martedì, 16 Dicembre 2025

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Notizie e tendenze sulla società, sul costume, sull’opinione pubblica e sul cambiamento generazionale

Fashion dads, i papà fashion bloggers su Instagram (FOTO)

La situazione era già sfuggita di mano a ragazzi e ragazze, che sulla scia delle tendenze e delle figure professionali emergenti, immortalavano con scatti più o meno artistici i loro outfits quotidiani, sponsorizzando determinati brand d’abbigliamento. Nasce così una tra le figure più amate e odiate degli ultimi anni, una tra le più derise e incomprese: la/il fashion blogger.

Ma cosa succederebbe se davanti a quella fotocamera, a brandire tutti quegli hashtag, ci fossero dei papà? Il fenomeno ha preso piede sui social, in particolare su Instagram, dove, raccolti sotto un’unica utenza ritroviamo i fashion dads più di tendenza. Davvero? Sì e no. Sì, poiché davvero la pagina è esistente e seguita da milioni di followers. No, perché non sono proprio di tendenza.

Ma il buon gusto è mancato anche ad alcuni con l’età dalla loro, dunque, come biasimarli? L’effetto è divertentissimo e mostra con simpatia il contrasto tra vecchie e nuove mode, vecchi e nuovi stili di vita, nuove e nuovissime interpretazioni dei tempi moderni da parte delle vecchie generazioni. Vecchie generazioni che si affacciano ingenue sul mondo social e conquistano proprio con la loro ingenuità.

Nella gallery qualche papà fashion blogger con cascate di hashtag e outfit improbabili. Sfogliate, godetevele e sbalorditevi.

Elisir di eterna giovinezza: esiste davvero?

La vecchia leggenda della fonte di eterna giovinezza ci racconta che, bevendo l’acqua di una sorgente miracolosa, il nostro corpo guarisce dagli acciacchi dell’età e rimane giovane a lungo. E se la mitologia racchiude il segreto per rimanere ragazzini forti e in salute, anche l’età moderna non scherza. Questa volta, però, niente ricette magiche nè cibi miracolosi, oggi basta solo essere ‘amico’ di una balena.

Un team di scienziati dell’Università di Liverpool pare abbia scoperto l’elisir di lunga vita dopo aver studiato attentamente i geni che consentono, a mammiferi come la balena della Groenlandia di vivere oltre 200 anni. Questi geni resistono a tante malattie come il cancro e le patologie cardiache.

Joao Pedro de Magalhaes, ricercatore principale dello studio britannico, racconta che questa scoperta potrebbe essere utilizzata per allungare la vita umana. Lo scienziato è ora alla ricerca dei finanziamenti necessari per inserire i geni nei topi e vedere se la loro resistenza alle malattie migliora. Le sue parole confermano la sua volontà: ‘il mio prossimo esperimento sarà prendere un gene dalle balene della Groenlandia, metterlo in un topo e vedere se quel topo oltre a vivere più a lungo riuscirà a vincere il cancro’. E ha continuato: ‘se i risultati saranno quelli che spero, allora potremmo provare a pensare ai modi per impiegare queste conoscenze sull’uomo’.

Pensiamo per un attimo se tutto questo si dovesse realizzare. Pensiamo se davvero la nostra vita venisse allungata di un secolo. Non solo aspetti positivi, ma anche tanti traumi e lati oscuri. Ragioniamo su una relazione amorosa di duecento anni: oggi un matrimonio (nonostante le tante eccezioni) dura in media qualche anno. Quindi, se facciamo due calcoli, sarebbe davvero impensabile concepire l’idea di un amore eterno.

Il Filosofo Martin Heidegger sosteneva che la paura della morte ci spinge a fare qualsiasi cosa, a stringere i denti per raggiungere un obiettivo e a tenere duro anche quando tutto sembra andare a rotoli. Se potessimo vivere per sempre, non potremmo riempire il nostro tempo, non saremmo motivati a viaggiare per il mondo, a studiare, migliorarci nella vita professionale e andare alla ricerca di un unico grande amore.

Anche Lorenzo De’ Medici diceva: ‘Quant’è bella giovinezza che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia: del doman non c’è certezza!’

Per cui, forse, è giusto così: accettare la vita per come viene, assaporarla in ogni sua forma senza bere pozioni miracolose e sperare, naturalmente, che sia una lunga, lunghissima avventura.

Vivere 200 anni: no grazie

I ricercatori hanno recentemente mappato i geni dei mammiferi più longevi al mondo, le balenottere boreali: l’intento, adesso, è quello di sfruttare i risultati dello studio per allungare la vita umana. Le balenottere boreali, infatti, possono vivere 200 anni e oltre, evitando problemi di salute legati comunemente all’età avanzata come le patologie cardiache e il cancro: gli scienziati hanno appunto scoperto i geni che permettono a questo tipo di balene di riparare i danni che occorrono al livello di DNA e di resistere in tal modo alle mutazioni che inducono il cancro. L’obiettivo finale sarebbe, perciò, quello di trapiantare questi geni nelle cellule umane per favorire l’allungamento della nostra vita.

Eppure, quanti di noi vogliono vivere tanto a lungo? Già temiamo, combattiamo e ci lamentiamo della morte, figuriamoci i traumi che potrebbero verificarsi nel corso di una vita ultra-lunga. La morte, poi, è sempre stata una grande motivatrice: se potessimo vivere per sempre, sicuramente non finiremmo l’università in tempo utile né viaggeremmo per il mondo. Piuttosto, aspetteremmo, crogiolandoci nell’ozio, il secolo successivo per iniziare a metterci in moto.

E che dire dei conflitti generazionali? Provate a immaginare a quanti problemi tra familiari comincerebbero a sorgere, fino a distruggere completamente la pace in casa per via della convivenza di qualcosa di spaventoso come cinque generazioni differenti. Certo, i settantenni sarebbero pazzi dei propri nipoti, ma la quarta generazione di bebè urlanti sarebbe più una grana che una benedizione.

Infine, come poter pensare al matrimonio? Già in crisi in tempi attuali, se un domani si vivesse così a lungo sarebbe davvero un traguardo inconcepibile. Una vita media di 200 anni distruggerebbe senz’altro qualsiasi romanticismo: come poter credere, del resto, a un’anima gemella con cui intraprendere più di 100 anni di monogamia? Volete vivere 200 anni? Beh, dite addio al mito dell’amore vero. Il matrimonio è fatto per durare – al massimo – decadi, non di certo secoli.

L’Islam si infuria contro la pornostar Mia Khalifa (FOTO)

Sono bastate poche foto per far infuriare i fondamentalisti islamici contro la seducente pornostar Mia Khalifa. Di origini libanesi, infatti la giovane attrice hard avrebbe osato posare con indosso un velo hijab per uno dei suoi ultimi film, un vero e proprio scandalo nel mondo dell’Islam, che non ha esitato ad inviare minacce di morte.

Mia Khalifa è giovane, bella e come tutte le attrici hard ama mettere in mostra il proprio corpo ma stavolta non avrebbe fatto proprio la scelta giusta. Infatti i conservatori del suo paese non hanno accolto di buon grado le sue foto hard con uno dei simboli più importanti per la fede musulmana, il velo.

Perciò Mia Khalifa, 21enne, residente a Miami, con un futuro che già promette bene grazie ai milioni di click on line, potrebbe essere davvero in rischio di vita e lasciare prematuramente il titolo di reginetta a luci rosse, per un errore di costume.

Ma si tratta davvero di una svista? Pare che la sua non sia stata una provocazione innocente, come penserebbero in tanti, ma piuttosto un grido di liberazione sessuale, l’ennesimo contro l’oppressione verso le donne.
Nel suo corpo sono infatti tatuati la frase dell’inno libanese e la croce simbolo del partito cristiano-conservatore del suo Paese, che non lasciano dubbi sul fatto che Mia Khalifa abbia deciso di intraprendere una strada davvero differente da quella che la religione musulmana persegue.

Non solo. Se il suo obbiettivo è quello di ribellarsi proprio contro certi principi che opprimono le donne musulmane, sembra riuscirci davvero bene perché a farle i complimenti non sono solo i fan dei suoi film. Sua sostenitrice è anche la scrittrice Juliana Yazbeck, che ha applaudito il fenomeno Mia, chiedendosi però anche se sia normale che per smuovere il conservatore e sessista Libano serva una pornostar.

Mia Khalifa, d’altro canto, vola basso e alle minacce di morte risponde con un cinguettio su Twitter dal tono forse un po’ beffardo: ma il Medio Oriente non ha cose più importanti di me a cui pensare?