Meditazione: a cosa serve davvero?
Sappiamo bene cosa la maggior parte della gente pensa quando sente la parola “meditazione”: fricchettoni new-age a gambe incrociate nella posizione del loto che pronunciano incessantemente il loro amato mantra “ommm“. Eppure, la meditazione non è una cosa da hippy: è uno stile di vita che può contribuire positivamente al nostro stato d’animo, in molti, molti modi.
Sicuramente tutti sapranno di quanto aiuta a combattere l’ansia e ad alleviare lo stress, secondo i classici rinomati stereotipi. Ma esistono molti altri aspetti di cui ignoriamo l’esistenza: stando a quanto riportato sul blog di salute e benessere Art of Living, “la meditazione conduce le onde cerebrali verso uno stato Alpha che stimola la guarigione”, assieme a tutta una serie di benefici per la propria salute. Ovviamente si tratta di qualcosa di difficile da dimostrare al livello scientifico, dal momento che il motore che sta alla base della meditazione è l’energia spirituale.
Detto questo, è un dato di fatto largamente condiviso che la meditazione porti ad accrescere la propria consapevolezza: nota per il suo potere di dar forma alla mente e apportare un senso di armonia interiore, quest’attività ci dà la certezza che – qualsiasi cosa accada – noi ce la caveremo grazie a un modo di guardare alle cose rinvigorito e rafforzato.
Al contrario, scientificamente dimostrabili a proposito della meditazione sono alcuni benefici fisici, come l’accelerazione del metabolismo (e quindi il dimagrimento): stando alle parole di Lisa Johnson, personal trainer e fondatrice del centro Lisa Johnson Fitness, “gli scienziati del Benson-Henry Institute hanno sviluppato un nuovo studio sulla meditazione, riscontrando un miglioramento permanente nel metabolismo dovuto proprio alla pratica regolare della meditazione”. Nell’esperimento da loro condotto, i soggetti — metà dei quali non avevano alcuna esperienza meditativa — si sono sottoposti a un programma di meditazione di 8 settimane: al termine di questi due mesi, ai partecipanti sono stati effettuati dei test genetici i cui risultati hanno mostrato che la meditazione aveva sollecitato in loro una risposta positiva per quanto riguarda la produzione di insulina e un aumento di mitocondri.
Ancora, la meditazione può migliorare l’attività cardiaca: secondo Laura di BlueOfTime.com, si tratta di un’attività che può ridurre il rischio di attacchi di cuore e di ictus. Un recente studio condotto da Robert Schneider, professore presso la Maharishi University of Management, su 201 afro-americani a rischio di problematiche cardiache ha portato alla conclusione che, dopo cinque anni di meditazione costante, le loro possibilità di attacchi cardiaci, di ictus e di morte si sono ridotte del 48%.
Ovviamente, la meditazione migliora anche lo stato d’animo: come riportato da Stephanie Pappas su Live Science, essa va a migliorare il funzionamento delle attività mentali, nonché emotive. Una ricerca conclusasi ultimamente ha riscontrato che l’esercizio mentale, come può esserlo la meditazione, insegna alle persone a essere lucide e presenti a se stesse senza lasciarsi sopraffare dall’emotività. Ma, attenzione, perché la chiave di tutto resta sempre l’esercizio costante.