lunedì, 22 Dicembre 2025

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I nuovi smile per messaggini very hot

smile
deejay.it

Gli smile sono usati ovunque. Sono delle faccine o dei simboli che servono per esprimere le nostre emozioni attraverso i messaggi, così da rendere la conversazione scritta più intrigante, divertente e chiara. Con Whatsapp hanno trovato il loro ambito ideale. Dopo le categoria persone, animali, cose, luoghi e simboli, ora arrivano anche i Flirtmoji, le emoticons per flirtare.

Mandarsi messaggini piccanti, programmare una serata intima, stuzzicare il proprio partner prima di un incontro è una pratica molto usata. In fondo lo dicono anche gli esperti: messaggini hot durante il giorno, prima di un appuntamento, servono ad aumentare il desiderio e a tenere vivo il rapporto. Fra questi smile ve ne sono alcuni di molto espliciti, che non lasciano spazio all’immaginazione.

Sono acquistabili sul loro sito, dove si può trovare anche una spiegazione data dagli autori, sul significato dei vari simboli. Via libera alla seduzione e al gioco, con una nuova categoria di smile, pensata per messaggi ad alto contenuto erotico.

A tavola con lo smartphone? La reazione del papà (VIDEO)

Credit Photo: www.guardachevideo.it

Bisogna rivedere il galateo qui.
Perché, ad oggi, ancora nessuno si è occupato di stabilire una volta per tutte dove va collocato lo smartphone quando si è a tavola. La regola generale vuole che i due piatti vadano posizionati al centro, a destra i coltelli, a sinistra le forchette e il cellulare? Al momento prende il posto tra le posate e l’acqua perché separarsene sembra impossibile. Una distrazione continua il nostro dispositivo multifunzione, compagno di vita onnipresente, del quale abbiamo ormai imparato a captarne ogni segnale: basta che s’illumini, non è nemmeno più necessario che squilli o che emetta qualche vibrazione, che in un attimo quel display cattura la nostra attenzione. Ma anche a cena con la propria famiglia?

Insomma dai, la cena è quella cosa che la mamma prepara con tanto amore, ci impiega almeno mezz’ora, tenta di mettere d’accordo i gusti di tutti e che, poi, si consuma in circa 10 minuti. Almeno quei 10 minuti: posiamo lo smartphone. Questi due ragazzi credo che abbiano ricevuto il messaggio forte e chiaro. Guardate la reazione del loro papà quando chiede del sale e gli viene passato il pepe, senza nemmeno rivolgergli lo sguardo.

Mamme, papà, credeteci: non lo facciamo apposta.
È proprio che, ormai, siamo alienati.

Foodporn, ecco perchè si è dipendenti dalle foto di cibo

Credit photo: www.wdonna.it

Sui social network sempre più utenti sono colpiti dal “foodporn“: si tratta della moda di fotografare cibi in maniera impeccabile, quasi scenografica, allo scopo di far venire l’acquolina in bocca a tutti coloro che guardano l’immagine. Il termine, di fatti, potrebbe essere tradotto con l’espressione “cibo da mangiare con gli occhi”.

E se, in un primo momento, viene da associare il termine alla sfera sessuale, state tranquilli che non sbagliate.
Il termine “foodporn”, usato per la prima volta da Rosalind Coward nel suo “Female Desire-Women’s. Sexuality today”, sottolinea l’importanza dell’aspetto visivo del piatto: infatti nella foto la cosa fondamentale è il modo in cui la pietanza viene presentata, che fa venire una voglia matta di assaggiarla. Ed è proprio l’aspetto quasi perfetto del cibo che stimola un desiderio molto simile a quello sessuale, fino al punto di vedere la pietanza come ideale sostituta dell’atto amoroso.

Tra acquolina in bocca e desiderio sessuale la differenza è davvero minima: hanno aspettative simili e provocano anche gli stessi effetti sul cervello. E soprattutto creano dipendenza, ecco perchè.

Rilascia dopamina

La dopamina – secondo Norman Doige, autore di “The Brain That Changes Itself” – è la principale causa dell’eccitazione che riguarda il raggiungimento di un qualsiasi traguardo. Così i momenti di eccitazione sessuale, provocati anche da video porno, possono essere al momento in cui si è davanti ad un cibo molto stuzzicante.

Diventa abitudinario

I risultati di uno studio del Brookhaven National Laboratory, il Dipartimento di Energia degli Stati Uniti, parlano chiaro: i livelli di dopamina di chi ama mangiare – e non poco – aumentano in maniera vertiginosa. La stessa cosa accade anche a chi il cibo lo guarda solo attraverso le foto, provocando anche problemi a coloro che hanno disturbi alimentari. Il risultato, secondo lo studio, vale anche per tutti i “pornoconsumatori”, senza alcun dubbio.

Il piacere termina appena finita la consumazione

Come nell’atto sessuale, il piacere che il “foodporn” provoca purtroppo termina appena finito il pasto. La causa di ciò – secondo i ricercatori della British of Columbia – è l’insulina, che si occupa di regolare la presenza di zuccheri nel sangue. Per questo motivo si smette di cercare il cibo e diminuisce anche lo stimolo. Il “foodporn” ha lo scopo di stimolare i sensi, senza mai appagarli fino in fondo. Proprio come le immagini di corpi ritoccate.

Non toccarla neanche con un fiore, la campagna unhate di Benetton (VIDEO)

Oggi, in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” anche Benetton scende in campo. Lo fa con un video emozionante.

Una donna a terra, nel deserto, circondata da 7 uomini. Sembrano arrabbiati, sembra che vogliano lapidarla. Ma non tutto va come sembra.

Iniziano a lanciarle addosso qualcosa, si, non pietre ma petali. “Una donna non va sfiorata neanche con un fiore”. Questo è il messaggio che evoca la campagna unhate di United Colors of Benetton.

La ragazza, al centro, indossa un vestito arancione. Non una scelta casuale. Bensì un colore che rappresenta la speranza di un mondo senza più violenza contro le donne.

Il video di conclude con una frase: “END VIOLENCE AGAINST WOMEN NOW” ovvero “FERMIAMO LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE ADESSO”.

Una lotta che va avanti da decenni, ma che ancora non si riesce a vincere. Sono scesi in campo in tanti, enti, associazioni ma anche privati. Anche Alexsandro Palombo, artista leccese lo ha fatto coinvolgendo le protagoniste dei cartoon che per oggi si trasformano in vittime di abusi domestici nella campagna “vigliacco”.

Sensibilizzare potrebbe essere una soluzione. Ma non sufficiente se non accompagnata da provvedimenti delle autorità, che troppo spesso sottovalutano denunce e richieste di aiuto.
Educare i nostri figli, diffondere messaggi positivi, condannare la violenza in ogni sua forma è il punto di partenza per cambiare un aspetto della società ormai marcio.

Ma nel frattempo, il nostro pensiero va proprio a quelle donne che sono, adesso, vittime dei soprusi di mariti e compagni che non meriterebbero neanche di essere chiamati tali. Donne spaventate, sconvolte, che non hanno il coraggio di denunciare. Perché, a volte, non va come si spera. E lo dimostrano le molte vite stroncate per mano di quel compagno che avevano già denunciato alle autorità. Richieste di aiuto lasciate inascoltate, donne abbandonate a se stesse, al loro destino, da sole ad affrontare qualcosa di troppo grande. Vite spezzate solo perché qualcuno ha deciso che era giunto il momento di farla finita. E questa è semplicemente una violazione dei diritti umani. Non può e non deve passare inosservata o essere in alcun modo giustificata.

“Femminicidio è quando lei dice basta. E lui la uccide.”