lunedì, 22 Dicembre 2025

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Essere single fa schifo

Anche incontrare un bastardo certamente lo è, ma essere single fa davvero schifo.
Mi dispiace tantissimo per tutte le donne che in questo momento storico sono alla ricerca del grande amore, non vorrei mai essere nei loro panni. Esagero? Probabilmente si, ma provate a farvi invitare per un appuntamento galante, vi troverete davanti a una serie di difficoltà.

Come rimediare l’invito

Si, siete single carine, intelligenti e simpatiche ma credete che ciò basti per attirare l’attenzione di un uomo? Non siete mica negli anni ’80? Ormai non si rimorchia più durante le feste a casa come ne ‘Il tempo delle mele‘, né vi basterà avere gli occhi verdi e la frangia sbarazzina per essere la più figa della festa. Oggi le ragazze sono aggressive, sfacciate, nude. Hanno profili Instagram a base di tette, labbra giganti e squat: non sarete mai in grado di competere.
Il problema è che quasi tutti i ragazzi su piazza non vanno al cineforum in cerca di f*ga, ma in discoteca, dove è risaputo che si può chiacchierare e fare nuove conoscenze in tranquillità. E se voi siete una di quelle che sogna l’incontro perfetto al parco o al supermercato, dovete sapere che il contatto più tenero che instaurerete con lui avverrà sulla pista da ballo, in un momento molto particolare. Non vi viene in mente? Ve lo dico io: lui uscirà dalla fase sonobradpittintroy quando passerà Bailando di Enrique Iglesias; in quel preciso momento fateci caso: le sue mani scenderanno sempre di più verso il vostro sedere, mentre il suo viso cercherà di assumere l’espressione di quello che sta semplicemente ballando una salsa.

Il sistemone

Ecco, una delle piaghe da combattere quando si è alla ricerca del vero amore è proprio il sistemone. Si tratta del metodo più usato dal ragazzo moderno per riuscire a portarsi a letto una qualunque: corteggiarne 753 allo stesso tempo. Questo purtroppo mette la donna perbene in una condizione psicologica terribile, ovvero quella in cui si è perfettamente consapevoli di essere una tra tante. Oggi gli uomini vi chiedono di uscire tanto per, ignorandovi per i successivi 7 giorni. Voi siete li: in attesa di un cenno, uno squillo di tromba, un tornado. Mentre ciò che vi arriverà è un banalissimo messaggino di Whatsapp.

Ecco, Whatsapp

Se Facebook ha rovinato il nostro rapporto con i soldi e con la felicità, Whatsapp ha mandato a p*****e secoli e secoli di cavalleria.
Se avete conosciuto il tipo dei sogni in palestra o in discoteca sappiate che vi toccherà incontrarlo di persona per sentire di nuovo la sua voce. Non sperate minimamente di ricevere una telefonata, rischierete di fare i capelli bianchi nel frattempo.
E quando lui sarà scomparso dalla faccia della terra senza rispondere al vostro messaggio, voi controllerete quella c***o di spunta blu 8 milioni di volte al secondo. Mi dispiace essere brutale, ma vi dico che quasi certamente l’icona della lettura rimarrà bianca perché Lui, anche se risulta disponibile, non avrà aperto il vostro messaggio. Che grande infame: tra tutte le caselle possibili ha deciso di non aprire proprio la vostra, quella nel cui cerchietto figurate voi sul divano con il gatto.
Ma non sarà allora che getterete la spugna, anzi: di notte aprirete ogni mezz’ora la sua chat, per controllare se in quel momento il bastardo risulta connesso. Quello che scoprirete vi toglierà il sonno: nel 90% dei casi lui sarà proprio lì, online.

Area 51

Siete andati a cena fuori? Siete partiti per un week end romantico il ponte del 25 aprile? Se credete che i baci, le carezze e il sesso praticato alla grande vi mettano al riparo dalle delusioni, vi sbagliate di grosso. Voi siete solo un’amica, una tra tante. Se provate ad avere un contatto sentimentale vi dirà che state correndo troppo, che lo dovete mollare per un po’. Perché qui hanno tutti paura dei sentimenti, dei legami, di un grattino davanti alla tv. Che ci sarà di male nel frequentare una sola persona anziché 575? Non si sa, ma pare che un accenno di sentimentalismo li spedisca automaticamente dove voi non potete più vederli né cercarli: nell’area 51 assieme agli X-Files.

Questione di feeling

Ti piace e vuoi uscirci? Non chiederlo: sembreresti una disperata. Ti avvicini a un ragazzo di 29 anni e mezzo avendone 30 appena compiuti? Sei una Milf. Non dai troppa confidenza in discoteca? Sei una figa di legno.
Prendi coraggio per inviare un messaggio? La risposta arriverà dopo qualche ora, perché rispondere rapidamente pare che li privi della loro virilità.
Il brutto è che questo sistema finisce con il contagiarti: se lui visualizza e non risponde per ore, perché quando ricevi la risposta tu devi essere reattiva? Ovvio che anche lui deve aspettare prima di avere il tuo messaggio, mica sei a sua disposizione? Ed ecco che inizia una catena di azioni/non azioni infinita, nella quale a un certo punto dimentichi chi è lui, cosa state facendo e qual è lo scopo di tutta questa inutilità.

Perché non siamo tutti vegetariani o vegani?

credits photo: quotidianomolise.com

Le persone che seguono una dieta vegetariana o vegana sono sempre più numerose. Basti pensare che il 12% della popolazione del Regno Unito ha adottato questo tipo di alimentazione Eppure è sempre presente uno zoccolo duro che non riesce proprio a capire questa scelta, o stile di vita, o che comunque non contempla neanche lontanamente l’ipotesi di adottarla né per motivi di salute, né per motivazioni di carattere etico.

Cos’è che porta le persone a non saper rinunciare alla carne? Di certo una forte motivazione, soprattutto basata su convinzioni morali, aiuta i vegani e i vegetariani a mantenere la loro posizioni. Non è però un segreto che molte persone trovino chi sceglie questo stile di vita fastidioso. A volte si tratta solo di prese di posizione irrazionali, altre volte la perseveranza per uno stile di vita alternativo diventa veramente invadente. Questo porta molti ad allontanarsi ulteriormente da una possibile scelta vegetariana o vegana. L’estremismo, in ogni campo, non è mai una buona idea.

Chi continua a mangiare carne, in ogni caso, solitamente, trova l’idea di rinunciarci del tutto insopportabile. Qualcuno li accusa di avere poco empatia verso gli animali, ma loro sostengono di avere buone motivazioni. Innanzitutto affermano che la scelta di non mangiare carne non è salutare e tanto meno naturale. A volte, anzi, può essere molto rischioso. Insomma, difficilmente lo sfoderare motivazioni di ogni tipo, da quelle più fantasiose a quelle basate su ricerche scientifiche, darà dei buoni risultati. Al massimo porterà a delle decisioni che, in assenza di stabili convinzioni di fondo, dureranno per breve termini.

Ciò che conta non è quante persone vegetariane o vegane ci sono, e quante non vogliono o non riescono a perseguire la stessa strada. Ciò che conta è che ci sia rispetto per le scelte altrui, sempre.

Come nasce la Festa della mamma? (FOTO)

photo credits: hungryforchange

La seconda domenica del mese di maggio ricorre la Festa della mamma: una giornata importante per le mamme e le famiglie di tutto il mondo.
Fiori, cioccolatini, regali desiderati e disegni realizzati con amore, sono solo alcuni dei pensieri che sin da bambini abbiamo donato alle nostre mamme con l’intento di rendere più dolce un giorno dedicato a loro.

La mamma è una figura importante nella vita di ogni figlio. Che sia idilliaco o pessimo il rapporto che abbiamo con la nostra figura materna, risulterà impossibile tagliare in maniera netta il filo invisibile che ci lega a lei.
Nonostante sarebbe un bene festeggiarla ogni giorno con un sorriso, una telefonata o una carezza, la festa della mamma ricorre una volta l’anno. Ma chi ha istituito questa celebrazione in onore della mamma? Vediamolo insieme.

A sancire questa ricorrenza fu Anna Jarvis, che nel 1908 riuscì a promuovere il giorno della festa della mamma. Anna desiderava dedicare un giorno all’anno da dedicare a sua madre, che nel corso della sua vita si era impegnata a lottare contro le malattie e la mortalità infantile.
Proprio la madre di Anna Jarvis, inoltre, aveva promosso il Mother’s Friendship Day per favorire la riconciliazione tra madri del Sud e del Nord America.

photo credits: cnn
photo credits: cnn

Dopo varie vicissitudini e vicende burocratiche, Anna Jarvis è riuscita a rendere ufficiale il 10 maggio del 1908 la festa in onore della mamma e di tutte le donne del mondo che si adoperano a difesa dei diritti dell’infanzia.
Nonostante il nobile scopo, la festa della mamma diventò rapidamente un inno al consumismo.
Per lottare contro questa cattiva interpretazione della festa da lei tanto voluta, Anna Jarvis fondò la Mother’s Day International Association e organizzò boicottaggi e cause legali contro chiunque approfittasse di quella data per trasformarla in un pretesto commerciale.

Ad oggi, nella maggior parte dei casi e dei paesi, la Festa della mamma è un contentino annuale. Approfittiamo di questa bellissima storia e prendiamo spunto dall’amore di Anna Jervis nei confronti della madre. Le madri hanno bisogno di conforto e amnore ogni giorno dell’anno e non solamente la seconda domenica del mese di maggio. Ricordiamolo.

Università: tasse troppo alte, gli studenti propongono una no tax area

credits photo: metronews.it

Gli studenti universitari italiani se ne saranno accorti: le tasse sono diventate veramente molto care. Non a caso, infatti, l’Italia è tra i paesi europei con le università più costose in termini di tasse, che risultano eccessivamente salate. Proprio recentemente il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, durante un discorso su varie questioni finanziare, ha annunciato delle novità sulla tassazione universitaria. Gli studenti però, hanno già in mente una soluzione.

A dispetto di quanto la ministra Giannini ha più volte affermato l’università italiana è tra le più costose d’Europa“. A dichiararlo è Alberto Campailla, portavoce di Link coordinamento universitario. L’OCSE ha infatti raccolto dei dati, riferiti all’anno accademico 2013/2014, che evidenziavano una realtà preoccupante per il nostro Paese. Basti pensare che ben in nove paesi dell’Unione Europea (Norvegia, Danimarca, Finlandia, Svezia, Turchia, Repubblica Slovacca, Slovenia, Estonia e Ungheria) le tasse non sono contemplate. Invece, in altri quattro paesi (Svizzera, Belgio, Francia e Austria) le tasse universitarie per l’accesso agli atenei pubblici non superano in media i mille dollari USA. L’Italia arriva invece a 1600 dollari circa, piazzandosi dopo il Regno Unito e l’Olanda.

Sempre Campailla afferma, però, che gli studenti universitari hanno una proposta: “don’t tax me now“. In sostanza si tratterebbe di una no tax area fino ai 28 mila euro di Isee. In questo modo circa il 39% degli studenti non dovrebbe pagare le tasse. In parlamento, inoltre, sono state depositate due proposte di legge da parte della deputata del PD Emanuela Ghizzoni e del deputato del M5S Gianluca Vacca.

Mentre si attendono le novità annunciate dal Premier Renzi, famiglie e studenti sperano di poter finalmente tirare un sospiro di sollievo.