venerdì, 5 Dicembre 2025

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Duchess of Kent: addio alla cugina di Elisabetta II, una donna fuori dagli schemi della Royal Family

Il Regno Unito dice addio a Katharine, duchess of Kent, scomparsa il 4 settembre 2025 all’età di 92 anni a Kensington Palace. Buckingham Palace ha annunciato la notizia il giorno successivo, sottolineando l’affetto e il rispetto che la duchessa aveva saputo conquistare in decenni di vita pubblica e privata. Non una reale qualsiasi: Katharine era conosciuta per il suo spirito indipendente, la passione per la musica e quel mix unico di discrezione e calore umano che la rendeva diversa dagli altri Windsor.

Duchess of Kent: la ribelle della famiglia

Nata Katharine Lucy Mary Worsley, sposò nel 1961 il principe Edoardo, duca di Kent, cugino della regina Elisabetta II. A corte ha sempre mantenuto un profilo defilato, ma senza mai rinunciare alla sua personalità: nel 1994, per esempio, si convertì al cattolicesimo, gesto storico e coraggioso, essendo la prima reale a farlo dal XVII secolo. Dal 2002 rinunciò al titolo di “Altezza Reale” e scelse di vivere lontana dai riflettori, dedicandosi al volontariato e all’insegnamento della musica.

La musica era la sua vera passione. Suonava il pianoforte, l’organo e il violino, e arrivò persino a insegnare in una scuola pubblica di Hull sotto anonimato, mescolandosi tra i colleghi come una prof normale. Più tardi fondò Future Talent, charity che sostiene giovani musicisti provenienti da famiglie meno abbienti. Non proprio il tipico passatempo reale, ma proprio per questo la gente la adorava.

Il legame con Elisabetta II

Con la regina Elisabetta II i rapporti furono sempre cordiali, ma Katharine non ebbe mai il peso istituzionale di altre figure di corte. Eppure, la sua umanità le permise di conquistare l’affetto non solo della sovrana, ma anche del pubblico. Indimenticabile il suo ruolo a Wimbledon: per anni consegnò i trofei ai campioni e nel 1993 fu lei a consolare la tennista Jana Novotná, in lacrime dopo la sconfitta. Un gesto diventato iconico.

Una vita tra luci e ombre

La sua esistenza non fu priva di dolori: la duchessa affrontò un aborto e la perdita di un figlio nato senza vita. Momenti difficili che, forse, contribuirono a renderla ancora più sensibile e vicina alla gente comune.

Con la sua scomparsa, la Royal Family perde una delle figure più originali e amate. Katharine non passerà alla storia per intrighi di palazzo o scandali, ma per la sua scelta di vivere con autenticità, umiltà e una nota di ribellione. Una duchessa davvero fuori dal coro.

Il re della moda ci ha lasciato: l’eredità di Giorgio Armani

Il 4 settembre 2025 Giorgio Armani, il re della moda italiano, è morto a 91 anni nella sua casa di Milano. L’annuncio, arrivato con grande commozione, non ha sorpreso il mondo della moda, che si era già preparato a salutare l’icona vivente di uno stile senza tempo. Armani, con una carriera lunga oltre mezzo secolo, non era solo uno stilista: era la moda stessa.

Tra miliardi e impero: cosa lascia Giorgio Armani

Il patrimonio lasciato da Armani è stupefacente. Le stime parlano di cifre che oscillano tra 11 e 13 miliardi di euro, con Forbes che lo stimava in circa 11,5 miliardi, Bloomberg poco sotto i 10, e altri fonti fino a 12 miliardi. Un impero che va ben oltre gli abiti: 8.700 dipendenti, oltre 600 boutique nel mondo e interessi nella moda, hotel, ristoranti, club esclusivi e persino la storica Capannina di Forte dei Marmi.

Il maestro, pur non avendo mai avuto figli, non ha lasciato nulla al caso. Nel 2016 ha istituito la Fondazione Giorgio Armani, concepita non solo per progetti sociali ma anche per governare il marchio e tutelarne l’identità nel tempo. Nello statuto societario, ha stabilito una rigida governance, con differenti categorie di azioni e un consiglio fiduciario preparato ad affrontare i decenni futuri.

I volti dietro il futuro: chi dirigerà l’impero ora?

Il testamento, ancora riservato, darà il via alla successione, ma già si conoscono i protagonisti. A guidare il comitato di transizione sarà Pantaleo “Leo” Dell’Orco, storico fidato e compagno di vita dello stilista. Al suo fianco, i familiari: le nipoti Silvana, Roberta, la sorella Rosanna e il nipote Andrea Camerana. Entrano inoltre nel cda personalità di spicco come Irving Bellotti (Rothschild), Federico Marchetti. In sostanza, un mix di cuore e professionalità.

Si può quasi immaginare una scena da film: un retaggio così vasto da sembrare irreale, una strategia ben disegnata da un uomo riservato, ma attento a tramandare una visione. Il dubbio più grande? Che il gruppo Armani, senza il suo carisma geniale, rimanga fedele al DNA che l’ha reso celebre oppure diventi preda dei grandi conglomerati del lusso.

I figli di Meghan Markle sul set per rimediare al flop, ma piovono critiche


I figli di Meghan Markle, postati con grande fierezza, o forse un po’ di panico, su Instagram. Tenerissime foto dei suoi piccoli Archie (6 anni) e Lilibet (4) spiati sul set della nuova stagione di With Love, Meghan.

Certo, i teneri bimbi appaiono di spalle o con il volto nascosto… ma basta la loro folta chioma rossa per scatenare i commenti. Sui media inglesi la duchessa viene accusata di fare un “uso opportunistico” dei figli per promuovere la serie in crisi.

E pare che Harry non sia proprio entusiasta di questa mossa.

I figli di Meghan non rimediano al flop: recensioni impietose per la “Maria Antonietta di Montecito”

La stampa britannica, The Guardian e The Telegraph, ha definito questa stagione “noiosa” e “artificiosa”, arrivando a paragonare Meghan a una moderna “Maria Antonietta di Montecito” Auditel in caduta libera: flop annunciato.

Dal 26 agosto, data di debutto della seconda stagione, With Love, Meghan non ha convinto il pubblico. Auditel bassi e addirittura l’assenza dai primi 50 posizionamenti della Top Streaming USA lo confermano: un flop su tutta la linea.

Nonostante il glamour e ospiti di grido (Chrissy Teigen per dirne uno), la serie sembra aver smarrito l’empatia. Tra gioielli costosissimi, consigli lifestyle e biscotti in cucina, l’autenticità latita, e il pubblico, evidentemente, non perdona.

La seconda stagione, uscita il 26 agosto, non è mai entrata nella Top 10 di Netflix né negli USA, né nel Regno Unito, né a livello globale. Un crollo rispetto ai 2,6 milioni di spettatori della prima stagione nella settimana d’esordio.
Secondo Vanity Fair, la soglia mancante parla di < 2,1 milioni di spettatori in prima settimana.

Nonostante il declino, Netflix ha rinnovato il suo accordo con Archewell sotto una formula ridotta e selettiva, abbandonando il mega-contratto da 100 milioni di dollari.
Un speciale natalizio (With Love, Meghan: Holiday Celebration) è già previsto per dicembre.

Emilio Fede: ritratto di una voce indimenticabile

Dopo Pippo Baudo, salutiamo anche Emilio Fede, volto storico del giornalismo italiano.
Nato il 24 giugno 1931 a Barcellona Pozzo di Gotto (ME), cresce tra San Piero Patti e poi Roma, dove consegue il diploma classico e inizia la sua carriera giornalistica tra carta stampata e Rai. Dopo essere diventato inviato in Africa per otto anni, diventa una delle facce più riconoscibili del TG1, conducendo la prima edizione a colori del telegiornale nel 1977 e dirigendolo dal 1981 al 1983.

Emilio Fede a Mediaset: da Studio Aperto al TG4


Nel 1991, Fede dà vita a Studio Aperto su Italia 1, trasmettendo in diretta l’inizio della Guerra del Golfo, il primo telegiornale italiano a farlo, con una copertura fino all’alba. L’anno successivo passa a Rete 4 come direttore del TG4, incarico che mantiene fino al 2012. Qui lascia un’impronta controversa: schieramento politico dichiarato, linguaggio sopra le righe e le celebri “meteorine”, scelte per il loro impatto visivo, che scatenano numerose polemiche.

Passioni, processi e vita privata


Fede ha conquistato anche la scena letteraria con numerosi libri tra il 1997 e il 2006. È stato al centro di diversi procedimenti giudiziari, tra cui un assalto in un ristorante nel 2010, una condanna per bancarotta nel 2017 e il Rubygate, che si è concluso con una condanna a fine anni 2010. Appassionato di gioco d’azzardo, raccontava con ironia e trasparenza i suoi alti e bassi nei casinò.
Sposato con la giornalista e senatrice Diana De Feo dal 1965 (scomparsa nel 2021), era padre di due figlie, Sveva e Simona. Dieci anni fa, in un’intervista, disse di vivere in una RSA con serenità, riscoprendo l’importanza dell’affetto umano, e non risparmiò critiche a Roma, definendola una “pena infinita” per il degrado che constatava.

Addio a un’icona del giornalismo


Emilio Fede si è spento il 2 settembre 2025, alla Residenza San Felice di Segrate, vicino a Milano, all’età di 94 anni. Il cordoglio è arrivato da personalità politiche come Matteo Salvini, Ignazio La Russa e Licia Ronzulli, che ne hanno sottolineato il ruolo centrale nel giornalismo televisivo italiano.