venerdì, 19 Dicembre 2025

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Proposte dal mondo del cibo: ristorazione, dieta, ricette e cucina

KFC ha ufficialmente aperto i battenti a Roma Est

KFC ha finalmente aperto le sue porte all’interno degli spazi del centro commerciale Roma Est. L’attesa è quindi finita per tutti gli amanti del pollo fritto più noto del pianeta, che dopo tanti rumours e notizie che stavano girando già da mesi, possono recarsi nel primo punto vendita italiano per gustarsi la specialità della nota catena americana fondata nel 1955. Il marchio era atteso in Italia da anni e l’entusiasmo collettivo diffusosi sui social network lo dimostra. In primis su Facebook, sulla pagina ufficiale KFC, dove sono comparsi in poche ore migliaia di commenti di approvazione.

“Sono commosso, è un momento che aspettavo da anni!”, “Ricordatevi per sempre questo giorno, perché anche se non è storia, oggi per l’Italia è un giorno memorabile!” oppure “Vi ho aspettato più io di Penelope con Ulisse” sono solo alcuni esempi dell’entusiasmo che ha colpito gli amanti del fast food.

La ricetta del pollo fritto della Kentucky Fried Chicken è tenuta segreta fin dalla sua creazione. Dovrebbe essere costituita da 11 erbe e aromi. La sola cosa che viene indicata dal creatore della catena e della ricetta è l’aver utilizzato una pala per scavare un tunnel nella farina ed avere precedentemente mescolato le erbe e gli aromi.

Viaggio tra le cucine delle nonne di tutto il mondo (FOTO)

La cucina della nonna è, e sarà sempre, inarrivabile per chiunque. E Gabriele Galimberti, artista toscano, ha pensato di immortalarle per sempre su una fotografia. Un senso di malinconia e nostalgia ti assale guardando le foto delle cucine e dei piatti delle nonne di tutto il mondo.

La figura della nonna è sempre stata molto amata. Come ti coccola, ti vizia e ti guarda una nonna non lo fa nessuno. E in queste foto, Galimberti riesce a riaffiorare ricordi piacevoli e profumi che ormai non si sentono più in giro.

Nell’era dello show-cooking, degli chef stellati e dei ristoranti raffinati l’artista toscano sceglie di farci ritornare alle origini. Si, perchè la cucina nasce con le nonne.

Dall’Italia all’Africa, passando per il Messico e la Turchia. Un libro dedicato a ben 58 nonne e ai loro piatti tradizionali. Certo, noi siamo di parte e quei bei ravioli italiani preparati con amore proprio dalla stessa nonna di Galimberti, Marisa Batini vincono su tutti gli altri piatti tradizionali.

Un omaggio alle nonne di tutto il mondo, alla loro bontà e alla loro cucina. Per renderle immortali, come davvero meriterebbero, insieme ai loro piatti.

Dieta Tokyo-Paris: dimagrire e vivere a lungo

Una delle ricerche che più impegna donne, ma ormai anche uomini italiani, è quella sulle diete e se ancora non avete trovato quella che fa per voi, il metodo Tokyo-Paris potrebbe essere la soluzione. Alimentazione sana e attività fisiche salutari: sono questi i segreti della dieta giapponese, così come spiega anche la dottoressa Sophie Ortega nel saggio Ma méthode minceur Tokyo-Paris.

La conclusione deriva da uno studio sugli ultracentenari dell’isola di Okinawa che avrebbero perseguito questo stile di vita, fatto di cibi poco calorici e tanta attività fisica, oggi tanto in voga anche tra le parigine.
L’efficacia del metodo giapponese sarebbe stato accertato inoltre da un’ulteriore sondaggio secondo il quale la percentuale di obesità delle donne in Giappone si attesta al solo 2%, il più basso al mondo.
Passiamo ora ad illustrare passo dopo passo usanze culinarie e stili di vita, che hanno fatto di questo metodo un vero e proprio modello da seguire.

Abitudini alimentari

L’alimentazione è molto varia, da riso a verdure, a pesce, senza tralasciare frutta e salse speziate ma al top della lista sta, senza dubbio, il riso, che non può mancare a colazione, pranzo e cena. A seguire il pesce, dal tonno al salmone allo sgombro e alle sardine, che contengono omega 3, benefici per il nostro corpo.
In una dieta che si rispetti, mangiare verdure più che un vizio è una virtù e allora se davvero volete sperimentare la cucina giapponese acquistate peperoni, pomodori, melanzane, zucchine, cipolle, fagiolini, lattuga, carote, spinaci e così via.
Fondamentale è anche la frutta, ma solo come spuntino alla sera.

I giapponesi però non amano molto latte e pane e nemmeno la carne, che accompagna solo determinate pietanze. La loro bevanda preferita, invece, è il té verde, che, come ben saprete, previene il gonfiore.

I pasti vanno accompagnati dal consumo di 2 litri di acqua naturale e sono da eliminare, durante l’espletamento della stessa, alimenti come zucchero, sale, prodotti dolciari e bevande alcoliche, mentre essenziali sono le erbe aromatiche, la soia e il konja, un formaggio che abbassa il colesterolo e previene il diabete.

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Metodi per preparare e servire i cibi

Molto importante, oltre al cibo che viene servito, è come lo si presenta e lo si cucina. Il primo consiglio è quello di non cuocere a lungo i piatti per non privarli delle proprietà nutritive: ideale è l’utilizzo della padella wok.

In secondo luogo, è preferibile utilizzare ciotole piccole per avere la sensazione di mangiare quantità maggiori: a volte, si sa, l’occhio è più grande dello stomaco, allora meglio evitare di cadere in tentazione.

“Hara hachi bu”, tradotto dal giapponese “avere la pancia piena all’80%” è la chiave perché la dieta abbia effetto. Sono dunque vietate le grandi abbuffate, che non lasciano spazio al languorino post pranzo o cena: ricordate che avere la pancia piena al 100% non equivale ad affrontare la giornata con più energie. A volte anzi causa solo problemi.

Stile di vita

Infine una dieta non è salutare senza sport, come sostengono i nutrizionisti. I giapponesi prediligono lunghe camminate, la bici, il taï-chi, le arti marziali, la danza tradizionale e come attività rilassante il giardinaggio, uniti ad esercizi di respirazione e di ascolto del proprio corpo, trattamenti fai-da-te come lo scrub alla spugna di konjac e la maschera alla farina di riso.

Stando a quando affermato dalla stessa Sophie Ortega, la dieta non prevede particolari sacrifici in quanto dura solo 13 giorni e impedisce l’effetto yo yo almeno per un anno se seguita correttamente, oppure 2-3 anni se si mantengono uno stile di vita regolare e delle abitudini alimentari sane: insomma basteranno pochi giorni per perdere dai 7 agli 8 kg e per un anno il vostro fisico sarà bello, sano e in forma.
State bene attenti però, un consiglio medico è sempre indispensabile, soprattutto in caso di regimi alimentari che contengono un basso contenuto calorico come la dieta Tokyo-Paris.

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Healty hour: l’aperitivo che non rovina la linea

Una volta esisteva il pranzo di lavoro oppure la cena romantica. Oggi, questo momento di convivialità e puro relax prende il nome di happy hour o aperitivo che dir si voglia: bastano un locale carino, un po’ di musica, qualche cocktail e un ricco buffet. Attenzione però: tutto questo ha un rovescio della medaglia perchè tra bevande e stuzzichini si accumula un alto numero di calorie. Meglio evitare, allora? No, non c’è bisogno di rinunciare a questo piacere, l’importante è prestare attenzione a ciò che si mangia e si beve.

Da qualche anno, infatti, la moda di fare un happy hour è davvero un rito irrinunciabile ma è anche il nemico numero uno di una sana ed equilibrata alimentazione: il suo apporto calorico è maggiore di un pranzo completo. Gli aperitivi infatti, sia alcolici che analcolici, contengono un valore energetico molto alto che proviene esclusivamente dall’alcool o dallo zucchero. Si tratta di calorie molto dannose perchè sono vuote, cioè senza valori nutrizionali. Il rischio, quindi, è quello di perdere il controllo delle calorie e sbilanciare l’apporto dei principi nutritivi necessari all’organismo. A un ricco aperitivo, molto spesso, segue un vero e proprio pasto completo e questa abitudine, se praticata di frequente, è la chiave che apre la porta al sovrappeso (33% degli Italiani) e all’obesità (9,7%).
Per combattere questo allarmante fenomeno a Milano, lo scorso maggio, è partita l’iniziativa dell’Healty hour – Aperitivo contro l’obesità- organizzato dall’Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia, in collaborazione con Fipe – ConfCommercio, iniziativa promossa per sensibilizzare i giovani al mangiare sano, soprattutto durante l’aperitivo.

Il menù dell’healthy hour prevede bontà e prelibatezze light tutte da gustare tra una chiacchiera e l’altra. È consigliato mangiare del pinzimonio abbinato a bruschettine con doppio condimento, sushi variegato, carpaccio di salmone avvolto in bastoncini di sedano e papavero, spiedini di verdura e verdure grugliate su pane nero di segale. Ma anche insalatina di pollo al vapore con julienne di verdure, insalatina di lenticchie e gamberetti, tazzina di rapanelli con mousse di verdure, maionese vegetariana e farro con piselli, mais e concassè di pomodoro. E da bere? Il tutto è da accompagnare a uno Spicy Coole, cocktail analcolico a base di sciroppo di cannella e succo di mela cloudy biologica.

Da evitare, quindi, i grandi classici che si trovano su tutti i banconi dei locali, ossia patatine, noccioline e salatini. Basta pensare che 30 grammi di chips, una porzione che si mangia in un battibaleno, contiene circa 160 kcal, e una buona dose di grassi e sale. Valori simili anche per salatini, taralli e tarallini, mentre le arachidi tostate salate ne contengono ancora di più. Altro alimento su cui sarebbe meglio non buttarsi sono le tortillas – patatine di mais giallo – magari accompagnate da formaggio fuso, o tantine e vol-au-vent contenenti maionesi e salsa rosa.

Riguardo le bevande: inutile ricordare che sarebbero da prediligere i cocktail analcolici, migliore tra tutti il succo di pomodoro, che ha pochissime calorie. Per gli amanti della birra, invece, l’ideale sarebbe una chiara piccola (33 cl), che ha poco più di 100 Kcal. Un bicchiere di vino bianco secco ha dalle 80 alle 120 kcal circa, un rosso secco poco di più.

L’importante? Bere e mangiare con moderazione e scegliere sicuramente del buon vino.