domenica, 24 Novembre 2024

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Meditazione: a cosa serve davvero?

Sappiamo bene cosa la maggior parte della gente pensa quando sente la parola “meditazione”: fricchettoni new-age a gambe incrociate nella posizione del loto che pronunciano incessantemente il loro amato mantra “ommm“. Eppure, la meditazione non è una cosa da hippy: è uno stile di vita che può contribuire positivamente al nostro stato d’animo, in molti, molti modi.

Sicuramente tutti sapranno di quanto aiuta a combattere l’ansia e ad alleviare lo stress, secondo i classici rinomati stereotipi. Ma esistono molti altri aspetti di cui ignoriamo l’esistenza: stando a quanto riportato sul blog di salute e benessere Art of Living, “la meditazione conduce le onde cerebrali verso uno stato Alpha che stimola la guarigione”, assieme a tutta una serie di benefici per la propria salute. Ovviamente si tratta di qualcosa di difficile da dimostrare al livello scientifico, dal momento che il motore che sta alla base della meditazione è l’energia spirituale.

Detto questo, è un dato di fatto largamente condiviso che la meditazione porti ad accrescere la propria consapevolezza: nota per il suo potere di dar forma alla mente e apportare un senso di armonia interiore, quest’attività ci dà la certezza che – qualsiasi cosa accada – noi ce la caveremo grazie a un modo di guardare alle cose rinvigorito e rafforzato.

Al contrario, scientificamente dimostrabili a proposito della meditazione sono alcuni benefici fisici, come l’accelerazione del metabolismo (e quindi il dimagrimento): stando alle parole di Lisa Johnson, personal trainer e fondatrice del centro Lisa Johnson Fitness, “gli scienziati del Benson-Henry Institute hanno sviluppato un nuovo studio sulla meditazione, riscontrando un miglioramento permanente nel metabolismo dovuto proprio alla pratica regolare della meditazione”. Nell’esperimento da loro condotto, i soggetti — metà dei quali non avevano alcuna esperienza meditativa — si sono sottoposti a un programma di meditazione di 8 settimane: al termine di questi due mesi, ai partecipanti sono stati effettuati dei test genetici i cui risultati hanno mostrato che la meditazione aveva sollecitato in loro una risposta positiva per quanto riguarda la produzione di insulina e un aumento di mitocondri.

Ancora, la meditazione può migliorare l’attività cardiaca: secondo Laura di BlueOfTime.com, si tratta di un’attività che può ridurre il rischio di attacchi di cuore e di ictus. Un recente studio condotto da Robert Schneider, professore presso la Maharishi University of Management, su 201 afro-americani a rischio di problematiche cardiache ha portato alla conclusione che, dopo cinque anni di meditazione costante, le loro possibilità di attacchi cardiaci, di ictus e di morte si sono ridotte del 48%.

Ovviamente, la meditazione migliora anche lo stato d’animo: come riportato da Stephanie Pappas su Live Science, essa va a migliorare il funzionamento delle attività mentali, nonché emotive. Una ricerca conclusasi ultimamente ha riscontrato che l’esercizio mentale, come può esserlo la meditazione, insegna alle persone a essere lucide e presenti a se stesse senza lasciarsi sopraffare dall’emotività. Ma, attenzione, perché la chiave di tutto resta sempre l’esercizio costante.

I colori del cielo condizionano la nostra salute

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Uno studio da poco pubblicato sulla rivista Plos Biology a cura dei ricercatori dell’Università di Manchester porterebbe a confermare l’ipotesi suggestiva secondo cui la nostra salute, ed in particolare il bioritmo del nostro organismo, sia influenzata anche dai colori dell’ambiente esterno soprattutto degli elementi naturali come cielo e nuvole. Quindi un bel tramonto può servire a molto di più che a postare una foto su Instagram. Il colore della luca al tramonto infatti ha un ruolo fondamentale sui nostri ritmi circadiani, ovvero i cicli di 24 ore che regolano le normali attività del nostro organismo (sonno, veglia, fame ecc.) e quindi in generale sul nostro stato di salute.

Lo studio dell’Università di Manchester affronta proprio quest’aspetto, il colore della luce fornisce al nostro corpo uno strumento molto affidabile per determinare l’ora del giorno e le funzioni vitali ad essa connesse. Del resto da tempo è noto di come la luce influenzi notevolmente i ritmi circadiani degli animali, ma quale delle sue tante proprietà contribuisce maggiormente, l’intensità o il colore? Lo studio partiva dal presupposto che i colori del cielo all’alba e al crepuscolo contribuiscono a condizionare il nostro stato di salute psico-fisica regolando i nostri ritmi di vita. Ma come? Quello che i ricercatori hanno osservato è che al tramonto la luce cala di intensità e i colori si spostano verso le tonalità del blu. Hanno quindi studiato l’attività di topi sottoposti a luce di intensità e colori differenti misurando l’attività elettrica dei neuroni del nucleo soprachiasmatico, cioè il gruppo di cellule situato nell’ipotalamo che regola l’orologio biologico dell’organismo.

I neuroni osservati hanno risposto positivamente al cambiamento cromatico rispetto al cambiamento di luminosità. Gli scienziati hanno poi costruito un finto cielo con LED colorati per simulare i cambiamenti di colore. Quello che è emerso è che il colore gioca un ruolo fondamentale nella regolazione dei ritmi biologici. Se trasferiamo questi dati sull’uomo, i risultati emersi potrebbero risultare fondamentali nella cura di alcuni disturbi di salute legati al mal funzionamento dell’orologio biologico, come i disturbi depressivi stagionali o il jet lag.

Pillola, 7 effetti collaterali in caso di interruzione

Nel momento in cui la donna comincia ad avere una vita sessuale, deve immediatamente fare i conti con la possibilità di una gravidanza indesiderata, e cercare il metodo contraccettivo più adatto alle proprie esigenze.
Anche se il preservativo è la ‘protezione’ più efficace (e pratica) che si possa utilizzare, è anche vero che nelle coppie solide si ricorre a strumenti differenti, come la pillola.
Quest’ultima consente di vivere l’amore senza ansie né paure, ma come tutti i metodi contraccettivi, e forse anche più degli altri, può comportare degli effetti collaterali.
Interromperne l’assunzione provoca effetti rilevanti sul piano fisico.

I crampi peggiorano

Ogni mese con l’arrivo del ciclo la maggior parte delle donne soffre di dolori mestruali, ovvero patisce odiosi crampi alle ovaie e fastidiosissimi mal di testa.
La interruzione della pillola potrebbe intensificare tali disturbi, e rendere insopportabili le odiose fitte che accusiamo ogni volta.

Aumento della fertilità

Come se non bastasse, oltre all’aumento dei crampi, un effetto collaterale è l’aumento di fertilità: una volta interrotta l’assunzione della pillola è bene fare molta attenzione durante i rapporti, in quanto ci sono molte più probabilità di rimanere incinte.

Tendenza all’acne

La pillola, con il suo dosaggio ormonale, rende la pelle della donna più liscia e levigata: sospenderla potrebbe provocare l’insorgere di brufoli e impurità, e peggiorare l’aspetto dell’epidermide.

Il seno si ‘sgonfia’

Conosco persone che con la pillola hanno visto aumentare il proprio seno di una taglia: questo è l’effetto collaterale più gradevole nei periodi di somministrazione; diversamente, quando la si sospende, le grazie sembrano accusare di nuovo la gravità, proprio come la famosa mela di Newton.

Vagina lubrificata

Assumere la pillola ‘secca’ leggermente il condotto vaginale, e la sua interruzione comporta una idratazione istantanea della vagina, e dunque una maggiore lubrificazione.

Si perde peso

In verità la pillola non fa ‘ingrassare’ ma tende a gonfiare (proprio come nel caso del seno). Va da se che una volta cessata la sua assunzione, tutto il corpo comincia progressivamente a diminuire, anche se di poco, il proprio volume.

Aumento del desiderio

Alcune pazienti affermano che la sospensione della pillola provochi un aumento del desiderio sessuale, con il conseguente miglioramento dello stato della libido e della intesa della coppia.

Dormire nudi fa bene. Alla salute, alla felicità, all’amore

Un sensazione magica e inimitabile, una brezza leggera che sfiora la pelle, un delicato senso di levitazione: dormire è meraviglioso, ma ci sono tanti modi per farlo. Alcuni di questi, tuttavia, sono vantaggiosi per la nostra salute. Secondo uno studio pare infatti che dormire nudi sia il modo più salutare per farlo, non solo per ricaricare le pile, ma per numerosi altri benefici.

Il New York Times riporta che dormire nudi e quindi a temperature più fredde è collegato al miglioramento del nostro metabolismo, all’abbassamento dei livelli di zucchero nel sangue e anche alla prevenzione del diabete di tipo 2. Cos’altro serve?
Beh, sapere che dormire nudi permette anche che, tra strati e strati di tessuti e lenzuola, il nostro corpo non venga a contatto con batteri nocivi.

E cosa del nostro umore? Spogliarsi prima di andare a letto, vuol dire lasciare fuori di lì tutti i problemi e i pesi del giorno, per dedicarsi a un momento esclusivamente proprio. Tra quelle lenzuola, dopo, ci si sente più liberi e leggeri. E la scienza dichiara anche che dormire nudi ha tutti questi effetti positivi, perché la produzione di cortisolo nel corpo, in questo modo, è più stabile. Il cortisolo è il complesso chimico che il nostro corpo produce che può avere effetti negativi se prodotto in eccesso, causando un aumento di ansia, desiderio, aumento di peso e molto altro ancora. Riposare a temperature quanto più vicine all’ambiente, manterrà i livelli di cortisolo nel nostro corpo, assolutamente nella media.

E immaginate come andreste a dormire ogni sera, trovando il vostro partner nudo tra le lenzuola? Beh non devo dirvelo io. Pelle a pelle, felicità contro felicità: un’arancia sbucciata è assolutamente più appetitosa di una che ancora no. Così più sesso, più leggerezza, meno ansie e problemi, più energia, riposo e serenità.

E pensare che basta solo spogliarsi prima di saltare sul materasso.