sabato, 20 Aprile 2024

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Gucci: è online il sito dedicato al museo della maison fiorentina

Lusso, prestigio, arte, artigianato d’eccellenza per il museo di Gucci a Firenze, ora raggiungibile anche nella versione web all’indirizzo Guccimuseo.com per regalare agli estimatori della maison fiorentina un’esperienza di visita online.

Gucci: è online il sito dedicato al museo della maison fiorentina

Tra i primi brand prestigiosi della moda ad affidarsi allo shopping online (dal 2002) Gucci adesso rende possibile conoscere il museo dedicato alla storia della maison attraverso il sito, dove scoprire contenuti rivolti alla creatività sotto ogni aspetto. Non solo moda, come verrebbe spontaneo pensare, ma arte contemporanea, cinema, musica declinate sotto vari aspetti.

Gucci: è online il sito dedicato al museo della maison fiorentinaCi sono le esposizioni permanenti o temporanee di arte come Femminilità radicale di Lee Lozano, Alina Szapocznikow ed Evelyne Axell, il sostegno al Tribeca film festival con il contributo per i documentari (Gucci Tribeca Documentary Fund) o la collaborazione con la The Recording Academy® per preservare quei dischi che hanno bisogno di restauro in digitale.

Situato in piazza della Signoria, nel cuore di Firenze il museo Gucci con i suoi 1,715 mq di estensione racconta gli ultimi 90 anni di storia del brand, dalle origini quando Guccio Gucci fece conoscere il nome della propria casata realizzando accessori di pelle di altissima qualità, fino ai giorni odierni e alla diversificazione del brand di lusso.

Nella parte del sito denominata Archivio Gucci sono rappresentati gli oggetti, le stampe, le texture che hanno reso iconico il brand di moda nel mondo: dalle tracolle di coccodrillo alle stampe della collezione Flora, agli abiti da sera di alta moda con piume e cristalli applicati.

Credit photo Guccimuseo.com

Kim Kardashian e Kanye West su Vogue US, Anna Wintour li difende

La decisione di Anna Wintour – la celebre direttrice di Vogue America – di dedicare la copertina di aprile a Kim Kardashian e Kanye West ha suscitato molte polemiche e la reazione indignata dei lettori appassionati del celebre magazine. In molti si sono infatti chiesti come mai un giornale del calibro di Vogue, da sempre alla ricerca di un punto di vista originale e privilegiato sui fatti, abbia puntato su un personaggio come Kim Kardashian, diventata famosa grazie a un porno amatoriale e a un reality show privo di contenuti.

La foto, che ritrae Kim in abito da sposa, firmato Lanvin, accanto al futuro marito Kanye West, è stata scattata da Annie Leibovitz. Secondo la stampa americana, la fotografa avrebbe però accettato l’incarico solo per soldi. “Annie è una delle migliori nel settore ed è evidente che Kim e Kanye la volessero. Inizialmente aveva detto no perché li ritiene pacchiani: ha fotografato la Regina Elisabetta. Vogue, così come Kim e Kanye, le hanno però offerto così tanti soldi che non ha potuto dire di no”.

All’interno del giornale c’è anche un servizio fotografico – che la Wintour ha trovato toccante e affascinante – in cui la coppia è stata immortalata insieme alla figlia North, di nove mesi.

Ma al di là della capacità di Kim Kardashian di trasformare in oro qualsiasi cosa abbia intorno e di essersi costruita la fama dal niente (pregio che bisogna pur sempre riconoscerle) non ci sarebbe traccia di alcun talento particolare o legame con il mondo della moda che abbia potuto offrirle la possibilità di apparire non solo all’interno del giornale, ma addirittura in copertina.

Eppure la Wintour non solo difende la sua scelta e quella del giornale, ma si giustifica pubblicando una lettera di chiarimento sullo stesso numero di Vogue di aprile: “Uno dei piaceri del dirigere Vogue, che fa parte della lunga tradizione di questo giornale, è la capacita di mostrare ciò che definisce la cultura in un preciso momento, ciò che smuove le cose, e la cui presenza nel mondo influenza il nostro stesso modo di vederlo. Penso che possiamo essere tutti d’accordo sul fatto che questo ruolo è attualmente rivestito da Kim Kardashian e Kanye West.”

Alla base della polemica ci sarebbero ulteriori voci a riguardo secondo cui il rapper avrebbe implorato l’editor di mettere la futura moglie in copertina. La Wintour ha smentito anche questa accusa, dichiarando che si è trattata di un’idea esclusiva del giornale, considerata l’ammirazione dell’editor per la coppia che si sposerà a maggio a Parigi.

Molti i cinguettii di protesta apparsi su Twitter, in cui molti hanno dichiarato addirittura di voler disdire l’abbonamento alla rivista, che ha perso un po’ della sua credibilità e di quel celebre motto per cui “fare parte di Vogue deve significare qualcosa.”

Frida Kahlo: icona di stile anticonvenzionale

credit: www.modealapage.com

Frida Kahlo, misteriosa, intensa ed affascinante pittrice novecentesca messicana, dagli anni Ottanta, divenne protagonista della “Fridamania“, ispirando celebrità come Madonna, Jennifer Lopez e Salma Hayek, che la interpretò sul grande schermo.

Artista rivoluzionaria, che amava vestire con gli abiti popolari della cultura messicana, aperta alle avanguardie internazionali, amante passionale di Diego Rivera, il grande pittore di murales che sposò due volte e che fu causa di grande dolore per lei. Frida, fragile e forte nello stesso tempo, è diventata un’icona di stile anticonvenzionale e di emancipazione femminile.

Dal suo stile, fuori dall’ordinario, veniva fuori tutta la sua personalità dalle mille sfumature. Must della pittrice sono le tinte sgargianti degli abiti in stile etnico-bohemien e gli immancabili fiori tra i capelli, raccolti in trecce creative, che le avvolgevano le testa.

Frida Kahlo, donna e pittrice dall’animo forte, amava gli accessori vistosi e indossava sempre un sacco di gioielli, come i maxi collier e i maxi pendenti tempestati di pietre colorate. Pon pon, nappe e frange di ogni colore, facevano da cornice ai suoi outfit.

L’innovazione dello stile di Frida era il modo in cui mescolava i colori e i vari modelli degli abiti. Di una bellezza non convenzionale, Frida è riuscita ad anticipare i tempi, con uno stile femminile e colorato, mixando le sue origine messicane con elementi cosmopoliti, che hanno ispirato collezioni intere di famosi stilisti, come Etro nel 2004, Moschino che ha proposto copricapi ecccentrici e acconciature in linea con i gusti della pittrice, Dolce&Gabbana che nella loro collezione spring 2014 richiamano l’opulenza dello stile, soprattutto nei tagli degli abiti e nelle corone di fiori, Lena Hoschek, che ha osato con il make-up mexican skull. Susanne Bisovsky, la stilista viennese, le ha dedicato una collezione ricca di stampe floreali, pizzi, nastri in un insieme evocativo e sperimentale.

Dal 20 marzo al 31 agosto alle Scuderie del Quirinale, si potrà visitare una mostra, omaggio a Frida Kahlo, che raccoglie quadri, foto e video dell’artista messicana, organizzata in collaborazione con Veronica Etro.

Una gallery per scoprire i look più belli ispirati a Frida.

Chapeau, Madame!: cappellini dal 1920 al 1970 in mostra a Torino

credit: marieclaire.it

Cinquant’anni di cappellini, di storia della moda e dello stile di vita delle signore, dal 1920 al 1970, saranno in mostra a Torino, nella Sala Tessuti di Palazzo Madama. La mostra di chiama “Chapeau, Madame!” e sarà aperta al pubblico dal 26 marzo 2014 al 1 marzo 2015.

L’inaugurazione è prevista per il 25 marzo proprio a Palazzo Madama, alle ore 18 e tutte le signore partecipanti sono invitate ad indossare copricapi particolari ed estrosi.

La mostra non poteva che essere allestita nella città dove la moda è nata e dove sartine e modiste hanno mosso i loro primi passi con ago e filo. A scrivere i primi capitoli delle moda torinese fu Giuditta Brasseur, ragazzina orfana che apprese l’arte del taglio e cucito nel Collegio Figlie dei Militari o dei coniugi Angela e Filippo Gallia.

L’esposizione propone un percorso interessante dalle cloches negli anni Venti ai baschi alla Greta Garbo, i volumi alla Schiaparelli degli anni Trenta, fino ad arrivare a modelli semplici realizzati con materiali poveri del tempo di guerra alle calotte fiorite. Come dimenticare le piume e le velette, ornamenti dei cappellini anni Cinquanta e i ballon di pelliccia e i cappelli a larga tesa della fine degli anni Sessanta.

Ottanta cappellini per raccontare il gusto e lo stile della moda femminile dagli anni Venti agli anni Sessanta del Novecento. La varietà delle forme e delle fantasie dei cappellini nell’arco di cinquant’anni segnano l’importanza di questo accessorio, che era un complemento abituale per le signore del XIX secolo. Il cappello diventa nel Novecento un accessorio indispensabile per le donne di ogni classe sociale, un vero must-have, che riflette l’immagine e il mutamento della figura femminile in quegli anni, specchio dell’emancipazione femminile.

I cappelli provengono dalla collezione del Liceo Artistico Musicale “A. Passoni” di Torino, formatasi grazie alle donazioni cittadine da parte delle madame torinesi. Accanto alle famose firme parigine, dal respiro internazionale, come Dior, Jean Barthet e Pierre Balmain, ci sono i modelli delle torinesi Vassallo e David, Chiusano e Rigo, Cerrato, Maria Volpi, Gina Faloppa, che hanno mantenuto un rapporto privilegiato con la capitale francese proponendo, accanto alle proprie creazioni, modelli originali o copie su licenza delle maison francesi di successo.

Insieme alla mostra Chapeau Madame!, Palazzo Madama lancia il progetto Storie di moda, che vuole raccontare i mestieri della moda a Torino 1860-1960, indagando sulle sartorie, le modisterie e le calzolerie torinesi. Il museo chiederà l’aiuto e la collaborazione del suo pubblico per raccogliere documentazione e testimonianze su attività che hanno rappresentato un’eccellenza della creatività e dell’industria torinese. L’obiettivo è creare un nuovo archivio per tutti, che sarà disponibile sulle piattaforme web di Palazzo Madama.

Tanto di cappello.