venerdì, 19 Dicembre 2025

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Starbucks inaugura l’app per i caffè a domicilio

Uno dei sogni dei giovani italiani è quello di arrivare in una grande capitale europea, depositare i bagagli e godersi una pausa caffè in uno dei tanti Starbucks che si trovano nella città. Quel che accade nel luogo di origine della celebre catena, a Seattle, invece, supera di gran lunga la nostra immaginazione e i nostri desideri: è qui che Starbucks farà partire un servizio di consegna on-demand per fornire caffè a domicilio.

L’iniziativa, che manifesta come il commercio on line cresca sempre più a macchia d’olio, permetterà a chiunque viva a Seattle di ordinare un frappucino, un caffé o un muffin, comodamente da casa. Basterà scaricare l’applicazione sul proprio smartphone e impostare l’ordine che subito partirà a destinazione. L’accordo è stato preso con il sistema di consegna on-demand Postemat che da questa esperienza potrebbe davvero ricavare un grosso profitto, allargando il business anche alle altre città degli Stati Uniti d’America.
Stessa cosa vale per Starbucks, che non ha di certo intenzione di stare indietro rispetto ai suoi concorrenti e vuole sfruttare la scia positiva delle nuove tecnologie per abbattere nuovi muri.

D’altronde per Starbucks il mondo del web non è un mistero. Già nel 2011 il colosso del caffè aveva introdotto la possibilità di effettuare pagamenti tramite iPhone e altri dispositivi, dimostrando di considerare la tecnologia come una risorsa sulla quale investire e non un ostacolo da abbattere.

Magari un giorno anche i giovani italiani potranno usufruire del servizio, se e quando Starbucks deciderà di tentare di aprire un locale in Italia. Nel frattempo chi vive a Seattle e dintorni avrà modo di testare l’efficienza di questo nuovo servizio, che presto raggiungerà anche le altre località statunitensi e se il progetto andrà bene, come già si immagina, anche quelle europee. Il futuro di questa nuova scommessa è nelle vostre mani.

Mont Saint-Michel, previsti altri spettacoli di alta marea (FOTO)

Credit photo: de.normandie-tourisme.fr

La natura è in grado di regalarci spettacoli meravigliosi, come ci sta dimostrando proprio in questi giorni. Grazie all’eclissi di Sole del 20 marzo, per la quale tutto il mondo si è preparato nel modo migliore possibile, si è verificato anche un altro fenomeno spettacolare, quello che è stato denominato “marea del secolo”.

Proprio il 21 marzo, giorno direttamente successivo all’eclissi, l’allineamento tra Sole, Luna al perigeo e Terra ha avuto un effetto particolare in alcune parti della Francia Settentrionale, del Regno Unito e dell’Olanda, provocando una marea che ha lasciato i milioni di turisti – accorsi apposta per l’evento – senza fiato.

Ma il vero spettacolo si è avuto nella baia di Mont Saint-Michel, in Normandia, località arroccata su un rilievo e collegata alla terra solamente attraverso una striscia di terra molto sottile. In questo luogo l’oceano si è alzato di ben 14 metri – contro gli 8,7 metri soliti – e ha trasformato la baia in una vera e propria isola. Livelli veramente da record, che si verificano ogni 18 anni, avvenuto l’ultima volta nel 1997 e che potremmo rivedere nel 2033.

In questo primo giorno di primavera il primo picco di marea si è avuto alle 7.45, ma è stato al di sotto delle attese, soddisfatte poi la sera, verso le ore 20 circa, quando c’è stato il vero e proprio picco, che ha lasciato a bocca aperta i 10 mila turisti accorsi per assistere dal vivo a questo meraviglioso evento.

Ma questo non è stato un caso isolato perché, almeno a quanto dicono gli esperti, già un mese fa si stava iniziando ad avere a che fare con questi fenomeni di alta marea, che vedono in questo 2015 un anno veramente al top. E, se vi siete persi l’evento di Mont Saint-Michel di sabato scorso, non preoccupatevi perché di occasioni per rifarvi ce ne sono, almeno altre quattro: sono attesi, infatti, nei prossimi mesi altri picchi da far paura, anche se non allo stesso livello di questo. Prendete carta e penna e segnatevi le date sul calendario: 19 aprile, 31 agosto, 29 settembre e 28 ottobre.

Arriva a Londra ‘Een Maal’ il ristorante per i single (FOTO)

A pranzo o a cena a tutti sarà capitato almeno una volta di dover mangiare in solitudine. A quel punto le soluzioni sono tante: pranzo al sacco, fast food o corsa contro il tempo per preparare qualcosa di commestibile da buttare giù nello stomaco e poi via di nuovo al lavoro. Da ora però arriva a Londra anche un’opzione extra studiata dall’olandese Goor, il ristorante Een Maal. Qui gustare il pasto da soli non è un’alternativa da sfigati, ma un obbligo se si vuole deliziare dei cibi preparati dal loro staff di cuochi.

Si scrive “EenMaal”, si traduce “una volta” e forse il concetto è proprio quello di abbattere stereotipi e pregiudizi per recarsi al ristorante da soli almeno una volta nella vita. Le origini si trovano nella capitale olandese, Amsterdam, dove Goor ha aperto il primo Eenmaal nel 2013 con lo scopo di rendere positiva l’esperienza di un buon pasto consumato da soli.

Successivamente, seguendo l’ideologia di commercio pop up, Goor ha chiuso il locale e si è trasferita nella città dei diamanti, Anversa, e poi ancora a New York e infine a Londra. Se vi state chiedendo che cosa abbia di diverso Een Maal, la risposta è semplice: non si può conversare con le altre persone presenti nel ristorante, salvo che nel momento dell’aperitivo, si deve mangiare in completa solitudine, stando seduti nel proprio tavolo e si devono consegnare i propri smartphone all’ingresso. Questo per concedere al cliente di disconnettere dal mondo circostante, rilassarsi e assaporare le pietanze che ha di fronte.

E a quanto pare l’idea di Goor non è pura follia poiché se solo i coraggiosi andrebbero in un normale ristorante da soli, nel caso di Een Maal, la fascia di clientela aumenta radicalmente. Ecco perché si sta pensando di installare definitivamente Een Maal a Londra.

È proprio in città come queste che le persone si ritrovano spesso da sole per pranzo e cena e allo stesso tempo sentono il bisogno di evadere dal caos quotidiano e leggere un giornale o una rivista tra un piatto e l’altro. Come ha affermato un cliente “questo ristorante trasforma una situazione spiacevole in una piacevole”. Un modo sottile per affermare quanto possa essere imbarazzante per alcune persone vedere nel tavolo accanto coppie o comitive di amici. Come diceva Aristotele, l’uomo è per natura un essere sociale, ma ciò non toglie che ognuno di noi abbia necessita del proprio momento di distacco interiore senza provare un senso di vergogna. Een Maal garantisce proprio ciò.

Il miglior itinerario per un viaggio on the road negli Stati Uniti (FOTO)

Se amate avventurarvi e scoprire ogni angolo del vostro continente e non vi spaventa percorrere tanti chilometri on the road, Tracy Stadler ha ideato il metodo che fa per voi: una mappa con la strada migliore per visitare ogni singolo stato degli Stati Uniti senza passare per due volte nello stesso punto. L’idea è frutto della sua passione per la raccolta di libri per bambini Dov’è Wally? di Martin Handford.

Tracy Stadler si occupa della sezione tecnologia per il Discovery News e per uno dei suoi articoli ha pensato di aiutare i piccoli amanti di quel bambino con la maglietta a righe bianche e rosse, chiamato Wally, a delineare il percorso da lui effettuato durante i suoi viaggi. Per questo, ha utilizzato degli algoritmi, ottenendo così una mappatura dei vari luoghi toccati dal celebre esploratore.
Fatto ciò, Tracy si è subito accorta che Wally non si era mai trovato due volte nello stesso posto e che c’erano due fasce nella mappa degli Stati Uniti in cui lo stesso protagonista era passato con più frequenza.

Da lì è nata l’idea di Tracy Stadler che ha contattato Randy Olson proponendogli di realizzare il tragitto ideale per un viaggio on the road negli Stati Uniti, con l’aiuto della tecnica degli algoritmi. Entusiasti, Tracy Stadler e Randy Olson hanno posto alcune condizioni a quel viaggio on the road: doveva avvenire in automobile e solo attraverso gli Stati Uniti, passando almeno una volta per ognuno dei 48 stati e ogni meta toccata doveva essere un luogo naturale, storico o artistico riconosciuto a livello nazionale per la sua bellezza.

Tralasciando la descrizione della parte tecnica, arriviamo alla conclusione dell’intero progetto: Tracy Stadler e Olson riescono a mettere a punto una mappa di 50 siti da visitare grazie all’applicazione Api di Google Maps, stimando in un periodo di 2-3 mesi, il tempo necessario per raggiungerli tutti. Questo significa che il coraggioso che tenterà l’impresa dovrebbe percorrere 366 chilometri al giorno per riuscire ad individuare nell’arco di 60 giorni tutte le mete, tra cui il Parco Nazionale di Yellowstone, il Gran Canyon, la Statua della Libertà, le Shelburne Farms in Massachussets e il Baden Springs Hotel in Indiana.

Oppure, in alternativa, per chi non avesse il desiderio di vedere molti siti storici, Tracy ha creato una seconda mappa, che prende spunto dalle statistiche di TripAdvisor sulle migliori città. Questa rispecchia sicuramente molto di più i desideri dei turisti, che potrebbero trovare noiose alcune tappe della prima versione.

Una volta messo a punto questo sistema, Tracy ha deciso che non poteva essere pura esclusiva degli Stati Uniti. Sono infatti tanti ancora in Europa coloro che amano muoversi su strada per esplorare diverse città e attrazioni. Per tale ragione è arrivata la mappa con le 50 mete da visitare almeno una volta nella vita nel nostro Continente, tra cui anche Venezia, Firenze , Roma e Amalfi.

Per gli italiani che non possono momentaneamente permettersi un viaggio on the road oltreoceano, questo potrebbe essere un buon punto di partenza.