venerdì, 26 Dicembre 2025

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Proposte dal mondo del cibo: ristorazione, dieta, ricette e cucina

Wine sharing, il vino diventa democratico

credits: www.castlexperience.com

È opinione comune che partecipare alle degustazioni organizzate di vini sia difficoltoso poiché i costi sono elevati, soprattutto quando le bottiglie da degustare sono pregiate e quindi vendute a prezzi, spesso, inaccettabili. Bicerìn, un’importante enoteca di Milano in zona Porta Venezia, si è posta proprio questo problema sperimentando un’interessante proposta: il “wine sharing”.

“Wine sharing” significa condivisione del vino. Appassionati di vino, esperti e non, potranno degustare in compagnia bottiglie di annate speciali e dunque condividerle, trasformando una degustazione d’élite in una più democratica.
Bicerìn ha organizzato una serie di sette appuntamenti, ed ogni settimana, sulla pagina web dell’enoteca e “wine room”, si annuncia una preziosa bottiglia in degustazione. Da lì si creano tavoli da massimo sei persone, per offrire a tutti gli appassionati un’occasione per scoprire vini rari.

I soci dell’enoteca, Silvia Amoni, Alberto Gugliada e Lorenzo Viola hanno preparato una lista di “Top Wine” che mescola sapientemente etichette rare e prodotti unici in grado di incuriosire i wine lovers. La lista prevede: “Barolo Cavallotto Riserva Bricco 2004”, “Oasi degli Angeli Montepulciano Kurni 2013”, “Chateau de Pommard 2004”, “Amarone Trabucchi Riserva 2004”, “Le Macchiole Scrio 2011”, “Henri Boillot Corton Charlemagne Gran Cru 2008” e “Champagne Bruno Paillard NPU 1999”.
Ad accompagnare la degustazione, inoltre, ci sarà una selezione gastronomica appositamente pensata dalla cucina dell’enoteca, che cambierà di volta in volta a seconda della proposta per meglio abbinarsi alle differenti caratteristiche organolettiche dei vini.

credits: smarknews.it
credits: smarknews.it

Coniugare la passione per i vini di grande qualità e la necessità di non spendere un patrimonio per poterli degustare è possibile grazie al “wine sharing”, che rende democratico il vino e offre a tutti gli appassionati un’occasione per scoprire vini rari, ma soprattutto confrontarsi sulle emozioni che queste preziose bottiglie trasmettono.
Degustare un vino significa analizzarlo attraverso il senso della vista, dell’olfatto, del gusto per valutare la sua qualità, quindi conoscerlo attraverso i profumi e i sapori. Ci sono sapori che ci riportano indietro nel tempo, attivano ricordi sensoriali, emozioni. Se poi al vino sono abbinate delle eccellenze gastronomiche che lo valorizzano e lo completano, e ancor di più si aggiunge a questo l’unione fra più appassionati si ottiene una perfetta armonia.

Il brunch all’italiana

Credit: jack's wife freda

C’è un posto a New York City sulla 224esima, tra Kenmare street e Cleveland Palace che si chiama Jack’s Wife Freda e fa il miglior brunch di sempre. La domenica mattina è costellato da newyorkers affamati alle prese con uova e bacon, waffle, pancakes frutta e miele, french fries. Le tazze di cappuccino schiumoso si fanno largo tra i tavolini tondi attaccati alle vetrate del locale e tutto ha quel sapore di condivisione tipico del buon vecchio pranzo della domenica.

Cosi, da Lafayette street, il brunch attraversa l’oceano atlantico per approdare nei locali più in voga delle nostre città, dando il via ad un rito di fine settimana fatto di caffè, centrifughe, succhi di frutta, cibo a volontà e la giusta dose di pettegolezzi privati.
Questo perché amiamo i nuovi trends, sopratutto se assecondano le nostre comodità.
Così il piacevole palliativo per l’hangover del sabato notte, diventa una moda ben posizionata tra breakfast e lunch, dai gusti anglosassoni, statunitensi e nostrani.

La tendenza recente prevede che il brunch sia il pasto preferito sulle spiagge di Rimini e della Costa Smeralda, in cui vengono proposti piatti freschi, frutta e verdura. Tuttavia la propensione d’introdurre il brunch nella nostra routine è diffuso un po’ in tutta la penisola.

A Roma, ad esempio, da The Perfect Bun il brunch viene servito al buffet e comprende piatti della tradizione americana tra cui: muffin, onion rings, cheescake, omelette. A Milano i luoghi più quotati per il brunch sono Le Fonderie Milanesi, California Bakery sempre di stampo statunitense, con hamburger, bagel farciti, uova strapazzate. In questo locale si può tra l’altro comprare il classico cestino di paglia con un menù perfetto per due persone e noleggiare la coperta e i cuscini per fare un picnic nel parco adiacente. A Genova invece, viene servita un’ottima colazione rinforzata da Blanco, uno dei locali più in della città che propone un menù salato di cui fanno parte arrosti, croissant dolci o con ripieno di creme formaggio e verdure, pizza, piatti a base di farro e torte a base di verdure. Tra le bevande diversi tipi di vino e succo di pomodoro. Infine, chiudiamo il cerchio con Blanc à Manger, a Catania, una sorta di mdoerna bakery nella quale si servono sandwich, minipanini, tapas, dolci di vario tipo accompagnati da succhi di frutta e prosecco.

Diserbante nelle birre tedesche, ecco i marchi a rischio

Un’analisi dell’istituto per l’Ambiente di Monaco ha riscontrato che in diverse birre tedesche è presente il diserbante glifosato.
Il test ha coinvolto 14 tra le marche più conosciute in Germania: Beck’s, Paulaner, Warsteiner, Krombacher, Oettinger, Bitburger, Veltins, Hasseroeder, Radeberger, Erdinger, Augustiner, Franziskaner, König Pilsener e Jever.
Sono stati registrati livelli di presenza nella birra che oscillano tra 0,46 e 29,74 microgrammi per litro, in certi casi 300 volte superiori rispetto a 0,1 microgrammi per litro che è il limite da non superare per legge. Questo limite però è specifico solo per l’acqua potabile in quanto, per altre bevande come la birra non è mai stato imposto.

altoadigeinnovazione.it
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La polemica è subito scoppiata tra gli Istituti di ricerca e i produttori.
Nel 2015 il glifosato è stato classificato come “probabile cancerogeno” dall’IARC (International Agency for Research on Cancer) e Sophia Guttenberger, dell’istituto di Monaco che ha compiuto la ricerca, ha detto che “una sostanza, che potrebbe essere cancerogena, non perde nulla né nella birra né nel corpo umano”.
D’altro canto i produttori reputano lo studio “non credibile” e puntano il dito contro le importazioni di malto d’orzo.

L’assunzione di zuccheri: come reagisce il corpo?

Credits: www.petakilan.com

Lo zucchero è un elemento importante nella nostra dieta quotidiana. Insieme all’amido, rientra nella categoria dei carboidrati ed è costituito da carbonio, idrogeno e atomi di ossigeno. Nel nostro corpo agisce come combustibile, i carboidrati sono infatti la nostra principale fonte di energia e cibo per le nostre cellule.

I nostri antenati cercavano cibi dolci per aumentare la loro possibilità di sopravvivenza quando il cibo era scarso, dato il loro alto contenuto di energia. La passione per lo zucchero, sia per gli esseri umani che per gli animali, deriva dal suo sapore dolce. In natura questo è un indicatore necessario per capire quali alimenti sono sicuri da mangiare o meno: non a caso frutta e piante velenose tendono ad avere un sapore acido o amaro.
Nel mondo moderno la presenza di alimenti con zuccheri aggiunti e di bevande gassate hanno fatto in modo che la dolcezza sia categorizzata nella mente umana esclusivamente come sensazione di piacere, con il tragico risultato che lo zucchero è presente in molti degli alimenti che consumiamo. Se ciò rappresenta una buona notizia per le nostre papille gustative, è piuttosto “malsana” per la nostra salute.

In questo modo molti di noi superano le giuste quantità da assumere quotidianamente. L’adulto medio consuma circa 63 grammi di zucchero (circa 16 cucchiaini) ogni giorno, quantità che rappresenta più di due volte la dose giornaliera raccomandata. Il tener traccia della quantità di zucchero assunta non è semplice, lo zucchero si trova in alimenti non sospetti e spesso sotto nomenclature diverse.

Lo zucchero nel corpo

Lo zucchero è digerito da alcuni enzimi che lo scompongono in glucosio nell’intestino tenue. Il glucosio viene poi rilasciato nel flusso sanguigno che lo trasporta nei muscoli e negli organi per poi essere convertito in energia spendibile. Il pancreas, attraverso le cellule beta, ha il compito di monitorare costantemente la quantità di glucosio nel sangue e di rilasciare insulina quando necessaria. Quando si assumono più zuccheri di quanto il corpo ha bisogno, vengono “conservati” per poter essere utilizzati in un altro momento, mantenendo costanti i livelli di zucchero nel sangue. Se il corpo smettesse di produrre la giusta insulina, o se le cellule diventassero resistenti ad essa, si è in presenza del diabete, malattia che fa raggiungere un livello pericoloso di zucchero nel sangue.

Ecco cosa succede al tuo corpo quando esageri con i dolci

L’esagerazione, di qualsiasi natura essa sia, comporta generalmente degli scompensi. Se lo zucchero da una parte è indispensabile per il buon funzionamento del nostro organismo, dall’altro diventa problematico per la nostra salute, soprattutto per i golosi.
Mangiando più zuccheri di quelli richiesti dal nostro fabbisogno energetico si incorre in problemi quali: carie, diabete e obesità.

Gli effetti delle zucchero nel cervello

La richiesta di zucchero ha inizio nel cervello che rilascia dopamina e seratonina, ormoni che stimolano lo stato d’animo e che agiscono nell’area del cervello associata alla ricompensa (il nucleo accumbens). Questo processo segue le stesse fasi che conducono alla tossicodipendenza, si spiegano così quelle voglie di zucchero che devono essere necessariamente soddisfatte. Consumare zucchero con regolarità può inibire i trasportatori della dopamina, ciò si traduce nell’aver bisogno di maggiori quantitativi di zucchero per raggiungere il grado di ricompensa. Occorre fare attenzione: il fruttosio, non soddisfacendo gli ormoni della fame, a differenza del glucosio rende incapace il corpo di stabilire di averne assunto già abbastanza.

Riconoscere lo zucchero anche quando è nascosto

Lo zucchero può presentarsi sotto diverse vesti ed è utile sapere che generalmente i nomi che terminano in “osio” sono formati da zucchero. Tra questi troviamo i cosiddetti “zuccheri buoni” come ad esempio il glucosio e il fruttosio, naturalmente presenti in frutta, verdura e miele, ma anche lattosio e galattosio presente nel latte e nei derivati e infine il maltrosio presente nell’orzo.
Esiste anche il tipo di zucchero considerato “insano”, aggiunto ai cibi per migliorarne il sapore. Solitamente vengono utilizzati in sostituzione dello zucchero il sucralosio, la saccarina e l’aspartame. L’HFC è artificialmente prodotta dal mais e utilizzato in molti alimenti trasformati e bevande gassate.

L’unico modo per capire quanto zucchero è presente nel vostro cibo? Quello di controllare il valore dei carboidrati nell’etichetta.