giovedì, 18 Dicembre 2025

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L’amore ai tempi delle chat

Dopo l’amore ai tempi degli sms, come dimenticare le prime chat come Messenger?
La famosa piattaforma social in cui potevamo svolgere lunghissime conversazioni e scambiarci foto con i nostri amici e che ha sicuramente caratterizzato la nostra adolescenza?

Cos’era Messenger?

Messenger era una miriade di emozioni: la fretta di tornare a casa da scuola per poterci collegare, l’attesa (a volte infinita) che una determinata persona si mettesse on line e che ci scrivesse, il trillo che era una sorta di messaggio in codice del tipo “ehi, ci sei? Ho voglia di chattare con te”, l’emozione delle prime videochiamate, in cui alle volte vedevamo il viso di quella persona per la prima volta, e il divertimento delle lunghe conversazioni estive che duravano fino all’alba.

E chissà quanti amori e quante amicizie sono nate per via di Msn. Ma come potevano crearsi dei rapporti con altre persone solo tramite una chat?

Hai MSN?

Tutto iniziava così, con questa frase.
Chissà quante volte, dopo aver conosciuto qualcuno durante una vacanza, al bar, a scuola, in discoteca etc, ve l’hanno chiesta.
Davate il vostro indirizzo email, di cui oggi nella maggior parte dei casi ve ne vergognate per il nome stravagante, e aspettavate che il diretto interessato vi aggiungesse.

Il trillo

Una sorta di messaggio in codice. Bastava quello per far capire che noi c’eravamo, eravamo on line, e aspettavamo solo lei/lui.
A volte questa persona ricambiava con un altro trillo come per dire “ci sono anch’io”, oppure, i più coraggiosi, ricambiavano il nostro richiamo con un “ehi” affiancato da un emoticon sorridente.

On line, Off line, Status e lunghe conversazioni

Da qui susseguivano delle lunghe e piacevoli conversazioni interrotte solo da “cause maggiori” come lo studio, la cena o perché si era fatto tardi e l’indomani c’era scuola.
Ci salutavamo con un “a domani” che per noi rappresentava un barlume di speranza.

Così aspettavamo il nuovo giorno, attendevamo ansiosamente l’ultima campanella della giornata e arrivati a casa la prima cosa che facevamo era precipitarci in camera per accendere il computer; ci mettevamo in stato on line e aspettavamo che anche quella persona si collegasse.
Quante volte siamo rimasti delusi quando tardava a mettersi on line tanto da porci mille domande “magari non è ancora tornato da scuola”, “forse sta pranzando fuori”, “avrà problemi di linea, magari ci sentiremo nel pomeriggio”.

Ma la speranza si accendeva quando il lui o la lei, una volta collegato/a, non perdeva tempo a farsi sentire e così tutto si ripeteva. Le lunghe conversazioni, le partite a battaglia navale, lo scambio del numero telefonico e poi finalmente la domanda che tanto aspettavamo “ti va di uscire insieme qualche giorno?”.

Ma Messenger era anche..

Un tormento per i nostri genitori, questo era anche la fatidica chat. “Ti fa male stare tutto il giorno davanti a quel computer”, tra le frasi tipiche che abbiamo sentito a lungo.
Messenger era anche dispiacere quando quella persona non si faceva sentire; ma era anche Blog, il nostro blog personalizzato e difficile da creare in cui scrivevamo di noi, pubblicavamo le nostre foto e chiedevamo ai nostri amici di commentarcelo; e infine era anche lo stato personale di cui ci servivamo per lanciare frecciatine.

E fu così che la maggior parte delle attuali storie d’amore nacquero, tra una conversazione e l’altra, tra la lunga attesa e il tempo che scorreva troppo velocemente quando finalmente si chattava. Perché in amore è così, il tempo vola quando si sta bene con una persona.

Ricordiamo con nostalgia quei tempi e viene da ridere se pensiamo che l’inizio di tutto fu determinato da una semplice domanda e da uno scambio di contatti.

Alla prossima punta di “L’amore ai tempi del..”

Il caso Emma: l’uomo che non riesce a dire ‘sì’

www.socialchannel.it

“Amami, come se fossi la luce di un faro nel mare” canta Emma Marrone, ma nessuno l’ha ancora ascoltata. Dopo il tradimento del ballerino Stefano De Martino e la fine della storia con l’attore Marco Bocci, la cantante salentina non si è più impegnata sentimentalmente. Quando arriverà il vero amore?

Due di quelli che per Emma dovevano essere dei compagni di vita l’hanno lasciata, e poco dopo hanno deciso di fare il grande passo con un’altra. Stefano De Martino si è sposato con la showgirl Belen Rodriguez, da cui ha avuto un figlio, Santiago, mentre Marco Bocci proprio pochi giorni fa è convolato a nozze con una sua collega, Laura Chiatti.

Ma – purtroppo – Emma non è l’unica ad essere coinvolta in una situazione del genere. A chi non è mai capitato di essere lasciata per un’altra? E, soprattutto, a chi non è successo di incontrare un uomo che non era in grado di fare progetti per il futuro? E poi – colmo dei colmi – venire a sapere che riesce addirittura a mettere l’anello al dito ad un’altra?

Oramai quello dell’ex che fino a ieri non riusciva a dire “domani” e ora dice “per sempre” è diventato un luogo comune. L’uomo, infatti, nell’immaginario collettivo – e in particolare in quello femminile – è sempre stato l’anello più debole, quello meno affidabile e meno serio, della coppia.

Prima di iniziare una storia d’amore con la A maiuscola, l’uomo è sempre molto indeciso e titubante, e per questo cerca di non mettere nemmeno le radici per avere un legame forte. Ma quando ormai il gioco è fatto scappa, come un topolino davanti ad un gatto, dicendo che preferisce non impegnarsi, che è lui il problema nella coppia, che è troppo innamorato ma non è lui quello giusto.

A quanto dice l’uomo, l’impegno affettivo e il legame con una donna sono un grande ostacolo per la sua libertà: ciò che prova è proprio un sentimento di timore verso la relazione che potrebbe instaurare con una donna, con la sua donna. Ed è proprio questa paura ad allontanarlo, con la giustificazione che il sentimento è troppo forte. E non è tutto.

Un altro motivo – e nemmeno questo è nuovo – è la sofferenza vissuta per la relazioni passate. Chi si è scottato una volta ha paura a rimettere in gioco i propri sentimenti, per evitare di ricaderci e stare male una volta di più.

Ma non fidatevi, sono tutte scuse. Il vero motivo è un altro, o meglio, un’altra. Una che agli occhi di noi donne è la reincarnazione di madre natura: capelli sempre in ordine, trucco mai sbavato, fisico da modella e vestita sempre all’ultima moda. Una donna che fa cadere la nostra autostima sotto i piedi.

Bisogna sempre tenere presente che l’uomo magari lascia una donna perchè non è così tanto attratto da lei fisicamente, ma non ha il coraggio di dirlo. E allora pensa che sia meglio inventarsi un sacco di bugie, per non farla rimanere male. Tutte menzogne, tanto che con l’altra donna è già pronto a fare grandi progetti e a dire il fatidico “si”.

Ma noi donne non dobbiamo disperarci: prima o poi arriverà qualcuno che ci saprà apprezzare non solo per i pregi, ma anche – e forse soprattutto – per i difetti. E in attesa del vero amore godiamoci la vita e l’affetto delle persone a noi più care, un pò come fa Emma, che non ha niente da invidiare alle sue “rivali”. Proprio ieri, durante il suo concerto all’Arena di Verona, la cantante si è presentata con un bellissimo vestito da sposa, che metteva in evidenza le sue forme.

Agli occhi dei più maliziosi può sembrare un’esplicita provocazione ai suoi ex, ma per Emma quell’abito ha un significato più profondo: rappresenta il matrimonio con la sua amata musica e con i suoi fan, che, a differenza di qualcuno, non la tradiranno mai.

Non tutte le statue di cera somigliano all’originale

Chi, entrando in un museo di Madame Tussauds, non è rimasto stupito dalla somiglianza delle statue di cera alle celebrities più amate? Nessuno. Perché le copie rigide e senza vita delle star risultano identiche ai soggetti che di vita invece ne hanno.

Simulate nei più piccoli dettaglia, dai capelli agli outfit più conosciuti, dalla postura allo sguardo accattivante, le opere nei musei di cera sono una delle attrazioni più in voga nelle maggiori capitali.

Una foto tra le braccia di George Clooney, un selfie con Kate e William, una foto presidenziale accanto a Barack Obama: numerose sono le possibilità di svago e i momenti da immortalare, all’interno dei musei.

Ma non tutte le ciambelle vengon fuori col buco e numerose sono anche le statue di cera non proprio somiglianti alle celebrities che raffigurano. Da Michael Jackson a Rocky, da Sharon Stone a Victoria e David Beckham e ancora da Lady D. a Sean Connery, i fallimenti dell’arte della cera sono visibili a molti.

Che i materiali abbiano ceduto? Che l’artista fosse momentaneamente incapace di intendere e di volere? Le spiegazioni possono essere svariate e alcune statue sembrano, piuttosto, vere e proprie caricature dei soggetti che rappresentano.

Ecco alcuni tra i più eclatanti fails nella nostra gallery.

Dal “Metodo maman” consigli e ricette per educare figli indipendenti

Credits Photo : it.dreamstime.com

Pamela Druckerman, scrittrice e giornalista americana che ora vive nella capitale francese, nel suo primo libro “Il metodo maman” insegnava alle mamme ancora in dolce attesa come sentirsi sexy anche con il pancione.

Un libro tradotto in 20 lingue e diventato un best seller, ora trasformato in un vero e proprio manuale dal titolo Maman giorno per giorno, con più di cento consigli per aiutare i genitori francesi, e non solo, ad educare i propri figli.

La Druckerman, ex reporter di guerra e madre di 3 figli deve averci visto lungo ideando questo libro e pensando che genitori non si nasce ma si diventa, offrendo loro suggerimenti pratici e principi guida per aiutarli a trovare la propria strada.

«Ecco il libro perfetto per i genitori attratti dalle idee del Metodo maman ma che non hanno il tempo di leggerlo tutto», sostiene l’Huffington Post.

Come educare quindi i propri figli? Come insegnare loro ad essere pazienti? Come fargli piacere gli spinaci? Come farli addormentare? Come conciliare famiglia e vita sociale? Solo queste alcune delle domande a cui il Metodo maman giorno per giorno cerca di dare una risposta.

Nel metodo francese, a differenza di quello americano che è simile a quello italiano, i figli hanno poche regole e nessuna trattabile. Per esempio prima di dire grazie e prego devono conoscere e dire buongiorno ed arrivederci, solo dopo possono tornare a giocare. Sono invitati anche a fare vacanze con i nonni già all’età di 5 anni, devono imparare cioè a vedersela da soli, ovviamente sempre sotto stretta sorveglianza degli adulti. Il risultato? Genitori felici e bambini educati e saggi.

Una guida che si ispira ai comportamenti delle mamme francesi, sorprendentemente capaci di educare con sane e giuste regole i figli ottenendo ottimi risultati, riuscendo però a ritagliare del tempo per loro stesse e mantenendo sempre il sorriso.

Nel Metodo maman giorno per giorno i consigli per l’educazione dei figli sono accompagnati a gustose ricette di cucina prese proprio dagli asili d’infanzia di Parigi, correlati dalle colorate illustrazioni della disegnatrice francese Margaux Motin.