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Natale 2015: potremo ammirare lo spettacolo della luna piena

photo credits: wallpapershd

La notte di Natale è pervasa da un’atmosfera unica ed incantata, così magica che tutti la immaginiamo come nelle migliori pubblicità che ci capita di guardare nel periodo natalizio.
Se pensiamo al Natale, infatti, ci viene subito in mente un paesaggio innevato con un cielo stellato e suggestivo sullo sfondo. Protagonista indiscussa di questo paesaggio è, senza dubbio, la luna piena: tonda, luminosa e piena di fascino.

Quasi mai, però, un plenilunio accompagna la notte più magica dell’anno. Anzi, è dal Natale del 1977 che il satellite più misterioso e studiato di tutti i tempi compare nella sua pienezza e maestosità.

Ne parla l’astrofisico ceccanese Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope, che spiega questo suggestivo evento come una coincidenza curiosa, anche se, dal punto di vista scientifico non riveste una particolare importanza. Tuttavia, il fenomeno non è molto frequente, considerando che dal 1900 al 2099 vengono calcolati solamente 8 manifestazioni di luna piena ricorrenti il 25 dicembre. Una vera rarità.

Possiamo pregustare lo spettacolo della luna piena, già nella sera della Vigilia di Natale. Il culmine del fenomeno si avrà poi alle 12.15 del giorno seguente.

Una Luna tutta da gustare, se si pensa che questa coincidenza si ripeterà nel Natale del 2034, tra 19 anni. La luna piena, però, splendendo in tutta la sua luminosità, ruberà la scena alla cometa di Natale: la scintillante Catalina. Bisognerà, infatti, aspettare qualche giorno per riuscire ad osservarla, spiega ancora Masi.
Un’altra piccola sorpresa che ci regalerà il cielo di questo dicembre accadrà durante la notte del 23, quando la Luna occulterà la stella Aldebaran, regalando uno spettacolo meraviglioso.

E voi, siete pronti a passare un Natale a prova di pubblicità? Chissà se non vedremo volare anche una slitta con a bordo Babbo Natale.

Donne, ecco di chi è il corpo perfetto (FOTO)

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Che cosa rende perfetto il corpo di una donna? Ci sono delle misure precise da rispettare? C’è chi dice che le donne perfette sono quelle magre, senza un filo di grasso su pancia e glutei, e chi, al contrario, pensa che una bella donna sia quella con un corpo molto formoso, con un seno prosperoso e dalle curve mozzafiato. I pareri sono molto diversi e anche i concorsi di bellezza -come Miss Italia- il più delle volte non mettono d’accordo tutta l’opinione pubblica.

A svelare l’arcano e a dirci quali sono le misure per il corpo perfetto è BlueBella, una marca di intimo inglese. A rappresentare la perfezione sarebbe niente di meno che la favolosa Scarlett Johansson, che si avvicina molto all’antico calcolo greco del rapporto aureo. Secondo quest’ultimo, infatti, il corpo dell’attrice -in particolare seno, girovita e fianchi- arrivano all’indice di 1.560, che è molto vicino all’1 che indica la perfezione, almeno secondo i canoni degli antichi greci.

E come dare torto a questi numeri? La bellezza di Scarlett Johansson è palese agli occhi di tutti, uomini e donne comprese, e si merita alla grande la vetta dell’Olimpo. Un fisico da urlo, anche dopo la gravidanza e avendo superato da circa un mese i 30 anni, caratterizza da sempre la bellissima attrice, oltre alle sue grandi doti nel campo della recitazione, per le quali è considerata anche una delle più brave nel suo campo.

Se il primo posto per il corpo è di Scarlett Johansson, il secondo è per la formosissima Kim Kardashian. Sempre sul podio, poi, alla terza posizione troviamo Hellen Mirren. Alle tre reginette seguono altrettante bellezze: Kelly Brook, Cameron Diaz, Elle Macpherson and Salma Hayek.

10 tipi di hangover (FOTO)

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Quante volte siamo tornati a casa gattonando? In quante occasioni ci siamo ridotti a raggiungere il letto strisciando come un serpente? Si sa, durante le feste natalizie alziamo tutti il gomito più del dovuto e ridursi come un canovaccio da cucina è una delle situazioni più comuni. Certo, nessuno ama fare dell’hangover uno stile di vita, ma tutti almeno una volta sono finiti in coma a causa degli eccessi natalizi. E per eccessi mi riferisco sia al cibo che all’alcol.
Sapete che esistono almeno dieci tipi di hangover? Probabilmente no, ma leggendo l’articolo di sicuro assocerete ogni categoria a un accadimento o a una persona in particolare. Scopriamo insieme di che si tratta.

Lo slomo

www.cosmopolitan.com
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Avete presente lo slow motion ovvero la modalità rallenty? Sicuramente si. Molto spesso durante le nostre notti da leoni avvertiamo un senso di nausea, di calore e di estrema lentezza. Sembra quasi che il cervello vada a velocità ridotta e che ogni operazione duri molto più del dovuto. Il problema è il risveglio del giorno seguente, in particolare se si ha un impegno lavorativo. L’unico rimedio è una botta di energia o vitamine: solo così riuscirete a sopravvivere alla pressione di un giorno pieno di tragici postumi.

Modalità Giacomo Leopardi

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Se c’è chi si diverte da matti durante l’hangover, c’è anche chi si butta giù e precipita in un vortice di depressione. Della serie: ‘Sono brutto, sono un fallito, non valgo nulla‘. Questo è il peggior stato da vivere dopo una sbornia e comporta una serie di pensieri negativi e rimpianti.

Mercoledì

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Si, ci sono tante persone che dopo la sbornia si trasformano in Mercoledì Addams, come spesso capita a me. Dopo aver bevuto avverto un forte sentimento di distruzione al punto da desiderare che un asteroide colpisca la Terra facendo scomparire ogni forma di vita. Ovviamente salvando solo la mia.

Ricercato dalla CIA

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Questa modalità è davvero tanto divertente per chi ci sta intorno: le paranoie sono tante e tali da potere scrivere un libro di sfottò sulle nostre paure e preoccupazioni post sbornia. Per non parlare del senso di vergogna e di inadeguatezza dovuto alla consapevolezza di esserci resi profondamente ridicoli avanti a terzi, in particolare dinnanzi a quella vipera che detestiamo o al ragazzo che stavamo tentando di conquistare. E che ovviamente con noi non vorrà saperne nemmeno di prendere l’ascensore.

L’ipocondriaco

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Si tratta di quel soggetto un po’ sfigato che comincia ad avere paura di qualsiasi cosa e ad avere pensieri davvero poco logici e verosimili. L’ansia di morire e di non riuscire a superare la notte si impossessa della mente del malcapitato, generando attacchi di panico e persino tachicardia. Ma se dovete starci così male chi ve lo fa fare di ubriacarvi?

Biancaneve style

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Questo è senza alcuna ombra di dubbio uno dei più pericolosi e fastidiosi tipi di hangover, ovvero quello in cui si avverte la netta sensazione che il fondo sia stato toccato una volta per tutte. Di li nascono interrogativi del tipo: ‘Non è che qualcuno magari mi ha messo del veleno o della droga nel bicchiere?’

Carlo Verdone

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Questo è il classico caso di chi comincia a razionalizzare le situazioni vissute il giorno prima e a cercare di dare una spiegazione filosofica alle azioni commesse. Il comportamento richiama un personaggio molto famoso interpretato da Carlo Verdone: l’insopportabile Furio (o Raniero).

Il bipolare

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Sto bene, sto male, sto morendo, mi sento benissimo‘. Queste solo solo alcune delle esternazioni di un post sbornia ‘bipolare’, ovvero lo stato che vive chi non sa come si sente, che forse si sente di tutto o addirittura non sente niente.

L’autocommiserativo

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Trovarsi accanto a chi dopo una sbornia tenta di autocommiserarsi è davvero molto divertente. Volano frasi come ‘La colpa è tutta mia, sono uno stupido, la gente dovrebbe evitarmi per sempre‘. Sono quelle situazioni in cui l’autostima di chi ci è accanto sale vertiginosamente tanto è lo schifo che facciamo.

L’eroe

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Un’altra categoria interessante è quella degli eroi alcolizzati, ovvero quelli che dopo avere bevuto pretendono di sistemare questioni, riordinare accadimenti o addirittura salvare il mondo intero da una minaccia extraterrestre.
L’eroe si sente in forma e pronto a spaccare il mondo: bisogna fare però attenzione anche al più piccolo ostacolo, perché esso potrebbe smontare anche chi si è svegliato con la faccia e la forza di Hulk.

Cop21: a Parigi trovato l’accordo

cop21

La conferenza internazionale sul clima che si è svolta a Parigi dal 30 Novembre all’ 11 Dicembre non partiva certo con le premesse più rosee. Parigi era stata da poco martoriata dai feroci attacchi terroristici che tutti ricordiamo, e l’idea che la capitale francese dovesse ospitare la Cop21, con tutti i paesi e le autorità coinvolte poteva essere molto pericoloso, tant’è vero che si è pensato più volte di annullare la conferenza. Ma per fortuna così non è stato, e tra i 195 paesi intervenuti si è anche giunti ad un accordo, sicuramente auspicabile ma non del tutto scontato.

Il punto da cui si è partiti è che la temperatura sulla Terra non deve aumentare oltre i 2°C, meglio se 1,5°. Ma come raggiungere questo risultato? Se si pensa che nell’era post industriale la temperatura è già aumentata di un grado, l’obiettivo è difficile da raggiungere. Il punto centrale dell’accordo è basato su documenti prodotti dai singoli paesi partecipanti chiamati INDC, Intended Nationally Determined Contributions, ovvero le intenzioni a ridurre le emissioni di gas serra inviate dai paesi prima di partecipare alla conferenza. Ma il primo limite è subito evidente: non c’è nessun obbligo per gli Stati a mantenere la parola data.

L’accordo prevede che vengano destinati 100 miliardi di dollari ai paesi in via di sviluppo da qui al 2020 e la revisione ogni 5 anni dei tagli di emissioni nocive da parte degli stati membri.

I protagonisti del Cop21 hanno già definito l’accordo raggiunto sul clima di livello storico. Noi siamo sicuri che un passo avanti è stato fatto, ma c’è ancora molto da lavorare per consegnare ai nostri figli un pianeta ancora vivo.