venerdì, 3 Maggio 2024

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Proposte dal mondo del cibo: ristorazione, dieta, ricette e cucina

Nomadismo alimentare: in bici alla ricerca del piatto perfetto (FOTO)

Tom Perkins

Tom Perkins e Matt Chennells, classe 1988, hanno attraversato in bici ben 26 Paesi, ma non per solo sport: la loro è stata infatti, più di ogni altra cosa, una lunga avventura gastronomica, che li ha visti impegnati a pedalare per 20.000 km, da Londra a Città del Capo. Una vera e propria spedizione culinaria che i due amici hanno avuto modo di documentare attraverso una serie di scatti fotografici, destinati a far parte di un prossimo libro di ricette che illustreranno dettagliatamente tutti i cibi assaggiati lungo il percorso.

In viaggio dal 2011, Tom e Matt hanno provato davvero di tutto: dal polmone di toro fritto e dallo stufato di peperoncini verdi in Turchia, all’enjera (una crêpe al lievito naturale) in Etiopia, allo stufato di capra e arachidi in Ruanda. Ma gli intrepidi ciclisti – secondo i quali nulla andava rifiutato – non si sono accontentati, arrivando a mangiare persino le pietanze più inusuali: fra tutte, la più impressionante è probabilmente stata la locusta fritta del Sudan.

Attualmente Tom sta lavorando alla stesura del libro “The Nomadic Kitchen” – finanziato da una campagna di crowdfunding – che includerà 65 ricette straordinarie, ma altrettanto facili da riprodurre. Un ricettario di viaggio senz’altro unico, ispirato da un’avventura culinaria che ha dell’epico. “Ciò che più mi ha stupito – confessa Tom – è la capacità di unire le persone che il cibo ha. Anche nella landa più desolata, condividere un piatto incoraggia inevitabilmente alla conversazione e all’amicizia. Ben poche cose stimolano l’interazione allo stesso modo.

I due, partiti da Londra nel luglio 2011, hanno raggiunto i Balcani, per poi spostarsi verso il Mediterraneo orientale, attraversando Turchia e Medio Oriente. La strada li ha condotti, subito dopo, alla Penisola del Sinai, fino al Cairo, prima di raggiungere la costa orientale dell’Africa e, da lì, giù fino al Sudafrica. Ma è stata l’Etiopia il Paese a rimanergli nel cuore: “Un’esperienza unica: scenari stupendi, tradizioni affascinanti e una delle più particolari culture eno-gastronomiche in cui ci siamo imbattuti – racconta Tom – L’Etiopia è stata per noi una terra di sfida, di frustrazione e d’incanto ad ogni momento: esattamente quel che desideravamo da un viaggio come questo.

Il successo dell’esperienza in sé, però, è stato possibile soltanto grazie alla generosità dei completi estranei incontrati lungo la strada.La gente ci ha spalancato le porte delle proprie case, donandoci un’ospitalità incondizionata – continua Tom – facendoci realizzare quanto fortunati fossimo ad aver intrapreso un’avventura di questo tipo“. Un’avventura da ricordare e condividere con un libro attraverso cui i due viaggiatori vogliono calorosamente ringraziare tutte queste persone la cui accoglienza si è dimostrata davvero eccezionale.

Arriva Palcohol, l’alcol in polvere per i cocktails fai da te

comequando.it

All’apparenza si potrebbe scambiare per una semplice bustina di zucchero, piccola, tascabile e veloce da utilizzare. Ma l’apparenza – si sa – inganna. Perchè dietro alla banale fisionomia di una bustina qualunque si nasconde invece una rivoluzione nel mondo dei cocktail: l’alcol in polvere.

Palcohol – questo è il suo nome – è l’innovativo sistema di bere alcolici ideato dal giovane sportivo Mark Phillips, creato apposta per giovani come lui che dopo stressanti ore di allenamento o di scuola vogliono godersi una bevanda rinfrescante e gustosa senza doversi portare dietro pesanti bottiglie.

Questa geniale(?) creazione sarà commerciabile a partire dall’autunno prossimo negli Stati Uniti, in tutti i negozi che possiedono la regolare licenza di vendere alcolici. E probabilmente molto presto verrà esportata anche nel resto del mondo.

Ma come funziona esattamente Palcohol? Semplicemente basta diluire l’alcol in polvere in acqua o succo di frutta: il risultato sarà la creazione di cocktail quali Cosmopolitan, Mojito, Margarita e Lemon Drop. E il team di Phillips è riuscito anche a mettere a punto due versioni classiche di Palcohol: quella chiamata ‘V’ – a base di vodka – e la versione ‘R’ – a base di rhum – grazie alle quali si possono realizzare un infinito numero di cocktails.

Ma il fatto che questo nuovo sistema per sballarsi possa raggiungere un infinito numero di giovani è quello che più preoccupa diversi osservatori. Perchè Palcohol non solo è un metodo veloce per avere a disposizione un buon cocktail, ma è anche molto economico, se si pensa che mediamente consumare una bevanda alcolica negli Stati Uniti viene a costare sui 15/20 dollari ed il costo di una bustina di alcol in polvere sarà nettamente inferiore.

La società produttrice – la Lipsmark – raccomanda ovviamente di consumare il prodotto in modo «legale e responsabile». Ma serviranno a qualcosa queste teoriche raccomandazioni di fronte ad un giovane che si vedrà a disposizione alcol facile da consumare, economico e legale? Si spera ovviamente di si, ma ci sono purtroppo molti dubbi.

Troppe abbuffate e tante calorie: ecco come smaltire le uova di Pasqua

Uova di Pasqua da 800 calorie. Non serve rabbrividire al solo odore di cioccolato o pensare già alla prova costume tra qualche mese. Come “smaltirlo”? Bisogna escogitare. Per un uovo di quelle “dimensioni” caloriche serviranno sicuramente più di 4 ore di camminata (meglio se a passo svelto).
Per i più dinamici un’ora e venti di corsa o anche 61 minuti di burpees, esercizi a corpo libero che fanno lavorare i muscoli. Questa la “scheda” dinamica e fitness dell’esperto inglese Darren Casey, che, in occasione delle festività pasquali, regala soprattutto ai vecchi e saggi trasgressori della linea un vero e proprio insieme toccasana per rimediare allo “sgarro” delle feste.

Se il gusto è cioccolato al latte e ci lasciamo andare a mezzo uovo di Pasqua, pari a 180 calorie – spiega Casey – l’equivalente per smaltirlo è di circa 50 minuti di camminata o 20 minuti di corsa a velocità molto sostenuta – insomma, per chi è già avvantaggiato. Per chi ha la “tartaruga al contrario”, chi l’ha donata al WWF e chi quest’estate punterà sulla simpatia, si consiglia un viaggio di pellegrinaggio a Lourdes. In alternativa ci sono il training metabolico, costituito da esercizi molto duri da sostenere per 8 minuti circa, o i burpees, gli esercizi a corpo libero, per 13 minuti. Se invece avete scelto un uovo al cioccolato fondente e se ne mangia poco meno della metà – circa 250 calorie – serviranno un’ora e 15 minuti di camminata non-stop, 35 minuti di corsa a ritmo sostenuto oppure 17 minuti di training metabolico o 19 di burpees.

Insomma, che siano fondenti o al latte, colorate, fai da te, decorate, grandi o piccole, le uova di cioccolato sono da sempre le protagoniste della nostra Pasqua e delle nostre tavole. Basta non esagerare.

Come utilizzare il cioccolato avanzato a Pasqua. Tre idee gustose

Non è Pasquetta se non sono rimaste intatte almeno un paio di uova di cioccolato, ma anche ovetti e coniglietti vari che non abbiamo mangiato perchè il nostro stomaco chiedeva pietà.
Ma cosa farsene di tutte queste bontà? La soluzione è condividere il peccato di gola con amici e parenti, utilizzando la cioccolata per preparare dolci semplici e veloci.

Come utilizzare il cioccolato avanzato a Pasqua. Tre idee gustose

Truffles con i cereali

I biscottini truffles con i cereali sono molto semplici e si possono fare in varie dimensioni: se piccoli possono accompagnare un caffè, se più grandi sono un’ottima colazione o perchè no un dolce per una cena con amici.
Per otto persone bastano:
600 gr di cereali,
250 gr di cioccolato,
cacao amaro.
Spezzate il cioccolato e scioglietelo a bagnomaria, una volta sciolto mescolatelo ai cereali in modo da amalgamare bene il composto. Con un cucchiaio fate delle palline e disponetele su una teglia coperta con la carta da forno, ponete in frigorifero per 10 minuti e poi passate questi truffles nel cacao.

Salame di cioccolato

Una vera e propria delizia, per 8-10 fettine occorrono:
275 grammi di burro,
150 ml di miele,
225 grammi di cioccolato,
400 grammi di biscotti secchi (classici o senza glutine).
Si inizia sciogliendo a bagnomaria il burro, il miele e il cioccolato mescolando di continuo per evitare di far bruciare tutto. Nel frattempo si sbriciolano i biscotti e si aggiungono al composto.
Il mix andrà versato in uno stampo rettangolare (precdentemente foderato con carta da forno) da mettere in frigorifero per almeno 4 ore. Servire freddo di frigorifero dopo averlo tagliato a fettine ed eventualmente averne cosparsa la superficie con zucchero a velo.

Credit photo cioccolatteria veneziana
Credit photo cioccolatteria veneziana

Liquore al cioccolato

Un’ottima idea per riciclare il cioccolato è anche quella di preparare un liquore, utile sia per guarnire i dolci, sia ovviamente per le serate con amici.
Per 1 litro di liquore al cioccolato occorrono:
80 grammi di cacao amaro al 70%
250 grammi di zucchero
1/2 litro di latte
1/2 litro di panna fresca
150 grammi di alcool puro

Si mescolano 2 bicchieri di latte con il cacao all’interno di una pentola alta evitando grumi. Mettere la pentola sul fuoco e aggiungere lo zucchero, tutto il latte restante e la panna fresca e portare ad ebollizione. Filtrare poi il latte al cacao mettendolo dentro una ciotola molto larga quindi lasciarlo raffreddare. Una volta completamente freddo aggiungere, mescolando per bene e continuamente, tutto l’alcool. Mettere in una o più bottiglie e riporre in frigo quindi utilizzare o servire.

Credit photo ricettepourfemme
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