Si inizia a sognare sui nomi dei propri futuri figli già da bambini, quando arriva quel compagno di classe dal nome un po’ esotico. Così la bambola o il peluche diventano piccole creature immaginarie dai nomi bellissimi, di cui prendersi cura. Ne si memorizza qualcuno, convinti che sicuramente tornerà utile averlo in lista. E poi arriva il momento fatidico, quello in cui il bambino è vero e sta per venire alla luce e allora: “come lo/a chiamo?”
Sorteggio, albero genealogico sottomano, un segno divino: alla fine quello giusto lo sentirete. Ma una cosa è certa, se cercate qualcosa di originale, che non sia troppo mainstream, evitate uno di questi nomi.
Dal 1999 al 2013, infatti, questi sono stati i nomi più scelti per i maschietti e le femminucce: Francesco, Alessandro e Andrea per i cuccioli d’uomo, Sofia, Giulia e Aurora per i cuccioli di donna.
Nomi bellissimi, che hanno ragione di essere lì, sul podio dei nomi d’Italia, seguiti da Lorenzo, Mattia, Matteo, Gabriele, Leonardo, Riccardo, Tommaso per i maschietti, mentre per le fanciulle ritroviamo Emma, Martina, Chiara, Sarà, Alice e Gaia.
Che siano musicali, storici, familiari poco importa: quel che importa è che abbiano un significato, forte e chiaro. Per sempre.
Il 2015 è l’anno che porterà al traguardo del mezzo secolo tutti coloro che appartengono alla classe 1965. Tra questi sono numerosissimi i vip e i talenti italiani, appartenenti al mondo della cultura e dello spettacolo. Noi di Blog di Lifestyle ne abbiamo raccolti alcuni: eccoli.
Leonardo Pieraccioni
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Attore, regista e sceneggiatore, ma anche comico, cantautore e scrittore: tutto questo è Leonardo Pieraccioni, che raggiungerà il tanto atteso traguardo tra poco più di un mese, il 17 febbraio.
Rosita Celentano
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Il 17 febbraio è il giorno anche di Rosita Celentano, figlia di Claudia Mori ed Adriano Celentano. La Celentano è attrice e conduttrice televisiva, anche se non tutti sanno che nel 1988 tentò il debutto nel mondo della musica.
Veronica Pivetti
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Conosciuta come attrice e conduttrice televisiva, la Pivetti è anche una famosa doppiatrice, ruolo nel quale debuttò a soli 7 anni. Anche per lei quest’anno ci saranno da spegnere 50 candeline, il 19 febbraio.
Alessandro Gassman
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Alessandro ha portato alto il nome del padre, Vittorio, dimostrandosi un ottimo attore e un artista a tutto tondo. Inoltre, da molti anni è testimonial di Amnesty International. I 50 anni per lui arrivano il 24 febbraio.
Simona Ventura
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Simona Ventura festeggerà il suo mezzo secolo di vita il 1° aprile. Showgirl, attrice e conduttrice televisiva italiana: nei suoi vari ruoli la Ventura è considerata una delle più brave tra le italiane.
Enrico Papi
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Il giorno x per Enrico Papi sarà il 3 giugno, quando anche a lui toccherà spegnere le 50 candeline. Enrico, noto conduttore italiano, è stato per molti anni uno dei principali volti di Italia Uno, con programmi come “Sarabanda” e “La pupa e il secchione”.
Vladimir Luxuria
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50 candeline anche per Vladimir Luxuria, precisamente il 24 giugno. Attivista, attrice, scrittrice, conduttrice, autrice di teatro e anche ex politica, Vladimir è la prima persona transgender ad essere eletta al Parlamento Europeo.
Lorella Cuccarini
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All’anagrafe Lorella Lorenza Luciana Cuccarini, ma nota come Lorella Cuccarini, festeggerà il suo compleanno 10 agosto. La Cuccarini è un’artista completa: cantante, ballerina e attrice, ma anche conduttrice televisiva e radiofonica.
Pino Insegno
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Pino – vero nome Giuseppe – Insegno è famoso come conduttore televisivo, attore e doppiatore. Anche per lui il 2015 è l’anno in cui si arriverà al mezzo secolo, in estate, il 30 agosto.
Carlo Cracco
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Volto storico di Masterchef, Carlo Cracco è un famosissimo cuoco e conduttore televisivo. Molti sono i riconoscimenti ricevuti in ambito culinario. Per i 50 anni si festeggerà l’8 ottobre.
“Io non sono Charlie. Io sono Ahmed, il poliziotto morto. Charlie Hebdo metteva in ridicolo la mia fede e la mia cultura e io sono morto per difendere il suo diritto di farlo“, si legge sul profilo Twitter di Dyab Abou Jahjah, uno scrittore di origine libanese. Invece di aderire all’hashtag #JeSuisCharlie, Dyab Abou Jahjah ha creato #JeSuisAhmed in riferimento al poliziotto ucciso brutalmente davanti alla redazione.
L’attenzione è interamente concentrata sulle vittime di questo attacco e in particolare sui giornalisti morti all’interno della redazione del giornale satirico. Pochi sanno che i due terroristi di matrice islamica hanno crivellato di colpi anche due uomini di religione musulmana. Hamed Merrabet, padre di due figlie, agente a protezione del direttore del Charlie Hebdo e Moustapha Ourad, il correttore di bozze.
Il tweet di Dyab Abou Jahjah non solo sposta l’attenzione sulle altre due vittime della strage, ma interpreta in maniera diretta il sentimento complesso di milioni di utenti di religione musulmana, che nonostante condividano la stessa fede e cultura e siano ugualmente “colpiti” dalla blasfemia dei disegni satirici del settimanale, mai avrebbero pensato di porre fine in questo modo alla libertà di espressione dei giornalisti e dei loro disegni irriverenti. Mai sarebbero stati capaci di un simile atto, dissociandosi quindi completamente dall’azione dei due terroristi. Un invito quindi a non incorrere in alcun tipo di generalizzazione ai danni di chi, come tutti, è indignato e condanna il fatto accaduto.
Anche Le Monde, attraverso l’articolo di Tahar Ben Jelloun invita tutti a non isolare i musulmani facendo i giochi dei terroristi e seguendo le loro orme. Gli assassini dei giornalisti e delle altre vittime di Charlie Hebdo hanno agito non solo contro i diretti bersagli fruitori di pura satira, ma anche contro l’Islam, uccidendo i propri fratelli, con cui condividevano in linea generale la stessa fede e cultura. Uccisi perché integrati nella società occidentale, appartenenti a quella fazione islamica moderata, seguaci di una fede pura, morti per difendere il diritto di vivere e agire liberamente.
Una nuova vita nel giorno della morte.
Un gesto coraggioso ricco di significato, quello di una giovane mamma francese, Mariane Wood, che ha dato alla luce suo figlio proprio il giorno dell’attentato al giornale satirico parigino, e ha voluto dargli lo stesso nome. “Je suis Charlie” si legge sul braccialetto dell’ospedale. Lo stesso hashtag #JeSuisCharlie sta facendo il giro del mondo, per dimostrare vicinanza e solidarietà alla testata giornalistica vittima dell’estremismo islamico.
Ma questa foto, più di altre rende l’idea della forza di un popolo, quello francese, che non si piega alla violenza, che non si arrende alla malvagità ma che combatte, per i propri diritti e per i propri ideali.
Nella giornata di oggi tutti i giornali e i vignettisti del mondo si sono schierati condannando il vile attentato, dimostrando che con una matita ci si può esprimere, molti di più di quanto si possa fare con un fucile automatico.
La violenza si combatte solo con la cultura. E questo non fermerà chi con una penna o una matita dà vita ai suoi e ai pensieri di un Paese intero.
Il piccolo Charlie rimarrà nella storia non solo per il nome che porta ma perché è simbolo di speranza di un mondo migliore, senza più stragi, senza famiglie che non vedranno tornare più a casa i loro cari, senza più odio, senza più attentati. Un mondo in cui regni l’amore e si conosca il valore della vita umana.
Non c’è modo migliore che rendere onore alle vittime dell’attentato di ieri. Perché loro sono eroi e non sono morti per nulla.