sabato, 6 Dicembre 2025

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La magia delle foto del Pieniny Nationl Park

Credits: Anita Demianowicz

La fotografa nonchè giornalista Anita Demianowicz originaria della Polonia ci mostra, attraverso delle suggestive foto, il Parco Nazionale della Polonia Pieniny in tutta la sua magia invernale. Il cambio di atmosfera e colori derivante dal mutare delle stagioni, dalla più calda alla più fredda, sono in grando di rapire l’osservatore trasportandolo in un altro pianeta.

Le fotografie sono cariche di emozioni e come diceva Roland Barthes: “Ciò che la fotografia riproduce all’infinito ha avuto luogo una sola volta essa ripete meccanicamente ciò che non potrà mai più ripetersi esistenzialmente.”

Questo è senz’altro vero e per chi ama ed è in sintonia con la natura, sarà doveroso fare una visita al Parco una volta giunti in Polonia.

Apprezzare gli scatti di Anita è piuttosto semplice poichè hanno molto da raccontare. La raccomandazione della giovave fotografa va senza dubbio tenuta in considerazione proprio a causa del suo mestiere che l’ha spinta a visitare molti luoghi nel mondo. Anita consiglia vivamente di andar a fare una vistita a questo parco in quanto lei ha avuto la fortuna di andarci più volte durante le diverse stagioni dell’anno, riuscendo in questo modo a cogliere le eterogenee emozioni che lo stesso luogo è stato in grado di trasmetterle.

Anita sostiene che in autunno il parco è molto colorato, in estate è affollato dai turisti e perciò un po’ caotico mentre durante il periodo invernale è quasi deserto. La stagione che più suggerisce è proprio quella invernale in quanto per un amante di fotografia camminare e scattare foto senza fretta e senza persone attorno, è indubbiamente il massimo. Riuscendo ad assaporare in questo modo il momento “giusto” per scattare attendendo le sfumature dei colori migliori.

Probabilmente molti di noi avranno la fortuna di visitare il Parco Pieniny anche se non tutte le volte che lo ha potuto visitare Anita, magari per ovvi motivi geografici, dunque perchè sprecate i consigli appena letti? Riepilogando partire durante l’inverno e prediligere la sera per trovare i momenti migliori per effettuare gli scatti, quando le stelle brillano più intensamente.

Di seguito le foto del parco:

La vacanza perfetta tra lusso e relax (FOTO)

Credit: Costance hostels

Quanti di voi adesso si trovano sul posto di lavoro, nel campus universitario o in un supermercato per fare la spesa? Quanti di voi però vorrebbero lasciare tutto e partire per qualche meta esotica dimenticandosi tutto lo stress e le faccende che affliggono la nostra vita giorno dopo giorno? Immagino già la risposta.

E allora perché non prendere un biglietto aereo e partire realizzando così il vostro desiderio wanderlust? Se ci state pensando e siete intenti a fare questa pazzia ecco un suggerimento per una vacanza con la V maiuscola.

Esiste la vacanza perfetta? Sicuramente sì e per più della metà del campione intervistato (58%), vacanza perfetta significa staccare la spina da ogni sorta di stress, godendosi il meritato relax in luoghi paradisiaci, fatti di mare, sole, spiagge incontaminate e drink tropicali.

Ebbene oggi il sogno può diventare realtà grazie a una catena alberghiera, Costance Hotels & Resorts, la collezione di lussuosi hotel e resort che crea la vostra vacanza perfetta nelle mete più belle dell’Oceano Indiano. Tra i resort più quotati della catena alberghiera: quello di Moofushi e di Halaveli.

24 beach villa su spiaggia, 56 water villa e 30 senior water villa sull’acqua: si può scegliere tra il verde delle palme e l’azzurro della laguna, ma in ogni caso ci si troverà attorniati da ambienti eleganti e sensazionali.
I ristoranti presenti, inoltre, godono di una splendida vista sull’oceano, offrono un buffet che racchiude cucine multietniche, serate a tema e un’ottima cantina. Alcuni si trovano direttamente sulla spiaggia, propongono grigliate di pesce o carne e snack in ogni momento della giornata. I resort presentano anche lounge bar dove rilassarsi la sera con happy hour tropicali, musica soffusa, tabacchi aromatici.

Ma c’è molto di più: se siete dinamici, sportivi, intraprendenti potrete dilettarvi negli sport non motorizzati offerti, scegliendo tra catamarano, pedalò, windsurf e kayak. Tuttavia il vero fiore all’occhiello è il diving: esperte guide ed istruttori padi accompagnano gli ospiti della location in appassionanti gite snorkelling tra la ricca fauna della laguna che circonda le isole, oppure in immersioni nei siti più belli del mondo.
Inoltre è possibile pescare, prendere parte ad escursioni in crociera a bordo dei tradizionali Dhoni o noleggiare barche private.

Dolcuis in fundo, per non farsi mancare proprio niente, sono presenti 8 cabine sull’acqua, per trattamenti con oli rigeneranti, un ambiente dedicato allo yoga, palestra, boutique e una sauna ottimale per il vostro corpo.

Credit: Costance hostels
Credit: Costance hostels

[Credit: dailymail.co.uk]

Un sottopasso per cammelli contro gli incidenti d’auto (FOTO)

Credits: www.flickr.com

Ciò a cui i grandi emiri tengono di più, oltre che al petrolio, sono i cammelli.
Ecco perché i grandi signori del deserto stanno facendo costruire un sottopasso per questi animali ai margini di una superstrada nel deserto a Ras Al Khaimah, uno dei sette emirati che compongono gli Emirati Arabi Uniti.

I cammelli sono culturalmente centrali nella vita di Dubai e degli Emirati tutti e si contano circa 180.000 cammelli negli Emirati Arabi Uniti secondo i dati del 2003. Con la scoperta del petrolio però, l’utilità pratica dell’animale è andata via via scemando e così negli ultimi anni gli sceicchi hanno dato vita ad una nuova pratica per ridare importanza all’animale e alle tradizioni del popolo beduino: le corse di cammelli. I cammelli da corsa vengono allevati e selezionati e nel Paese se ne contano 14.000. Il cammello perciò è stato trasformato da fonte di reddito e fondamento economico dell’emirato a simbolo forte di appartenenza ad una cultura che le moderne tecnologie e i profitti stanno cancellando.

Nonostante ciò il numero di animali presenti sul territorio è enorme ed è molto facile che alcuni esemplari scappino alla supervisione del mandriano dei vari allevamenti.
Così, sulla strada Al Shuhada che collega l’emirato con Fujariah, gli sceicchi hanno ordinato la costruzione del sottopassaggio, come spiega l’ingegner Ahmed Al Hammadi direttore generale del dipartimento dei lavori pubblici e sociali, che sarà lungo 7 metri e alto 3,6 metri con “lo scopo di garantire il movimento di cammelli tra i lati di strada che è una delle strade a più rapido scorrimento del Paese“.
I cammelli erranti negli ultimi anni sono diventati una preoccupazione non solo per gli automobilisti ma anche per i proprietari degli animali, che, solo l’anno scorso, si sono visti investire 213 esemplari, provocando incidenti molto pericolosi, se non mortali e grosse perdite economiche.

I sottopassaggi di questo tipo interessano sempre più gli ingegnieri degli Emirati, che ne stanno progettando altri in tutto il Paese per tutelare tanto gli animali quanto soprattutto le persone, diminuendo il rischio di incontrare animali vaganti sul proprio tragitto.
Quest’ultima trovata fa sempre più riflettere sull’ingegnosità e attenzione che sta nascendo in questa parte del mondo, fortino delle più moderne tecnologie e di ricchezze sia materiali che umane, che pochi Paesi al mondo possiedono.

Tutti i luoghi di “Revenant” (FOTO)

Credits: versusgiornale.it

Nove mesi di riprese in posti freddi, inospitali, dove il sole raramente bacia la Terra: i luoghi del film “Revenant” possono mettere inquietudine a chiunque, sopratutto perché non è stato facile per il nostro bel Leonardo DiCaprio girare in quelle condizioni estreme, tra neve, ghiaccio e animali selvaggi. Eppure è proprio questo a incuriosirci: girato tra Canada, Argentina e Stati Uniti, siamo di fronte a posti incontaminati dall’uomo, dove la natura si risveglia meravigliosa e potente, dando il meglio di sé. Scopriamo, quindi, tutti i luoghi di “Revenant”.

Bow Valley, Alberta (Canada)

Credits: Flickr Brendan Bell
Credits: Flickr Brendan Bell

Per girare le molte scene estreme di “Revenant”, la scelta è ricaduta sulla Bow Valley, nello stato dell’Alberta, una valle scavata dall’omonimo fiume il cui corso superiore attraversa il Banff National Park e poi disegna paesaggi maestosi che in inverno conoscono condizioni davvero difficili.

Riserva indiana di Morley, Nakoda (Arizona)

Credits: Wikimedia
Credits: Wikimedia

Non poteva mancare una riserva indiana nel film: è lì che si svolge una delle tante scene di battaglia. Qui c’è la riserva indiana di Morley, all’interno della nazione indiana dei Nakoda.

Kananaskis Country, Alberta (Canada)

Credits: 20th century fox
Credits: 20th century fox

Una vetta innevata per girare questa scena all’interno del Fortress Mountain Resort: si tratta di una ski area nella Kananaskis Country. Il cast e la crew si sono alzati a 2500 metri di altitudine. Cose da brividi.

Squamish Valley (Columbia Britannica)

Credits: 20th century fox
Credits: 20th century fox

La “famosa” scena con l’attacco dell’orso a Leonardo DiCaprio è stata girata in una foresta della Squamish Valley, nella Columbia Britannica canadese.

Monte Olivia (Argentina)

credits: Panoramio
credits: Panoramio

Infine, dal gelo del Canada e degli Stati Uniti, “Revenant” si è spostato nel caldo della Terra del Fuoco argentina, precisamente lungo le rive di un fiume che scende dal monte Olivia. Proprio qui è stata girata l’ultima scena del film. Un luogo magico e incontaminato da visitare assolutamente.