venerdì, 10 Gennaio 2025

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Proposte dal mondo del cibo: ristorazione, dieta, ricette e cucina

Attenzione: il sushi fa ingrassare

Il sushi? Un piatto amato da milioni e milioni di persone in tutto il mondo – sopratutto dalla generazione femminile – che sta sbancando in tutte le città del pianeta (preparatevi, perché tra poco arriverà anche la versione con la frutta).
Quello stesso sushi che è generalmente considerato un piatto light e sano – oltre che delizioso – proprio perché a base di riso, pesce ed alghe. Quello stesso sushi che, in realtà, contiene parecchie calorie, soprattutto quando si tratta di piatti elaborati dal gusto occidentale.
Il pericolo di mettere su chili è dietro l’angolo.

Secondo la dietista Rachel Beller, autrice del libro “Eat to lose, Eat to win”, un pranzo – ritenuto dai più – leggero, a base di sushi, può rappresentare un’overdose di calorie e carboidrati.
Con una media di 1000 calorie a pasto, oltre che una buona dose di carboidrati e sale, è uno dei piatti meno sani che ci siano, pari quasi al junk food.
Il problema sta proprio nell’eccessiva quantità di carboidrati, e quindi di zuccheri, nell’elevata presenza di sale, e nei troppi pochi grammi di pesce, alghe e verdure. Per non parlare, poi, delle salse come la maionese o dei formaggi che, in tutti i ristoranti giapponesi aperti in occidente, vengono aggiunti a sproposito, quasi per peggiorare la situazione.

“Un rotolo di sushi tipico contiene 290-350 calorie e parlando di carboidrati ha l’equivalente di quattro fette di pane – afferma la Dottoressa Beller – Un California roll (cioè del sushi arrotolato che contiene un piccolo pezzo di pesce, maionese e avocado) è uguale a due panini farciti con bastoncini di granchio, una scheggia di avocado e un po’ di verdura”.
Il principale colpevole è il riso, che compone il 75% del piatto: non è bollito in acqua e viene insaporito con aceto di riso; è dunque particolarmente ricco di carboidrati e zuccheri.
Quanto al pesce contenuto nei sushi roll, spesso si tratta di nient’altro che polpa di granchio, un composto di pesce pieno di coloranti e conservanti.
Si arriva al peggio, poi, quando si intinge il sushi nella salsa di soia, che praticamente equivale a sale liquido.
Un altro problema è che il sushi non sazia: le persone dotate di grande appetito non potranno trovare in queste piccole porzioni un riempimento per tutta la giornata.

Ma non è detto che chi è attento alla propria linea deve per forza di cose rinunciare al sushi. Può concederselo ogni tanto come ricompensa, oppure mangiarlo più spesso, ma con moderazione, e preferibilmente nelle sue varianti poco elaborate.

[Credit: ilMessaggero]

Pasqua, le ricette per un menù vegetariano

Con il pranzo pasquale alle porte è iniziata anche la ricerca dei menù più sfiziosi da proporre in tavola per famiglia e amici. C’è chi si affida alla tradizione gastronomica italiana, puntando sul menù classico a base di carne e chi invece quest’anno ha deciso, per scelta etica o di gusto di dare uno strappo alla regola, optando per un menù vegetariano. Un passo in più per risparmiare quello che è un vero e proprio calvario per milioni di agnelli e capretti che ogni anno finiscono inevitabilmente sulle tavole degli italiani. Secondo gli ultimi dati Eurispes in Italia sono circa 4.2 milioni coloro che hanno scelto uno stile di vita basato su una dieta vegetariana e che imbandiranno quindi un pranzo un po’ meno tradizionale, celebrando però la vita anche a tavola.

Accogliere gli ospiti con un buon aperitivo è un modo pratico e piacevole per aprire il menù. In alternativa ai classici affettati, si potrebbero proporre delle tartine con robiola e un trito di noci, mandorle o pistacchi oppure un canapé di pane da toast con cipolla stufata e emmenthal grattugiato. Per i più piccoli i muffin con le zucchine sono l’ideale, perché morbidi e sani mentre per gli amanti della piadina si possono realizzare golosi rotolini: grigliate zucchine e melanzane, scaldate la piada, spalmatela di crescenza e riempitela con le verdure condite con sale e olio, arrotolate e tagliate a fettine. A Pasqua le uova sono d’obbligo, quindi spazio a spiedini con cui sbizzarrirsi alternando uova e pomodori, o piccole mozzarelle e olive. Per i vegani, che non consumano né uova né latticini, spazio a crostini con paté di olive e verdure, bruschette al pomodoro oppure pane pita con humus di ceci.

Per chi non volesse rinunciare alle classiche lasagne della nonna, potrà comunque deliziarsi con quelle vegetariane. Vi serviranno: un mix di verdure primaverili (asparagi, piselli, zucchine, carote), lasagne sottili, mozzarella e parmigiano grattugiato a volontà. Saltate le verdure in padella, partendo da un soffritto di cipolla a cui aggiungerete carote, piselli, zucchine a tocchetti e asparagi. Una volta cotta la verdura, preparate abbondante besciamella. Per farcire una teglia da 8 porzioni contate 1,5 l di latte, 150 grammi di farina 00, 150 gr di burro, noce moscata e sale. In un pentolino scaldate il latte. In una casseruola sciogliete il burro e aggiungete la farina, lasciate addensare continuando a mescolare per un paio di minuti. A questo punto aggiungete il latte caldo, continuando a mescolare per non creare grumi, fino al bollore. Proseguite la cottura finché la salsa non sarà ben addensata (circa 15 minuti). Versatela in una ciotola e copritela con pellicola a contatto. Quando la besciamella sarà tiepida, componete la lasagna alternando pasta, verdure, dadini di mozzarella, besciamella e parmigiano. Infornate per mezz’ora a 200 gradi.

Per quanto riguarda invece il secondo piatto, l’alternativa all’arrosto al forno con patate e rosmarino, potrebbe essere la bistecca di soia o di seitan già pronta oppure falafel di ceci e verdure, crocchette a base di miglio oppure patate e mozzarella, con un contorno classico di verdure. Il seitan in particolare ricorda il sapore e la consistenza della carne. È uno degli ingredienti cardine dell’alimentazione vegana, con i benefici dell’aglio, delle carote e della farina di ceci.

In alternativa ecco una ricetta originale e golosa, con pomodori ripieni di Emmenthal.

Vi serviranno: 4 pomodori, 16 fettine di Emmenthal, capperi, prezzemolo tritato, origano, olio extravergine di oliva, sale e pepe, pangrattato. Tagliate i pomodori a metà, svuotateli tenendo da parte l’interno, metteteli a scolare a testa in giù. Mescolate l’interno dei pomodori con prezzemolo, pangrattato e qualche cappero. Riempite ogni metà di pomodoro con mezza fettina di Emmenthal sul fondo, il composto e coprite con l’altra metà della fettina. Polverizzate con origano, con pepe e concludete con un filo di olio. Mettete in forno finché il formaggio non sarà fuso.

Per quanto riguarda il dolce i vegetariani avranno una scelta più ampia rispetto ai vegani, che invece si potranno sfiziare con una torta al cioccolato. Vi serviranno: due tazze di latte di soia (al gusto di cioccolato o vaniglia), una di farina di frumento integrale, una di farina bianca, una di sciroppo d’acero, mezza di cacao in polvere, mezza di zucchero di canna, due cucchiaini di lievito, due di aceto di mele, uno di sale, mezzo di cannella e mezzo di estratto di mandorla. Le due farine, cacao, zucchero, lievito, sale e cannella vanno setacciati ed amalgamati in un recipiente. A parte andranno invece mescolati olio, sciroppo d’acero, latte di soia, estratto di vaniglia ed aceto. I due composti vanno quindi amalgamati e versati in una tortiera, da porre in forno per circa mezz’ora. Una volta cotta, la torta va divisa in due metà e riempita con una crema preparata con: 500 grammi di tofu (dal quale andrà tolto il liquido in eccesso), ¾ di tazza di zucchero di canna, ¾ di tazza di cacao in polvere, quattro cucchiaini di estratto di vaniglia e 500 grammi di cioccolato fuso.

Tofu, sale e olio vanno passati al mixer per almeno un minuto, in maniera da formare una composto uniforme. Vanno quindi uniti zucchero, cacao, vaniglia e cioccolato fuso. Se alla fine la crema dovesse risultare troppo corposa, può essere diluita con qualche cucchiaio di latte di soia, fino ad ottenere la consistenza desiderata. Una volta fredda, la crema è pronta per farcire la torta.

‘Come’n Kitchen’ la nuova tendenza: cene a sorpresa e nuove conoscenze

Si chiama “Come’n Kitchen” ed è il catering creativo più famoso sul web. L’idea è nata da quattro under 30: Jacopo, 27 anni e studi in economia, Erica, 26, laureata in comunicazione, Nicolò, 28 anni, cuoco e Davide, barman di 29 anni. In poco tempo ha ottenuto un successo stratosferico, soprattutto su Facebook, dove è nato e si è sviluppato: “Serve solo una casa libera, al resto pensiamo noi” è il motto dei quattro giovani organizzatori.

Come’n Kitchen è una vera è propria organizzazione perfetta di eventi: bisogna “arrivare da soli“, o al massimo in due, e avere tanta voglia di conoscere gente nuova. È tutta una sorpresa.

“Funziona così — spiegano i quattro creatori — prima troviamo qualcuno disposto a metterci la casa, e per lui la cena è ovviamente gratis, poi raccogliamo le adesioni su Facebook e arriviamo con un catering completo, dai tavoli alle posate”. L’appuntamento è due volte al mese, sempre il mercoledì. Sopresa fino all’ultimo istante: una settimana prima vengono comunicati gli ingredienti, qualche giorno prima il menù e solo la mattina stessa si svela ai partecipanti l’indirizzo a cui presentarsi. Ogni serata ha un tema ad hoc, sempre diverso ed originale. Costo sui 30 euro a testa.

Silvia, 38 anni, alla sua seconda partecipazione alla “Come’n Kitchen”, dice: “A me la cosa che piace di più è proprio il segreto, il fatto che fino alla mattina non sai dove devi presentarti”. “Quello che mi piace di queste cene — continua Lucia, argentinaè che ti permettono di conoscere davvero altre persone. Al bar o nei locali non funziona, si resta sempre in gruppetti. Io invece vengo qui e mi siedo al tavolo da sola, vicino a personeimprobabili, diversissime da me, e mi diverto un sacco. Non me ne perdo una!”. Fabio invece, a 29 anni, si è anche fidanzato. Tutto grazie alla sorpresa, al buon cibo e alla grande curiositas.

Le coppie a corto di zuccheri litigano di più

Credit Photo: girlpower.it

Non vederci più dalla fame può scatenare liti di coppia

Lo ha stabilito uno studio condotto alla University of North Carolina di Wilmington, su 107 coppie sposate.

Anche le coppie più affiatate, se assalite dalla fame nervosa, tendono a diventare sensibili alla necessità di scatenare scontri accesi con il proprio partner. E, a quanto pare, l’ingrediente che non può assolutamente mancare in una coppia pacifica sono gli zuccheri. Quanto più basso è l’indice glicemico del nostro partner, tanto più questo sarà da tenere a bada.

Lo studio condotto da Brad Bushman, docente di comunicazione e psicologia della Ohio State University (Usa), e dai suoi colleghi, ha sottoposto le 107 coppie a due esperimenti.
Rigorosamente in stanze separate, è stato chiesto a mogli e mariti di misurarsi l’indice glicemico per 21 giorni, la mattina prima della colazione e la sera prima di andare a letto.
Sono stati poi muniti di una bambolina che rappresentava il proprio partner, e di 51 spilli da utilizzare all’occorrenza, calibrando la rabbia che provavano nei confronti del loro amato.
Il risultato? Quanto più basso era il glucosio nel sangue, tanti più spilli venivano conficcati nella bambolina che rappresentava la propria dolce metà.

La fame è nemica dell’amore, dunque

Perché non è finita qui. I comportamenti delle coppie cavie di questo esperimento sono stati sottoposti ad un ulteriore prova: una gara al computer in cui vinceva chi riusciva a premere più velocemente un bottone nel momento in cui appariva sullo schermo il segnale rosso che rappresentava il via a rumori assordanti, percepiti dalle cuffie del rispettivo compagno di gioco.
Anche qui, si sono mostrati più spietati coloro la cui glicemia era più bassa.

Prima di essere sottoposte a questi due esperimenti, le coppie in questione erano state identificate attraverso un test come coppie felici.
La quantità e la qualità degli alimenti ingeriti, infatti, influenza in modo determinante le nostre funzioni celebrali.
Così come vi sono alimenti in grado di favorire repentini sbalzi d’umore, esistono altrettanti cibi in grado di placare gli animi.

Dunque, assodato che le coppie a corto di zuccheri litigano di più, badiamo bene al non intraprendere discussioni importanti col partner in preda alla fame, soprattutto da zuccheri.