domenica, 8 Settembre 2024

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Ricette tradizionali dell’Andorra: Trinxat e Carn d’Olla

Oggi vediamo le ricette tradizionali dell’Andorra. Questa cucina è nota con il nome di “Cuina Andorrana” ed ha subito influenze da parte della cucina catalana e francese.

Gli Andorrani hanno sempre fatto ampio uso degli ingredienti disponibili localmente per preparare piatti semplici e nutrienti. Il piatto principale è la carne, soprattutto quella di montone e di capra.

Fra i piatti tipici troviamo zuppe, stufati, brasati e piatti unici a base di carne, ma anche ortaggi e funghi, il tutto condito con aglio, timo, alloro e pepe nero.

Ricette tradizionali dell’Andorra: Trinxat

Il Trinxat è una frittella o una sorta di rösti (tortino di patate) molto caratteristica della cucina tradizionale dell’Andorra, semplice e veloce da riprodurre. Il Trinxat viene servito caldo, magari accompagnato da una fresca insalata. È considerato un piatto rustico e sostanzioso, perfetto per riscaldarsi nelle fredde serate di montagna.

Ingredienti:

  • Patate
  • Cipolle
  • Uova
  • Sale e pepe

Sbuccia e grattugia le patate. Taglia finemente le cipolle. Sbatti le uova in una ciotola e aggiungi le patate grattugiate e le cipolle tritate. Condisci con sale e pepe.

Scalda un po’ di olio in una padella e versa il composto. Cuoci a fuoco medio fino a quando non sarà ben dorato da entrambi i lati.

Cucina tradizionale dell’Andorra: Carn d’Olla

Anche questo è un piatto molto classico: uno stufato di carne.

Ingredienti:

  • Carne di manzo
  • Patate
  • Verdure (carote, cipolle, sedano)
  • Spezie (aglio, alloro, timo)
  • Brodo di carne
  • Sale e pepe

Taglia la carne di manzo a pezzi. Pela le patate e le carote, sbuccia la cipolla. Affetta le patate, le carote, le cipolle e il sedano.

In una pentola, disponi a strati la carne, le verdure e le spezie. Aggiungi brodo di carne fino a coprire.

Porta a ebollizione, quindi riduci il fuoco e lascia cuocere a fuoco lento per 2-3 ore, finché la carne è tenera. Aggiungi sale e pepe a piacere.

Ricette strane ma facili: due piatti dall’Algeria

Prosegue la nostra rubrica di “ricette strane ma facili” con piatti da tutto il mondo. Oggi esploriamo la cucina dell’Algeria.

La cucina algerina è fortemente influenzata dalle tradizioni culinarie del Mediterraneo, in particolare di Paesi come la Tunisia, il Marocco e la Spagna.

La gastronomia algerina sfrutta abbondantemente gli ingredienti locali, come olive, datteri, ortaggi e legumi.

L’utilizzo di spezie come il cumino, la cannella, il peperoncino e l’harissa è molto diffuso.

Sono molto utilizzati anche prodotti lattiero-caseari come lo yogurt e il formaggio.

Fra i piatti tipici citiamo: chorba, una zuppa a base di verdure, legumi e carne, è un altro piatto molto diffuso; il couscous ed il mechoui, agnello o montone arrosto, è un celebre piatto festivo.

Ricette strane ma facili: Couscous con verdure e carne

Il couscous è probabilmente il piatto più famoso della cucina algerina, servito con diversi condimenti e carni.

Ingredienti:

  • 1 kg di cuscus
  • 500 g di agnello o manzo, a cubetti
  • 3 carote, a rondelle
  • 1 patata, a cubetti
  • 1 zucchina, a rondelle
  • 1 peperone, a strisce
  • 1 cipolla, a fette
  • 4 pomodori, a cubetti
  • 2 cucchiai di olio d’oliva
  • 1 cucchiaino di cumino
  • 1 cucchiaino di paprika
  • Sale e pepe q.b.

Cuoci il cuscus seguendo le istruzioni sulla confezione. In una pentola, fai soffriggere la cipolla nell’olio.

Aggiungi la carne e fai rosolare per 5 minuti. Incorpora le verdure e le spezie, quindi copri con acqua e cucina per 30-40 minuti, fino a quando la carne è tenera.

Servi il cuscus caldo, condito con il ragù di carne e verdure.

Cucina algerina: Msemmen (pane sfogliato)

La msemmen, una sorta di pane sfogliato, è un’altra specialità algerina.

Ingredienti:

  • 500 g di farina
  • 1 cucchiaino di sale
  • 250 ml di acqua tiepida
  • 50 g di burro fuso

In una ciotola, mescola la farina e il sale. Unire l’acqua e impastare fino a ottenere un impasto liscio e morbido.

Copri l’impasto e lascia riposare per 30 minuti. Dividi l’impasto in 8 parti uguali. Stendi ogni parte in una sfoglia sottile rettangolare.

Spennella la sfoglia con il burro fuso. Arrotola la sfoglia a partire da uno dei lati corti, formando una spirale. Schiaccia leggermente la spirale con le mani.

In una padella antiaderente, cuocere i msemmen per 2-3 minuti per lato, fino a quando sono dorati.

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La dieta mediterranea è una bugia, chi l’ha inventata e perché gli italiani ci credono

La dieta mediterranea è una bugia: ora lo sappiamo.

Tanto decantata, il vanto degli italiani che la sbandierano come migliore dieta al mondo, ma non è mai esistita.

O meglio ad un certo punto è stata inventata, solo che si trattava di una bugia.

Poi gli italiani per un po’ hanno davvero provato a seguirla, con scarsi risultati, e questa dieta è stata infine abbandonata.

Partiamo dal principio.

Chi ha inventato la dieta mediterranea?

Certamente avrete presente che ci fu una grande migrazione in America fra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 da parte degli italiani.

Gli americani, un popolo già sulla via del sovrappeso, fu molto sorpresa di vedere questi italiani così magri, senza problemi cardiovascolari, di colesterolo alto e ipertensione.

Iniziarono a domandarsi che alimentazione seguissero per stare così bene, decisero dunque di condurre uno studio in Italia.

Attorno alla metà degli anni quaranta l’economo e fisiologo Ancel Keys decise di condurre uno studio presso Castelnuovo Cilento, per porre rimedio al problema dilagante dei disturbi di salute in America, alla ricerca di un nuovo modello di alimentazione da riportare in patria.

E qui direte voi: lo aveva trovato, era la dieta mediterranea! Purtroppo no.

La realtà che Keys ed il suo staff, si trovò davanti non era affatto quella che si immaginava: gli italiani facevano la fame, si nutrivano soprattutto di polenta, pane nero, ghiande, lupini, castagne, qualche verdura o erbe selvatiche e usavano il grasso di maiale (se lo avevano) per cucinare.

Tutto molto distante dalla sua teoria e da ciò che poi lui scriverà. Non poteva certo tornare in America raccontando la verità, quindi teorizzò “la dieta mediterranea” raccontando che nel sud Italia, gli italiani mangiavano soprattutto pesce, olio di oliva, legumi, cereali integrali, vino rosso, frutta e verdura. Pochi dolci (che non esistevano praticamente), poca carne rossa (che nessuno mangiava perché non se la potevano permettere) e pochi carboidrati (mangiavano solo polenta praticamente).

Tornato in patria Keys pubblicò le sue ricerche nel 1959 con il titolo “Eat Well, Still well: the Mediterraean way” millantando i benefici di una dieta inesistente mediterranea.

Perchè gli italiani credono alla bugia?

La cucina italiana all’epoca non era un fatto identitario, non esisteva e basta. La pasta non era un alimento diffuso e le carestie, dovute alle cattive annate dei raccolti, era molto diffusa.

Gli italiani mettevano in tavola soprattutto il mais e ciò che riuscivano a raccogliere, o quel poco che riuscivano a coltivare. Non esistevano delle vere e proprie ricette e per lo più si faceva la fame.

Ma lo studio in America fece faville: per la prima volta tutti ammiravano gli italiani e volevano imitarli. Gli italiani iniziarono a fregiarsi di questo modello alimentare inesistente. Lo studio di Keys arrivò tradotto in Italia nel 1962 ed iniziò a diffondersi anche nel nostro Paese (che di questa dieta non aveva mai sentito parlare).

Effettivamente gli italiani iniziarono a sperimentare questo modello alimentare, che fu trascinato via dal boom economico, dalla diffusione dei supermercati, a quella della carne, degli insaccati e degli alimenti in scatola.

La parentesi della “dieta mediterranea” fu davvero breve: gli italiani iniziarono a mangiare soprattutto carne di maiale e bovina, pasta e pane a cui fece seguito dopo gli anni ‘70 la pizza.

Ma gli italiani credono ancora alla dieta mediterranea? Sì, perché di fondo hanno fatto di una cucina inesistente il loro vanto, perché amano fregiarsi di una bugia che li faccia sentire ammirati. Questo ideale di dieta da proporre al mondo fa sentire gli italiani uniti, li consola del fatto che non sanno come competere con le altre nazioni, o come costruirsi un futuro in un mondo che li sta lasciando indietro.

Oggi il 48% degli italiani è in forte sovrappeso, mangia pochissime verdure, poco pesce e pochissimi legumi. Di contro vanno ancore forte carne, pasta, pizza ed i fast food.

Fonti:

Fame di guerra. La cucina del poco e del senza

La cucina italiana non esiste. Bugie e falsi miti sui prodotti e i piatti cosiddetti tipici 

LA DIETA MEDITERRANEA: UNA BUGIA NUTRIZIONALE DELL’ERA ATTUALE?

Cibum nostrum. Mito e rovina della dieta mediterranea

La dieta mediterranea: realtà, mito, invenzione

Ricette come cucinare il coniglio: piatti deliziosi e veloci

Ricette come cucinare il coniglio: oggi torniamo fra i fornelli per vedere due nuove deliziose ricette.

Queste ricette posso essere abbinate a diverse contorni, ad esempio insalata fresca, purè di patate, polenta o patate arrosto.

Ricette come cucinare il coniglio: coniglio in umido con olive e pomodori

Ricette come cucinare il coniglio: la bontà di questo piatto così semplice conquisterà tutti.

Ingredienti:

  • 1 coniglio, tagliato a pezzi
  • 2 cucchiai di olio d’oliva
  • 1 cipolla, tritata
  • 2 spicchi d’aglio, tritati
  • 1 tazza di pomodori pelati, tritati
  • 1/2 tazza di olive nere, denocciolate
  • 1/2 tazza di vino bianco secco
  • 1 tazza di brodo di pollo
  • 2 rametti di rosmarino
  • Sale e pepe q.b.

Sciacquare i pezzi di coniglio sotto acqua corrente fredda e asciugarli.

In una pentola capiente, scaldare l’olio d’oliva a fuoco medio. Aggiungere la cipolla e l’aglio e farli rosolare leggermente.

Unire i pezzi di coniglio nella pentola e rosolarli finché non saranno dorati, girandoli spesso.

Incorporare i pomodori tritati, le olive nere, il vino bianco e il brodo di pollo. Mescolare bene e portare a ebollizione. Aggiungere i rametti di rosmarino e coprire la pentola con un coperchio.

Ridurre la fiamma e far cuocere per 40 minuti, o finché la carne non sia ben cotta.

Regolare di sale e pepe.

Coniglio in umido con piselli e pancetta

Questa ricetta è molto facile e poco comune, si tratta infatti di una ricetta antica della cucina povera popolare.

Ingredienti:

  • 1 coniglio, tagliato a pezzi
  • 100 g di pancetta affumicata, tagliata a cubetti
  • 1 cipolla, tritata
  • 2 carote, tagliate a rondelle
  • 2 coste di sedano, tagliate a pezzetti
  • 2 spicchi d’aglio, tritati
  • 1 tazza di piselli freschi o surgelati
  • 1 tazza di brodo di pollo o vegetale
  • 1/2 tazza di vino bianco secco
  • 2 cucchiai di olio d’oliva
  • 2 rametti di timo fresco
  • Sale e pepe q.b.

In una pentola capiente, scaldare l’olio d’oliva a fuoco medio-alto far rosolare i pezzi di coniglio finché non saranno dorati.

A questo punto unire la pancetta e farla dorare fino a renderla croccante.

Aggiungere la cipolla, i piselli, le carote, il sedano e l’aglio nella pentola e farli soffriggere.

Versare il vino bianco nella pentola e far evaporare l’acol.

Versare il brodo di pollo nella pentola e 3 bicchieri di acqua. Aggiungere anche i rametti di timo fresco. Portare a ebollizione, quindi ridurre la fiamma a fuoco basso.

Coprire la pentola con un coperchio e far cuocere il coniglio per 40 minuti o finché non sarà tenero.

Assaggiare e regolare di sale e pepe, se necessario.