giovedì, 2 Maggio 2024

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I belli delle serie tv

Le serie tv ci che tengono incollate allo schermo per anni. Ne possiamo citare centinaia, e sempre, in ognuna di queste, potremmo trovare qualche attore che ci ha conquistate, facendoci perdere la testa. La scelta non è stata per niente facile perchè ce n’è per tutti gusti, basta solo scegliere il vostro preferito.

Stephen Amell

L’attore canadese classe ’81, veste i panni del miliardario Oliver Queen, nonchè del supereroe Green Arrow nel telefilm di successo della CW Arrow. I suoi pettorali e le scene dedicate ai suoi allenamenti hanno conquistato i fan di tutto il mondo. Il bell’arciere di smeraldo, inoltre, interagisce costantemente con i fan grazie ai social network, mantenendo sempre alta l’attenzione del pubblico e sposando cause come i matrimoni tra gli omosessuali o la lotta contro il cancro. Bello, bravo e purtroppo, per noi, felicemente sposato con Cassandra Jean e padre della piccola Mavi.

Matt Bomer

Ci piace perché è bellissimo, e, nel ruolo di Neal Caffrey in White Collar, interpreta un ladro, nonché abile truffatore, che si ritrova a collaborare con l’FBI per evitare di finire in carcere. Con il suo sex appeal e i suoi magnetici occhi celesti confonde e incanta le sue vittime, soprattutto se si tratta di donne. Bello, colto e con fascino da vendere, è uno di quegli uomini che dovrebbero esistere solo nelle favole. Putroppo fuori dai giochi: nel 2012 ha dichiarato pubblicamente la propria omosessualità, ed è legato al pubblicitario Simon Hall, con il quale ha avuto tre figli tramite due gravidanze in surrogato

Ian Somerhalder

Ian conferma il suo posto nella lista degli attori di serie tv più sexy, grazie al personaggio di Damon Salvatore della serie The Vampire Diaries. Non poteva mancare il bello e dannato, il vampiro più attraente e strafottente del soprannaturale. Un bad boy con la propensione a rimanere a torso nudo. Inizialmente odiato dalla protagonista dello show, e ora molto vicino a conquistarla. Insomma stessa storia da cattivo si è trasformato in buono, riscoprendo quel suo millenario animo da gentleman.

Patrick Dempsey

Il camice da medico ha sempre un certo fascino e questo lo sappiamo molto bene. Se poi a vestire i panni del Dr. Derek Shepherd di Grey’s Anatomy c’è lui non possiamo che rimanerne conquistate. Classe 1966, moro, capello spettinato, lineamenti non regolari ma sexy da morire. Unico difetto: sposatissimo e fedelissimo, sia nella serie che nella vita reale. Un medico da sogno che speriamo tutte un giorno di poter incontrare.

Eric Dane

Se preferite invece il playboy potete sempre affidarvi alle mani esperte del Dr. Mark Sloan. Il bello che piace a tutte le donne presenti al Grace Mercy West Hospital della serie Grey’s anatomy, nonché a tutte le pazienti di passaggio. Peccato che il nostro amato Dottor Bollore sia fuori dalla serie dalla nona stagione e che sia sposato con l’attrice Rebecca Gayheart.

Nikolaj Coster-Waldau

Il trono di Spade, la serie tratta dai libri fantasy di George R.R.Martin è una delle più amate dal pubblico, come l’attore danese che interpreta Jaime Lannister, il gemello minore della bella Cersei. Quell’aria vissuta, adulta, un po’ rude ci affascina e conquista. Ci piace sia fuori dal set sia quando è in costume e si cala nel suo ruolo fantasy, diventando anche per tutte noi la classica fantasia del bello e irraggiungibile.

Alexander Skarsgård

Alto, biondo, occhi azzurri. È un vichingo moderno, che non può non attirare gli sguardi delle donne. Nella serie True Blood, interpreta Eric Northman, il fascinoso vampiro biondo, personaggio molto più complesso di quello che sembra, seguendo la serie si può addirittura scoprire un lato sensibile e leale, con quella giusta dose di sfuggevolezza e di perversione sexy da morire. Svedese, classe 1976, figlio dell’attore Stellan Skarsgård, ha fatto parte di un’unità militare che si occupava di anti-sabotaggio e anti-terrorismo nell’arcipelago di Stoccolma, prima di cominciare a succhiare il sangue delle sue partner.

Luke Perry

Quante di noi hanno sognato di poter passare le dita nel ciuffo del sexy e ribelle Dylan di Beverly Hills 90210. Bad boy, solitario, ribelle, pieno di vizi, scontroso, è lui l’uomo che cambierà grazie all’amore. La serie ha segnato un’intera generazione negli anni ’90 e Luke non è riuscito più a scrollarsi di dosso il suo personaggio, finendo nel dimenticatoio.

Joshua Jackson

Ci piaceva già ai tempi di Dawson’s Creek quando, nel ruolo di Pacey, vestiva i panni del ragazzo ribelle che non aveva voglia di studiare, salvo poi innamorarsi di Andie McPhee e Joey Potter e cambiare drasticamente la sua vita. In Fringe, invece, ci conquista intrepretando Peter Bishop, personaggio sexy e un po’ misterioso.

Josh Holloway

Diciamoci la verità, tutte saremmo volute finire su un isola deserta con Josh Holloway, che nella serie Lost interpreta Sawyer, il bello e maledetto. Stangone biondo di quasi un metro e novanta, classe 1969, nella realtà è un uomo d’altri tempi: salutista, sportivo, ha sposato la sua fidanzatina storica Yessica Kumala, che gli ha dato una figlia nel 2009. In pratica: Adorabile.

Chris Noth

È vero, non è uno di quegli uomini con una bellezza che ti lascia senza fiato, ma è riuscito con il suo fascino e il suo savoir faire a farci sospirare e sognare. Anche se in alcuni momenti avremmo voluto strozzarlo, Mr Big è un uomo che ci conquista perché alla fine è disposto a lasciare tutto e partire per riportarci a casa, tra le sue braccia in un appartamento da favola nell’Upper East Side, come succede a Carrie Bradshaw nella famosissima serie tv cult Sex and the city.

Jonathan Rhys-Meyers

Lui è Enrico VIII nei Tudors. Classe 1977, ex ragazzo ribelle, modello e musicista irlandese, già apprezzato attore cinematografico, soprattutto nel film di Woody Allen Match Point). Bello ma pericoloso: lotta da anni contro una dipendenza dagli stupefacenti e dall’alcool. Adesso è anche il protagonista di un nuovo serial dedicato a Dracula.

Julian McMahon

Per chi seguiva “Streghe”, Julian McMahon è stato uno dei personaggi maschili più sexy ed interessanti dell’intera serie. Il suo ruolo di demone e amante ha appassionato milioni di telespettatori. E quando è iniziato “Nip & Tuck“, il suo personaggio di Christian Troy ha fatto subito centro: rude, cinico, superdotato diretto e amante della bella vita, passa da un letto e da una donna all’altra. La sua carica erotica e lo sguardo sexy coinvolge donne e uomini: non è fisicato come la maggior parte degli attori sex symbol, ma il suo carisma non è indifferente.

Jensen Ackles

È un cacciatore di demoni, famoso per il suo inarrestabile umorismo nero, grande amante delle belle donne. Lui è Dean Winchester, uno degli attraenti protagonisti di Supernatural. Ex modello, divenuto famoso per le sue innumerevoli partecipazioni a serial come Dark Angel, Dawson’s Creek e Smallville.

Il cast di Spartacus

Gli attori di Spartacus meritano una menzione d’onore, in particolare lo splendido Andy Whitfield, protagonista della prima stagione di “Spartacus“, tristemente mancato nel 2011, ma costantemente nei cuori dei suoi fan, che lo amavano anche per lo splendido fisico. Altrettanto sexy è l’attore che ha sostituito Whitfield nelle successive stagioni della serie dei gladiatori, il giovane Liam McIntyre, come anche gli altri attori della serie come Manu Bennett (Crisso), Dustin Clare (Gannicus) e Daniel Feuerriegel (Agron).

Grazie di tutto, mamma

“Il cuore di una madre è un abisso in fondo al quale si trova sempre un perdono”. Forse, semplicemente questo.

Cosa significa essere mamma? Un cuore grande, che batte all’unisono con quello di tanti piccoli pezzi di puzzle sparsi in una vita che in 24h non riesce ad essere vissuta neanche per metà; con quello di chi hai concepito, cresciuto, amato, sentito nella pelle quando ancora non sapevi neanche distinguere le gambe dalla faccia, neanche il sesso; con quello di uomini, donne, bambini, anziani, adulti, che contano su di te, sull’emozione che regali con un semplice sorriso, con un abbraccio la mattina e le attenzioni prima di andare a dormire, quando rimbocchi le coperte, lasci la luce accesa e stampi un bacio sulla fronte, con le labbra morbidi, calde. Essere mamma vuol dire – anche – questo.

Essere mamma vuol dire alzarsi la mattina prima di tutti, vincere la maratona della sveglia e festeggiare il primo posto con la caffettiera in mano e il latte sul fornello, per la ciurma che verrà dopo, ad iniziare, con te e grazie a te, la nuova giornata. Essere mamma vuol dire la lacrima che scende, sempre presente, e che riga il volto nei saggi, nelle manifestazioni, nelle recite, nelle partenze dolorose. Essere mamma vuol dire lottare fino alla fine con il salumiere e l’edicolante, al mercato della frutta e nel traffico cittadino dove “donna al voltante, pericolo costante”, in posta, a danza e pallavolo, quando accompagni i piccoli e saldi il mensile. Essere mamma vuol dire “No, figlia mia, oggi resti a casa”, calibrare il tiro dei “sì” e saper concedere al punto giusto quello che resta; vuol dire sguardo attivo e aiuto con quella matematica che non ce la fa proprio ad essere capita, anche se ci si prova da anni; vuol dire asciugare i capelli profumati di lino quando ancora non arrivi dietro la schiena con le braccine troppo corte, vuol dire tornare dal lavoro e non potersi permettere il relax di un tè caldo, un giro con le “colleghe”, un caffè in centro, perché la vita continua, imperterrita, a ricordarti di essere una mamma. E le mamme non si fermano mai, neanche con le corde e gli spaghi, neanche con le minacce, con l’età, con la stanchezza.

Esiste un video, “World’s Toughest Job”, che è nato dall’idea originale di Cardstore.com, sito leader di cartoline di auguri online. Si tratta di un colloquio di lavoro con il responsabile delle risorse umane di un’azienda prestigiosa, dalle condizioni estreme e inaccettabili.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=HB3xM93rXbY&w=640&h=360]

Ecco quanto viene richiesto: Lavorare 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, senza pause, mettendo in primo piano il proprio assistito sempre, con la consapevolezza che nei giorni di festa il lavoro aumenterà e non ci sarà riposo per nessuno, senza percepire neanche lo stipendio. Ecco, il lavoro è quello della mamma.

Essere una mamma vuol dire essere se stessi. Perché una mamma, in realtà, lo sa. Sa cosa fare, cosa dire, come pensare, quando chiedere, quando restare in silenzio, quando arriverà il momento delle continue litigate con i figli adolescenti che crescono e che a malapena ti rivolgono la parola; quando arriverà il momento della lotta per il telecomando, del “Mamma, oggi vado a scuola da sola”, dei dentini e del ciuccio, dello shopping indipendente, delle vacanze organizzate senza i figli, del “Non mi entra più, non ho più fame”.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=TaJgjkSMR7s&w=640&h=360]

Oggi è la loro festa, oggi è il loro momento. Ma solo oggi? Perché solo oggi? Essere mamma vuol dire tempo pieno, no stop, 24h al giorno, 7 giorni su 7, niente festivi, feste del lavoro, ferie, pause. La festa della mamma è ogni giorno, sempre.

Perché non chiama

Mai nessun appuntamento è filato liscio come l’ultimo, con quella giusta dose di divertimento e malizia così rara da trovare in una controparte maschile. Eppure, a qualche giorno di distanza – e di silenzio -, una domanda, insistente, bussa sempre più spesso alla nostra testa: perché non chiama? Un quesito epocale, a cui la maggior parte di noi risponde com’è ovvio che sia: spalancando le porte della propria immaginazione.

Ora, lanciarsi a formulare ipotesi in simili condizioni – ne converrete, senz’altro – è la strada sicura verso l’assurdità. Così, ci si comincia a figurare che, probabilmente, anzi no, sicuramente, avrà un cellulare antidiluviano, di quelli che non registrano i nomi, ma soltanto i numeri. Ah, certo. “Scorri per sbloccare” il 2014: è qui che viviamo, con tanti begli smartphone e tablet in dotazione (quasi) naturale.

Se non usa la tecnologia, allora, dev’essere perché crede nel destino: non vuole forzare le cose, non vuole intaccare lo spontaneo corso degli eventi che concorreranno al verificarsi del prossimo incontro, perché se qualcosa deve sbocciare tra voi dovrà essere qualcosa di vero, di autentico. Non come questa teoria.

È intimidito“, “pensa che non io non corrisponda” sono già tesi più plausibili. Ma bisogna ricordarsi di non sottovalutare neanche la possibilità che non sia affatto interessato a far sì che l’episodio si ripeta: val la pena non starsene lì a languire più a lungo e darci un taglio netto con un bel “non gli interesso“, una cortesia indigesta che – con gli “uomini” che corrono – possiamo usarci soltanto da sole.

Quando, poi, ecco che, tra una bislacca intuizione e l’altra, affiora alla mente un piccolo, insignificante particolare: nessuno gli ha dato il vostro numero, nessuno gli ha rivelato il vostro cognome, nessuno gli ha appuntato la vostra email sull’agendina. Nessuno poteva farlo a parte voi: ricordarsi di dare segnali è di primaria importanza, se qualcuno ci interessa. Perché, che sia il nostro o l’altrui, sarà sempre il silenzio (del telefono e non) a generare mostri.

Le campionesse del tennis contro la violenza sulle donne (VIDEO)

L’iniziativa è stata realizzata da Mutua Madrilena, lo sponsor dell’Open 2014 di Madrid, con la partecipazione di giocatrici del calibro di Serena Williams, Maria Sharapova, Na Li, Agnieszka Radwanska e Petra Kvitova. Avversarie agguerrite sul campo, ma unite quando si tratta di parlare di solidarietà, soprattutto di argomenti come la violenza sulle donne.

Lo slogan è “La violenza di genere significa lo stesso per tutti“, e nel video ogni giocatrice indossa una t-shirt rosa e invita nella sua propria lingua ad alzare la voce contro la violenza domestica e ad agire per fermarla.

“L’abuso è una violazione dei diritti umani fondamentali”

ha detto la russa Maria Sharapova.

“Alza la voce e grida: No alla violenza!”

queste le parole della cinese Na Li.

“Non restare in silenzio per niente e per nessuno”

ha insistito l’americana Serena Williams.

Poi tutte insieme, le tenniste hanno scandito in successione, la stessa frase:

“Denuncialo, parla!”

http://www.youtube.com/watch?v=KTgOY5tP-W8

L’escalation di casi di violenza sulle donne che si registrano negli ultimi tempi ed in particolare qui in Italia, che ci fanno avere un triste primato in Europa, deve indurre alla riflessione e soprattutto a vedere un maggiore coinvolgimento nell’opera di estendere la sensibilizzazione verso l’educazione ed il rispetto degli esseri umani senza distinzione alcuna e, quindi, verso l’abolizione di tutte le forme di violenza.

credits: http://sport.diariodelweb.it