venerdì, 3 Maggio 2024

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Cartellini per abbigliamento: strumenti di marketing e contenitori di info utili

Ci sono alcuni oggetti con i quali siamo abituati a relazionarci nella vita di tutti i giorni e che possiedono un grande potenziale dal punto di vista del marketing, pur essendo spesso reputati dettagli di serie B. Stiamo parlando dei cartellini per l’abbigliamento, molto utili per migliorare la percezione del brand da parte dei clienti e per offrire una spinta importante nel senso della professionalità e dell’autorevolezza. Servono anche a offrire alle persone alcune informazioni essenziali relativamente al capo d’abbigliamento che tengono tra le mani: consentono di mettere a fuoco in pochi attimi le taglie, il marchio ma anche garanzie, composizione del tessuto e slogan. I cartellini abbigliamento possono essere applicati non soltanto ai vestiti ma a tutta una serie molto più ampia di articoli. 

La progettazione dei cartellini può avvenire nel dettaglio in via digitale

In molti scelgono di farne segnaposto per i matrimoni, oppure li abbinano a un determinato packaging così come ai propri biglietti da visita. Sul web è possibile procedere alla progettazione e configurazione nel dettaglio dei propri cartellini: in pochi clic l’ordine viene perfezionato. Viene generalmente offerto un configuratore ad hoc, altrimenti è possibile assegnare un’immagine già ben definita caricandola online per applicarla sui supporti. Insomma, limiti non ce ne sono ma soltanto l’imbarazzo della scelta. La scelta in merito alla creazione dei cartellini per i prodotti sartoriali non deve essere presa troppo alla leggera, poiché grazie a simili strumenti si potranno traguardare importanti obiettivi di marketing sul medio e lungo termine

Quali indicazioni contiene un cartellino per abbigliamento

Sui cartellini dei nostri abiti, che sono progettati per essere nella maggior parte dei casi accattivanti e gradevoli allo sguardo oltre che facili da leggere, vengono indicate tutta una serie di informazioni utili al cliente. Sono pensate per rispondere a determinate e ricorrenti domande, relativamente a elementi in grado di orientare l’acquisto. Il cartellino può includere oltre al nome e al logo dell’azienda (che contribuisce all’opera di fidelizzazione e riconoscimento del brand) anche uno slogan, per esempio in ottica green, e un sito web di riferimento dove trovare ulteriori approfondimenti e magari uno shop digitale. Ma c’è anche la descrizione del prodotto, le sue dimensioni e la composizione del materiale con cui è fatto assieme alle taglie. Con i social ormai imperanti, viene spesso inserita anche una call to action cioè un invito al cliente per esempio a taggarsi su Instagram con l’abito o l’accessorio indosso. 

Chiaramente possono essere estremamente utili anche le istruzioni relative alla manutenzione e cura dei materiali, presenti più che altro sull’etichetta del capo. E’ importante che i cartellini siano stampati in modo professionale oltre che naturalmente resistenti. Aiutano il cliente a ricordare un determinato prodotto e a metterlo in connessione con il brand, inoltre si possono segnare punti importanti in fatto di differenziazione dell’offerta rispetto ai propri competitor. Una maggior cura per tutto ciò che riguarda l’aspetto visivo e l’impatto estetico assicurerà di traguardare risultati importanti. 

Charlotte, la figlia di Kate Middleton vale 4 miliardi

KING'S LYNN, ENGLAND - JULY 05: Catherine, Duchess of Cambridge and Princess Charlotte of Cambridge arrive at the Church of St Mary Magdalene on the Sandringham Estate for the Christening of Princess Charlotte of Cambridge on July 5, 2015 in King's Lynn, England. (Photo by Mary Turner - WPA Pool/Getty Images)

È strano pensare ad una bambina in termini di denaro, fatturazione o guadagno economico. Eppure, a volte, è così. Come nel caso di Charlotte Elisabeth Diana, la figlia di Kate Middleton e del principe William, che vale, udite udite, ben 4 miliardi di euro.

È questa la valutazione che gli esperti di economia hanno calcolato dalla sua nascita fino ad oggi. Charlotte, infatti, fa aumentare il PIL del Regno Unito. Dallo scorso 2 maggio, giorno della nascita della secondogenita di Kate Middleton, grazie alle sue sue apparizioni in pubblico, i gadget venduti e la popolarità che ha portato al regno e alla famiglia, la Gran Bretagna ha incassato ben 4,4 miliardi di euro. Una somma davvero ingente, pensando soprattutto alle sole due apparizioni della piccola in pubblico.

Tra Charlotte, con la sua tenerezza, i gadget venduti in suo onore, e Kate Middleton, con i suoi viaggi, i look invidiati e imitati in tutto il mondo, la moda, il turismo locale e l’economia del paese hanno visto un bel “segno più” verde che non lascia dubbi. Le fonti ufficiali provengono direttamente dalla società di consulenza Brand Finance. Se queste sono le stime su Charlotte, suo fratello George, invece, frutta “solo” 3,2 miliardi di euro.

Certo, le cifre dei due figli reali sono ancora lontane da quelle registrate da mamma Kate Middleton, che avrebbe fatto guadagnare al suo regno circa 7,2 miliardi di dollari (6,4 miliardi di euro).

‘Te lo dice Belen’, è ironia sui social

Credit Photo: www.curiosandoinrete.com

“Te lo dice Belen” è una pagina social fantastica dedicata alla soubrette argentina.
L’autore di questa pagina ha riscontrato un successo strepitoso all’insegna di un sano senso dell’umorismo, e di una delle donne più amate e ambite del momento.

In Te lo dice Belen vengono rivisitati, grazie a battute in un argentino maccheronico che rende tutto estremamente più spiritoso, i vari scatti che la bella Belen Rodriguez posta sul suo profilo Instagram personale.
Solitamente quando si pensa all’immagine di Belen non si può fare a meno di idealizzare da subito un’esplosione di sensualità e perfezione. Non questa volta.

È sorprendente come grazie all’ironia dell’ideatore della pagina Te lo dice Belen, la bellezza stupefacente di una donna come Belen Rodriguez passi da subito in secondo piano, lasciando il posto ad inevitabili risa. Conosciamo Belen come una donna simpatica ed estremamente autocritica. Scorrendo questi post ne resterebbe piacevolmente divertita anche lei:

Ecco cosa succede quando un personaggio dello spettacolo diventa un vero e proprio fenomeno.
Sottoposti a numerose critiche, spesso anche gratuite ed offensive, le celebrità convivono costantemente nell’ombra di una vita parallela inventata da terzi. Protagonisti di situazioni spesso scomode, che mettono in cattiva luce anche la loro vita privata.

Ma quando un personaggio dal carattere intraprendente e simpatico come Belen stuzzica la fantasia di chi con intelligenza riesce a trarre l’aspetto più ironico di una donna dalla bellezza iconica, il successo è garantito, e le risate sono assicurate.

ActionAid, dona il tuo profilo per dare voce a chi non ce l’ha

Valentina e Ormiya, una giovane donna proveniente dall’Italia e una bambina nata in Etiopia, sono due ragazze diverse, con due storie diverse, che condividono però nonostante tutto e nonostante le diverse latitudini geografiche, un unico sentimento: il desiderio di cambiare il proprio futuro e combattere per i propri diritti.

Sono loro le protagoniste della campagna Dona il tuo profilo di ActionAid, che ha come obiettivo quello di raccontare le storie di diritti negati. Dal 22 al 4 ottobre, con un semplice gesto del tutto gratuito, è possibile “donare” il proprio profilo social (Facebook o Twitter) alle storie di queste due ragazze, sostenendole così in Italia e nel mondo. Per chi volesse sostenere il progetto e dare il proprio contributo, basta condividere la foto profilo di una delle due protagoniste e un’immagine di copertina che ricorda l’iniziativa.

Valentina ha 24 anni e vive a Torino. Non studia, non lavora e non è inserita in alcun percorso formativo, come moli altri ragazzi della sua età. Lei fa parte della cosiddetta Neet Generation, ossia giovani tra 15 e 29 anni, che hanno sepsso di cercare un’occupazione. A trentadue di loro, però, è stata data la possibilità di cambiare le carte in tavola e rimettersi in gioco: con il progetto “Lavoro di squadra”, avviato a Torino da ActionAid, si cerca di contrastare l’esclusione sociale e la mancanza di motivazione di questi ragazzi attraverso il calcio e l’hip hop. I giovani partecipanti al progetto si allenano due volte a settimana e, progressivamente, vengono inseriti in un percorso motivazionale con l’obiettivo di trasformare gli stimoli ricevuti durante l’attività sportiva in elementi utili a riprendere in mano la propria vita e ripartire. Tra le situazioni personali e sociali più critiche, i giovani selezionati possono frequentare corsi di calcio e hip hop. Un allenamento motivazione che potrebbe trasformarsi in uno stimolo per la ripresa degli studi o la ricerca del lavoro. Fondamentale, per la riuscita del progetto, è la collaborazione con istituzioni e organizzazioni del territorio. Valentina è nel team di “Lavoro di squadra” e anche grazie a questa esperienza ha trovato nuovi stimoli e la motivazione a credere in se stessa e nel diritto di immaginare il proprio futuro.

Ormiya è una bambina di 10 anni, appartenente alla comunità di Eggu, nel distretto di Kombolcha. Le sfide che lei e altre sue coetanee devono affrontare sono molteplici e vanno ben oltre gli impegni che una bambina della sua età dovrebbe avere. Uno dei problemi più gravi che caratterizzano l’Etiopia è la siccità e la difficoltà di reperire acqua potabile. Mentre gli uomini sono intenti a lavorare nei campi, donne e bambine si dedicano alla raccolta di risorse idriche, camminando dalle quattro alle sei ore per fare scorte d’acqua, con il rischio di subire violenze o essere rapite lungo il tragitto. Tutto ciò toglie alle donne la possibilità di impegnarsi in attività lavorative proprie e alle bambine, come Ormiya, di andare a scuola. Per questo, ActionAid ha avviato in Etiopia interventi che mirano alla costruzione di nuove reti idriche che consentano un miglior collegamento fra i villaggi e le fonti d’acqua. Con l’accesso all’acqua potabile si è registrato un miglioramento generale nelle condizioni di salute, il tasso d’iscrizione scolastica è aumentato, c’è stata una riduzione del rischio di violenze subite dalle donne, è aumentata la conoscenza delle persone sulla sanità personale e ambientale e le donne possono investire il loro tempo in attività produttive.

Le situazioni di povertà e disagio sociale come quelle che caratterizzano le vite di queste due ragazze sono molteplici, in Italia, in Etiopia e in molti altri Paesi del mondo. Oggi, grazie alle grandi possibilità che la tecnologia e il mondo digitale mettono a disposizione, vi è la possibilità di raccontare e testimoniare storie che altrimenti non avrebbero voce. Si possono infatti condividere esperienze, sensazioni e storie con un pubblico vastissimo in poco tempo. È proprio per questo motivo che Action Aid ha deciso di “fare appello alla natura profondamente democratica del mezzo web” per dare la possibilità a Valentina e Ormiya di affacciarsi sulla piazza virtuale, raccontando la propria storia e il proprio sogno.