martedì, 23 Aprile 2024

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La Svizzera è tutta da scoprire con Voilà ma Suisse

Scoprire gli angoli più nascosti e originali della Svizzera: è questo l’obiettivo di Voilà ma Suisse, un progetto turistico fuori dal comune, al quale si potrà partecipare condividendo il proprio sguardo sul Paese.

Basta iscriversi al sito voila-ma-suisse.ch per indicare il percorso immaginario che si desidera compiere con una’auto streetview. Un percorso fatto di storie, punti di vista. Angolazioni che mostrano una Svizzera non convenzionale.

Protagonisti gli abitanti della Svizzera che hanno la missione di far conoscere al mondo le loro storie e quindi la propria terra. Luoghi, curiosità, posti tipici: c’è spazio per tutto nel tour virtuale che contribuirà a definire una nuova mappa, non solo geografica ma di vita vissuta.

Come è il caso di Rita Zimmerman che racconta a Voilà ma Suisse la sua collezione del tutto bizzarra e originale: quella dei telefoni.
Più di mille apparecchi di tante forme e colori per una passione nata dopo un viaggio in America.

Per diventare reporter basta mettersi al volante, munirsi di sistema multimediale integrato con telecamera e macchina fotografica e dare voce alla Svizzera più nascosta.
Tappa dopo tappa, immagine dopo immagine, storia dopo storia, questi elementi daranno vita a una rappresentazione emozionante.

Glass Beach: la discarica dai mille colori

Glass Beach, non è uno scherzo della natura, è l’esempio di come la Natura sopravvive all’uomo.

Glass Beach si trova a Fort Bragg, in California. La spiaggia di vetro apppare come un paradiso multicolore nella west coast americana, regalando un autentico spettacolo della natura. Lo scintillio di colori e i riflessi è scaturito tutto questo spettacolo dai rifiuti, come il vetro, accarezzato e levigato dal mare per circa 45 anni. Il risultato è spettacolare: non c’è sabbia ma una battigia fatta di piccoli sassolini di vetro.

Per oltre 18 anni, la gente ha gettato in maniera indiscriminata i propri rifiuti nella costa. Fort Bragg sin dal 1949 ha ospitato una discarica pubblica poi dismessa nel 1967 quando il North Coast Water Quality Board intervenne vietando l’abbandono di rifiuti. Oggi Glass Beach fa parte dell’area protetta del MacKerricher California State Park. Successivamente, lo Stato della California si è reso conto che scaricare automobili, elettrodomestici, sostanze tossiche e schegge di vetro affilate nell’acqua probabilmente non era una buona idea e ha trasferito la discarica altrove.

La costa è stata lasciata in uno stato di abbandono, inquinata, piena di rifiuti e dimenticata come uno sbaglio nel passato. Nonostante la cattiva gestione del territorio, la Natura ha reagito di fronte a tale scempio, e negli ultimi 30 anni, ha fatto in modo da spazzar via i residui e lasciandosi dietro solo brillanti ciottoli levigati di vetro lucido.

Man mano che sulle coste accresceva l’accumulo di detriti, quella discarica della west coast americana si stava trasformando in una spiaggia multicolor. Un arcobaleno di colori che risplendeva al sole, capace di attirare migliaia di visitatori curiosi. Solo allora, fiutando il potenziale business di Glass Beach, lo Stato ha deciso di annetterla al parco nazionale.

L’uomo per preservare questo stupendo paesaggio creato naturalmente, in pochi anni, ha attuato la bonifica di carcasse di metallo arrugginite e di detriti pericolosi. Glass Beach è ormai un tesoro protetto tutto da visitare. Ecologisti, ambientalisti e amanti della natura all’inizio non hanno gradito questo spettacolo artificiale, non tanto per il “contenuto”, ma per il “messaggio” inviato da un avvenimento del genere.

Lo stile di vita perpetuato della società consumistica in cui ci troviamo, si è trasformato in un qualcosa di incredibile e inaspettato. La Natura ci stupisce sempre, rendendo meraviglioso quello che l’uomo ha cercato di distruggere.

I 10 hotel più bizzarri ed anticonvenzionali del mondo(FOTO)

gianbo.it

Quando si viaggia la scelta dell’hotel a volte può risultare secondaria. Ma se si vuole fare un’esperienza di viaggio particolare e unica allora anche la decisione del luogo dove alloggiare diventa importante. Il sito di viaggi CNTraveler.com ha compilato una lista dei 10 hotel più bizzarri e anticonvenzionali del mondo, che sfidano ogni legge della fisica e dell’umana concezione di “alloggio”.

HOTEL COSTA VERDE, COSTA RICA

Huffington Post

Spesso per viaggiare ci si sposta in aereo. Chi si sente completamente a proprio agio una volta seduto su questo abitacolo dovrebbe provare l’Hotel Costa Verde, in Costa Rica. L’architetto nonchè proprietario Allan Templeton infatti ha recuperato e ristrutturato un Boeing 727 del 1965, rendendolo un lussuoso albergo di sole due stanze – dotate però di aria condizionata, bagno privato e angolo cottura – e un bar, con una terrazza di legno, costruito sulla fascia. Il tutto fissato su un piedistallo di 15 metri e proteso verso la foresta pluviale.

“CIAMBELLA” HOTEL, CINA

Huffington Post

Soprannominato hotel “Ciambella” il Sheraton Huzhou Hot Spring Resort è uno spettacolare hotel cinese realizzato da Ma Yansong, nominato uno degli architetti più creativi del mondo. La struttura si compone di 3 edifici: due a forma di curva con innestato sopra un terzo corpus orizzontale, che arrivano così a realizzare un hotel di 27 piani che sovrasta il lago Taihu.

ECOCAMP, CILE

Huffington Post

Ispirato alle abitazioni dei kawésqar – i nomadi marittimi che hanno ideato le capanne a cupola per resistere a venti fino a 160 km/h – l’Ecocamp in Cile presenta un design unico e particolare: 24 alloggi a forma di cupola geodetica alimentati ad energia solare e idroelettrica. All’interno di ogni stanza vi sono anche alcuni comfort, come i bagni dotati di servizi igenici e l’acqua corrente, cosa assai difficile da trovare in un hotel comune in Cile.

FREE SPIRIT SFERE, CANADA

Huffington Post

Il rifugio di Rosey Chudleigh sull’isola di Vancouver ha una fisionomia veramente particolare: tre stanze-sfere sospese a 4,5 metri da terra, ancorate con pesanti corde ai vicini alberi con però la possibilità di ondeggiare al frusciare del vento. Un hotel sospeso fra gli alberi insomma.

TREEHOTEL, SVEZIA

Huffington Post

Come sospeso fra gli alberi è anche il Treehotel svedese costituito interamente da alloggi sugli alberi. Le camere sono alimentate da energia idro-elettrica, hanno luci a LED e servizi igenici. L’unica cosa a parte sono le docce, situate, come la sauna, in delle unità separate.

BIVACCO GERVASUTTI, ITALIA

Huffington Post

Sempre ad alta quota – questa volta però non a qualche decina di metri da terra ma ben a 3000 metri sul livello del mare – si situa l’hotel Bivacco Gervasutti. La struttura, progettata per resistere alle condizioni estreme ad alta quota e per evitare l’accumulo di neve, può ospitare fino a 12 persone. L’unico inconveniente? Per arrivare all’hotel – che si trova a Frebouze, sul Ghiacciaio del Monte Bianco – la salita dura circa 4 ore.

TREEBONES RESORT, STATI UNITI

Huffington Post

Per gli amanti della natura gli Stati Uniti offrono un particolare hotel, il Treebones Resort. Formato da 16 yurte, questo albergo ecologico ha un bar posto a 20 metri da terra e con vista sull’oceano e utilizza frutta e verdura prodotte nel raggio di 70 chilometri. Ogni stanza ha acqua calda e fredda anche se le docce o i bagni sono nella residenza principale.

WHITEPOD, SVIZZERA

Huffington Post

Per chi cerca una vacanza romantica invece il Whitepod in Svizzera potrebbe essere l’hotel ideale. Dotato di 15 stanze a forma di cupola geodetica ciascuna con caminetto a legna, un bagno privato e un arredamento minimalista, questo albergo è l’alloggio perfetto per le coppie di innamorati.

PALMS HOTEL, STATI UNITI E V8 HOTEL, GERMANIA

Huffington Post

I più piccoli ameranno invece questi ultimi due hotel: il Palms Hotel negli Stati Uniti e il V8 Hotel in Germania. Il primo offre per le ragazze di ogni età fans della bambola più famosa al mondo la Barbie Suite, una stanza a tema realizzata dall’interior designer Jonathan Adler che ha ricreato gli ambienti della Dream House di Barbie, con tanto di vasca idromassaggio e camino a due vie.

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Nel secondo invece si trova la Tankstelle Sala, una camera ispirata alle auto e ai distributori di benzina: gli ospiti dormono in un letto a baldacchino a forma di automobile con alle spalle una autentica pompa di benzina della Shell e taniche di carburante.

Nomadismo alimentare: in bici alla ricerca del piatto perfetto (FOTO)

Tom Perkins

Tom Perkins e Matt Chennells, classe 1988, hanno attraversato in bici ben 26 Paesi, ma non per solo sport: la loro è stata infatti, più di ogni altra cosa, una lunga avventura gastronomica, che li ha visti impegnati a pedalare per 20.000 km, da Londra a Città del Capo. Una vera e propria spedizione culinaria che i due amici hanno avuto modo di documentare attraverso una serie di scatti fotografici, destinati a far parte di un prossimo libro di ricette che illustreranno dettagliatamente tutti i cibi assaggiati lungo il percorso.

In viaggio dal 2011, Tom e Matt hanno provato davvero di tutto: dal polmone di toro fritto e dallo stufato di peperoncini verdi in Turchia, all’enjera (una crêpe al lievito naturale) in Etiopia, allo stufato di capra e arachidi in Ruanda. Ma gli intrepidi ciclisti – secondo i quali nulla andava rifiutato – non si sono accontentati, arrivando a mangiare persino le pietanze più inusuali: fra tutte, la più impressionante è probabilmente stata la locusta fritta del Sudan.

Attualmente Tom sta lavorando alla stesura del libro “The Nomadic Kitchen” – finanziato da una campagna di crowdfunding – che includerà 65 ricette straordinarie, ma altrettanto facili da riprodurre. Un ricettario di viaggio senz’altro unico, ispirato da un’avventura culinaria che ha dell’epico. “Ciò che più mi ha stupito – confessa Tom – è la capacità di unire le persone che il cibo ha. Anche nella landa più desolata, condividere un piatto incoraggia inevitabilmente alla conversazione e all’amicizia. Ben poche cose stimolano l’interazione allo stesso modo.

I due, partiti da Londra nel luglio 2011, hanno raggiunto i Balcani, per poi spostarsi verso il Mediterraneo orientale, attraversando Turchia e Medio Oriente. La strada li ha condotti, subito dopo, alla Penisola del Sinai, fino al Cairo, prima di raggiungere la costa orientale dell’Africa e, da lì, giù fino al Sudafrica. Ma è stata l’Etiopia il Paese a rimanergli nel cuore: “Un’esperienza unica: scenari stupendi, tradizioni affascinanti e una delle più particolari culture eno-gastronomiche in cui ci siamo imbattuti – racconta Tom – L’Etiopia è stata per noi una terra di sfida, di frustrazione e d’incanto ad ogni momento: esattamente quel che desideravamo da un viaggio come questo.

Il successo dell’esperienza in sé, però, è stato possibile soltanto grazie alla generosità dei completi estranei incontrati lungo la strada.La gente ci ha spalancato le porte delle proprie case, donandoci un’ospitalità incondizionata – continua Tom – facendoci realizzare quanto fortunati fossimo ad aver intrapreso un’avventura di questo tipo“. Un’avventura da ricordare e condividere con un libro attraverso cui i due viaggiatori vogliono calorosamente ringraziare tutte queste persone la cui accoglienza si è dimostrata davvero eccezionale.