Andiamo ben oltre le solite mete, oggi andiamo alla ricerca del brivido e del sensazionale con delle esperienze a dir poco estrema.
Facciamo un viaggio nei “luoghi sospesi” nel mondo.
Burj Khalifa
Questo edificio, a Dubai, è il più alto del mondo con i suoi 829,8 metri d’altezza, e un significativo margine di vantaggio in termini di altezza rispetto a qualsiasi altro edificio. Aperto al pubblico dal 4 gennaio 2010, offre una vista incredibile sulla città di Dubai.
Zhangjiajie Tianmen
Questo monte si trova in Cina ed è una montagna situata all’interno del parco nazionale della montagna Tianmen a Zhangjiajie, nell’Hunan nordoccidentale. E qui, esiste una passerella completamente in vetro sospesa, a oltre 1440 metri d’altezza.
Half Dome
La Half Dome è una roccia granitica nello Yosemite Park in California, di oltre 2694, che offre la possibilità di sedervisi sopra con il vuoto più assoluto sotto i piedi.
Skjeggedal
Il villaggio di Skjeggedal si trova in Norvegia ed è lì che c’è una particolarissima piattaforma a forma di roccia sospesa a 700 metri di altezza, che concede una visuale da togliere il fiato sul lago Ringedalsvatnet. Fantastico.
Chamonix
Sul versante francese del Monte Bianco, all’altezza di 3842 metri, è stata costruita una cabina completamente in vetro che permette di guardare nel vuoto per oltre 1035 metri sotto i nostri piedi.
Sky Bridge
In Malesia esiste un cammino sospeso a 700 metri per una lunghezza di 125 metri, che si snoda sul monte Gunug Mat Chinchang dell’isola di Pulau Langkawi. Una passeggiata da brividi.
I tuoi bolognesi, se esistono, ci sono od ormai si son persi confusi e legati a migliaia di mondi diversi: Guccini raccontava la sua storia e quella di tanti bolognesi nascosti tra i colli o ai bordi del Reno ed in case isolate sulla Pianura Padana, dove la loro voce si confonde ora con quella di tanti stranieri e fuori sede. Ma se c’è qualcosa che distingue un bolognese da tutti gli altri, è quella sua vita fatta di abitudini e vizi, o meglio virtù, che vi raccontiamo col suo sguardo, i suoi sentimenti e la sua pacata nostalgia.
Va a piedi a San Luca
Credits photo: leganerd.com
Non è nemmeno mattina, il sole deve ancora sorgere e c’è già un bolognese, pronto a lasciare casa e percorrere la strada che lo porterà al santuario della madonna di San Luca. Gradino dopo gradino, vestiti comodi e in compagnia di un amico o da solo per fare una corsa, arriva in cima, dove può ammirare parte di quella Bologna che ama e pregare di fronte alla Santa Vergine di San Luca.
Va dall’edicolante e chiede il Carlino
Credits photo: multimedia.quotidiano.net
Coi polmoni carichi di aria pulita, dai colli ripete la strada sotto i portici per andare dall’edicolante che l’aspetta con la sua copia giornaliera del Carlino. 133 anni di storia che passano di generazione in generazione e assorbono l’interesse del bolognese più di quello di tanti altri.
Fa fuga da scuola per andare alla Montagnola
Con la mente ricca di informazioni, è il momento della scuola: ma il bolognese non ha tanta voglia di stare sui libri, cambia la via e fa fuga per andare alla Montagnola, una delle più antiche aree verdi della città, che la sera diventa palcoscenico di serate all’insegna della musica e di un po’ di birra e, per chi si appassiona, anche di tanta politica.
Va in confusione tra salami e mortadelle
Credits photo: blog.giallozafferano.it
Ma lasciamo stare il bere, almeno per ora, e pensiamo a riempire lo stomaco. Non è leggenda che il bolognese si infervora quando si parla di cibo. E se un ospite sceglierebbe con prudenza la tanto elogiata mortadella, il nostro bolognese va in confusione quando di fronte ci sono anche i salamini. Lasciata all’istinto la sua decisione, ecco pronta il suo pane rosetta o crescentine, tigelle e piadine che assapora disteso sull’erba, o mentre passeggia sul “crescentone” di Piazza Maggiore.
Osteria del sole e Altero
Credit photo: flickr.com
Per il ristoro la sera, invece, niente panico. Come diceva anche Guccini, la giornata del vero bolognese è una giocata fra casa e osterie. C’è sempre l’Osteria del Sole, pronta a servire un bicchiere di buon vino e se la fame si fa sentire la pizza da altero non può proprio mancare.
Sale sulle torri e attraversa Piazza Maggiore
Credits photo: viachesiva.it
Mentre passeggia arriva così in 5 minuti in Piazza Maggiore, e lì si ferma un attimo per guardare da lontano il Nettuno, il maschio per eccellenza della città, e percorre via Rizzoli per arrivare alle Torri degli Asinelli, dove almeno una volta è salito per curiosità o scaramanzia.
Ascolta Dalla, Morandi, Mingardi, Guccini
Credits photo: mymovies.it
Nulla di strano se poi incontrate un bolognese che ascolta Dalla, Mingardi, Guccini, Cremonini o Morandi o che è stato almeno una volta ad un loro concerto in Piazza Maggiore. Tra tutti, un vero bolognese tiene ad omaggiare il caro Dalla, che viveva in via d’Azeglio, a pochi passi dalla pizzeria altero che lui stesso consigliava, nella parte storica della città, dove si trovano sparsi piccoli ristoranti e mercati e le biciclette si spostano tra i passanti. Niente macchine qui.
Dai Giardini margherita ai colli bolognesi
Credits photo: kravmaga-bologna.blogspot.com
Niente macchine ai Giardini Margherita, dove il bolognese trascorre i momenti gioviali con gli amici per fare sport o attività fisica oppure organizza le prime serate con la sua ragazza. Il secondo passo sono i colli bolognesi per approfondire la relazione.
Tifa Bologna oltre ogni aspettativa
Credits photo: calcioefinanza.it
Ma si sa, un bolognese non ha un solo amore. Ai piedi di San Luca, a pochi passi dalla Certosa, ogni venerdì o sabato, allo Stadio dell’ara, si radunano i tifosi con sciarpa rosso e blu. Sono lì per guardare orgogliosi il loro Bologna che a passo lento tenta di ritornare in serie A.
Tagliatelle al ragù e tortellini
Credits photo: agrodolce.it
Il cerchio si chiude la domenica con tortellini e tagliatelle al ragù fatte in casa. Si solleva la discussione su quale sia la ricetta migliore, se con la pancetta o con le salsicce e se i piselli sono consentiti, ma poi tutto tace, la notte cala e il bolognese ripensa alla sua Bologna, tra il rimorso per quel che le ha dato, che è quasi ricordo, e in odor di passato.
C’era un mondo fatto di magia in cui questa non poteva vivere per sempre ed è così che da EuroDisney a Europarlamento il passo è stato breve. Incastonato tra fate, storie incantate e tunnel, quell’angolo di felicità che riunisce bambini di ogni etnia, si spezza nelle camere del Disneyland Paris. Qui, come segnalato da Marc Tarabella, deputato europeo alla Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, si offrono tariffe agevolate a belga e francesi, che pagano meno rispetto a persone di diversa provenienza, italiani compresi.
Cosi cita in un comunicato il portavoce dell’eurodeputato, Emmanuel Folon: numerose imprese praticano delle azioni discriminatorie sulle origini dei loro clienti. In testa alla hit parade, Disneyland Paris che discrimina in gran parte italiani, spagnoli o tedeschi per il profitto di francesi e belgi.
Sono le parole di Marc Tarabella, che avvia un’inchiesta non solo nei confronti di Eurodisney, ma di tutti quei siti on line, che non si adeguano alle norme del mercato unico e impostano prezzi diversi a seconda del paese, Zalando ed Asus compresi.
Riuscire a superare l’ostacolo del luogo di residenza, entrando sul sito originale, infatti, non sarebbe possibile: si viene rintracciati grazie all’indirizzo IP e, immediatamente, vengono inserite le tariffe associate alla zona da cui si digita. Ci accorgiamo così che per due notti in una camera d’hotel per due adulti e due bambini tra i 3 e i 17 anni con l’opzione della mezza pensione plus a Disney’s Hotel Santa Fe, il meno caro del circuito, una famiglia francese/Belga spende la modica cifra di 865€, a seguire una famiglia tedesca, 1272€, quella rumena/danese 1204€, quella spagnola 1114€ e, dulcis in fundo, la famiglia italiana 1339€.
Una differenza che fa venire vertigini e grida di panico, prima ancora di arrivare al parco d’attrazione più conosciuto d’Europa.
Da quanto scoperto, non saremmo semplicemente discriminati, ma c’è anche la beffa di trovarsi proprio sul fondo di quella lista, che non fa di certo pensare ad un mercato unico europeo.
Ovviamente la replica dell’Eurodisney non si è fatta attendere e da Parigi, i responsabili hanno affermato che per accedere alla tariffa privilegiata, è sufficiente prenotare tramite call center, piuttosto che online. Rimane solo un nodo da sciogliere: chi sta all’altro capo del filo saprà rispondere in ognuna delle lingue sopra citate, rendersi disponibile per aiutare i suoi consumatori e garantire la stessa efficienza di una prenotazione on line?
Questa mattina noi di Blog di Lifestyle ci siamo rivolti in qualità di clienti al call center Eurodisney per consumatori italiani, nessun problema di lingua dunque, e l’operatore in linea ci ha confermato anche la possibilità di accedere alle tariffe visualizzate sul sito francese con la prenotazione telefonica.
Ma se Tarabella non ci avesse informati, non avremmo certamente richiesto un servizio simile, considerato che dall’Italia non si ottiene la stessa schermata che si ha in Belgio e in Francia.
Verificato dunque che il divario è solo digitale, si cerca di comprendere se l’Eurodisney debba realmente pagare per il mancato rispetto della normativa Ue e se deciderà di intervenire per conformare i prezzi agli standard di francesi e belga. Intanto l’occhio è puntato anche su aziende, che tutti noi conosciamo bene: Zalando, la redoute Asos e qualche nome in più che Tarabella non ha ancora rivelato.
Già messe in riga, invece, Europcar, Hertz e Avis, che facevano spendere agli inglesi il 53% in più agli inglesi rispetto ai polacchi e ai belga.
In conclusione, sembra che su internet ci sia ancora tanto da lavorare: l’ecommerce non è sempre così conveniente e vantaggioso, come si pensa e se il cliente vuole le tariffe migliori dovrà essere sempre più acuto e attento ai servizi e a tutte le opzioni che offre il mercato, anche all’estero.
Uno dei sentimenti più emozionanti del viaggio è di certo l’incertezza, ma non quella che ci rende ansiosi e ci mette paura. Un’incertezza paragonabile più alla mattina di Natale quando si è bambini: proprio come per un mucchio di regali impacchettati sotto l’albero, con viaggio, non si può mai essere troppo sicuri di ciò che verrà dopo.
Ma è questo il bello.
La nostra casa, la via che percorriamo quotidianamente, le cose che facciamo sempre, lasciano il posto a luoghi stranieri e ad esperienze straniere. Viaggiare verso nuovi luoghi ti costringe a imparare, e una volta che si lasciano andare le inibizioni diventiamo capaci di abbracciare tutto il mondo circostante. E chi viaggia sa cosa si prova in quel momento. Perché potremmo anche non essere amanti della birra, ma un giro alla Guinness di Dublino non ce lo toglierà mai nessuno. Perché potremmo essere dei tipi mattinieri a cui piace andare a letto presto, ma la vita notturna di New York ha stregato anche noi. Perché potremmo odiare la sabbia nelle scarpe, ma questo non ci ha impedito di divertirci in tutti i locali sulla spiaggia a Barcellona.
Insomma, uscire dalla nostra comfort zone con un viaggio, non è per niente male.
E poi, nuove esperienze portano nuovi sentimenti. E viaggiare influenza l’amore. Secondo Maggie Parker di Paste Magazine, è più facile innamorarsi durante il viaggio – e non ci deve essere nessuna giustificazione scientifica dietro questo innamoramento. In sostanza, durante un viaggio, abbiamo una mentalità ancora più aperta di quella che potremmo avere a casa, e questo ci permette di provare cose e sentimenti nuovi. E l’amore è proprio uno di quelli.
“[when traveling] you give yourself the permission to experience different and possibly risky pleasures before even leaving, and romance is the biggest — and most dangerous — pleasure you can get”.
In un sondaggio condotto da Intrepid Travel, determinato a trovare esattamente dove gli australiani stanno trovando l’amore, i risultati hanno mostrato la risposta potrebbe risiedere all’estero. Secondo i dati messi a disposizione da News.com.au “11 percent of Aussies found love on holidays, and 12 percent had formed their closest friendships by going on holiday or living overseas”.
C’è però un altro particolare che è emerso da questi dati: le persone si innamorano più facilmente (e si concedono sessualmente) quando sono in vacanze poiché al tempo di vacanza corrisponde, in genere, tempo di inattività. Ma nessuno vuole mai perdere la libertà che ha a disposizione in questi casi.
Ma, anche se questo amore progredisce rapidamente, non significa che durerà anche una volta concluso il viaggio.
“It is real love; it just might be a different kind”.