venerdì, 29 Novembre 2024

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Sassi da compagnia: il nuovo trend dalla Corea è una spia d’allarme


Avete presente i sassi da compagnia? No vero? Ebbene è un nuovo trend coreano, per la precisione arriva dalla Corea del Sud e online si trova come “pet rocks”.
No, non vi sto prendendo in giro, è stata lanciata questa moda che prevede non animali da compagnia, ma delle pietre.
Curiosi?

Sassi da compagnia: alle origini del trend


Sono pietre e basta, ma tra i giovani della Corea del sud si è diffusa la moda di tenerli come se fossero animali da compagnia.
Questa bizzarria delle “pet rocks” non è un’invenzione recente, in realtà furono lanciate da Gary Dahl negli anni ’70.
Idea di base: la roccia viene venduta con le istruzioni come se fosse un animaletto (la scatola ha pure i fori). Inizialmente si credeva che sarebbe passata inosservata ed invece ci fu un boom di vendite.
Nato come “giocattolo” per bambini, o per fare uno scherzo, ha trovato terreno fertile fra i giovani coreani che spendono fior fior di soldi per comprare le pet rocks.

Pet rocks: alle radici del problema


Se vi sembra una scemenza questo trend delle pietre da compagnia, vi invito a rifletterci meglio.
È una spia d’allarme sul benessere psicologico e sociale dei ragazzi coreani, ma che potrebbe coinvolgere anche i giovani di altre nazioni.
Il lavoro estenuante, le pressioni, l’isolamento portano a solitudine ed alla perdita dei rapporti sociali.
La società coreana è molto stressante ed ipertecnologica: questo uso smodato della tecnologia non ha portato ad una maggiore connessione fra le persone, ma ad un isolamento.
Queste pietre sono un simbolo di conforto e compagnia che i giovani non riescono a trovare nella società, fra amici o in famiglia.
Il fenomeno dell’isolamento sociale non è un fatto che riguarda solo la Corea, ma riguarda tutti noi. Anche nella nostra società, i rapporti fra cittadini si stanno perdendo, ognuno è chiuso nei propri problemi e nelle proprie situazioni anziché cercare di far fronte comune contro i problemi.
Rifletteteci.

Mediaset programmi spazzatura: perché evitarli


Mediaset programmi spazzatura ancora in onda, perché dovremmo evitarli?
La rete del defunto “cavaliere” ha iniziato a prendere il declino con l’arrivo di format come il Grande Fratello, o Ciao Darwin e simili.


È passata da tv all’avanguardia e informazione a tv della disinformazione, dove si deve a tutti i costi distrarre il telespettatore dai problemi della nazione, gli si deve mostrare che nulla di ciò che accade va preso seriamente.
Peggio di tutto c’è che bisogna inculcargli i valori di Dio, casa e chiesa (come dimenticare Salvini e la D’Urso che pregano?). Se proprio deve pensare bisogna costruire dei programmi ad hoc, dove si parla di politica ma essendo di parte.


Mediaset programmi spazzatura: perché evitarli?


Di fondo programmi come La pupa ed il secchione, il Grande Fratello e i vari reality non apportano nessun tipo di beneficio alla mente.
Sono programmi di “distrazione di massa”, travestiti da programmi leggeri e simpatici “per staccare la spina” ma in realtà servono a creare disinformazione ed offendono l’intelligenza.
Poi abbiamo i programmi di Bonolis, come Ciao Darwin ed Avanti un altro, che da programmi divertenti e rilassanti sono passati ad essere programmi di esibizione di nudo femminile, ripieni di trash, stereotipi e luoghi comuni.
Mediaset Spagna, l’anno scorso, ha abolito il trash: niente più programmi spazzatura.
E in Italia? In Italia Piersilvio sposta i programmi, l’Isola dei famosi non si sa dove andrà e medita di riaprire La Talpa.
Ma siamo seri?

Mediaset è una tv per i vecchi, i giovani scelgono lo streaming


Sarà che i tempi cambiano, che ormai le pay tv ed internet sono all’ordine del giorno, Mediaset, come la Rai è diventata una tv per vecchi.
I giovani la seguono poco e nulla, un po’ perché Mediaset non ha nulla da offrire di nuovo, né di minimamente interessante, un po’ perché si sono stancati della solita minestra riscaldata.
Dati alla mano: Il 71% dei 18-34 enni usa le piattaforme streaming per guardare serie tv mentre solo l’11% sceglie la TV tradizionale (indagine condotta da The Trade Desk, leading advertising technology platform globale e YouGov).
I giovani intervistati guardano serie drammatiche o commedie e documentari, in streaming.


Il consiglio è di cercare piattaforme online che offrano contenuti seri, variegati ed interessanti e spegnere la tv tradizionale affossando così definitivamente i loro ascolti.
Anzi meglio: aprite un libro.

Perché leggere libri fa bene: 5 letture per questa estate

Perché leggere libri fa bene? I motivi da elencare sarebbero tanti. I libri possono diventare degli amici sorprendenti, aiutano a viaggiare, ad ampliare la mente e tengono tanta compagnia. Con un libro non si è mai da soli.

Oggi vi propongo 5 letture per questa estate.

Perché leggere libri fa bene: il brivido nell’afa

Troppo caldo? Ci vogliono un po’ di brividi.

Partiamo con You Like It Darker – Salto nel buio il nuovissimo libro di Stephen King. Si tratta di una serie di racconti che esplorano i lato oscuri delle persone, ma anche dei mondi che ci circondano e di cui non sappiamo nulla.

L’Uomo delle risposte appare dal nulla, con il tuo tavolino ed il cronometro: che domande gli faresti?

Danny sogna di trovare un cadavere seppellito, decide di andare a verificare che fosse solo un sogno ma….

Un nipote che adora il nonno, che gli racconta storie strampalate di epoche che non può aver visto, forse a causa della demenza. O forse no?

E ancora il seguito di Cujo, uno dei romanzi di King più letti e più conosciuti.

Tante altre storie vi attendono. Voi amate il buio?

Malorie e Bird Box di Josh Malerman sono due libri che ci descrivono un mondo molto diverso dal nostro. Strane creature sono approdate sulla Terra: chi le guarda impazzisce e si uccide.

In Bird Box, Malorie è in un momento cruciale della sua vita quando le creature attaccano la Terra e lei deve è costretta per la prima volta a bendarsi. Un mondo in cui si diventa ciechi per salvarsi la vita ve lo immaginate?

In Malorie, il seguito, la donna è sopravvissuta e cerca di condurre una vita “normale” quando una notizia inaspettata stravolge tutto.

Libri sotto l’ombrellone: quest’estate si viaggia

Siete mai stati in Sardegna? Se volete fare un giro virtuale fra feste, ricette e rimedi naturali Cabudanni – Il calendario della vita sarda è il libro che fa per voi. Anche se siete sardi vi invito alla lettura, potreste scoprire curiosità di cui non sapevate nulla.

Perchè non facciamo un viaggio in Sicilia? Lasciatevi trasportare dai ricordi di Simonetta Agnello Hornby nella sua casa di campagna nel libro Il pranzo di Mosè.

Se non siete mai stati in India magari quest’estate potreste fare un salto. In L’arte dell’henné a Jaipur l’autore Alka Joshi segue Lakshmi Shastri che ha deciso di salvare se stessa dalla povertà, e da un marito violento, per diventare un’artista dell’henné.

Fobia delle mucche: cos’è e come sconfiggerla

La fobia delle mucche è anche detta “bovinofobia” ed è una paura irrazionale e persistente dei bovini, dei tori o di qualsiasi altro bovino. Questa fobia può causare sintomi come ansia, panico, affanno, sudorazione e panico quando una persona è esposta a o pensa alle mucche.

Oggi vedremo da cosa è causata e cosa fare per risolverla.

Quali sono le cause della fobia delle mucche?

Ci sono diverse possibili cause della bovinofobia, ovvero la paura irrazionale delle mucche o dei bovini in generale:

  • Esperienze traumatiche: aver subito un attacco o uno spavento da parte di una mucca o un altro bovino, soprattutto nell’infanzia, può portare allo sviluppo di una paura persistente.
  • Apprendimento vicarioso: vedere o sentire storie di altri che hanno avuto esperienze negative con i bovini può portare a sviluppare una paura simile per evitare possibili danni.
  • Fattori genetici: Alcuni studi suggeriscono che possa esserci una predisposizione genetica per sviluppare fobie come la bovinofobia.
  • Distorsioni cognitive: credenze irrazionali e pensieri catastrofici sulle mucche, come la convinzione che siano animali estremamente pericolosi, possono alimentare la paura.
  • Condizionamento classico: associare istintivamente le mucche a sensazioni di pericolo e panico, anche se non c’è un reale pericolo, può portare alla fobia.
  • Fattori ambientali: aver vissuto in ambienti con molte mucche o in cui erano visti come animali pericolosi può contribuire allo sviluppo della paura.

Come si cura la bovinofobia?

Il trattamento più efficace per la bovinofobia include:

Terapia cognitivo-comportamentale (TCC):

  • Identificare e rielaborare pensieri irrazionali e credenze disfunzionali sulle mucche.
  • Esposizione graduale e controllata agli stimoli temuti, per superare la paura.
  • Tecniche di rilassamento:
  • Esercizi di respirazione, meditazione e visualizzazione per gestire l’ansia.

È utile anche la terapia di gruppo, quindi confrontarsi con altri che condividono la stessa fobia può essere di supporto. L’obiettivo è aiutare il paziente ad affrontare gradualmente e in modo sicuro le situazioni temute, fino a superare la paura irrazionale delle mucche.