martedì, 16 Dicembre 2025

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Airbnb e l’house sharing, come cambia il modo di viaggiare

house sharing

Specialmente in tempo di crisi, come quello in cui viviamo adesso, le vacanze sono un lusso. Tanto più se si decide di andare all’estero dove ai costi dei trasporti aerei vanno aggiunti quelli per l’hotel. Da sempre esistono per chi vuole risparmiare sistemazioni più economiche, come gli ostelli della gioventù o i campeggi. Ma spesso si tratta di alloggi non proprio soddisfacenti, più adatti ai giovani o agli amanti dei viaggi zaino in spalla. Adesso non è più così grazie all’house sharing e soprattutto ad Airbnb.

L’idea da cui nasce il concetto di house sharing è quella di scambio di casa. Ovvero due persone si scambiano la casa, in due città distinte che entrambi vogliono visitare, per il periodo di durata della vacanza. E i costi si azzerano quasi del tutto. Ma come fare per mettersi in contatto con persone disposte a condividere la propria casa? Qui interviene Airbnb che ha rivoluzionato quest’idea, non più un semplice scambio di casa ma la possibilità di alloggiare in case e appartamenti in tutto il mondo da affittare per brevi periodi a costi relativamente contenuti. Airbnb offre una piattaforma online dove host e turisti possono incrociare le loro richieste: si inserisce il periodo e il nome della località ed il gioco è fatto. Non c’è scambio di denaro perché il tutto avviene online con carta di credito e questo per tutelare sia i proprietari, assolutamente referenziati, che gli ospiti.

Airbnb nasce nel 2008 a San Francisco ma è già presente in tutto il mondo, e come tutte le aziende della new economy nate in California è anche un ottimo posto dove lavorare, non per niente quest’anno si è aggiudicata il Best Place to Work, superando colossi del calibro di Google.

Ma qual è il target di chi usa l’house sharing come Airbnb? Al contrario di quanto si possa pensare non esiste più la dicotomia tra hotel da signori per chi può spendere vs casa in affitto, perché su Airbnb si possono trovare case di qualsiasi tipologia, dalla sistemazione modesta alla villa di lusso. Quello che cambia è come siamo disposti a viaggiare e l’idea che abbiamo di sconosciuto, chi ci ospita, che può trasformarsi in nuova guida turistica per chi è amante delle esperienze local.

Airbnb non va a solo vantaggio dei turisti, perché permette anche a chi ospita di poter monetizzare sfruttando una stanza in più in casa propria o un piccolo appartamento a disposizione per chi viaggia 365 giorni all’anno. Un nuovo modo di viaggiare quindi a disposizione di tutti, Airbnb ha trovato la formula perfetta tra location ed ospitalità.

Il 2015 è stato un anno nero per il turismo

anno nero per il turismo

Non è stato un anno semplice per il turismo quello appena concluso. Anzi possiamo proprio affermare che il 2015 è stato un anno nero per il turismo, con cause e conseguenze molto diverse. La crisi economica fa sentire ancora i suoi effetti e i consumi sono ridotti.

Ma non c’è solo questo, altri fattori hanno reso molte destinazioni a forte vocazione turistica quasi inavvicinabili. Colpa del terrorismo internazionale e degli attacchi che durante quest’anno hanno fatto anche stragi di turisti.

Come sappiamo, la Francia e la città di Parigi, hanno subito due attacchi sconvolgenti durante il 2015, all’inizio e alla fine. Ma non è solo la nazione transalpina ad essere colpita, a Marzo l’Isis colpisce con un attacco il Museo del Bardo a Tunisi, uccidendo più di 20 persone, molti dei quali sono turisti appena sbarcati dalle navi da crociera. A fine giugno un altro attacco mette a dura prova il turismo nel paese nord africano, sulla spiaggia di Sousse un terrorista uccide 23 bagnanti.

Ma non c’è solo il terrorismo a frenare la voglia di viaggiare. A marzo un pilota della Germanwings che sta pilotando un volo si suicida schiantandosi sulle Alpi francesi, sono 150 le vittime. E come se non bastasse a causare molti e danni e soprattutto tante vittime intervengono anche i disastri ambientali, come il forte terremoto che ha colpito il Nepal ad Aprile 2015.

Arriva però un buona notizia, è quella del disgelo tra USA e Cuba che dopo 55 anni apre le porte a forti ondate di turismo nel paese caraibico.

Durante l’estate a temere un duro colpo alla propria economia già fortemente compromesse è la Grecia e i forti scossoni politici che attraversano il paese tra giugno e luglio. Ma la paura della Grexit non frenano i turisti che non abbandono le meravigliose isole greche. Ad Agosto ad essere colpita è un’altra meta turista molto frequentata, a Bangkok una bomba uccide 20 turisti.

A fine ottobre protagonisti loro malgrado sono ancora dei turisti di ritorno da un viaggio a Sharm El Sheikh. L’aereo che li avrebbe dovuto riportare in Russia precipita a causa di una bomba fatta esplodere dall’Isis.

Arriviamo poi a Novembre e agli attacchi del Bataclan e dello Stade de France dove perdono la vita 130 persone di diverse nazionalità. Chiaro quindi che con un anno del genere molti abbiamo deciso di trascorre il Natale e il Capodanno a casa contribuendo a determinare il 2015 come l’anno nero per il turismo in tutto il mondo.

Destinazioni top per il New York Times: in Italia c’è solo Torino (FOTO)

credits photo: nuovasocieta.it

Il New York Times ha stilato una lista di 52 posti da visitare nel 2016 e il Belpaese, conosciuto in tutto il mondo per le sue bellezze che attirano ogni anno milioni di turisti, quasi non c’è. O meglio, c’è, ma con solo una città: Torino, piazzata al trentunesimo posto. Grandi escluse, quindi, le città d’arte più famose del nostro paese: Roma, Venezia e Firenze.

È un grande mondo lì fuori, quindi abbiamo ristretto la scelta per voi. Dai templi più antichi alle acque cristalline, queste secondo noi sono le destinazioni top da visitare durante l’anno’, si può leggere sul New York Times. E se stupisce che ci sia così poco di italiano nella lista, non deve affatto sorprenderci che tra le mete più belle del mondo ci sia la nostra Torino con il Museo Ettore Fico, il museo egizio, lo spettacolo delle Luci d’Artista, i Docks Dora, i vari festival musicali che animano la città durante l’anno e i panorami di Langhe, Roero e Monferrato. ‘Il rinnovamento all’interno di un’antica capitale industriale’, queste le parole precise usate per descrivere la bella città.

credits photo: mr-service.it
credits photo: mr-service.it

Ma se l’Italia non c’è, quali sono gli altri posti che hanno affascinato il New York Times? Al primo posto, inaspettatamente, c’è il Messico con la sua capitale Mexico City che attira il turismo culinario. Sempre sul podio, poi, al secondo e al terzo posto ci sono rispettivamente la città francese Bordeaux e Malta, con le sue spiagge e i suoi templi.

credits photo: travelguide.lufthansa.com
credits photo: travelguide.lufthansa.com

Ancora più giù, tra i primi dieci posti si trovano Coral Bay a St John nelle Virgin Island’s, il Theodore Roosevelt National Park in North Dakota, Il Mozambico in Africa, Toronto in Canada, New York, Abu Dhabi, la penisola di Swane in Svezia, e la valle vulcanica di Vinales e le sue colline sul mare a Cuba.

credits photo: coralbaystjohn.com
credits photo: coralbaystjohn.com

Insomma, è giunto il momento di fare le valigie e iniziare il giro del mondo. Magari partendo proprio da Torino.

Colosseo, record di visitatori: secondo solo alla Muraglia Cinese

Saluta il 2015 con grande entusiasmo il monumento simbolo dell’Italia nel mondo: il Colosseo batte i record d’ingressi con un totale di 6.600.000 biglietti staccati quest’anno, se si includono gli ingressi con la carta Roma Pass e con l’Archaeologia Card. È stato registrato, perciò, un aumento del 5,7% rispetto al 2014, anno in cui gli ingressi ammontavano a 5.728.591: un vero e proprio successo, considerati l’allarme terrorismo (che, dato l’aumento dei controlli, ha rallentato l’iter d’accesso) e le varie proteste di cui il monumento è stato teatro quest’anno, col quale il Colosseo si attesta quale secondo sito archeologico più visitato al mondo, dopo la Grande Muraglia Cinese (10 milioni di visitatori).

Francesco Prosperetti, a capo della Soprintendenza per il Colosseo, il Museo nazionale romano e l’Area archeologica di Roma, si è detto soddisfatto, ma non nasconde le sue preoccupazioni: “Più che a un traguardo, siamo di fronte a una sfida. Per troppo tempo ci siamo limitati a staccare biglietti. Per il futuro, dobbiamo assicurare un’offerta culturale che convinca il pubblico ad apprezzare meglio Palatino e area dei Fori, separando il turismo più consapevole da quello dei clip tour, cioè chi vuole solo ‘toccare’ l’icona Colosseo. Che da solo non può reggere a un aumento così costante di visitatori, e rischia il collasso“.

Coadiuvata dall’Università Bocconi di Milano, la soprintendenza sta mettendo a punto un nuovo metodo per la bigliettazione: “Vogliamo attirare l’attenzione del pubblico su luoghi meno noti, come la Rampa Imperiale di Domiziano. Abbiamo assicurato servizi innovativi, come la recente apertura di un percorso di accessibilità ai Fori per chi ha problemi di movimento o per le famiglie con figli in carrozzina“.

Oltre ad andare avanti col grande restauro finanziato con 24 milioni di euro da Diego Della Valle, ci sono altri tre progetti in cantiere: “Il recupero della Domus Aurea, finanziato grazie al ministro Dario Franceschini con 13 milioni di euro, il piano per la ricostruzione dell’arena, gli interventi sul Palatino per 15 milioni di euro. Intendo, poi, vincere la scommessa della ristorazione. Abbiamo pubblicato a fine 2015 un avviso di pre-informazione: a metà 2016 nascerà sul Palatino il più straordinario ristorante di Roma e forse del mondo. Al Foro aprirà una caffetteria, all’altezza di largo Corrado Ricci, e così sarà alle Terme di Diocleziano e al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo“.

Un emblema che si riconferma tale, insomma, il Colosseo: ma questo record non deve essere considerato ul punto d’arrivo, a maggior ragione se la sua immagine figura adesso nel logo del progetto per le Olimpiadi 2024, che getterà ancora nuova luce sull’Anfiteatro Flavio facendogli rivivere, chissà, forse anche più fasti di un tempo.