sabato, 6 Dicembre 2025

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Gli scatti del Calendario Campari 2015 con Eva Green (FOTO)

Eva Green è la nuova protagonista del Calendario Campari, edizione 2015, intitolata “Mythology, Mixology“. Dodici mesi in compagnia della bellissima attrice francese lanciata da Bernardo Bertolucci in “The Dreamers” e dei 12 cocktail classici più amati di sempre.

Campari ha svelato ufficialmente gli scatti del Calendario, dedicato alla celebrazione dell’unica e intrigante storia di Campari e dei suoi indimenticabili cocktail, dallo storico Negroni, creato dal Conte Camillo Negroni nel 1919, fino al moderno Campari Orange Passion, rivisitazione del classico Campari Orange. Ciascun mese, quindi, sarà incentrato su un cocktail classico, raffigurando con esso gli aneddoti, le curiosità e gli incredibili racconti pressoché sconosciuti che si celano dietro a ciascuna ricetta.

Si tratta della sedicesima edizione del prestigioso Calendario da collezione, con la stupenda Eva Green nel ruolo di musa, che incarna la natura iconica, classica ed elegante di Campari in una serie di mise mozzafiato create da stilisti di punta quali Vivienne Westwood, Versace, Alaia e Christian Louboutin, per citarne solo alcuni.

Eva Green ha così commentato il suo ruolo nel Calendario Campari 2015: “Per me questo progetto non è solo la realizzazione del Calendario, ma coincide con il raccontare una serie di storie in modo onirico, creativo e bellissimo. Siamo fieri di aver centrato in pieno l’obiettivo. Le storie di quest’anno sono più vicine al cuore di Campari come mai prima d’ora e personalmente sono molto onorata di averne fatto parte. Il Calendario 2015 è un vero e proprio vademecum del brand Campari e vedere tutte le storie raccolte in un’unica collezione è la riprova che l’età delle ricette non conta e che ci sarà sempre un posto d’onore riservato a Campari nel futuro“.

Gli scatti del Calendario sono firmati Julia Fullerton-Batten, celebre fotografa d’arte acclamata in tutto il mondo e prima donna a capo del progetto del brand red passion, che in merito al suo coinvolgimento nel progetto ha commentato: “Sono stata onorata di aver realizzato gli scatti del Calendario Campari 2015 con Eva Green come protagonista. A mio avviso il Calendario celebra appieno l’atemporalità del marchio Campari e spero che agli altri piaccia tanto quanto a me“.

Gli scatti di Julia riflettono la vera natura del Campari, tra contemporaneità, ispirazione e immaginazione. Poi il rosso scarlatto di Campari ritorna negli abiti e nel make-up di Eva, e poi una coordinazione di luci e location che entrassero in questo equilibrio. L’intero calendario deve trasmettare l’idea di una storia incantata.

Prima di Eva Green, testimonial del celeberrimo marchio italiano erano state alcune delle più celebri star di Hollywood: da Salma Hayek a Eva Mendes, passando per Jessica Alba, Penelope Cruz e Uma Thurman. Unico uomo è stato Benicio del Toro, premio Oscar nel 2001 per la sua interpretazione in “Traffic” di Steven Soderbergh.

Bob Kunze-Concewitz, amministratore delegato del Gruppo Campari, ha spiegato: “Il Calendario Campari di quest’anno si caratterizza per un forte legame con il marchio, poiché è concepito appositamente per celebrarlo. Il tema, Mythology Mixology, trasporta gli amanti del brand in un viaggio eccitante ed intrigante dove non guardiamo soltanto alla nostra storia, ma proiettiamo anche il marchio verso il futuro, immaginando al contempo dove ci condurrà la nostra fantastica avventura“.

Il Calendario stampato in sole 9.999 copie, non sarà in vendita, ma verrà distribuito agli amici di Campari in tutto il mondo.

Ed ecco gli scatti in anteprima del Calendario con la bella Eva:

Gennaio: Negroni

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Febbraio: Campari e Seltz

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Marzo: Mito

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Aprile: Campari Orange

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Maggio: Americano

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Giugno: Boulevardier

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Luglio: Sputnik

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Agosto: Old Pal

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Settembre: Campari Orange Passion

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Ottobre: Negroni sbagliato

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Novembre: Rosa Bianca

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Dicembre: Campari Shaken

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Buon compleanno al reggiseno

Con o senza ferretto, a balconcino, con le spalline o senza, impreziosito da swaroski o merletti o effetto nude: il reggiseno è il capo indiscusso della femminilità, che ha compiuto 100 anni il 3 novembre 2014 e non li dimostra affatto.

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Esattamente 100 anni fa Mary Phelps Jacob brevettava un indumento simbolo per le donne. Correva l’anno 1914, quando la giovane ereditiera americana, meglio conosciuta Caresse Crosby, mise a punto il primo prototipo di “reggipetto“, una sorta di tracolla in grado di separare il seno, grazie a due fazzoletti e a delle fasce per neonato.

Da allora l’evoluzione del reggiseno non si è fermata e si è adeguata alle esigenze sempre più diverse delle donne. Ma da allora è diventato un indumento di seduzione e provocazione irrinunciabile. Ancora oggi è uno degli accessori più utilizzati dalle donne di tutto il mondo, che si dividono, tra chi lo ama e chi lo odia.

In verità, il reggiseno sarebbe nato nel ‘400, anche se il brevetto è del 1914. Nato per caso e per comodità, negli anni ’70 è diventato il simbolo della protesta femminile, con donne del movimento femminista in piazza a bruciare il capo di lingerie, mentre oggi è un aiuto fondamentale per sostenere il seno e per modellarlo, e soprattutto per regalarci taglie in più.

Il reggiseno è stato interpretato e reinventato nel corso del tempo. La moda alla garçonne degli Anni ’20 trova il massimo esempio nella seduzione androgina di Greta Garbo, che punta su abiti dal taglio maschile e il reggiseno appiattisce il seno, quasi a farlo scomparire.

La moda della lingèrie “in bella vista” è stata lanciata da Madonna negli anni ’80 che, indossava reggiseni di pizzo come fossero top, e durante il “Blond Ambition Tour“, esibisce il modello iconico “a siluro” creato per lei da Jean Paul Gautier.

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Negli Anni ’90 arriva la rivoluzione Wonderbra. Si chiama push up e significa almeno una taglia in più. Il reggiseno delle meraviglie è infatti imbottito con olio o silicone, per esaltare la silhouette con piccoli trucchetti. Icone vestite di sola biancheria intima stravolgono e cambiano l’immaginario erotico sul grande e piccolo schermo e il reggiseno diventa il simbolo delle pin up, come Marilyn Monroe o la nostra Sophia Loren, che mostravano decolleté morbidi e scolpiti.

A balconcino, a punta da pin up, di pizzo, wonderbra, nel corso degli anni il reggiseno si è modificato: ne è stata perfezionata la fattura, modificato il design, sono state introdotte le spalline regolabili, le coppe e le diverse taglie, e si è diversificata l’offerta, tra prodotti di lusso nati per sedurre e quelli più economici per l’uso quotidiano. Non è un caso che le case di moda, Victoria’s Secret su tutte, ne realizzino modelli decorati con perline e pietre preziose al pari degli abiti da sera.

Comunque lo si declini, resta un prezioso alleato per ogni donna e una grandissima arma di seduzione, croce e delizia degli uomini alle prese con i gancetti. Gli stilisti ne producono ormai così tanti modelli talmente sexy, che non mostrarli sarebbe davvero un peccato.

Inchiesta Report su Moncler: perdite in borsa e insulti su Facebook

Nella puntata di ieri di Report sono emersi veri e propri scandali riguardanti la nota azienda di moda “Moncler”.
La giornalista Sabrina Giannini ha indagato sull’illegale pratica della ‘spiumatura’. Alle oche vengono strappate le piume, il più veloce possibile, per l’equivalente di 30 centesimi di euro ad animale, lasciandole con la pelle lacerata, sanguinanti. Molte di loro moriranno di infezioni, dopo una lunga agonia, altre saranno costrette a subire l’ennesima violenza dopo pochi mesi, nonostante le normative europee vietino simili atrocità sugli animale e l’UE consenta solo la vendita di piumini d’oca ricavati dalla pettinatura.

Inchiesta Report su Moncler perdite in borsa e insulti su Facebook

Non bisogna essere animalisti per indignarsi davanti a certe immagini. Per questo nasce l’hastag #siamotutteoche, che riprende il titolo del servizio di Report e #moncler che risulta oggi il primo argomento di discussione sui social.

Ma il servizio non ha colpito solo per l’aspetto inquietante e macabro del maltrattamento di animali. L’impresa guidata da Remo Ruffini non produce più in Italia, ma ha delocalizzato la sua produzione in Moldavia, Romania e sopratutto in Transnistria, stato autoproclamatosi facente parte della Moldavia dove i costi di produzione sono bassissimi e la qualità del prodotto scarsa.
Il risparmio rispetto alla produzione in Italia è di 30 euro. Un risparmio irrisorio considerando il prezzo a cui vengono venduti i capi Moncler nelle Boutique, che si aggira intorno ai mille euro.

Ancora più scandalo fa quel prezzo esorbitante quando si scopre che in realtà il prodotto è di pessima qualità. Le piume d’oca di alta qualità sarebbero mischiate con altre di scarso valore.

Come ci si poteva aspettare sul web sono impazzate polemiche, critiche, insulti direttamente sulle pagine social dell’impresa “pseudo-italiana”. La conseguenza è stato un netto calo in Borsa, solo nel primo pomeriggio aveva perso il 4,06%, arrivando a 10,61 euro. Ma si sa che la memoria dei social è una memoria a breve termine, lo scandalo di oggi sarà presto soppiantato da quello di domani.
Chi non dimentica, però, ancora nel 2014, è la stampa. Cercare Moncler oggi su Google significa cominciare a vedere le infiltrazioni dello scandalo, sia sui risultati di ricerca che sulle news. Questo è quello che preoccupa di più un brand.

Inchiesta Report su Moncler: perdite in borsa e insulti su Facebook

La risposta di Ruffini però non si è fatta attendere. Sul sito dell’azienda da questa mattina è comparsa la scritta in prima pagina: “Moncler utilizza solo piuma di qualità acquistata da fornitori obbligati contrattualmente a garantire il rispetto dei principi a tutela degli animali”. Dopo il servizio, però, questa risposta perde di credibilità e si è visto, ma ancor peggio è che l’azienda, ha deciso di soffermarsi solo su una piccola parentesi di accuse che le sono state rivolte, tra cui quella di maltrattamento di animali e di tradimento e sfruttamento dei lavoratori. Sul tema evidentemente non c’era molto da dire. Negare l’evidenza a volte è contro producente. Abbiamo visto molte aziende nell’occhio del ciclone, per un motivo o per un altro e un pò tutte, sono riuscite ad uscire più forti di prima dalla bufera mediatica che le vedeva protagoniste.

Sarà così anche per Moncler? La strategia da assumere è ignorare finchè non si dimentica?
Purtroppo il mondo della moda è meschino. E ad alimentarlo siamo noi proprio noi consumatori, che cediamo senza pensieri davanti ad un capo in voga scontato in un outlet, non preoccupandoci minimamente di cosa si nasconde dietro. Quanto durerà questa indignazione nei confronti di Moncler? Solo l’impresa di Ruffini maltratta gli animali per fini economico-commerciali? La domanda è ovviamente retorica. Non siamo nuovi a scandali di questo tipo. Ma chissà perchè ogni volta è come se fosse la prima volta.

I 5 piumini top per l’inverno 2015

Credit: styleandtrouble.com

Stylosophy ha recentemente pubblicato la classifica dei 5 migliori piumini per l’inverno che c’è alle porte: comodi, caldi ma allo stesso tempo eleganti e alla moda, per essere glam anche sotto zero.
Ecco i migliori – anche se magari non troppo adatti alla nostra quotidianità:

1. Modello corto

Non vi aspettate il classico piumone che vi copre anche le orecchie quasi, questo è un modello completamente diverso. Proposto da Christopher Kane, è una specie di bolero trapuntato dal tessuto lucido. Solo per vere fashion victim non troppo freddolose.

2. Piumino colorato ed eccentrico

Il carattere di questo piumino è forte e unconventional: la moda delle stampe a fiori degli anni passati vuole rendere ancora più unico questo capo per l’inverno 2015. L’autore del modello qui proposto è Roberto Cavalli che ha realizzato questo piumino con l’idea di colorare l’outfit e vivacizzare l’inverno rendendolo meno difficile da superare.

3. Piumino lungo

Per tutte le donne che non amano per niente il freddo ma vogliono comunque essere alla moda è stato creato il modello di piumino lungo. L’esempio che proponiamo è di Fendi: colore tipicamente invernale, ma fashion e – soprattutto – caldo.

4. Modello bon ton

Indossare un piumino e essere femminili al 100% si può. Diciamo grazie a stilisti come Elisabetta Franchi, che propongono piumini dal taglio decisamente femminile. Questo modello, bianco, che esalta i fianchi, fa tanto bon ton anni ’50 quando appunto l’esaltazione della femminilità era un must.

5. La giacca-piumino

Questo è il piumino più elegante che le donne in carriera cercano perché è perfetto da indossare sopra un tailleur o un abito formale. Max Mara propone questo capo dal modello tagliatto dritto e serioso, che rievoca appunto una giacca.

[Credit: stylosophy.it]