giovedì, 9 Gennaio 2025

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Un nome speciale per una vacanza speciale

Nell’era dei neologismi, del cosmopolitismo e delle conseguenti commistioni linguistiche, della novità e dell’elogio della creatività, in cui tutto è moda e tendenza passeggera, il settore del marketing deve essere perennemente alla ricerca di espedienti efficaci ed intriganti.

Molte travel companies, decisamente al passo con i tempi, hanno assecondato le qualità dei nostri tempi, creando un sistema originale per sottolineare l’unicità del cliente e della propria vacanza.

Così, se si è in viaggio di lavoro, ma si vuole sfruttare qualche giorno per visitare il posto? Le agenzie proporranno un “bleasure travel”. O ancora, lui vuole fare un campeggio nella natura, lei invece vuole concedersi qualche giorno di relax? La soluzione ideale è un “glamping“, fusione delle due parole glamour e camping.

Una “gaycation” per i sostenitori delle uguaglianze gay, una “babymoon” per le coppie che vogliono concedersi un romantico apostrofo per provare ad avere un bambino o, ancora, una “playcations“, per una vacanza tutta divertimento.

Ben Zimmer, produttore esecutivo di Vocabulary.com, dice che le parole a volte bizzarre possono tornare utili. E spiega: “E’ il marketing di nicchia. Si sta cercando di fare appello a diversi settori del pubblico. Abbiamo una particolare tipologia di viaggio per voi, che ha un nome speciale“.

E sulla stessa scia parla Katherine Connor Martin, capo della US Dizionari Oxford University Press, che afferma che queste parole miste possono diventare popolari perché sono “carine e auto-coscienti”.

La gente conia molte più parole di quante ne adotti”, afferma la Martin. “E’ difficile prevedere quale catturerà l’attenzione e quale no. Si tratta di vedere come la gente usi in realtà la parola in modo non-auto-cosciente, aspettandosi che gli altri ne conoscano il significato”.

La parola resta un veicolo fondamentale per il marketing, un mezzo in continua evoluzione e a completa disposizione della creatività. Perché in fondo ognuno di noi pretende una vacanza su misura. A partire dal nome.

Orientarsi è più semplice con la Mappa Universale della Metropolitana (FOTO)

Quando si visita un posto nuovo, per una vacanza, per lavoro o per mille altri svariati motivi, ci si veste dei panni del turista e anche di quelli dell’esploratore. Si esplorano le giungle urbane, ci si deve orientare in esse in tempi ristretti e con mezzi non sempre di facile interpretazione.

La mappa della metropolitana ne è un esempio: collegamenti incrociati in una ragnatela di nomi e colori, da provocare cefalea cronica già al primo sguardo. New York, Londra, Parigi, Madrid, capitali di un’estensione paurosa, capaci di far sentire i visitatori minuscoli, diventano un mostro troppo grande da affrontare.

Si chiama Jug Cerovic, architetto di professione, francese di nazionalità, ed è il Dio a cui molti turisti saranno devoti. Il suo merito è, infatti, quello di aver ideato un sistema uniforme e semplice, per orientarsi tra gli infiniti collegamenti delle metropoli: la mappa universale della metropolitana.

E così la mappa di Tokio, prima indecifrabile e ostica, è diventata lineare e di immediata fruizione, grazie all’ordine datole dall’essenzialità del giovane architetto. Un’essenzialità completa però di tutte le informazioni utili.

Per ora sono solo dodici le città di cui è stata messa a punto la mappa, in grado di favorire un’immediata lettura al turista, che non dovrà più trascorrere la metà del suo soggiorno a disegnare cerchietti rossi sulla cartina.

Un’idea, quella di Cerovic, sempre più utile per soddisfare la natura cosmopolita dell’uomo, le sue esigenze lavorative, la sua curiosità turistica.

Lo dicono anche tutte le mamme del mondo: in fin dei conti basta un po’ d’ordine.

TripAdvisor, la classifica delle 10 migliori destinazioni al mondo (FOTO)

ojodigital.com

TripAdvisor ha stilato una nuova classifica: le 10 migliori destinazioni al mondo.

Il criterio che sta alla base delle scelte delle città è quello di sempre: le “milioni di recensioni e valutazioni da parte di coloro che contano davvero – i viaggiatori stessi”, come ha affermato James Kay, portavoce del sito.

Quest’anno c’è stato un cambio di guardia nel podio della classifica: Parigi – capofila lo scorso anno – è precipitata clamorosamente al settimo posto, lasciando libero il podio per una new entry, la città di Istanbul in Turchia. Nonostante le cifre record del 2013 che il settore del turismo ha registrato nella capitale francese, la città della Torre Eiffel non è riuscita a reggere il confronto con la Moschea Blu della megalopoli asiatica.

Al secondo si colloca invece un’eccellenza del nostro Paese: Roma, la città eterna, che con il suo fascino e i suoi monumenti spettacolari è riuscita a rapire il cuore di milioni di turisti.

Grande successo ha riscosso anche la città di Londra, che, come lo scorso anno, è riuscita ad occupare il terzo posto. Questo grazie anche alla nascita del Royal Baby che ha portato un flusso di turisti non indifferente nella capitale britannica. Concludono la top five le città di Pechino in quarta posizione e Praga – capitale della Repubblica Ceca – che trionfa con un discreto quinto posto.

Scendendo verso il fondo della classifica ci si sposta sempre più verso l’Oriente: in sesta posizione si trova la città di Marrakech, in Marocco, a cui fanno seguito la decaduta Parigi che si piazza al settimo posto, Hanoi nel Vietnam, Siem Reap in Cambogia e Shanghai, importante città della terra del Celeste Impero.

Grande sconfitta quest’anno per gli Stati Uniti che hanno visto sparire dalla classifica sia la città di New York che quella di San Francisco. E allo stesso modo l’Australia subisce una clamorosa perdita, quella della sua città più antica e popolosa, Sydney, che lo scorso anno si era posizionata al decimo posto.

Ma nonostante la classifica si può dire che valga la pena visitare anche le città assenti o escluse da questa lista. Perchè ogni città è bella e migliore di altre a modo suo, con i propri monumenti, i propri paesaggi e le proprie peculiarità.

Sicurezza nelle città d’arte italiane, medaglia d’oro a Matera

basilicataturistica.com

L’Italia dell’arte è un paese poco sicuro. Secondo una recente classifica stilata dal centro studi di Hrs, global solutions provider, e basata sui risultati di una ricerca compiuta nei primi mesi del 2014, è emerso come arte e bellezza della nostra penisola non siano sufficienti a renderla un luogo sicuro e accogliente per i turisti stranieri.

Le prime tre posizioni della classifica delle città d’arte più sicure d’Italia sono occupate da Matera, Verona e Siena, a cui fanno seguito Venezia, Firenze, Lecce, Palermo, Parma, Perugia e Pisa. Male invece le grandi città, quali Milano, Roma, Napoli, Torino e Bologna, che si collocano in fondo alla lista.

Il problema che i turisti stranieri – in particolare il 30% degli intervistati – evidenziano come il più grave e il meno decoroso per delle città con un così elevato e pregiato patrimonio artistico è la paura di essere rapinati a causa della scarsa presenza di forze dell’ordine nei pressi delle più importanti attrazioni turistiche.

Purtroppo però non è l’unico disagio riscontrato: ad esso fanno seguito l’indisciplina degli automobilisti e la loro disattenzione nei confronti di pedoni e ciclisti – problema denunciato dal 25% dei visitatori – e, per il 15% degli intervistati, il degrado dei monumenti unito alla percezione di disordine intorno ad essi.

Il 10% poi lamenta la difficoltà di comunicazione con chi è delegato alla sicurezza cittadina a causa della scarsa o nulla conoscenza delle lingue straniere da parte di vigili e forze dell’ordine.

Seguono il mancato decoro urbano unito ad un elevato livello di sporcizia, l’abissale differenza tra la gestione del Centro città rispetto alle periferie, i disagi nei trasporti urbani e il caro tariffe di ristoranti e bar nei centri storici, che purtroppo molte volte approfittano della condizione dei turisti stranieri per aumentare i prezzi.

E alla domanda “pensate di ritornare in Italia in base alla vostra esperienza di viaggio?” il 10% degli intervistati ha dato una risposta negativa.

In particolare il 17% dei turisti statunitensi e il 15% dei francesi che hanno fatto un soggiorno in Italia nel 2013 dichiarano di non avere più intenzione di tornare nel nostro Paese, a causa di questi problemi legati alla sicurezza.

Una ricerca che dovrebbe far riflettere le autorità e gli addetti al turismo, che rimane uno dei settori trainanti e più importanti nell’economia del nostro Paese.

[Fonte: ansa.it]