venerdì, 26 Dicembre 2025

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Uova di Pasqua fai da te: alcuni consigli su come decorarle (FOTO)

credits: pourfemme.it

La storia delle uova di Pasqua è davvero antichissima. In effetti le uova di cioccolato hanno una storia più recente, ma quelle decorate e colorate hanno la loro origine nelle più disparate tradizioni pagane. Molti più di duemila anni fa, i Greci prima e i Persiani poi, vedevano nell’uovo il simbolo della fertilità e di rinascita. Gli agricoltori dell’antica Roma avevano l’abitudine di seppellire lungo i loro terreni delle uova colorate di rosso sperando in un buon raccolto. Con l’avvento de Cristianesimo molto rito pagani vengono assorbiti dalla nuova religione. Nella Pasqua cristiana l’uovo resta l’antico simbolo di buon augurio, con un solo cambiamento. Non è più il simbolo di rinascita della natura, ma di rinascita dell’uomo.

Le uova, protagoniste delle nostre tavole imbandite del pranzo pasquale, possono anche essere decorate. Ecco alcuni consigli su come farlo. Se vi state chiedendo se le uova decorate siano sode o vuote, la risposta è che non c’è alcuna differenza. Potete decorarle entrambe.

Nel caso in cui vogliate decorare uova sode, dovete prendere un pentolino e riempirlo d’acqua. Poggiatelo sul fuoco e mettete le uova dentro. Dopo aver portato l’acqua ad ebollizione coprite il pentolino e lasciate in infusione per circa 20 minuti. Dopo fate raffreddare le uova sotto l’acqua fredda corrente.

Se volete dipingere uova vuote basterà fare due piccolissimi fori, uno per ogni estremità dell’uovo. Dopo soffiate con forza in uno dei due fori e il contenuto uscirà dall’estremità opposta.

Se volete mangiare le uova che avete precedentemente decorato, è necessario usare dei coloranti ottenuti in maniera naturale: cavolo rosso per avere un colorante rosso e barbabietola per avere il colore blu. Spinaci per le uova verdi e caffè per quelle marroni. Succo d’uva per il viola. Per colorare le uova bisogna far bollire per circa 30 minuti l’acqua insieme ai vegetali e dopo lasciarli raffreddare. Dopo aver aggiunto 2 cucchiai di aceto per evitare la rottura del guscio delle uova, si immergono queste ultime nella pentola e le si lascia cuocere a fuoco basso per circa 10 minuti. Alla fine le uova saranno colorate, ma le tinte appariranno abbastanza tenui.

credits: blog.portanatura.it
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Se la tinta unica non vi piace e volete decorare le uova con dei disegni ecco come personalizzarle.

1. Decorazioni floreali

Procuratevi dei fiori o delle foglie dai bordi ben delineati e, dopo aver cosparso l’uovo di uno strato sottilissimo di albume, attaccateli al guscio dell’uovo. Avvolgete l’uovo in una calza e immergetelo nell’acqua colorata per circa mezz’ora. Dopo che l’uovo si è raffreddato, staccate delicatamente le foglie e i fiori. La decorazione è completa.

credits: trinitynews.it
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2. Decorazioni cerate

Prendete un uovo già colorato precedentemente e cospargetelo di colla vinilica. Prendete degli elastici di diverso spessore e legateli intorno all’uovo per creare dei disegni astratti. Dopo che l colla si sarà asciugata, immergete le uova in un secondo bagno di colore e lasciate riposare per tutta la notte. La mattina successiva per vedere i disegni ottenuti, togliete delicatamente la colla e gli elastici.

credits: fotogallery.donnaclick.it
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3. Decorazioni a tempera

Colorando le uova con in modo naturale non si otterranno chiaramente risultati brillanti al massimo. Se possiamo fare a meno di mangiare le uova decorate, usare le tempere sarà la soluzione perfetta. Dopo aver fatto bollire le uova e averle fatte raffreddare, si dovrà dare libero sfogo alla creatività. Disegnare a con le tempera a mano libera vi permetterà di usare la vostra immaginazione come meglio credete. Le tinte saranno sicuro più forti e luminose.

credits: fotogallery.donnaclick.it
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4. Decorazioni con decoupage

Questa è una tecnica molto semplice. Dopo aver cosparso le uova con uno strato di colla vinilica, bisognerà attaccare delle immagini prima ritagliate dalle riviste da buttare. Le immagini potranno essere di tutte le forme e di tutte le dimensioni, l’unica regola da rispettare è che vi piacciano. Dopo averle incollate alle uova, passate alla colorazione. In effetti, nella tecnica di decorazione a decoupage, oltre ad immagini di carta, potrete usare anche delle perline, fiori secchi o pasta salata per trasformare la vostra decorazione in un bellissimo spettacolo 3D.

credits: unadonna.it
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Le bevande gassate sono dannose per la salute

credits: www.coscienza-universale.com

Molti Paesi del mondo hanno un numero significativo di decessi che si verificano a causa di un fattore: le bevande gassate e zuccherate.
I ricercatori hanno stimato mortalità e disabilità per diabete, malattie cardiache e tumori legate a consumo eccessivo di bevande che contengono alti valori di zucchero. Perché le bevande gassate fanno male?

Le bevande gassate aumentano il rischio di prendere peso nei posti sbagliati; questi posti sono quelli dove il grasso si deposita intorno agli organi vitali, quali fegato, reni, intestino e stomaco. La presenza di grasso intorno a queste zone sembrerebbe altamente correlata allo sviluppo del diabete di tipo 2 e altre malattie infiammatorie.

Le bevande gassate non saziano; lo zucchero delle bibite è composto all’incirca dal 50 per cento di glucosio e dal 50 per cento di fruttosio e il problema è che il cervello riconosce l’assunzione del fruttosio solo quando questo viene assunto con le fibre, per esempio quando si mangia la frutta. Mentre quando introdotto in forma liquida non fa scattare il meccanismo della sazietà, quindi è inevitabile che si cerchino di assumere più calorie del necessario, e questo comporta l’aumento del peso.

Bere bevande gassate può provocare resistenza all’insulina; il compito principale dell’insulina è smistare il glucosio dal sangue alle cellule giuste e quando si assume troppo zucchero l’organismo è costretto a produrre sempre più insulina. Questo provoca l’insulino resistenza che spesso rappresenta l’anticamera per il diabete.

Inoltre il consumo eccessivo di bevande gassate provoca dipendenza perché lo zucchero rilascia un neurotrasmettitore che è la dopamina che ci fa sentire bene, ecco il motivo per il quale risulta difficile rinunciare.

credits: www.corriere.it
credits: www.corriere.it

Sulla base di queste consapevolezze il ministro dell’economia della Gran Bretagna, George Osborne, ha deciso di introdurre una sugar tax, una tassa ad hoc che mira a colpire lo zucchero e quindi le bevande che lo contengono ma anche gli alimenti.
L’obiettivo del ministro è soprattutto quello di combattere l’obesità infantile, stimando tra l’altro un gettito di 520 milioni di sterline ogni anno che saranno impiegate a sostegno di attività sportive nelle scuole.
Le bevande saranno suddivise in due aree a seconda della quantità di zuccheri in esse contenute: nel primo gruppo rientreranno quelle con più di 5 grammi di zucchero ogni 100 ml; nel secondo quelle ancora più zuccherate, con più di 8 grammi ogni 100 ml. La tassa entrerà in vigore tra due anni, al fine di consentire alle imprese di modificare gli ingredienti nei loro prodotti.
Per giustificare questa azione, George Osborne ha affermato: “Non voglio dover riguardare indietro a questo mio periodo in Parlamento, avendo ricoperto questo ruolo e dover dire alla generazione dei miei figli mi dispiace, sapevamo che avrebbero causato malattie ma abbiamo evitato di prendere decisioni difficili e non abbiamo fatto niente”.

Di certo l’azione del ministro condurrà, se ben gestita, a dei risultati importanti, anche se i produttori non la penseranno allo stesso modo; le associazioni di categoria inglesi, infatti, si sono mostrate estremamente deluse da questa decisione.

Cheerios: scompare l’ape dalla scatola dei cereali

credits photo: popsci.com

L’azienda canadese Honey Nut Cheerios, madre dei golosi cereali omonimi, ha deciso di ridisegnare la scatola di questi ultimi, eliminando la simpatica ape Buzz, che per anni ha sponsorizzato il prodotto. Il motivo non è da ricercare in una banale scelta di design, anzi. La Cheerios, infatti, ha preso questa decisione per attirare l’attenzione sulla massiccia scomparsa delle api.

Il noto marchio ha rimosso dalla scatola di cereali la storica mascotte volante, per cercare di sensibilizzare i consumatori al problema delle api, attraverso una campagna: #BringBackTheBees.
Sul sito ufficiale della campagna è stato riportato che, Buzz è assente perché: “…qualcosa di serio sta accadendo nel mondo delle api. Con il progressivo deterioramento delle loro colonie, milioni di api stanno scomparendo dappertutto . È ora di fare qualcosa per loro”.
Questa decisione, dalla nobile motivazione, ha come obiettivo quello di portare il problema all’attenzione di tutti.

“Un terzo dei cibi che mangiamo sono prodotti grazie al naturale processo di impollinazione delle api. La nostra è una vera e propria chiamata all’azione per i cittadini canadesi, affinché piantino 35 milioni di semi di fiori selvatici per fronteggiare il problema della riduzione della popolazione delle api”, ha dichiarato Emma Eriksson, direttrice marketing della General Mills, durante una conferenza stampa.
Proprio per questo, l’azienda alimentare americana General Mills sta donando confezioni di semi di fiori selvatici da piantare, che possono essere richieste da chiunque direttamente dal sito ufficiale.

Marla Spivak, professoressa di Entomologia all’Università di Minnesota, spiega che “una serie di minacce incombe sulla popolazione delle api del Canada, ma il più grande pericolo è l’eliminazione di piante da fiore e, più in generale, della copertura vegetale nelle aree urbane e rurali. Occorrerà, dunque, piantare 35 milioni di fiori selvatici al fine di costruire un habitat naturale per le api, aiutandole così nell’approvvigionamento del cibo”.
Da uno studio condotto dall’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services, è emerso che in nord America e nel nord-ovest dell’Europa, non solo le api ma tutti gli insetti impollinatori, sono seriamente a rischio estinzione.

Le api sopravvivono grazie al nettare e al polline dei fiori selvatici, e noi abbiamo bisogno di queste piccole ma importanti creature per sopravvivere.
Simon Potts, uno degli autori dello studio e professore di biodiversità presso l’Università di Reading, conclude affermando che, senza le api “molti di noi non potrebbero più godere di caffè, cioccolato, mele e molti altri cibi che sono parte delle nostre abitudini quotidiane”.

Agnello pasquale e vino, tutti i possibili accompagnamenti

credits: mangiarebuono.it

La Pasqua si avvicina ed è opinione comune scegliere, come pietanza principale del pranzo pasquale, l’agnello.
Le ricette che prevedono la preparazione di agnello sono tante e varie ma soprattutto, ormai, alla portata di tutti.
Ma quali sono i vini che possono abbinarsi ed adattarsi al meglio a questa pietanza? E quali sono le caratteristiche che dovrebbero avere?

Sicuramente il vino da abbinare cambia in base al metodo di preparazione dell’agnello; per quanto questo abbia delle proprie caratteristiche gustative, l’aggiunta di uno o più ingredienti diversi può totalmente modificare la scelta del vino in abbinamento, quindi occorre stare attenti alla ricetta di partenza.

Nonostante la presenza di varie ricette a base di agnello con o meno aggiunta di salse e contorni, la ricetta che in Italia va per la maggiore è l’agnello al forno.
L’agnello al forno è un piatto strutturato e dal punto di vista gustativo ha: succulenza data dalla carne, aromaticità e speziatura data dall’aggiunta di erbe aromatiche ed eventuali spezie, pancetta per ammorbidire la carne che darà al piatto un tono untuoso.

Partendo da queste caratteristiche i vini che meglio si abbinano sono rossi, di buona gradazione alcolica, tannici e con un importante quadro aromatico.
I tannini e l’alcool servono a contrastare e asciugare la presenza di liquido in bocca data dalla succulenza della carne, il quadro aromatico serve a bilanciare la persistenza gustativa data da aromaticità e speziatura del piatto.

I vini italiani da abbinare all’agnello potrebbero essere: Brunello di Montalcino, Barbaresco, Chianti, Aglianico del Vulture.
Sono tutti vini importanti non solo per il nome e per il riconoscimento legislativo, ma anche dal punto di vista delle caratteristiche organolettiche che possiedono; questi vini sono strutturati come lo è anche il piatto in questione, sono tannici ma non in modo eccessivo, possiedono quel quadro aromatico e quindi una persistenza gustativa tale da sorreggere quella propria dell’agnello al fine di valorizzare il gusto della pietanza senza coprirlo e viceversa.

Vero è che occorre dare al piatto tanta importanza, alla sua preparazione, agli ingredienti da utilizzare, ma è altrettanto importante saper scegliere il vino giusto per magnificarlo e allo stesso tempo esaltare il piatto.
Significa creare una perfetta fusione tra gli elementi del cibo, l’agnello in questo caso, e quelli del vino, raggiungendo un perfetto ed appagante risultato gustativo.