giovedì, 18 Dicembre 2025

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Norvegia: bambina di 12 anni sposa un uomo di 37

Normalità all’ordine del giorno in Medio Oriente, ma se succede in “casa nostra” allora è scandalo.
La storia di Thea, una bambina di 12 anni che annuncia sul suo sito web il suo matrimonio con un uomo di 37 anni, il prossimo 11 ottobre. Preparativi, foto dell’abito, della torta, sotto gli occhi di tutti.
In men che non si dica in Norvegia si scatenano polemiche di ogni tipo comprese segnalazioni alle forze dell’ordine.

L’obiettivo di questa campagna pubblicitaria, diventata ormai virale, è quello di aprire gli occhi e le menti su quello che succede nei Paesi culturalmente lontani del nostro. Perchè sono bambine anche loro. Perchè la vita di una bambina dello Yemen non vale meno di quella di una francese, inglese o italiana. Perchè non è giusto, e mai lo sarà, strappare violentemente l’infanzia ad una bambina.

La campagna, ideata per la Giornata Internazionale delle Bambine che cade proprio l’11 ottobre prossimo, scuote gli animi e pone l’attenzione su un tema tanto delicato ma a volte dimenticato da chi, come noi, vive di problemi futili quotidiani.

In Yemen, una bambina di 12 anni muore per un’emorragia interna dopo aver sposato un uomo di quasi trent’anni. La bambina è morta dissanguata dopo “una brutale aggressione sessuale”.

Sempre nello Yemen, Rawan di appena 8 anni muore durante la prima notte di nozze. Ripeto, 8 anni. Ad 8 anni le bambine dovrebbero giocare con le bambole e andare a scuola. Il loro compito, la loro vita dovrebbe essere quella. I problemi più grandi dei bambini di 8 anni devono essere i bisticci con le amichette a scuola e il rimprovero dei genitori per una marachella. Le violenze sessuali, un marito burbero e maschilista non dovrebbero neanche sapere cosa sono.

Rubina, sposa-bambina del Bangladesh, ha preferito la morte ad una vita condannata. Suicida a 12 anni per sfuggire a quel marito “ricco”, questa estate ha deciso di impiccarsi con la sua sciarpa nel bagno della casa dei genitori che l’avevano consegnata a quell’uomo solo un mese e mezzo prima.

I problemi che si nascondono dietro queste vicende sono molteplici. I genitori pensavano che il matrimonio fosse per lei un riparo, una protezione. Sì perché mentre lei sbocciava, gli uomini e i ragazzi nel villaggio del Nord del Paese dove viveva, avevano cominciato a molestarla.

Nonostante la lotta del maestro di Rubina che ha tentato in tutti i modi di evitare quel matrimonio, così ingiusto, così precoce, la piccola non ha avuto scelte.

Il suicidio di Rubina è stata una sconfitta per tutti. Per la famiglia che cercava di proteggerla e che l’ha costretta ad appena 12 anni alle nozze. Per le donne che in Bangladesh, e purtroppo non solo lì, devono nascondere la loro femminilità appena abbozzata. Per quel professore testardo, e per la scuola intera che non è riuscita a salvare la bambina nonostante i progetti contro l’abbandono. Per le associazioni (come Terre des Hommes) che portano avanti campagne di informazione sulla tratta delle spose bambine che finiscono nei bordelli delle città, oppure sfruttate nelle fabbriche della capitale.

Bambini non protetti dai genitori, non protetti dallo Stato, non protetti dalle Leggi.
Bambine costrette a crescere troppo in fretta, a non vedere l’infanzia, a vivere nella paura di crescere e di arrivare a quel giorno in cui per pochi soldi verranno VENDUTE a mariti ricchi, che non si prenderanno cura di loro, ma che pretenderanno solo sottomissione.

Nel mondo si stima che siano celebrati ogni anno 14 milioni di matrimoni con ragazze al di sotto dei 18 anni e ogni giorno 20 mila ragazze sotto i 20 anni danno alla luce un bambino diventando baby mamme. Al di sotto dei 15 anni il rischio di complicazioni per la gravidanza e il parto è cinque volte di quello di una donna di 20 anni.

Non possiamo più permettere che questo accada ancora. Non possiamo permettere che bambine di 8, 9, 15 anni conoscano la violenza, conoscano il dolore, fisico e non, conoscano l’umiliazione. Non possiamo permettere che le nostre figlie crescano nella paura di diventare donne. I bambini devono sentirsi protetti. E spetta a noi proteggerli.

Beauty blog mania, le migliori blogger in circolazione

Il beauty blogging, così come il fashion blogging, sono diventate delle vere e proprie correnti di deriva in un fiume in piena, che nonostante le iniziali aspettative negative in vista di un loro sviluppo futuro, si sono dimostrate come due tra le attività più producenti e più in voga degli ultimi anni. Le blogger, corteggiate da marchi e firme, sempre presenti a tutti gli eventi, sono delle vere e proprie opinion leader in grado di apprezzare, criticare, costruire o smontare tendenze. Così come le fashion blogger, anche le beauty blogger hanno saputo sfruttare all’ennesima potenza lo spazio che il mondo del web è in grado di offrire agli utenti, accostando la propria passione a un ipotetico abbozzo lavorativo, che per le più fortunate si trasforma in una vera e propria attività quotidiana.

Ma di cosa si occupano più precisamente le beauty blogger? Presenti soprattutto in televisione e su Youtube, dove le più conosciute hanno creato dei veri e propri imperi di follower, le esperte di bellezza impartiscono consigli e tutto ciò che c’è da sapere sul make-up, sulla nail art o sui prodotti di bellezza, nonché recensioni degli ultimi prodotti usciti sul mercato. Il tutto concentrato in tutorial, facilmente reperibili sul web. Tra quelle italiane, come non nominare Clio Zammatteo, truccatrice e blogger divenuta celebre proprio attraverso il proprio Canale Youtube, tanto da essere inserita con il programma televisivo Clio Make Up nel palinsesto di Real Time. Per le amanti della nail art, c’è invece
Mikeligna di Michela Parisi, che anche lei come Clio è diventata presentatrice di uno suo programma tv su Real Time. Tra le italiane c’è anche CarlitaDolce, napoletana, con un seguito su youtube impressionante. Ecco invece alcune delle migliori beauty blogger in circolazione, a livello internazionale.

Bobbi Brown

Creatrice dell’omonima linea di cosmetici, Bobbi Brown è una make up artist, con la passione per i viaggi, per il cibo, e quella di iniettare (nel senso più figurato) una dose di fiducia nelle donne che trucca. Questo è il suo unico mantra. Il suo blog si chiama Everything Bobbi.

beauty blog mania

Kandee Johnson

Se si è alla ricerca di qualcosa di folle, alternativo e fuori dalle solite regole in fatto di make up & co, Kandee è la beauty blogger adatta. Celebre per i suoi make up unici e particolari, giustificati anche da una personalità esplosiva, Kandee cura personalmente il suo blog.

beauty blog mania

Essie Button

La 24enne canadese Essie Button ha 113,000 followers su Twitter e i suoi fan impazziscono per il suo blog, ricco di illustrazioni, scatti e recensioni/analisi di diversi prodotti di bellezza. Sul suo canale Youtube è possibile trovare suoi dettagli, tutorial, nonché tanto divertimento.

beauty blog mania

Zoella

Zeo Sugg è una beauty e fashion blogger inglese, conosciuta dai suoi fan su Youtube con il nome di Zoella, premiata per il suo beauty blog dalla rivista Cosmopolitan nel 2011. Con sei milioni di followers su Youtube e 2.2 milioni su Twitter, Zoella è chiaramente una delle più influenti blogger del web.

Tamang Phan

Si tratta della regina delle trasformazioni, poiché Tamang può passare da Beyoncé a Kate Middleton o alla Mona Lisa, servendosi solo del make up. I suoi video su Youtube sono tra i più visualizzati.

Patricia Bright

Con più di 30,000 followers su Twitter, questa beauty blogger è un’esperta di prodotti, consigli e tutorial per pelli scure.

Michelle Phan

Questa beauty blogger americana ha circa sette milioni di followers sul proprio canale Youtube e un blog in cui racchiude consigli di bellezza, dalla cura delle unghie, passando per la ceretta.

Marianna Hewitt

Con il suo blog La La Mer, questa beauty blogger è celebre per i suoi consigli di bellezza: dal come fare per avere le labbra carnose come Kylie Jenner e una manicure chic a un make up pronto in cinque minuti. Non solo, sul suo blog è possibile trovare anche ricette di smoothies antiossidanti, per costruire la bellezza dall’interno.

Tanya Burr

Questa beauty blogger inglese è celebre soprattutto per la sua grande conoscenza di marche e prodotti di bellezza. Sul suo canale Youtube si viene automaticamente ispirati da qualsiasi cosa proponga, proprio grazie alla sua maniera di presentare. È molto brava a trasformare il suo viso attraverso il make up.

Kara Manos

Kara Manos offre una prospettiva fresca su tutto le novità in materia di capelli, make up, pelle e unghie. Le sue recensioni sono chiare e adatte a qualsiasi tipo di esigenza. Il suo blog si chiama Politics of Pretty.

Matrimonio: sposare se stessi per essere felici

iol.it

Sposarsi è una delle scelte più importanti che si possono fare nella vita. Una scelta che richiede una grande quantità di consapevolezza del passo che si sta per compiere. Il matrimonio porta con sé un necessario aumento delle responsabilità: lo scambio degli anelli è un po’ come se fosse uno scambio di cuori, di personalità, di caratteri. Ci si completa, si corona finalmente il sogno di vedere completato quel puzzle di vita rimasto fino ad allora con una tesserina mancante.

Il matrimonio è di certo un passo coraggioso, che ci si deve sentire veramente pronti ad affrontare. Ma ancora più audace è il gesto compiuto da Grazia Gelder, Nadine Schweigert e Chen Wei-Yih. Che cosa hanno compiuto di simile queste tre valorose donne? Hanno sposato se stesse.

Dopo anni di solitudine – per scelta o per (s)fortuna – o a causa di precedenti matrimoni finiti rovinosamente, queste tre donne hanno preso una decisione controcorrente, che potrebbe apparire assurda o inconcepibile ai più. Decisione che invece ha delle motivazioni forti e più che valide alle spalle e che proprio perchè anti-convenzionale dovrebbe portare a riflettere.

Riflettere sul fatto che viviamo in una società che sta diventando sempre più globale, una società frenetica dove il tempo per fermarsi a riflettere viene meno perchè visto come uno spreco e un’inutilità. Questo tempo invece bisognerebbe trovarlo e lo si dovrebbe usare per concentrarsi sulla propria persona, sulla propria individualità.

Siamo in una società dove infelicità e insoddisfazione sono parole all’ordine del giorno, centrali nella vita di ciascuno. Perchè la felicità e la soddisfazione le si vanno a cercare spesso in altri, in qualcosa di esterno a noi stessi. E così è da sempre, così ci è stato insegnato.

Rompere le “tradizioni” fa paura, è inutile negarlo. Ma il gesto di queste donne, il matrimonio con se stesse, la promessa del loro amore eterno alla propria persona con l’accettazione di tutti i pregi e tutti i difetti che si possono avere, sono la prova evidente di come la felicità non sia un qualcosa da cercare fuori da sè, ma in sè.

Sposarsi con se stessi porta ad aprirsi su un mondo nuovo, un mondo altro. Il matrimonio con la propria persona è la chiave per iniziare un viaggio alla scoperta di sè. Perchè scoprirsi ed accettarsi è il miglior modo per essere felici.

Felicità? Meglio tenerla per sé

Viviamo in attesa di cose belle, buone notizie, amore, lavoro, fortuna. Forse nell’attesa sopravviviamo. E quando finalmente arrivano, sentiamo la vita esploderci dentro, incontenibile. E parlarne, parlarne e ancora parlarne, è la cosa più istintiva. Con gli amici, i colleghi, la famiglia.

Perché si crede di riuscire a coinvolgere tutti in quel tornado di gioia che ci sta travolgendo. Ci sentiamo noi quel tornado. E scorrazziamo dappertutto condividendo l’evento che l’ha creata quella felicità.

Ma secondo una ricerca dell’Harvard University, pubblicata sulla rivista Psychological Science, parlare agli altri della nostra serenità non li avvicina a noi, ma li fa sentire fuori da quel piccolo paradiso.

Quando otteniamo ciò che vogliamo, la prima cosa che sentiamo di fare è dirlo ai nostri amici – spiega l’autore Gus Cooney – ma ho notato che la conversazione in cui ci ‘vantiamo’ di qualcosa alla fine viene ricondotta, in un modo o nell’altro, ai soliti argomenti. Mi sono chiesto se queste esperienze straordinarie che raccontiamo possano avere più lati negativi che positivi per chi ci ascolta e se le persone si siano accorte di questo ‘fenomeno’“.

In cosa consisteva il test? 68 volontari sono andati dallo staff dello studio in gruppi di quattro. Ad un solo partecipante per ogni gruppo è stato chiesto di guardare un video interessante, recensito con quattro stelline, mentre agli altri tre è stato fatto vedere un video più scadente, con due stelle. Dopo aver visto i filmati, il gruppo si è riunito intorno ad un tavolo e ha parlato per cinque minuti. Coloro che avevano visto il video più bello, che, insomma, avevano vissuto l'”esperienza straordinaria”, hanno ammesso di essersi sentiti esclusi nella conversazione.

I partecipanti al nostro esperimento – spiegano gli autori dello studio – credevano erroneamente che l’esperienza straordinaria vissuta da loro li potesse rendere le ‘star’ della conversazione. Ma si sbagliavano, perché l’interazione si basa sulle somiglianze e aver avuto un’esperienza diversa li ha resi semplicemente ‘distanti’“.

Cerchiamo negli altri punti di contatto, qualcosa di realmente condivisibile. Un avvenimento che coinvolge solo un interlocutore tende a far provare all’altro sentimenti di esclusione e in certi casi invidia. Così consiglia Cooney: “Quando decidiamo di condividere una determinata cosa con qualcuno, pensiamo all’impatto che potrebbe avere sulla nostra interazione sociale. Se proprio aver vissuto quell’esperienza ti fa diventare una persona che non ha nulla in comune con gli altri, beh, non importa quanto bella sia, non ti renderà felice a lungo”.

Credo che la felicità sia un sentimento troppo forte per restare tutto dentro. E penso anche che ci siano persone giuste e persone un po’ meno, con cui condividerla. Quelle giuste sono quelle tanto unite a noi da sentirsi parte della nostra gioia.