mercoledì, 17 Dicembre 2025

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Il commovente tributo di un marito alla moglie scomparsa

www.boredpanda.com

Una storia davvero struggente quella che riguarda Rafael Del Col il quale, attraverso alcuni scatti, ha voluto rendere omaggio alla defunta moglie. L’aspetto affascinante della faccenda è che le foto in questione lo ritraggono nella stessa posa assunta anni prima assieme alla sua amata, ma questa volta accompagnato da Raisa, la sua piccola di soli 6 anni.
Padre e figlia si sono vestiti esattamente come qualche tempo prima fecero i futuri marito e moglie, in un servizio fotografico realizzato una settimana prima del matrimonio.

Tatiane, la moglie di Rafael, era incinta del secondo figlio quando morì in un incidente stradale, avvenuto quando Raisa aveva poco meno di un anno. In quella terribile occasione Rafael perse moglie e figlio in un solo colpo, dovendo poi affrontare uno dei drammi peggiori che possano capitare a un ragazzo così giovane.
Nelle immagini riportate qui di seguito si può osservare come Raisa e il suo papà posino per il fotografo: vestiti simili, stesse pose, stessi sorrisi.
La cosa che rattrista e fa sorridere allo stesso tempo è il fatto che Raisa indossi gli stessi gioielli della sua mamma, ormai lontana e impossibile da riabbracciare.


Un’opera, quella delle foto riprodotte, difficile da non apprezzare. Il tributo di Rafael è capace di sciogliere anche il cuore più duro, e rappresenta un imparagonabile gesto d’amore per qualcuno andato via per sempre.

Miss Italia: cosa fa una reginetta? (FOTO)

credits photo: tvzap.kataweb.it

Miss Italia è il più famoso concorso di bellezza del Bel Paese, che, tra alti e bassi, tra critiche ed elogi, va avanti dal 1946. Anche quest’anno, i riflettori si sono accesi sulle donne più belle d’Italia, dando di nuovo voce alle polemiche e alla domande che molti ogni anno si pongono.

Innanzitutto, cosa fa una miss dopo aver vinto? E cosa spinge milioni di ragazze a partecipare, o almeno provare a partecipare, ad un concorso del genere? Qualcuno direbbe la pura vanità, le male lingue tirerebbero in ballo la superficialità ricordando le tipiche e banali risposte date da alcune aspiranti reginette alla domanda “cosa desideri?”. Si spazia dalla classica “pace nel mondo” alla più egoistica “non mangiarmi più le unghie”.

credits photo: tuttacolpadellamoda.wordpress.com
credits photo: tuttacolpadellamoda.wordpress.com

Eppure, se ogni anno, da ben 76 edizioni, donne provenienti da ogni angolo del paese si sfidano per ottenere la tanto desiderata fascia, significa che questo concorso offre ancora qualcosa di concreto oltre la fama passeggera. Probabilmente non è solo la soddisfazione di essere dichiarata la donna più bella d’Italia e l’indossare una bellissima corona, che spinge una ragazza a far giudicare il proprio aspetto fisico. Miss Italia, fin dall’inizio, rappresenta un vero e proprio trampolino di lancio per il mondo dello spettacolo.

Sono infatti numerose le miss, e non solo, che hanno dato il via alla propria carriera sfruttando la visibilità ottenuta grazie a Miss Italia. Solo per citarne alcune: Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Anna Falchi, Martina Colombari, Miriam Leone, Cristina Chiabotto e la presentatrice di questa edizione Simona Ventura. Questo avviene perché Miss Italia offre numerose opportunità, stage e contratti lavorativi con i vari sponsor del concorso anche alle ragazze non vincitrici.

Credits Photo:Antonio Calanni
Credits Photo:Antonio Calanni

Spot pubblicitari, photoshoot, interviste e ospitate in tv saranno il pane quotidiano per la miss vincitrice. Tutto questo, se ben sfruttato, porterà ad una carriera brillante e soddisfacente.

In poche parole, non basta un bel fisico, occhi da cerbiatto e capelli fluenti, ma serve sapersi giocare bene le proprie carte, dimostrare di avere carattere e tanta ambizione per trasformare una vittoria dovuta alla bellezza in una carriera di successo nel mondo della televisione, della moda, del cinema o del teatro. E non deve mancare assolutamente la buona volontà, la voglia di studiare e di superare i propri limiti.

Le principesse Disney con un make-up vero (VIDEO)

Quando parliamo di Walt Disney, non dobbiamo pensare di citarlo in giudizio solo per l’ideale di uomo che ha creato in ognuna di noi. Al contrario, dovremmo chiedergli un risarcimento in miliardi di dollari anche per la bellezza utopica delle sue principesse e dei loro capelli, make-up e fisici da urlo.

Le principesse Disney sono dinamiche: corrono, nuotano, piangono e affrontano streghe restando perfettamente truccate e pettinate. Noi, invece, ci siamo girate tutti i negozi di make-up della nostra città, abbiamo ordinato miracolosi primer e mascara waterproof su internet per avere un trucco che dura il tempo di un bacio o di uno spritz.
Sul serio volete farci credere che la Bella addormentata dopo un pisolino durato cento anni non abbia il mascara secco? Noi dormiamo quattro ore e ci svegliamo identiche ad un panda.

Passando a Mulan, guerriera cinese, si strucca con una manica del kimono mentre canta e non le rimane neanche un alone di tutto quel rossetto ed eyeliner. Noi neanche dopo aver lavato il viso per sette volte consecutive potremmo essere così struccate.

Ariel vive in fondo al mare, entra ed esce dall’acqua in continuazione e senza far colare il mascara. Belle bacia un ex bestia in maniera molto appassionata, il suo rossetto rimane intatto, che sia un MAC? Probabile.
Per finire. le ultime due principesse. Sono quelle che dovrebbero spiegarci molte cose: come fa Jasmine, dopo aver girato il mondo su un tappeto volante, ad avere capelli e trucco ancora intatto?

E la cara Tiana, il giorno del suo matrimonio, come fa a rimanere così impeccabile? Sarà che noi dopo un volo di due ore siamo già identiche a Magà Magò e anche il giorno del matrimonio rischiamo di avere un trucco lucido.

Non potendo venire a conoscenza dei segreti di bellezza di tutte le principesse, l’unica cosa che ci rimane da fare è guardare questo video creato da Buzzfeed dove le belle eroine Disney vengono mostrate in make-up più umani.

E se Harry Potter fosse ambientato in Italia? (FOTO)

Credits: film-review.it

Harry Potter è un fenomeno letterario nato dalla penna di J.K. Rowling che nell’arco di dieci anni (dal 1997 al 2007) ha pubblicato sette libri, facendo diventare le avventure del maghetto una delle saghe più amate da grandi e piccoli. L’ambientazione principale è la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, dove gli aspiranti maghi del Regno Unito, all’età di 11 anni, vengono educati alle arti. Ma come sarebbe Harry Potter senza le sue ambientazioni tipiche inglesi?

Provate a immaginare il simpatico maghetto con gli occhiali in Italia: chissà se sarebbe giunto a Hogwarts in orario, tanto per iniziare, visto che i treni hanno sempre minimo mezz’ora di ritardo – anche se è un’alta velocità; le lezioni non sarebbero le stesse con un Severus Piton e il suo accento british, ma al suo posto ci sarebbe Paolo Villaggio in “Io Speriamo Che Me la Cavo”. Ecco quindi come sarebbe Harry Potter se fosse ambientato in Italia.

Dov’è la lettera per Hogwarts?

Credits: venturiworld.blogspot.com
Credits: venturiworld.blogspot.com

Smarrimento? Consegne in ritardo? Colpa di Poste Italiane, altro che dello zio Vernon e zia Petunia che vi chiudono a chiave in camera vostra. Se non avete ricevuto la vostra lettera per Hogwarts finora, è tutta colpa del sistema postale italiano.

Binario 9 e ¾ in ritardo causa Trenitalia

Credits: it.harrypotter.wikia.com
Credits: it.harrypotter.wikia.com

“Il treno alta velocità diretto a Hogwarts arriverà al binario 9 e ¾ con 40 minuti di ritardo. Ci scusiamo per il disagio.” No, Trenitalia, non ti scusiamo per il ritardo. Come si può arrivare con ritardo alla prima lezione di magia della vostra vita? Ma siamo in Italia e non vi resta che sedervi e attendere che il treno giungerà al vostro binario. In caso contrario, potete optare per un regionale e farvi rimborsare il biglietto.

Harry Potter e i nomi tradotti

Credits: it.harrypotter.wikia.com
Credits: it.harrypotter.wikia.com

Ovviamente se Harry Potter fosse ambientato in Italia non avrebbe questo nome, ma tradotto diventerebbe Enrico Vasaio. Pensate quindi ai possibili titoli dei libri: “Enrico Vasaio e la pietra filosofale”, “Enrico Vasaio e la camera dei segreti”, “Enrico Vasaio e il prigioniero di Regina Coeli (invece che Azkaban)” e così via. Anche i suoi amici avrebbero dei nomi puramente italiani: Hermione Granger diventerebbe Ermione Fattore (grange è ‘fattoria’ nell’inglese britannico), Ronald ‘Ron’ Weasley tradotto sarebbe Rinaldo, Draco resterebbe Draco, e Ginny si chiamerebbe Ginevra. C’è bisogno di andare oltre?

I luoghi della magia

Credits: www.smartweek.it
Credits: www.smartweek.it

Il mondo di Harry Potter è magico e si estende per tutto il Regno Unito mostrando posti bellissimi e incantati. E in Italia dove si troverebbero questi luoghi? Ad esempio, l’ambientazione tipicamente invernale di Godric’s Hollow, il paese natale di Silente e dei Potter, potrebbe trovarsi sulle nostre Alpi, magari vicino Courmayeur, e forse avremmo potuto vedere due giovani Lily e James sciare. La tetra Villa Malfoy potrebbe corrispondere a uno dei castelli infestati del nostro Bel Paese (magari quello frequentato dal fantasma di ‘Azzurrina’); Hogwarts diventerebbe Castel Sant’Angelo, un luogo immerso tra il verde e i gabbiani sul Tevere; Diagon Alley, il luogo dove i maghi possono fare acquisti di ogni genere, diventerebbe il classico mercatino di Napoli, in cui si vendono statuine del presepe tutti i giorni dell’anno. La nostra Italia ha tanti posti che potrebbero ospitare il nostro Harry Potter italiano.

Pozioni dialettali

Credits: symbolreader.net
Credits: symbolreader.net

Tutti gli incantesimi e le pozioni in Harry Potter sono pronunciati in latino, una lingua alquanto difficile per gli inglesi, a differenza di noi italiani che la impariamo fin dal primo superiore. Tuttavia, se in Italia ci fosse una scuola di magia in ogni città, pensate davvero che basterebbe sapere il latino? Se Hogwarts fosse a Roma, le pozioni sarebbero in dialetto romano; se fosse a Napoli, via col napoletano; se fosse a Bari, barese; Milano, il milanese. Anche se sfidarsi a una gara nazionale di magia diventerebbe difficile dato che un cittadino del nord non comprenderebbe uno del sud.

Studio maggiore

Credits: www.washingtonpost.com
Credits: www.washingtonpost.com

L’Italia è un paese dove si studia tanto e si impara poco. Nel Regno Unito, le lezioni nella scuola di magia sono più semplici e divertenti. Immaginate un Severus Piton italiano alle prese con studenti come Harry e Ron che non hanno saputo a memoria la poesia del “5 Maggio” di Manzoni? Una bella nota sul registro e niente lezione di Quidditch nel pomeriggio – solo che al posto di giocare in aria con le scope, il gioco verrebbe fatto su un campo di calcio. Del resto, siamo in Italia e la tifoseria sarà anche maggiore, non trovate?

Vi piacerebbe un Harry Potter in versione italiana?
Quali altre differenze trovate tra il Regno Unito e il nostro Bel Paese?