domenica, 7 Dicembre 2025

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Come riutilizzare le bucce della frutta

bucce della frutta
bucce della frutta

Tutti noi, per crescere in buona salute, dobbiamo progettare uno stile di vita sano, basato su una corretta alimentazione su un’attività fisica bilanciata. Tra i tanti alimenti preziosi, da dover adottare vi è principalmente la frutta che, spesso consumiamo però escludendo la sua buccia, nonostante sia morbida, in quanto la riteniamo parte meno essenziale del frutto. Ecco che, a tal proposito, potremmo analizzare alcune idee alternative, qui chiarite per apprendere e capire meglio come poter riutilizzare le bucce della frutta.

Sembrerebbe che, oggigiorno, l’idea di sostenere la natura, si stia sempre più diffondendo, tanto da voler riutilizzare ogni cosa che si pensava di gettare, al fine di recuperarla per progettare quel che è, più conveniente ad ognuno di noi, salvaguardando le nostre tasche e l’atmosfera che respiriamo.

Le bucce delle arance e, particolarmente quelle del limone non vanno assolutamente gettate poiché possono essere riutilizzate per detergere e lustrare a meraviglia il fondo della caffettiera, le stoviglie, le posate, gli oggetti di rame e i fornelli che nonostante siano ben puliti con i detersivi abituali, spesso rimangono unti e imbrattati, come se fossero ancora sporchi.

Per arricchire di sapore le nostre insalate in modo eccellente, possiamo adoperare il classico olio extravergine di oliva insaporito, per esempio con scorze di limone o di arancia che pensavamo di gettare. A tal proposito, è ben apprezzata e rinomata la crema di limoncello che si deve realizzare mediante la scorza dei limoni. Va comunque precisato, che in questo caso, trattandosi di preparazioni alimentari, è bene utilizzare la frutta biologica, per poter riciclare le inerenti bucce della frutta.

Inoltre spesso, specialmente quando si devono realizzare i dolci, le ricette richiedono sostanze che possano insaporire quel che si sta cucinando. Certo, si potrebbero adoperare le fialette da acquistare al supermercato ma sarebbe più giusto e opportuno adoperare la scorza di limone o, d’arancio ben lavata e grattugiata.

Nasce il primo “All you can eat” di pizzoccheri e sciatt

Credits photo: www.dailybest.it

La formula “All you can eat”, che ha sempre più successo per ristoranti giapponesi e cinesi e per il sushi, spopola anche per prodotti tipici della Valtellina, ossia per i pizzoccheri e per gli sciatt. L’idea è venuta a Fabio e Mauro, i gestori del ristorante “Crotto Quartino di Piuro“, in Valchiavenna, ristorante famosissimo del luogo da circa 70 anni.

Il locale è conosciuto soprattutto per i suoi super cibi, come salumi, costine, salsicce, polenta taragna e pizzoccheri bianchi della Valchiavenna che, come sottolinea Mauro, “sono diversi da quelli dei cugini Valtellinesi, di grano saraceno e verze, ma di un’altra versione, meno conosciuta, ma altrettanto valida, caratteristica della Valchiavenna, ossia quelli bianchi“. Questi ultimi, infatti, sono tra i piatti più gettonati dell’intero menù. Il tutto, ovviamente, accompagnato dal “Vin del Quartin”, il più scelto fra tutti quelli presenti.

Fabio e Mauro, i gestori del ristorante, hanno deciso di proporre questa formula innovativa nella sola serata del venerdì, che ha l’obiettivo di creare una festa ed un inno ai cibi tipici della Valchiavenna. Il costo è di 20 euro a persona e si può scegliere ciò che si preferisce dal menù, insieme ad acqua, vino – incluso nella promozione, però, solo il “Vin del Quartin” e non altre specialità – e caffè.

L’unica regola che viene imposta ai clienti è quella di non lasciare avanzi nel piatto perché, come dicono i proprietari, “mangiare a volontà è ok, sprecare è peccato“. Se si lascia qualcosa, quindi, si è costretti a pagare una somma più alta di 20 euro.

McDonald’s: arriva Sweety con Nutella

Credits photo: diregiovani.it

McDonald’s non smette mai di stupire i suoi clienti affezionati. E questa volta lo fa con un dolce da leccarsi i baffi, letteralmente. La nuova trovata del colosso dei fast food si chiama Sweety con Nutella: si tratta di un “morbido pane con un cuore di Nutella tutto da scoprire“.

La novità è disponibile in tutti i punti vendita, nel reparto McCafé, e, come riporta proprio il sito di McDonald’s, è “adatta a qualsiasi orario della giornata“: ideale da mangiare a colazione – come iniziare la giornata se non così? – a metà mattina o pomeriggio, come spuntino per riempire lo stomaco, o dopo i pasti, per finire in bellezza.

Proprio qualche ora fa, la pagina Facebook della catena statunitense ha dato la notizia a tutti i suoi seguaci. “È arrivata una soffice dolcezza a cui non saprete resistere. Provate subito Sweety con Nutella: morbido pane con un cuore di cremosa golosità!

Per quanto riguarda i valori nutrizionali, questa soffice dolcezza contiene circa 1078 kj per porzione, il 13%. Inoltre, come riportato nel sito, ci sono 6,4 grammi di proteine, 8,8 grammi di grassi, 0,41 grammi di sale, 1,9 grammi di fibre, 256 chilocalorie, 36 grammi di carboidrati, 3,5 grammi di grassi saturi e 3,5% grammi di zuccheri.

Per tutti gli amanti di McDonald’s, per i golosi e per chi non sa resistere ai dolci o alla Nutella, Sweety sarà davvero qualcosa a cui non si potrà dire di no. Provare per credere.

Il vero gelato artigianale

credits: www.nonsprecare.it

Durante la bella stagione, il gelato è uno dei cibi più apprezzati, grazie a quella sensazione di freschezza e sollievo che ci dà rispetto le alte temperature che caratterizzano l’estate.
Non sempre però il gelato che ci vendono nei bar e nelle gelaterie corrisponde al vero gelato artigianale, quello lavorato personalmente con l’utilizzo di materie prime di qualità.

Secondo un’indagine telefonica condotta da Periscope per Aiipa (Associazione italiana industrie prodotti alimentari) riguardo il gelato artigianale, che ha coinvolto gelatai in ogni angolo d’Italia, il 65% di loro ha ammesso di utilizzare basi per gelato: un mix composto da emulsionanti e stabilizzanti che servono per garantire la consistenza cremosa e non farlo sciogliere subito.

Occorre però distinguere i casi, tutto infatti è relativo e dipende dalla composizione di queste basi e dalla grammatura: più semplice e bassa è, migliore è la qualità del gelato. Nel dettaglio, nel caso di basi a bassa grammatura è il gelataio ad aggiungere la maggior parte degli ingredienti facendo la differenza anche nella scelta di questi ultimi, prediligendo quelli freschi come il latte per esempio, al posto di quello UHT, la panna o le uova; il gelato ha un gusto migliore.
Le basi ad alta grammatura invece sono praticamente un gelato semipronto, al quale il gelataio deve solo aggiungere acqua e il gioco è fatto.

Normalmente le basi compongono circa il 10% di un gelato fresco. Il resto ce lo mette il gelatiere” ha spiegato al National Geographic Fabrizio Osti, tecnologo alimentare e presidente di Aiipa gruppo prodotti per gelato. “Molti gelatieri si fanno preparare dalle industrie (che sono quasi sempre piccole-medie imprese) delle basi personalizzate, fornendo loro precise ricette da eseguire“.

Come fare allora per riconoscere un vero gelato artigianale?

1. Gelato troppo lucido

Un gelato troppo lucido contiene un eccesso di grassi e/o zuccheri. I grassi in particolare, hanno un potere anticongelante quindi tendono a sciogliere il gelato in superficie conferendogli eccessiva lucidità.

2. Ruvidità

Il buon gelato artigianale deve incamerare aria perché l’aria dona cremosità all’impasto. Una trama ruvida è segnale di presenza di una buona quantità di aria nel gelato quindi va bene.

3. Onde enormi di gelato

credits: www.ilfattoalimentare.it
credits: www.ilfattoalimentare.it

Le grandiose onde di gelato, che si innalzano nelle vetrine, enormi e immobili, sono totalmente innaturali, sarà sicuramente gelato chimico; un gelato artigianale vero, infatti, non potrebbe tenere questa forma sopra la linea del freddo (la vaschetta) senza sciogliersi; richiede dunque un uso massiccio di addensanti chimici.

4. La sete

Un buon gelato non deve stimolare un’immediata sensazione di sete, altrimenti significa che contiene una eccessiva dose di grassi o zuccheri, responsabili della sensazione di sete. I grassi in particolare stimolano il desiderio di bibite gasate, per la sensazione sgrassante delle bollicine.

5. Frammenti di ghiaccio

I frammenti di ghiaccio indicano un gelato vecchio, non ben conservato, riutilizzato, ri-mantecato, non abbattuto correttamente.