sabato, 20 Dicembre 2025

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Proposte dal mondo del cibo: ristorazione, dieta, ricette e cucina

10 cibi da strada in versione vegan

Quando parliamo di street food ci riferiamo agli alimenti che possiamo trovare preparati e cucinati per strada. Normalmente sono cibi piuttosto calorici ma noi in Italia li amiamo particolarmente. Parliamo di pizze, panzerotti, arancini, olive ascolane, piadine e chi più ne ha più ne metta.

Ma questo per chi ha scelto uno stile di vita Vegan è limitativo. Quindi noi di Blog di Lifestyle vi proponiamo 10 cibi da strada in versione vegan. Riprodurli in casa ci permette anche di tenere a bada le calorie e soprattutto valutare al meglio gli ingredienti.

PANZEROTTI VEGAN

Questi panzarotti vegan è possibile prepararli con il classico ripieno di pomodoro, a cui aggiungere olive, funghi oppure piselli o patate lessate a cubetti. Per variare potete preparare un ripieno di ortaggi misti come carote, broccoli, melanzane, zucchine, peperoni. Per l’impasto bastano acqua, farina e lievito.
10 cibi da strada in versione vegan

PANELLE SICILIANE

Le panelle sono delle gustose e sfiziose frittelle rotonde fatte di farina di ceci, tipiche di Palermo dove si possono acquistare nei chioschi ai lati della strada o nelle rosticcerie.
Le panelle a Palermo e in altre zone della Sicilia vengono servite in panini ricoperti con semi di sesamo: il classico pane con le panelle che è il cibo da strada per eccellenza di Palermo.
10 cibi da strada in versione vegan

ARANCINI VEGAN

Arancini vegan, impanati e fritti o cotti al forno senza uova. Li potrete preparare con riso, piselli, sugo di pomodoro, zafferano, cipolla, erbe aromatiche e spezie a piacere.
10 cibi da strada in versione vegan

KEBAB E FALAFEL

L’alternativa al classico panino kebab con la carne? Potrete preparare in casa in modo rapido e facile una piadina da farcire con falafel, insalata, maionese vegetale e verdure di stagione, a seconda dei vostri gusti.
10 cibi da strada in versione vegan

CROSTINI DI POLENTA VEGAN

Preparare i crostini di polenta in versione vegan è semplicissimo. Basta cuocere la polenta in acqua e sale come nella ricetta tradizionale. Lasciarla raffreddare in una teglia, formare i crostini e poi ripassarli al forno o in padella. Nel frattempo preparate un condimento a base di funghi. Potete semplicemente trifolarli.
10 cibi da strada in versione vegan

HOT DOG VEGAN

Vi sembra impossibile? Basta ricercare ingredienti alternativi rispetto alla ricetta classica, a partire dai wurstel vegetali a base di seitan o di tofu. Li userete per farcire dei panini insieme a salsa di senape, maionese vegetale, insalata e verdure di stagione.
10 cibi da strada in versione vegan

HAMBURGER VEGETALI

Un ottimo burger vegetale è un’alternativa a quello tradizionale con carne, da preparare in numerose variante, ad esempio a base di ceci, di fagioli, di lenticchie, oppure di legumi e patate, di tofu e zucchine, o ancora di seitan. C’è solo l’imbarazzo della scelta.
10 cibi da strada in versione vegan

OLIVE RIPIENE VEGAN

Per il ripieno potrete scegliere di preparare un macinato a partire dai burger di soia o dal seitan, soltanto per fare un esempio. Scegliete olive grandi, facili da farcire. E le olive all’ascolana non saranno più un piacere proibito.
10 cibi da strada in versione vegan

TACOS E TORTILLAS

Con la farina di grano tenero e la farina di mais finissima potrete preparare in casa in poco tempo le basi per i vostri tacos e tortillas, che potrete farcire con fagioli alla messicana oppure con purea di fagioli neri, insalata, olive, funghi e i vostro ortaggi di stagione preferiti.
10 cibi da strada in versione vegan

CREPES VEGAN

Le bancarelle dello Street Food ci offrono crepes sia dolci che salate. Le possiamo preparare in casa in versione vegan in entrambe le varianti. E’ sufficiente preparare una pastella densa da cuocere in padella come per le crepes tradizionali. Vi serviranno semplicemente farina, olio, acqua o latte vegetale.
10 cibi da strada in versione vegan

Come sono i cibi con 200 calorie? (FOTO)

Credit: mirror.co.uk

Si sa che a certi deliziosi cibi non si può mai e poi mai dire di no. Ma poi? Troppo spesso ci sentiamo in colpa per l’eccessivo apporto calorico dei nostri pranzi e delle nostre merende.

Da questo “senso di colpa” è nata una nuova applicazione inglese – per Iphone e Smartphone – che con semplici fotografie color pastello indica come sono svariate pietanze e svariati cibi con solo 200 calorie.
Ciambelle al cioccolato, avocado, bagel e lattuga: ovviamente tutti hanno dimensioni diverse che soddisfano appunto le 200 calorie richieste, ma le più strazianti sono una misera fetta di apple pie e un mini chocolate donut di soli 53 grammi.

Ma ecco altre foto:

In ogni caso non ci resta che goderci lo spuntino senza farci troppi problemi.

[Credit: theatlantic.com]

Meditazione: è utile per dimagrire?

È possibile dimagrire meditando? È questa la domanda che si sono poste Patrizia Collard e Helen Stephenson, esperte nel campo della meditazione e della gestione dello stress, quando hanno dato vita al libro dal titolo “The mindfulness diet” (La dieta consapevole), che illustra i rischi di diete estreme e i benefici della meditazione.

70 ricette da gustare e un piano di consapevolezza alimentare da seguire per perdere peso: sono questi i consigli pratici delle due autrici, la prima, insegnante di meditazione e consulente di gestione dello stress, la seconda, terapeuta cognitiva della base del pensiero.

Ma questo non basta per chi vuole ottenere risultati.
Per chi si è già immerso nel mondo della meditazione è noto che questa pratica buddista aiuti a riconoscere e accettare i propri sentimenti in maniera calma ed equilibrata e ad affrontare lo stress dato da impegni e problemi quotidiani, ma l’effettiva relazione tra meditazione e perdita di peso
starebbe in una vera e propria interazione con se stessi.

In “The minfulness diet” le due esperte spiegano meglio il concetto: “Non esiste dieta, conta calorie o digiuno, semplicemente cambiando l’approccio verso il modo di alimentare se stessi, è possibile entrare in sintonia con saggezza con il proprio corpo e cominciare a mangiare di meno ciò che non è necessario, riempendosi così con alimenti nutrienti che aiutano a raggiungere il peso ideale che ci renda felici per sempre”.

Da dove sarebbe allora utile iniziare? Il libro contiene una serie di ricette che danno attenzione ai colori e al profumo del cibo che si mangia e una teoria sui tempi che si dedicano per terminare il pasto e quanta attenzione diamo alla scelta del cibo. La conclusione è che mangiare in meno di 20 minuti non è salutare e nemmeno aiuta a rendersi conto di quello che si è introdotto nel proprio organismo, così come sostiene anche Shoana Wikinson, capo nutrizionista a Nutri Centre.com, che accoglie con piacere questo tipo di approccio ma pensa che chiamarlo dieta non sia corretto.

E se questo non bastasse? Patrizia e Stephen sanno quanto sia importante avere una guida e per tale ragione si sono impegnate concretamente organizzando dei corsi sullo sviluppo del pensiero dell’alimentazione, che partiranno da gennaio 2015 nel Regno Unito.
Il mondo della moda si è invece proposto come testimonial con Miranda Kerr, postegirl di questa pratica, che ha scritto due libri “Treasure Yourself” e “Empower yourself”, e Daisy Love, che afferma che la pratica aiuti ad affrontare meglio la giornata.
Ma tenersi in forma è ormai uno scopo comune, che impegna anche altri personaggi come Arianna Huffington, celebre per il suo sito Huffington Post, la quale ha ricorso alla meditazione per cambiare la sua vita.
E per concludere, persino i ministri stanno considerando l’introduzione di lezioni in meditazione. Secondo il ministro David Laws le sessioni potrebbero davvero aiutare gli studenti ad incrementare le proprie attitudini e motivazioni. Voi che ne pensate?

Foodporn, ecco perchè si è dipendenti dalle foto di cibo

Credit photo: www.wdonna.it

Sui social network sempre più utenti sono colpiti dal “foodporn“: si tratta della moda di fotografare cibi in maniera impeccabile, quasi scenografica, allo scopo di far venire l’acquolina in bocca a tutti coloro che guardano l’immagine. Il termine, di fatti, potrebbe essere tradotto con l’espressione “cibo da mangiare con gli occhi”.

E se, in un primo momento, viene da associare il termine alla sfera sessuale, state tranquilli che non sbagliate.
Il termine “foodporn”, usato per la prima volta da Rosalind Coward nel suo “Female Desire-Women’s. Sexuality today”, sottolinea l’importanza dell’aspetto visivo del piatto: infatti nella foto la cosa fondamentale è il modo in cui la pietanza viene presentata, che fa venire una voglia matta di assaggiarla. Ed è proprio l’aspetto quasi perfetto del cibo che stimola un desiderio molto simile a quello sessuale, fino al punto di vedere la pietanza come ideale sostituta dell’atto amoroso.

Tra acquolina in bocca e desiderio sessuale la differenza è davvero minima: hanno aspettative simili e provocano anche gli stessi effetti sul cervello. E soprattutto creano dipendenza, ecco perchè.

Rilascia dopamina

La dopamina – secondo Norman Doige, autore di “The Brain That Changes Itself” – è la principale causa dell’eccitazione che riguarda il raggiungimento di un qualsiasi traguardo. Così i momenti di eccitazione sessuale, provocati anche da video porno, possono essere al momento in cui si è davanti ad un cibo molto stuzzicante.

Diventa abitudinario

I risultati di uno studio del Brookhaven National Laboratory, il Dipartimento di Energia degli Stati Uniti, parlano chiaro: i livelli di dopamina di chi ama mangiare – e non poco – aumentano in maniera vertiginosa. La stessa cosa accade anche a chi il cibo lo guarda solo attraverso le foto, provocando anche problemi a coloro che hanno disturbi alimentari. Il risultato, secondo lo studio, vale anche per tutti i “pornoconsumatori”, senza alcun dubbio.

Il piacere termina appena finita la consumazione

Come nell’atto sessuale, il piacere che il “foodporn” provoca purtroppo termina appena finito il pasto. La causa di ciò – secondo i ricercatori della British of Columbia – è l’insulina, che si occupa di regolare la presenza di zuccheri nel sangue. Per questo motivo si smette di cercare il cibo e diminuisce anche lo stimolo. Il “foodporn” ha lo scopo di stimolare i sensi, senza mai appagarli fino in fondo. Proprio come le immagini di corpi ritoccate.