggi per fare la raccolta differenziata in maniera corretta:

  1. Svuotare e sciacquare: rimuovere eventuali residui di liquidi o cibi.
  2. Rimuovere etichette e tappi: staccare tutte le etichette dalla bottiglia e rimuovere il tappo. Questi elementi sono generalmente realizzati con materiali diversi dalla plastica della bottiglia e vanno separati.
  3. Identificare il tipo di plastica: verificare il simbolo di riciclaggio solitamente stampato sul fondo o sul lato della bottiglia e separare i diversi tipi di plastica.Separare ad esempio le bottiglie in PET (n.1) dai flaconi in HDPE (n.2), dai barattoli in PP (n.5), ecc.
  4. Schiacciare o compattare: schiacciare la bottiglia per ridurne il volume e occupare meno spazio durante il trasporto. Questo migliora l’efficienza della raccolta e del riciclaggio.
  5. Conferire nell’apposito contenitore: buttare la plastica sempre nei contenitori giusti.

Nella parte due vedremo altre interessanti curiosità.

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Fobia della luna: cause, sintomi e come affrontarla

La fobia della luna è detta anche selenofobia è un disturbo d’ansia specifico caratterizzato da un’irrazionale e persistente paura della luna e dei fenomeni lunari.

La fobia lunare deriverebbe da ataviche credenze e superstizioni sulla luna. Già nell’antichità, molte culture attribuivano alla luna poteri soprannaturali e influenze mistiche sulla vita degli esseri umani. Molte malattie mentali e disturbi del comportamento venivano infatti associate ai cicli lunari.

A livello psicologico, la selenofobia può derivare da esperienze traumatiche o negative associate alla luna, come eventi spaventosi avvenuti durante le notti di luna piena. Inoltre, una tendenza all’ansia e all’irrazionalità può predisporre alcuni individui a sviluppare paure incontrollate verso fenomeni naturali come la luna.

Fobia della luna: come si manifesta

La selenofobia presenta sintomatologia come:

  • Ansia o paura eccessiva della luna o di eventi lunari come eclissi, fasi lunari, ecc.
  • Evitamento di attività o situazioni in cui la luna è visibile
  • Preoccupazione eccessiva per gli effetti presunti della luna sulla salute e sul comportamento
  • Convinzioni errate sugli influssi negativi della luna

Cosa fare in questi casi?

  1. Respira profondamente. Esegui alcune respirazioni lente e profonde per attivare il sistema parasimpatico e calmare l’ansia. Inspira per 4 secondi, trattieni il respiro per 4 secondi, espira lentamente per 6 secondi. Ripeti finché non ti senti più tranquillo.
  2. Usa tecniche di distrazione. Focalizza la tua attenzione su qualcos’altro, come contare all’indietro da 100, elencare nomi di animali o recitare una poesia. Questo aiuta a distogliere la mente dalla paura della luna.
  3. Riarma il tuo pensiero. Sostituisci i pensieri irrazionali sulla luna con affermazioni più realistiche e rassicuranti, come “La luna non può farmi del male”, “È solo un fenomeno naturale” o “Questa sensazione passerà”.
  4. Utilizza il rilassamento muscolare progressivo. Concentrati su tensionare e rilassare lentamente ogni gruppo muscolare del corpo, dalla testa ai piedi. Questo aiuta a ridurre la tensione fisica associata all’ansia.
  5. Cerca un supporto. Se possibile, chiama un amico o un familiare di fiducia a cui puoi spiegare cosa stai provando. Un sostegno emotivo può far sentire meno soli e aiutare a gestire meglio la crisi.
  6. Evita di fuggire. Anche se la tentazione di scappare o evitare la luna è forte, cercare di affrontare la paura sul momento è più efficace a lungo termine. L’evitamento infatti rafforza solo la fobia.

Come affrontare la selenofobia

Per affrontare la selenofobia, il trattamento di elezione è la terapia cognitivo-comportamentale. Questa approccio mira a identificare e modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali legati alla paura della luna, sostituendoli con atteggiamenti più razionali e adattivi. Inoltre, tecniche di rilassamento e di esposizione graduale alla luna possono aiutare a superare la paura irrazionale.

In alcuni casi, l’uso di farmaci ansiolitici può essere necessario per gestire i sintomi più gravi della selenofobia. Tuttavia, il trattamento farmacologico dovrebbe essere sempre accompagnato da un supporto psicoterapeutico per affrontare le cause profonde della paura.