giovedì, 8 Giugno 2023

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Halloween, per quest’anno arriva il costume da “ebola”

Ebola, qui non c’è nulla da scherzare. Eppure c’è già chi ha colto la palla al balzo per far parlare di sè. Halloween è alle porte: come fare per non passare inosservati anche quest’anno? Arriva il nuovo costume da “ebola”, per essere “malati” e “spaventare tutti” anche nel giorno più pauroso di tutto il 2014.

L’idea è venuta in mente ad un’azienda che ha messo in commercio il travestimento da ebola perfetto per Halloween al prezzo di circa 80 dollari in 3 varianti diverse: c’è il costume da operatore sanitario, quello da paziente e, dulcis in fundo, quello da “zombie” in preda alla malattia.

Subito in rete la polemica: è giusto “ironizzare” fino a questo punto con una malattia così seria? Dopo il 2° caso sospetto di ebola in Texas, subito dopo il caso del paziente zero, ora arriva addirittura un costume Halloween per “essere sempre alla moda anche questo 31 ottobre”. Sul web tantissime critiche e sgomento, ma online continua ancora la vendita.

Halloween, per quest'anno arriva il costume da "ebola"

“Sick or treat?” È questo il tormentone degli ultimi giorni, giocando con le parole della frase “Trick or treat?” (“Dolcetto o scherzetto?”), tipiche di Halloween, sostituendo la parola “trick” con “sick”, cioè “malato”.

“È un travestimento poco divertente, ma inevitabile” parla Jonathan Weeks, chief executive di “BrandsOnSale”, azienda che ha messo in commercio il travestimento. “Questo costume fa sì che le persone rimangano fuori dalla situazione, che non immaginino neppure la sofferenza umana che gli sta dietro”, spiega al TIME Kathryn Getek Soltis, direttrice del “Center for Peace and Justice Education” e assistente di “Etica Cristiana” alla Villanova University, secondo la quale il costume “è molesto”: “Se lo indossi non significa necessariamente che sei una cattiva persona, ma contribuisci a distogliere chi ti vede e ti sta accanto in quel momento da quello che rappresenta davvero l’ebola. È questo il problema”.

Paris Fashion Week 2014, passato e presente si incontrano in passerella

La Paris Fashion Week è appena iniziata. Il pubblico si sta deliziando e riscaldando con le prima sfilate di questa settimana magica. Tra Balenciaga, Lanvin, Nina Ricci, Guy Laroche e molti altri, si sta già delineando e prendendo forma quella che sarà la donna protagonista della Primavera/Estate 2015. Elementi del passato e del presente si incontrano dando vita a modelli nuovi, che conservano però tendenze e linee già viste, riproponendo canoni di bellezza del passato.

Guy Laroche

La collezione primavera/estate 2015 presentata da Guy Laroche ci riporta indietro nel tempo, fino agli anni Settanta. Un ritorno al passato, grazie agli abiti con la vita alta e le gonne svasate al ginocchio. Tendenza questa, che abbiamo già visto emergere a Milano Moda Donna. La protagonista della sua collezione è la donna contemporanea, che vuole sfoggiare uno stile elegante e chic, ma moderno al tempo stesso. Una moda attuale, che riprende però influssi del passato, riproponendo vecchi canoni di bellezza. La linea è costituita da deliziosi abitini dal taglio bon ton e altri più sensuali con scollo a V, da top che mettono in mostra la vita alta, da gonne e shorts, che si fanno morbidi e avvolgenti.

Dries Van Noten

Protagonisti della collezione primavera estate firmata Dries Van Noten sono le stampe floreali, per sottolineare la necessità di vivere in contatto con la natura. La stessa sfilata, che è stata caratterizzato da un cinguettio leggero come sottofondo musicale, ha riportato i presenti in un luogo magico e tranquillo: una passeggiata nel bosco, per ascoltare il canto degli uccellini. La donna di Dries Van Noten è una sicura di sé, consapevole, che si conosce bene e non ha paura di vivere a stretto contatto con il suo ambiente. La linea è costituita da piccoli bomber, blazer oversize, t-shirt simili a tuniche, pantaloncini che ricordano ampi boxer, ma anche pantaloni con il cavallo basso e tagli asimmetrici.

Balenciaga

A Parigi sfila il Balenciaga di Alexander Wang. Il designer ha cominciato a liberarsi con la collezione prêt-à-porter Primavera/Estate 2015. La prima modella è uscita sui battiti martellanti della colonna sonora in uno spolverino aperto sul retro, che rivelava una comoda e parzialmente trasparente tutina a pantaloncino. Gli altri modelli della collezione hanno rivelato l’ispirazione dello stilista di origini taiwanesi per il ciclismo. Via quindi ad abiti come seconda pelle, scarpe che si bloccano ai pedali, sagome magre e atletiche e leggings e camicie aderenti.

Balmain

Per questa collezione Primavera/Estate 2015 lo stilista gioca con tagli netti e trasparenze, per una donna sexy e dinamica, decisa e intraprendente. Gli abiti lasciano intravedere la figura femminile, senza mai risultare volgare. Le linee sono forti, così come i colori utilizzati. Bianco, nero, rosso e arancione sono i protagonisti di questa linea che riprende idee dagli anni Ottanta, riproponendo modelli del passato rivisitati e adattati alla nostra epoca.

Stella McCartney: la scelta della modella anoressica indigna il web

Nonostante tutte le battaglie, campagne di sensibilizzazione, polemiche e cambiamenti apportati da alcuni stilisti (seppur una minoranza), il fashion system preferisce ancora le modelle anoressiche, e l’ultima entrata nel mirino delle polemiche anti anoressia è stata la stilista inglese Stella McCartney.

Durante la Paris Fashion week, la stilista ha pubblicato sul suo profilo Instagram una foto della modella sudcoreana Ji Hyde Park, notevolmente magra, – più ossa che carne- con indosso una t-shirt bianca della prossima collezione primavera/estate dell’omonima casa di moda. La foto è stata seguita da una didascalia “Worn Well! X Stella” (indossato sta bene! baci Stella). Il risultato è stato disastroso. Alla sola vista della foto, il web ha iniziato a criticare brutalmente la stilista accusandola di promuovere un cattivo modello non sano.

«Questo non è saper indossare un vestito, ma appendere qualcosa su delle ossa» ha detto un utente. «È un’immagine atroce e spaventosa perché questa ragazza è chiaramente molto malata e rappresenta tutto ciò che di sbagliato c’è nel mondo della moda» ha aggiunto un altro.

E pensare che la stilista aveva solo buone intenzioni quando ha pubblicato quella foto. Infatti, la foto serviva per sponsorizzare la t-shirt raffigurante la modella Lara Stone, volto di Stella il profumo della maison, per beneficenza. Il 15% del ricavato della vendita sarebbe andato al Linda McCartney Centre del Royal Liverpool University Hospital, specializzato nel trattamento dei tumori. Ma a causa dello scandalo la vendita della t-shirt è scesa notevolmente.

Date le polemiche, la stilista ha rimosso la foto di Ji sostituendola con quella della “un po’ meno magra” Malaika Firth, con addosso sempre la stessa t-shirt. Inoltre, Stella ha anche lasciato una dichiarazione al The Independent in cui chiedeva scusa per il suo gesto «è stato fatto di fretta nel backstage ed è risultato fuorviante, avremmo dovuto essere più attenti».

Buon compleanno al reggiseno

Con o senza ferretto, a balconcino, con le spalline o senza, impreziosito da swaroski o merletti o effetto nude: il reggiseno è il capo indiscusso della femminilità, che ha compiuto 100 anni il 3 novembre 2014 e non li dimostra affatto.

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Esattamente 100 anni fa Mary Phelps Jacob brevettava un indumento simbolo per le donne. Correva l’anno 1914, quando la giovane ereditiera americana, meglio conosciuta Caresse Crosby, mise a punto il primo prototipo di “reggipetto“, una sorta di tracolla in grado di separare il seno, grazie a due fazzoletti e a delle fasce per neonato.

Da allora l’evoluzione del reggiseno non si è fermata e si è adeguata alle esigenze sempre più diverse delle donne. Ma da allora è diventato un indumento di seduzione e provocazione irrinunciabile. Ancora oggi è uno degli accessori più utilizzati dalle donne di tutto il mondo, che si dividono, tra chi lo ama e chi lo odia.

In verità, il reggiseno sarebbe nato nel ‘400, anche se il brevetto è del 1914. Nato per caso e per comodità, negli anni ’70 è diventato il simbolo della protesta femminile, con donne del movimento femminista in piazza a bruciare il capo di lingerie, mentre oggi è un aiuto fondamentale per sostenere il seno e per modellarlo, e soprattutto per regalarci taglie in più.

Il reggiseno è stato interpretato e reinventato nel corso del tempo. La moda alla garçonne degli Anni ’20 trova il massimo esempio nella seduzione androgina di Greta Garbo, che punta su abiti dal taglio maschile e il reggiseno appiattisce il seno, quasi a farlo scomparire.

La moda della lingèrie “in bella vista” è stata lanciata da Madonna negli anni ’80 che, indossava reggiseni di pizzo come fossero top, e durante il “Blond Ambition Tour“, esibisce il modello iconico “a siluro” creato per lei da Jean Paul Gautier.

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Negli Anni ’90 arriva la rivoluzione Wonderbra. Si chiama push up e significa almeno una taglia in più. Il reggiseno delle meraviglie è infatti imbottito con olio o silicone, per esaltare la silhouette con piccoli trucchetti. Icone vestite di sola biancheria intima stravolgono e cambiano l’immaginario erotico sul grande e piccolo schermo e il reggiseno diventa il simbolo delle pin up, come Marilyn Monroe o la nostra Sophia Loren, che mostravano decolleté morbidi e scolpiti.

A balconcino, a punta da pin up, di pizzo, wonderbra, nel corso degli anni il reggiseno si è modificato: ne è stata perfezionata la fattura, modificato il design, sono state introdotte le spalline regolabili, le coppe e le diverse taglie, e si è diversificata l’offerta, tra prodotti di lusso nati per sedurre e quelli più economici per l’uso quotidiano. Non è un caso che le case di moda, Victoria’s Secret su tutte, ne realizzino modelli decorati con perline e pietre preziose al pari degli abiti da sera.

Comunque lo si declini, resta un prezioso alleato per ogni donna e una grandissima arma di seduzione, croce e delizia degli uomini alle prese con i gancetti. Gli stilisti ne producono ormai così tanti modelli talmente sexy, che non mostrarli sarebbe davvero un peccato.