sabato, 6 Dicembre 2025

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Una limited edition per i 160 anni di Louis Vuitton

Era il 1854 quando il francese Louis Vuitton aprì a Parigi la sua prima boutique di valigeria in pelle, “Louis Vuitton: Malletier a Paris”, destinata ad una clientela ricca e facoltosa che riuscisse ad apprezzare le sue collezioni innovative, per l’epoca, ed eleganti.

Dopo la morte di monsieur Vuitton, il controllo dell’azienda passò al figlio George che nel 1896 creò il famoso e riconoscibile Monogram LV, utilizzando le iniziali del padre scomparso anni prima.

Nella realizzazione del Monogram, George Vuitton fu ispirato dal design orientale e utilizzò come simboli dei fiori e dei quadrifogli stilizzati affiancati dalle iniziali LV sparse su tutta la superficie della pelle, seguendo un ordine geometrico.

Per celebrare i 160 anni di carriera e di vita del marchio di lusso più amato al mondo, la vicepresidente della LVMH (Louis Vuitton Moët Hennessy) Delphine Arnault ha proposto un progetto chiamato “l’icona e gli iconoclasti” in cui sei designer di fama mondiale dovranno realizzare una limited edition per Louis Vuitton, ispirandosi ad una delle iconiche borse della maison o ad un pezzo della collezione da viaggio, dando una loro interpretazione secondo il loro stile e secondo il loro gusto, rimanendo però sempre fedeli al tema del progetto.

I designer scelti sono stati: Karl Lagerfeld, Christian Louboutin, Frank Gehry, Rei Kawakubo, Marc Newson e Cindy Sherman.

La collezione in edizione limitata sarà messa in vendita a partire da Ottobre in alcuni store di Louis Vuitton, ma presentazione ufficiale del progetto sarà celebrata con un evento a New York il 7 Novembre.

Shock tra le fan di Chiara Biasi

Facebook, instagram, twitter, ogni social è pieno di lamentele, insulti e chi ne ha più ne metta, contro la marca di bikini più seguita ed amata del momento: bikini lovers.
Sembrerebbe che la collezione “Limited edition” firmata da una delle blogger più in voga, Chiara Biasi, non è tanto limited come dovrebbe.

Tempo fa la bella Biasi ha acclarato che le fantasie della sua capsule collection erano inventate personalmente da lei, se non addirittura disegnate, e che prendeva spunto dai suoi viaggi ed esperienze di vita.
Non è così.

Delle ragazze, che partecipano ad un gruppo di facebook dedicato alla marca di bikini in questione, curiosando sul web hanno scovato un sito, shutterstock.com, nel quale appaiono le fantasie utilizzate, e “create”, dalla Biasi.

Gatta ci cova insomma.

Queste super detective hanno subito provato a scrivere nelle bacheche di facebook, su instagram, in ogni angolo di internet, ma l’unica risposta che ricevevano era: commento eliminato.

Fino a che Bikini Lovers ha dovuto per forza rispondere per le troppe lamentele ricevute, postando in bacheca questa frase: “ragazze un po’ di relax non è successo niente di cosi grave da generare tanto fervore“, o ammettendo che la Biasi non ha mai inventato nulla di sua spontanea volontà, ma era aiutata da un tecnico del disegno che magari, in un secondo momento, ha venduto le fantasie a qualche sito internet, fra cui questo in questione.

Ora, il problema non è se le fantasie siano state inventate dalla fashion blogger o meno, ma visto che costano un bel po’ di soldini questi costumi e Chiara è amata e seguita da tutta Italia, Bikini Lovers doveva subito essere sincero, così come la blogger.
Hanno mentito da sempre sulla creazione di queste fantasie, che sono spettacolari, facendo credere in un lampo creativo della blogger.
Le fan cercano di accaparrarsi sempre il costume migliore delle collezioni firmate Biasi solo perchè la stimavano per i tanti progetti che segue.
Ora rimane solo un gran fermento e un bel polverone che la blogger dovrà spazzare via.

Certo, non è divieto utilizzare fantasie già presenti sul web, se il sito in questione lo permette, ma almeno Bikini Lovers e Chiara Biasi dovevano sin dall’inizio affrontare la questione diversamente, nel rispetto delle tante persone che stimano la fashion blogger.

Che succederà ora ai Bikini di Chiara? Non resta che rimanere incollati ai social per scoprire la prossima mossa.

Hipster, alternativi anche nei cibi (FOTO)

Il termine hipster è stato riattualizzato negli anni novanta e duemila e ora designa giovani sulla ventina, di classe medio-alta, istruiti e abitanti dei grandi centri urbani, che si interessano alla cultura alternativa.
Gli hipster si professano ottimi conoscitori della lingua inglese e amano appropriarsi dei codici delle generazioni precedenti con stile retrò.
Si servono in negozi di abiti usati,mangiano preferibilmente cibo biologico, meglio se coltivato localmente, sono vegetariani o vegani, preferiscono bere birra locale (o prodotta in proprio), preferiscono generalmente la Pepsi alla Coca-Cola, e amano girare in bicicletta
“.
Questa è la definizione di hipster, ma in generale per cosa si distinguono?

Gli hipster si caratterizzano soprattutto per i gusti ricercati e l’abbigliamento lontano dai marchi commerciali, ma ora trovano anche nel cibo una zona alternativa.

Gli hipster consumano solo ciò che è artigianale e prodotto sul posto. Non amano i fast food e non fanno la spesa nei supermercati.

Kambucha, kimchi e birra fermentata in casa, sono solo alcune delle pietanze per le quali gli hipster si sentono un passo avanti a tutti.

Ecco qualche esempio dell’alimentazione hipster

:

La prima pietanza che lo distingue dalla massa è il Cold Brew Coffee

Gli hipster consumano solo questo tipo di caffè macerato a temperatura ambiente o in acqua fredda per 12 ore.
Una chiccheria insomma.

Subito dopo si trovano i Sottoaceti, un vero must.

La Kombucha, ovvero un thé addolcito e fermentato con il batterio del lievito.

I cavoli di Bruxelles

Il bacon

Bevono esclusivamente la Birra PBR

O la Birra fermentata in casa

Qualsiasi cosa servita in una mason jar: gli hipster bevono solo da questi contenitori solo perché è cool

Kimchi:un piatto tradizionale coreano fatto di verdure fermentate con spezie

Un altro must è il tacos

O la versione Kimchi:

Agli hipster piace molto la soda fatta in casa

Diventano matti per i Doughnuts (e a chi non piacciono?)
doughnuts

Amano i cavolfiori

Bevono solo succhi verdi
succhi-verdi

E amano la dieta vegana, in particolare i biscotti

Insomma per essere un vero hipster bisogna mangiare cibi etnici, bere nelle maison jar, bere esclusivamente succhi verdi e cibarsi di cavoli.
L’hipster detta moda, e molte volte segue le tendenze stesse.

Cruciani C crea un braccialetto ad hoc per i mondiali

Si chiama “Estrelas do Brasil”, ed è il nuovo braccialetto in pizzo firmato Cruciani C, un must have per tutte le appassionate – e gli appassionati – dei mondiali.
Il conto alla rovescia per i mondiali 2014 è iniziato già da un po’, e Cruciani C non poteva di certo rimanere indifferente ad uno degli eventi più importanti dell’anno, ed è per questo che ha creato il nuovissimo braccialetto “Estrelas do Brasil”.

Il prossimo 12 giugno troveremo al posto di moltissimi il braccialettino di pizzo, i cui colori rendono omaggio al Brasile: prendendo ispirazione dalla bandiera dello stato ospite, e trasmettendo la giusta dose di allegria, il Cruciani è proprio vedere e oro.
È formato da sei stelline – color oro appunto – che simboleggiando l’unione dei diversi continenti che si ritroveranno a scontrarsi nel corso di uno degli eventi più attesi dell’anno. La nuova creazione di Cruciani C vuole essere «simbolo di unione, dalla Francia all’America, superando oceani e continenti» per accompagnare «tifosi e non per tutta l’estate in un’avventura “mondiale”».

Si potrà acquistare questo braccialetto, realizzato in pizzo macramè, in svariati negozi e sul sito ufficiale Cruciani al prezzo di 10 euro.
Un modo semplice ed economico che unisce il ritmo della samba e le bellezze del paese ospitante con la passione per il calcio.

[Credit: fashionmag.com]