mercoledì, 1 Maggio 2024

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La top ten di giovani e ricchi single

Credit: kjendis.no

Il magazine britannico Tatler ha stilato una classifica dei 10 single “paperoni”: quindi ragazzi e ragazze giovani, ricchissimi, e soprattutto liberi da ogni relazione amorosa.
Eccoli in ordine.

Arkadiy Abramovich


Ha solo 20 anni ma un conto in banca da capogiro. Figlio del ricchissimo oligarca russo Roman Abramovich e di Irina Vyacheslavovna Malandina, Arkadiy si è fatto largo nel mondo delle banche diventando fin da subito un giovane imprenditore conosciuto a livello internazionale.

Katherine e Cecilie Fredriksen


Al secondo posto ben due ricche ereditiere. Le gemelle Fredriksen, 30 anni, sono figlie del re del petrolio norvegese John Fredriksen; parte attiva del business familiare, vivono in una villa da urlo nel quartiere di Chelsea, con tanto di discoteca e campo da tennis.

Joseph Wenzel


Questo è un principe ed è single, cosa si può mai volere di più? Bè, diciamo che in questo caso il detto “anche l’occhio vuole la sua parte” deve essere messo da parte, però il principe del Liechtenstein ha il fascino dell’uomo poliglotta: lui parla inglese, francese, tedesco ed italiano perfettamente. Nonostante il suo regno sia piuttosto piccolo, la sua è una delle famiglie reali più ricche d’Europa.

Perenna Kei


A soli 24 anni è la giovane miliardaria più ricca al mondo. Laureata in economia alla University of London, controlla l’85% dell’azienda di famiglia: la Logan Property Holding. Inoltre pare che Perenna, che ora è meglio conosciuta con il nome di Ji Peili, abbia i capelli più belli al mondo, seconda solo alla Duchessa di Cambridge Kate Middleton.

Sofia Barclay


Figlia del presidente del Telegraph Media Group, che vanta un patrimonio di circa 3 miliardi di euro, ha 25 anni, i capelli corvini e dimora fissa presso il castello dell’isola di Brecqhou. Reginetta dei media, ha la passione per il cinema, ed è stata vista spesso a Londra e a New York dove frequentava la Square Theatre School.

Alexander Soros


Figlio dei miliardari George Soros e Susan Weber Soros, ha un patrimonio di 15 miliardi di sterline da dividere con i quattro fratelli. Pare sia stato paparazzato più volte per le sue notti brave, ma che sia stato perdonato dalla famiglia per i suoi atteggiamenti filantropici, come il suo primo e importante contributo ai Fondi ebraici per la Giustizia. Amante della storia sta seguendo un dottorato presso Università della California, Berkeley.

Jamie Reuben


28 anni, figlio di David Reuben (di cui lui stesso è un grande fan), possiede insieme al fratello Simon la maggior parte dei locali più carismatici di Londra per un valore di circa 8 miliardi di sterline.

Tom Persson


Rampollo ed erede della catena norvegese di abbigliamento low cost H&M, ha 27 anni, vive a Londra e ha un conto in banca che si aggira circa a 17 miliardi di sterline. Esteticamente ricorda uno dei protagonisti di Dawson Creek, e questo segna un punto a suo favore.

Brandon Green


Ha solo 21 anni ma è già stato più volte sotto i riflettori per via delle sue amicizie con le star, tra cui Kate Moss. Oltre ad essere protagonista di molti gossip, Brandon è famoso perchè ha fatto spendere a suo padre, il ricchissimo Sir Philip Green, 4 milioni di sterline per il suo compleanno, facendo cantare Andrea Bocelli e Beyoncé. Amante della barca a vela, è più facile vederlo in barca che sulla terraferma.

Robin Arora


Al decimo posto si classifica Robin Arora, l’unico che per arrivare dove è arrivato ha rimboccato le sue maniche, senza l’aiuto di una famiglia miliardaria. Ha 29 anni e gestisce, insieme ai suoi fratelli Simon e Bobby, una catena di discount mondiale B&M Stores. Il suo patrimonio si aggira intorno ai 1,5 miliardi di euro.

[Credits: Repubblica.it, Bigodino.it]

‘Relfie’: nuova moda che infastidisce milioni di persone sul web

www.nlcafe.hu

Tutti i giorni, dando un’occhiata alla home di Facebook – e non solo – tra i nostri amici e sulle varie pagine, troviamo sempre una categoria ben distinta: quella delle coppiette felicissime ed innamoratissime.

Su Facebook ci sono diversi modi per capire se un utente ha una relazione: si può capire attraverso il profilo, citando il proprio partner negli aggiornamenti di stato, sempre sdolcinati, oppure dal numero di “mi piace” alle foto del compagno/a.

Ma tutto questo non bastava. Ora c’è anche la moda del “relfie” – nome nato dall’intreccio dei termini “relationship” e “selfie” – con cui si indicano le foto scattate da fidanzati o coniugi. In queste fotografie i due partner si mostrano sempre sorridente e in atteggiamenti molto complici, apparendo agli occhi di tutti come la coppia più fortunata del mondo.

Il risultato di questi “relfie” però non è sempre positivo: infatti la coppia arriva al punto di farsi odiare dagli altri utenti per le loro milioni di foto. O almeno questo è ciò che afferma Benjamin Le, docente presso L’Haverford College della Pennsylvania, che ha condotto un’indagine i cui esiti saranno pubblicati sul prossimo numero della rivista “Personal Relationship“.

In particolare, il professor Le, insieme ai suoi colleghi, ha analizzato come sono comunicate le informazioni riguardo le relazioni amorose sui social network e poi come vengono avvertite dagli altri utenti.

Gli studiosi hanno intervistato 200 persone: da essi hanno avuto l’accesso ai loro profili Facebook per poter controllare l’aggiunta di eventuali “relfie“.
In più, i docenti hanno creato dei falsi profili con i quali aggiungevano immagini o frasi che riguardavano le relazioni sentimentali.
Sono state poi chiamate altre 100 persone circa, che hanno dato una propria opinione sulle condivisione ed i post dei diversi account.

Il risultato dello studio è proprio quello già anticipato sopra: alcuni utenti sono arrivati a considerare quasi esagerato il comportamento delle diverse coppiette.

Davanti a queste foto la gente prova fastidio ed irritazione: un pò perchè disturbano la sensibilità, un pò perchè la coppia appare falsa. Postare ogni secondo una foto di voi e del vostro partner sempre troppo contenti potrebbe sembrare poco credibile, la vostra potrebbe sembrare una di quelle relazioni che esistono solo nei film o nei libri.

Il foto racconto dei Mondiali 2014

Credit: news.fidelityhouse.eu

Nonostante l’Italia sia ormai a casa, la parola d’ordine rimane Mondiali.

E Mondiali per qualcuno vuol dire solo sport, solo calcio o “non ne capisco niente del fuorigioco”.
Per altri invece è molto di più. Sono sensazioni ed emozioni, quasi da farfalle nello stomaco. E non importa se non gioca la tua nazionale, i brividi e l’adrenalina te li danno anche i rigori tra Brasile e Cile, e poi si festeggia lo stesso per la vittoria di Neymar e i suoi, o si rimane con l’amaro in bocca per quella traversa di Pinilla, “ad un centimetro dalla gloria”.
Mondiali è anche questo: due facce della stessa medaglia, impersonificate dalla disperazione o dall’euforia dei tifosi.
È ciò che non ti aspettavi: l’immediata eliminazione dei vecchi campioni quando in gioco rimangono nazioni che neanche ti ricordavi esistessero. È una birra con gli amici, e che nessuno fiati quando qualcuno tira in porta. È bandiere appese alle finestre di tutte le case, è riscoprirsi popolo.
Ma Mondiali vuol dire anche molto più di questo, vuol dire amore e passione.

E in attesa delle partite dei quarti di finale, lasciamo vagare i nostri ricordi nei momenti più belli di questa “copa do mundo”.

[Credit photo: Repubblica.it]

Quanti anni vivremo? Lo svela un selfie

Credits photo: tecnoandroid.it

Una delle poche incognite della vita, ovvero quanti anni vivremo, sta per essere sciolta. Merito dei selfie, gli autoscatti social che riempiono le nostre giornate.
Grazie all’avanzamento delle tecnologie, scrive il “Washington Post”, sarà sempre più immediato attraverso un’attenta analisi del viso fare una stima degli anni di vita.

Il progetto che coniuga selfie e stima degli anni di vita si chiama Face my age e punta ad analizzare un database mondiale di 20.000 selfie.
Sappiamo che alcune persone tendono a invecchiare più rapidamente di altre“, ha detto Jay Olshansky, biodemografo dell’University of Illinois (Chicago), che sta lavorando al progetto “E sappiamo anche che i figli delle persone che invecchiano più lentamente tendono a vivere più a lungo di altre“.

Guance, labbra, occhi, rughe: tutto nel progetto di Olshansky verrà passato in rassegna attraverso la scansione dei selfie. L’età dimostrata verrà poi calcolata con un complesso sistema di algoritmi che interagirà col database e immensi archivi statistici.

Banditi sorrisi, espressioni strane o ancora make up: per rientrare in Face my age bisogna non camuffare in alcun modo il proprio volto. “Immaginate di prendere il vostro iPhone, farvi un selfie, inviarlo sul nostro sito, e scoprire che i vostri occhi sono quelli di un cinquantenne e le labbra quelle di un settantenne“, ha detto Olshansky al Washington Post.

Lo studio dei volti non è qualcosa di nuovo: è stato utilizzato spesso infatti in ambito criminale o ancora per ipotizzare la crescita di bambini scomparsi. Ora però ad essere particolarmente interessate all’argomento sono le compagnie assicurative, che ovviamente iniziano a prefigurare un nuovo sistema per il calcolo dei premi.

E se la tecnologia arriva a dirci quanti anni vivremo, un lato positivo c’è: poter cambiare delle abitudini insane di vita, prima che sia troppo tardi.