lunedì, 8 Dicembre 2025

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Tiramisù: ecco vari modi per prepararlo (FOTO)

credits: http://www.gushmag.it

Il tiramisù è uno dei dolci più amati di sempre. Si tratta di un dessert che si è diffuso in tutta Italia, soprattutto a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, ma di cui non sono ancora certe le origini. Sono tante infatti le regioni che rivendicano la sua provenienza, come il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e il Piemonte.

Il tiramisù vanta il titolo di “dolce italiano più amato all’estero” e la sua particolarità è quella di poterlo preparare in moltissimi modi diversi. I più appassionati infatti possono tirare fuori tutta la loro creatività e fantasia e cimentarsi in ricette originali e stravaganti. Insomma, con il tiramisù ci si può davvero sbizzarrire.
Vediamo alcune ricette:

Ricetta tradizionale

credits: http://winedharma.com/it
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Partiamo con quella più conosciuta e internazionale: la ricetta originale. Il tiramisù non è un dolce particolarmente difficile da preparare. Ricordiamone il procedimento: per prima cosa si inzuppano i savoiardi nel caffè e si fa un primo strato, poi si mescolano mascarpone, zucchero e uova e si stende la crema, poi si adagia sopra un altro strato di savoiardi, si finisce con la crema e si decora con cacao in polvere.
Se volete dei consigli, cercate di utilizzare ingredienti freschi e lavorati a crudo. Cercate inoltre di non conservarlo a lungo, dovrebbe essere consumato entro 24 ore.

Ricetta light

credits: http://www.10elol.it
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Purtroppo il tiramisù è tanto buono quanto calorico. Pensate che un etto contiene ben 400 calorie, una vera e propria bomba. Ci sono tuttavia svariati modi per rendere il dolce più light, adatto anche a chi ama mantenere la linea senza rinunciare al gusto. Al posto del mascarpone, preferite un formaggio più magro e leggero, come la ricotta o lo yogurt con lo zero per cento di grassi. Al posto dei savoiardi, invece, scegliete biscotti secchi, come i frollini o gli oro saiwa. Insieme aggiungete della frutta fresca, che donerà un tocco di colore e di gusto in più.

Ricetta vegan

credits: http://www.tuttogreen.it
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Chi segue una dieta vegana invece, dovrà sostituire tutti gli ingredienti di origini animale. Dunque, niente uova, formaggio e panna. Come? Innanzitutto, al posto dei savoiardi si usano dei biscotti vegani, poi, invece del mascarpone, uno yogurt o un budino di soia. Un’ottima alternativa allo zucchero invece potrebbe essere lo sciroppo d’agave. E la panna? Quella vegetale, ovviamente.

Ricetta salata

credits: http://blog.giallozafferano.it
credits: http://blog.giallozafferano.it

Forse quella meno conosciuta è la ricetta che, pur mantenendo la crema a base di formaggio, la arricchisce con frutta fresca o secca e verdure di stagione. Al posto dei biscotti, invece, si opta per dei semplici grissini, pane o fette biscottate. Dimenticate il cacao, per queste ricette si useranno parmigiano reggiano o Grana padano grattugiati.

Naturalmente, queste sono solo alcune delle mille ricette disponibili. Tra le più originali e particolari troviamo quella con liquori o alcolici (come la birra e il limoncello), quella alla Nutella, al basilico, al pistacchio e, per i più piccini, anche con gli smarties.
Siete pronti a stupire i vostri amici con una di queste?

Le ricette italiane più diffuse all’estero

credits: ricette.foxlife.it

La Coldiretti ha condotto una ricerca riguardo le ricette italiane che più vengono riproposte all’estero e soprattutto nei Paesi europei. Quello che la Coldiretti ha scoperto è che la maggior parte degli italiani, che per vari motivi si trovano fuori dall’Italia ma che vogliono lo stesso mangiare cibo italiano, restano delusi dalla preparazione delle pietanze così come dal gusto finale di queste.

Le ricette italiane che più malamente vengono riproposte sono: gli spaghetti alla bolognese, la cotoletta alla milanese, la pasta alla carbonara, la pasta al pesto, la caprese, la pasta alla norma, il tiramisù.
Questi piatti vengono solitamente serviti in versioni bizzarre rispetto quelle che sono le ricette italiane tradizionali. Ad esempio l’abitudine belga di usare nella carbonara la panna al posto del pecorino, quella tedesca di usare l’olio di semi nella cotoletta alla milanese al posto del burro, quella olandese di utilizzare la panna al posto del mascarpone nel tiramisù.

La Coldiretti sottolinea:” É significativo e preoccupante il fatto che uno dei piatti italiani più diffuso siano gli spaghetti alla bolognese, conditi con salsa di pomodoro e polpettine, che spopolano in Inghilterra, ma che non esistono nella tradizione nazionale se non nei menù acchiappa-turisti”.
Tra le altre ricette italiane più tradite ci sono anche la pasta al pesto riprodotta con mandorle e pistacchi al posto dei pinoli e il formaggio comune che sostituisce l’immancabile parmigiano reggiano e il pecorino romano; anche la caprese viene mal riprodotta perché servita con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala.

La Coldiretti ricorda anche la carbonara che recentemente è stata oggetto dello scandalo in Francia, attraverso il video shock che mostrava farfalle con panna, uovo crudo, pancetta ma soprattutto la pasta veniva stracotta. Per non parlare della tipica pasta alla Norma che viene spesso proposta senza l’immancabile ricotta salata.
Aumenta anche l’offerta nei supermercati europei dei piatti italiani pronto uso, come ad esempio il sugo liofilizzato, le lasagne in lattina, che farebbero indignare qualsiasi consumatore italiano.


Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, ha affermato:” Dalla tutela delle ricette tipiche dipende molto del successo dei prodotti Made in Italy sui mercati internazionali”; infatti il Dossier Coldiretti ha collaborato alla “task force” dei Carabinieri dei Nas all’estero, per verificare cosa si mangia di italiano in Europa e per difendere il vero Made in Italy di migliaia di agricoltori italiani, produttori, cuochi.
Sulla base di questo il presidente della Coldiretti ha sottolineato che l’Italia deve contare molto sulle proprie ricette e sulla propria cucina tipica poiché fra qualche anno ci saranno più cuochi che operai, dati dimostrati dall’aumento delle iscrizioni dei giovani negli istituti alberghieri piuttosto che in quelli di indirizzo industriale.

Il problema dell’acqua: in bottiglia o del rubinetto?

Fonte: blogspot.com

Secondo il Censis, l’Italia si trova al secondo posto in Europa per il consumo di acqua in bottiglia, anche se la nostra acqua pubblica è la meno cara.
Infatti gli italiani continuano ad acquistare acqua naturale e frizzante imbottigliata nonostante quella dei rubinetti delle nostre case sia potabile, e nonostante la diffusione delle fontanelle pubbliche comunali che permettono di poterla bere a prezzi bassissimi o addirittura gratis.

Discorso a parte per quelle zone italiane in cui l’acqua pubblica non è potabile, nel resto d’Italia è abbastanza inspiegabile il motivo per il quale le famiglie preferiscono acquistarla. Forse si pensa sia più sicura rispetto quella del rubinetto ma in realtà non sempre si ha questa garanzia; in Francia sono state ritrovate bottiglie contaminate da pesticidi e farmaci, oltre che acquistare acqua imbottigliata significa anche accumulare una grande quantità di rifiuti.

Le nostre tariffe per il servizio idrico sono le più basse d’Europa, con 85 centesimi al giorno per famiglia. In media una famiglia di tre persone con un consumo annuo di 180 metri cubi spende 307 euro all’anno per l’acqua pubblica, 25,6 euro al mese: quanto il costo di una tazzina di caffè al bar al giorno (85 centesimi). Si tratta dello 0,9% della spesa media mensile di una famiglia. Per lo stesso servizio in Spagna si spendono 330 euro all’anno, in Francia 700 euro, in Austria, Germania e Regno Unito 770 euro.

credits: ilfattoalimentare.it
credits: ilfattoalimentare.it

Sebbene l’acqua pubblica sia a buon mercato, il 61,8% delle famiglie italiane acquista acqua minerale e il consumo medio è pari a 192 litri all’anno per persona. Secondo il Censis, il 31,2% della popolazione non si fida di quella che esce dal rubinetto della propria abitazione: una percentuale che sale nettamente al Sud (si arriva al 60,4% in Sicilia).

Di certo in Italia non manca l’inefficienza dei depuratori, che conduce la gente a pensare che l’acqua del rubinetto non è buona da bere mentre quella imbottigliata si.
Allora occorrerebbe aumentare l’efficienza dei depuratori idrici, ma dovremmo essere anche noi italiani a stimolare questo, scegliendo di non comprare sempre solo quella in bottiglia ma piuttosto bere quella delle nostre case.

Gran Bretagna e Caffè: un duo inscindibile (FOTO)

Credit: themes.com

Se pensiamo immediatamente a una delle bevande preferite dagli inglesi, sicuramente ci viene in mente una sola risposta: tè, versato in tazze di porcellana. Eppure, nel corso di questo ultimo decennio, qualcosa è cambiato: quotidianamente vengono consumate, nel Regno Unito, circa 70 milioni di tazze di caffè. Si può dire che la dipendenza dalla caffeina abbia travolto sorprendentemente anche gli inglesi.

Negli ultimi 15 anni, il caffè ha avuto un successo a dir poco straordinario e, per l’appunto, oggi, qualsiasi bar inglese prepara la bevanda nera. In particolare due catene di negozi molto famose in Gran Bretagna, il Costa e il Caffè Nero, hanno moltiplicato le loro boutique nella città, facendo assaporare i vari chicchi di caffè provenienti da tutto il mondo. Inoltre, i ‘Caffè’, intesi come luoghi di ritrovo, offrono la possibilità non solo di lavorare – grazie all’installazione di WiFi – ma anche di passare qualche ora in compagnia, accompagnandosi con una bella tazza di caffè. Piccole indiscrezioni ci dicono anche che bere il caffè è un modo per copiare la vita cosmopolita di New York.

C’è una grande consapevolezza tra i consumatori del caffè, visto ormai come una vera e propria specialità culinaria – analoga alla crescita della birra o del cibo artigianale.” Dice Tom Hyde, co-proprietario di Brew Lab, il più grande negozio specializzato di caffè in Scozia. E non è tutto: ad aumentare non solo solamente i numeri che riguardano le tazze di caffè al giorno, ma i dati ci dicono che le persone – circa un terzo della popolazione inglese – sono spinte a comprare le macchine del caffè espresso, in modo da avere questa bevanda anche a casa.

Gli esperti, infine, ci aggiornano dicendoci che ad oggi la Gran Bretagna ha una delle più vivaci culture di caffè al mondo, e questo sicuramente dimostra la sua apertura nei confronti delle tradizioni straniere.