venerdì, 19 Dicembre 2025

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Proposte dal mondo del cibo: ristorazione, dieta, ricette e cucina

Vegan lifestyle: da moda a stile di vita

Non solo non mangiano carne o pesce, ma escludono dalla loro alimentazione anche latte e uova. Sono i vegan, ovvero i ‘vegetariani estremi’.
Chi segue questo stile alimentare ,però, non ama etichettarlo con la parola ‘dieta’ e preferisce definirla come un vero e proprio stile di vita.
Secondo l’Eurispes, in Italia esistono circa mezzo milione di vegani, a cui si affiancano 4,2 milioni di vegetariani dichiarati e nuovi seguaci delle diete da ‘un giorno senza animali’, che sia per motivi di coscienza, salute o bilancia.

Anno dopo anno, l’universo vegano è cresciuto a tal punto che ristoranti, fast food, chef stellati e case editrici si sono avvicinati per sostenerlo e promuoverlo. Oltre alla settimana vegetariana, nella quale si inserisce la Notte Veg, ecco dove è possibile assaporare la cucina vegana in tutte le sue sfumature e curiosità.

A Milano lo chef Pietro Leeman serve piatti di origine biologica e biodinamica dai nomi originali come il gazpacho di melone ‘amicizia istruzioni per l’uso’ o ‘l’ombelico del mondo’. All’ ‘Osteria 55’, Michele Maino propone un sambussek di patate dolci alla salsa cocco-lemongrass e insalate di mare senza pesce ma con verdure, alghe e spezie che subito richiamano al palato atmosfere da appena pescato.
Per il 2016, invece, la città meneghina attende il debutto della catena di supermercati ‘Veganz’.

A Roma il ristorante ‘Ops’ di Simone Salvini punta sui sapori mediterranei e sul pagamento a peso del piatto. Famoso nella capitale è anche il bistrot ‘la capra campa’ dove si può gustare il celebre tris di risi croccanti in agrodolce.
A Finale Ligure, in Liguria, arriva una proposta davvero interessante: la giunta comunale ha dato il via a un’iniziativa chiamata ‘Vegan Friendly’ alla quale possono aderire tutti i negozi nella cittadina purchè servano piatti esclusivamente vegani.

Anche le pagine web si stanno dando da fare. Per i più indaffarati, ecco iVegan, la spesa on line consegnata direttamente a casa con prodotti rigorosamente etico ed ecocompatibili (a Roma, anche il punto vendita). On line sono anche i corsi di cucina della Scuola Vivaldi 46 di Milano: la giusta occasione per chi è interessato ma non ha il tempo necessario per frequentare i corsi in aula. Su Facebook, la pagina Vegachef di Mara Di Noia, conta circa 90.000 fans e il suo sito è una preziosa risorsa di consigli in fatto di gourmet e salute.

In libreria ci sono ormai interi scaffali dedicati al genere alimentare e in particolare a quello vegano. L’ultimo prodotto editoriale è Vegolosi di Federica Giordani, Silvia De Bernardin, Valentina Pellegrino, Simone Paloni: 160 pagine di ricette, menù tematici, schede e articoli di approfondimento sulla cucina vegana e vegetariana.
Non solamente ricette ma anche la teoria: dalla distinzione tra la dieta latto-ovo-vegetariana e quella vegana ai consigli pratici per sostituire uova, burro e latte, cucinare seitan, tofu, alghe e legumi e garantire all’organismo il giusto apporto di vitamina B12.

Eurochocolate 2014: il Paese delle Meraviglie esiste davvero

E già, il Paese delle Meraviglie esiste per davvero. Si chiama Eurochocolate ed è giunto alla sua ventunesima edizione. La fiera più attesa per golosi, pasticceri, appassionati e maestri di sua ‘maestà cioccolato’, si terrà ovviamente nella patria della sede storica della Perugina, dal 17 al 26 Ottobre.

Inevitabile non perdersi in tutti i tipi di cioccolato, cioccolata e cioccolatini di ogni genere, colore e gusto, dolcetti, torte e anche gli immancabili cupcake. Da perdere la testa.

Quest’anno il titolo è ‘MasterChoc: Non faremo torte a nessuno’, a contorno di una bellissima immagine un pò retro che ci riporta in un mondo che sembra dimenticato, è invece proteso al futuro, allo sviluppo, alle novità.

Eurochocolate 2014: il paese delle meraviglie esiste davvero

Le attività proposte sono molteplici e tutte golosissime, a partire dalle degustazioni a cui non sarà possibile resistere, fino agli incontri e allo show-cooking. Non ci sarà modo di annoiarsi.

Le degustazioni potranno essere libere o guidate, gratuite o con un piccolo contributo. Si potrà assaporare ogni tipo di cioccolato, dolce e salato. Si, avete letto bene, salato, perchè ormai il cioccolato è utilizzato anche nella composizioni di piatti diversi dal dessert.

Si vedranno grandi pasticceri nazionali e internazionali sfidarsi a colpi di cioccolato, spiegare la lavorazione delicata di questo alimento tanto amato, e novità di quest’anno, si permetterà ai visitatori di mettersi in contatto proprio con la materia prima con l’aiuto degli esperti.
Alcuni pasticceri sono dei veri e propri artisti e lavorano il cioccolato come fosse terracotta scolpendo meravigliose opere d’arte che è proprio un peccato mangiare.

Non mancheranno tavole rotonde, summit, incontri, conferenze stampa e molto altro per la parte più “professionale” del mondo del cioccolato. Diversi sono gli argomenti che coinvolgono la materia prima relativamente a qualità, provenienza e tecniche di lavorazione, ma anche la vendita e la commercializzazione, con tutta la filiera che ne è coinvolta.

C’è posto anche per la cultura all’Eurochocolate 2014. Molti sono i libri che parlano di cioccolato e ci sarà modo e tempo anche di ascoltare, parlare e discutere proprio con chi di cioccolato ha scritto.

E poi ancora eventi organizzati per i bambini, giochi e laboratori e da vedere la rassegna delle Statue di Cioccolato. Delle vere e proprie creazioni artistiche in esposizione per le vie della città.

Insomma non c’è un solo motivo per mancare a questa dolce manifestazione. Anzi no, uno ce n’è. Mantenere debita distanza se siete a dieta, sarebbe troppo facile cedere a queste golosità.

Bere latte non è innaturale, la ricerca scientifica conferma

Bere latte fa bene o male alla nostra salute? Da anni si sta dibattendo proprio su questo argomento, a colpi di articoli e ricerche più o meno fondate. Se da una parte c’è chi si oppone del tutto al consumo di latte e derivati, affermando che l’assunzione di questi prodotti potrebbe essere contro natura, in quanto nessun animale adulto beve latte, dall’altra c’è chi consiglia vivamente di aumentare il suo consumo, poiché non esistono motivi salutistici abbastanza radicati in grado di suggerire di rinunciare ai latticini. La prima ipotesi è inoltre confermata dalle numerose persone affette da intolleranze al lattosio, lo zucchero presente nel latte. Ma anche qui interviene la ricerca scientifica, che avanza la propria ipotesi, affermando che in realtà il consumo di latticini apporti soltanto vantaggi all’essere umano e che la presenza del latte nell’alimentazione quotidiana è fondamentale.

Analizzando l’intolleranza al latte, si è scoperto che questa si manifesta con sintomi ben specifici, ai quali si può rimediare portando avanti una dieta adatta, che eviti il consumo di alimenti contenenti lattosio, proteine del latte e derivati. Ma da cosa è determinata l’intolleranza? Tutti i mammiferi neonati, compreso l’uomo, possiedono un enzima, la lattasi, che ha il compito di scomporre il lattosio all’interno del duodeno e nell’intestino tenue. La produzione dell’enzima tende a calare nel tempo e cessa quasi del tutto tra i 5 e i 10 anni. Proprio per questo in molte persone adulte si manifesta l’intolleranza al latte. Questa regola non vale però per tutti, in quanto chi non produce l’enzima non sviluppa necessariamente dei problemi nel consumare il latte. Non solo. Alcuni studi scientifici hanno dimostrato anche come il consumo giornaliero di lattosio possa contribuire a selezionare una flora batterica intestinale capace di alleviare i sintomi più intensi dell’intolleranza.

Inoltre l’intolleranza al latte colpisce solo una parte degli individui, poiché in quella restante è avvenuta una mutazione genetica, che ha reso l’uomo capace di digerire il latte anche da adulto. Mutazione genetica che si è poi trasmessa nel corso del tempo a una serie di individui, sviluppandosi come vero e proprio vantaggio evolutivo. Niente a che vedere con il mondo animale.

Il latte, ricco di calorie e di nutrienti ha diversi effetti benefici sull’organismo umano: la vitamina D, per esempio, regola l’assorbimento del calcio e l’assunzione regolare di latte porterebbe alla riduzione del rischio di varie malattie, come il rachitismo. Inoltre, il consumo regolare nelle quantità raccomandate, costituisce un fattore protettivo nei confronti di malattie come l’osteoporosi, l’ipertensione, il diabete, le malattie cardiovascolari e persino alcuni tipi di cancro.

La Giornata mondiale dell’Alimentazione

Istituita dai Paesi Membri della FAO nel lontano 1979, ogni anno la Giornata Mondiale dell’Alimentazione viene celebrata da più di 150 nazioni il 16 ottobre: una data nient’affatto casuale, dal momento che corrisponde all’anniversario della stessa Organizzazione dell’alimentazione e dell’agricoltura delle Nazioni Unite, fondata nel 1945 in Québec. Il tema della presente edizione mira a valorizzare il ruolo fondamentale dell’agricoltura familiare e dei piccoli agricoltori tanto nella lotta alla fame nel mondo, quanto nella promozione di una nutrizione sana e di uno sviluppo eco-sostenibile, soprattutto nelle zone rurali.

Già insignito dall’ONU del titolo di “Anno internazionale dell’agricoltura familiare”, il 2014 segna così una svolta per i piccoli agricoltori, ai quali l’intera comunità internazionale riconosce il merito di costituire un contributo sostanziale alla sicurezza alimentare su scala mondiale. Tuttavia sono ancora in 805 milioni le persone che continuano a soffrire la fame: gli oltre 500 milioni di aziende agricole a conduzione familiare che esistono al mondo devono perciò puntare all’innovazione, perché – nonostante forniscano più dell’80% del cibo mondiale e nonostante siano i principali produttori di alimenti freschi – vige ancora una forte incertezza alimentare, soprattutto nelle aree rurali.

Rafforzare gli agricoltori familiari si tradurrebbe, così, in una soluzione bifronte: l’aumento di cibo al livello locale promuoverebbe non solo l’economia locale, ma renderebbe possibile anche un’alimentazione più sana, a base di prodotti sani e genuini, che potrebbero essere addirittura immessi nelle mense scolastiche. Delle misure che, insomma, porterebbero a uno sviluppo rurale sostenibile su cui investire al livello governativo e comunitario per realizzare un ciclo davvero virtuoso.