martedì, 16 Dicembre 2025

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Bob e Barbara, sposati da 63 anni muoiono nello stesso giorno

Credits photo News Ok

Erano sposati da 63 anni Bob e Barbara, un amore lungo una vita che li ha uniti anche nel giorno più triste, quello della morte.
Il destino, infatti, ha voluto che esattamente lo stesso giorno a distanza di poche ore entrambi morissero. E’accaduto lo scorso 30 giugno: Barbara a seguito di una malattia è morta in Oklaoma all’età di 82 anni, e solo poche ore dopo Bob – 85 anni- è deceduto in ospedale a causa di una polmonite.

Clay, figlio della coppia, si è detto per nulla stupito di quanto è successo: “Io non credo alle coincidenze– ha dichiarato a News Ok- e non ho detto a mio padre che mia madre non ce l’aveva fatta. Ma sono sicuro lo sapesse già“.

Un amore straordinario, che proprio nella quotidianeità, nelle piccole cose trovava la sua più romantica espressione, come confermato da Clay.

Fino a che morte non ci separi, si erano giurati Bob e Barbara: ma neanche la morte li ha divisi.

‘Do something like a girl’. Il risultato è che alle donne serve più autostima (VIDEO)

Credit: punnky.com

“What does it mean do something “like a girl”?
Questa è la prima domanda che si vede nel video realizzato per la pubblicità di Always, una marca di assorbenti intimi del gruppo Procter and Gamble.
Una domanda, dal carattere altamente riflessivo, che sta spopolando sul web: in poco più di una settimana oltre 30 milioni di visualizzazioni su YouTube.
Cosa significa “fallo come lo farebbe una ragazza”?

Gli ideatori del video sono riusciti a racchiudere, in appena 3 minuti e 18 secondi, tutta l’insicurezza che caratterizza l’universo femminile.
Ma la cosa interessante da notare è come la percezione di sé, e del gentil sesso in generale, cambi completamente e assumi una connotazione negativa a seconda che si tratti del parere di una bambina o di una ragazza adulta.

Alle protagoniste del cortometraggio, tutte donne, ma di età diversa, viene chiesto di “correre come una ragazza”, “lanciare come una ragazza” e “fare a pugni come una ragazza” ed è estremamente palese come, mentre le adolescenti si esibiscono in smorfie e risolini, per le più piccole non ci sono connotazioni negative o inferiori nell’espressione “come una ragazza”.
Per le più piccole “correre come una ragazza” significa “run fast as you can”, niente risatine e capelli al vento, solo velocità e forza di volontà.

Ma da quando la frase “fallo come lo farebbe una ragazza” ci ha fatto storcere il naso diventando una sorta di descrizione dispregiativa?
Il problema principale è che con gli anni l’insicurezza si insinua sempre più nella vita di tutte le donne – costrette ad affrontare anche problemi più grossi di loro stesse.
Il video #LikeaGirl è stato diretto dalla documentarista Lauren Greenfield e nasce da una ricerca secondo la quale oltre la metà delle ragazze intervistate perde sicurezza e fiducia in se stessa durante la pubertà.

L’intento della Greenfield, dell’agenzia pubblicitaria Burnett, e della marca di assorbenti Always, è quindi quello di favorire un’inversione di tendenza: basta alle caricature ridicole ed umilianti, un po’ goffe e “siocchine” per dovere. Basta non sentirsi a pari con l’altro sesso.

Corriamo come delle ragazza, lanciamo come delle ragazze, facciamo a pugni come delle ragazze, e non solo. Nuotiamo, camminiamo, parliamo come delle ragazze. Ci svegliamo tutte le mattine come delle ragazze, perché siamo ragazze. E non c’è niente di cui vergognarsi.

Non lasciamo che #likeagirl diventi un insulto. Facciamo in modo che sia qualcosa di cui vantarsi. E facciamolo come solo le donne sanno fare.

[credit: paperproject.it]

È davvero scoppiata la rivoluzione asessuale?

Non fare mai l’amore è possibile? Per scelta o per costrizione, gli asessuali esistono e sono tanti. Donne e uomini, giovani e meno giovani, che per reagire all’eccessiva pressione sessuale dei media, della vita di relazione, della moda, scelgono di chiamarsi fuori, di dichiarare la propria disponibilità a qualunque esperienza di vera conoscenza umana, tranne a quella più richiesta e “de-valorizzata“: il sesso.

Scelgono la castità e combattono per preservarla. Rinunciano all’eros e mettono al primo posto l’intesa sentimentale e intellettuale. Una scelta che rivela un nuovo modo di stare in coppia. Questi “vegetariani dell’amore“, scelgono di dare più importanza ad altri aspetti dello stare in coppia, come la complicità, il voler stare insieme senza secondi fini, non sentendo l’esigenza di avere rapporti sessuali con il partner.

coppia-felice

Non aspettatevi dei bigotti, perché le loro scelte non sono dettate dalla fede religiosa o dalla morale cattolica, dalle tradizioni, da problemi psicologici o da altri preconcetti della società, ma è solo un modo diverso di vivere l’amore e la vita di coppia. “Troppi stimoli, troppe induzioni al desiderio…quasi quasi ne facciamo a meno“, questo il loro pensiero, che può sembrare a tratti assurdo, perché totalmente in controtendenza rispetto all’ostentazione erotica della società di oggi.

Ovviamente deve essere una scelta condivisa da entrambi, perché se così non fosse, la rinuncia renderebbe molto infelice il partner che desidera avere una vita sessuale appagante e completa. Le testimonianze che spiegano il perché di questa decisione si basano più su questioni di rispetto, su una voglia di essere considerati oltre a un organo genitale. Parliamo di una riconquista dell’amore, piuttosto che di una rivoluzione asessuale.

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Negli ultimi dieci anni è triplicato il numero delle cosiddette “coppie bianche“: partner fissi, sposati o conviventi, che hanno rinunciato ai rapporti intimi per vivere come fratello e sorella. A quasi 50 anni dalla caduta dei tabù sessuali, l’unico tabù sembra proprio il non voler fare sesso. Se tutto è concesso, è quasi vergognoso affermare liberamente: “No, grazie, io ne faccio a meno e sto bene così“. Questo suscita la curiosità di chi è ormai abituato ad una società ricca di stimoli sessuali. Ed è proprio l’onnipresenza del sesso uno dei motivi indiziati di questa rinuncia volontaria al sesso.

Il fenomeno dell’asessualità è in ascesa. Individui che semplicemente non provano attrazione sessuale per nessuno. E la novità è che non lo nascondono e lo accettano con soddisfazione. L’astinenza non è più una vergogna, ma diventa motivo d’orgoglio e di rivendicazione. Gli asessuali non fanno l’amore, ma possono masturbarsi, non in risposta a uno stimolo, ma per una necessità fisiologica.

Il network Aven sembra aver riscontrato in questi anni un crescente successo in questi anni, potendo contare tra i 50 mila e i 60 mila aderenti tra i quali figurano anche italiani. Inoltre in alcuni stati americani come il Vermont e New York gli asexual sono riusciti a imporsi come comunità.”Siamo persone completamente normali dal punto di vista biologico, l’unica differenza con il resto delle persone è che il sesso non ci interessa. Come esistono l’omosessualità, la bisessualità e altre tendenze, esiste anche l’asessualità“.

credits: www.donnamoderna.com

L’avanguardia del selfie: il ritratto su toast

Gesù ritratto su toast si era già visto, ma l’ultima novità su toast è più di quanto potessimo aspettarci da qualsiasi colazione: la Vermont Novelty Toaster Corporation offre infatti un servizio personalizzato, attraverso il quale è possibile imprimere i ritratti dei propri clienti sulle fettine di pane tostate che consumiamo la mattina. Ogni fetta costa 75 dollari: ecco quanto c’è da spendere per vedere il proprio volto impresso a fuoco sul pane.

Il presidente dell’azienda, Galen Dively, sostiene che non ci sia niente di simile al mondo. “È una novità assoluta in quest’ambito – afferma Dively – Prima di questo momento la possibilità di realizzare un ritratto personalizzato su toast non era che esclusiva che di quei pochi che potevano permetterselo economicamente. Quello che abbiamo creato, invece, dà la possibilità a chiunque di imprimere la propria immagine su toast: stiamo creando un mercato del tutto nuovo in questo senso“.

L’azienda, che aveva appunto esordito imprimendo il volto di Gesù sui toast in un oscuro locale del Vermont rurale, ha provato per anni a fare del suo progetto qualcosa di accessibile ai più: “Abbiamo finalmente acquistato i macchinari necessari a far sì che questo sia possibile – dice il signor Dively – Ormai sono soltanto un ricordo i giorni in cui mi costava intorno ai 1.500 dollari aggiungere un altro tipo di design al catalogo. L’unico limite che adesso abbiamo è la nostra creatività<“. Tutto il lavoro si svolge nella loro sede sempre in Vermont, e nonostante la scarsa pubblicità, i selfie su toast stanno già spopolando.