giovedì, 28 Marzo 2024

Le studentesse universitarie

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Erasmus: la guida per gli studenti in partenza

Credits photo: youeme4eu.it

È settembre e per molti studenti è anche tempo di riprendere i libri, ultimare o iniziare i compiti per le vacanze e dimenticare il sogno di un viaggio. Questo non vale però per chi ha scelto di abbandonare il nido per un’esperienza che potrebbe cambiare definitivamente la propria vita: l’Erasmus. Anche per l’anno 2015/2016 saranno migliaia gli studenti universitari, neolaureati e docenti che partiranno verso un paese europeo o extraeuropeo per studio, ricerca o tirocinio. Per loro si tratta di un salto nel vuoto che pretende utili e pratici consigli. Ecco come affrontare il prepartenza verso il paese straniero prescelto.

Ansiosi, rilassati, entusiasti, nervosi, timorosi: sono diverse le tipologie di studenti che proprio in questi giorni stanno terminando le loro valigie. Gli ultimi preparativi, le serate di fine estate, l’ignoranza completa di quel che accadrà nell’immediato futuro e la paura di perdere i propri affetti rendono questo momento quello più difficile, sia per chi parte, ma anche per chi rimane. Mantenere i contatti, in realtà, è più semplice di quel che si pensa soprattutto grazie a Skype, facebook e whatsapp, e di certo i legami più forti rimarranno anche dopo l’Erasmus; riuscire a costruirne di nuovi invece è la parte più interessante. Come fare?

Quando si va all’estero, si voglia o no, occorre confrontarsi con la lingua e la cultura del paese ospitante. Per questo già prima di partire, bisogna approffitare del tempo a disposizione per guardare film, video, ascoltare canzoni e scrivere e parlare in lingua. La tecnologia permette di esercitarsi ovunque e con chiunque con la semplice iscrizione a siti quali conversationexchange o alle diverse pagine facebook “Erasmus 2015/2016 nome città”. Rimarrete sorpresi da quanti ragazzi di paesi forse impensabili come Ungheria, Lituania, Repubblica Ceca, vi lasceranno entrare facilmente nelle loro vite e inizieranno a condividere passioni e idee per la futura esperienza insieme.

Fate lo stesso. Aprite la mente, lasciatevi trascinare dalla voglia di scoprire e iniziate a creare il vostro nuovo mondo. L’erasmus diventa un’esperienza indimenticabile solo se farete crollare quella realtà molteplice e frantumata di aspetti della vostra personalità lasciando spazio alla vostra essenza. Per rendere più facile l’integrazione nella città, cercate una stanza a pochi minuti a piedi dalla facoltà o dal posto di tirocinio oppure in una zona facilmente raggiungibile anche di notte, così da evitare di crollare nella pigrizia o aver timore di rientrare a casa tardi e soprattutto condividete la nuova casa con persone del posto.

Potrete apprezzarli per i modi di fare, anche quelli che vi sembreranno più strani, e per la loro cucina. In più vi insegneranno modi di dire della loro lingua madre e sarà più facile per voi seguire le lezioni all’università e migliorare il vostro livello in breve tempo. In fondo state partendo anche per questo.

Se avete deciso di lasciare i porti sicuri della vostra città, però, ci sono anche altri diversi motivi: studiare, formarsi, conoscere, ma soprattutto divertirsi.

Studiare

Per il primo, non trascurate il piano di studi, un’opportunità unica di incrementare le vostre abilità negli ambiti che vi interessano ma anche in materie nuove che in Italia non potrete studiare. Sarà snervante cercare di incastrare i relativi programmi degli esami e i crediti spesso inferiori ma una volta completato il quadro, ne varrà davvero la pena.

Formarsi

Per formarvi, invece, non affidatevi solo all’università ma valutate qualsiasi soluzione: visite culturali nel paese di destinazione ma anche nei dintorni, incontri con le associazioni Erasmus student network dislocate nelle diverse sedi e viaggi improvvisati. Sfruttate i treni, ma anche car sharing, megabus, terravision e per dormire couchsurfing, rigorosamente in compagnia di amici e con estrema prudenza sia verso chi vi ospiterà, sia nella città.

Conoscere

Se siete Erasmus, il vostro scopo è anche conoscere. Non parlo solo delle pratiche burocratiche da fare prima, durante e dopo la partenza, come la richiesta della borsa di studio in anticipo per evitare di pagare le spese iniziali da soli o la firma del certificato di arrivo presso la coordinatrice dell’Università ospitante, mi riferisco soprattutto alla conoscenza di voi stessi. Procurarvi le medicine prima di partire e registrarvi presso il medico della zona vi permetterà non solo di evitare di incappare nelle controindicazioni di farmaci sconosciuti e godervi il soggiorno con serenità ma anche di arrivare a uno degli scopi impliciti di questa esperienza: maturare, crescere, responsabilizzarsi e imparare a trovare soluzioni adatte ai diversi problemi senza l’aiuto della propria famiglia.

Divertirsi

Ma prima di ogni altra cosa: divertitevi. Andare in erasmus per alcuni è come entrare nel paese dei balocchi: prendono sempre più le sembianze di asini che percorrono le strade della città prescelta senza voler più tornare. Altri si sentono come Alice nel paese delle meraviglie: hanno coraggio e anche di fronte a imprevisti non molleranno, ma riusciranno ad affrontare con la stessa determinazione il ritorno alla vita reale. Infine c’è chi lo vive come la Bestia, confinata nel suo mondo senza ragione alcuna per scoprirlo, finché non incontrerà Bella che con amore, fiducia, protezione e stima nei suoi confronti, gli regalerà i momenti più magici della sua vita.

Immaginate di incontrare tante Bella. L’Erasmus è questo e molto di più. Vi darà autostima, una seconda famiglia e la volontà di non arrendersi mai. Perciò non esiste consiglio migliore che viverlo al mille per mille delle vostre possibilità. Nel 99% dei casi non ve ne pentirete.

‘Lo studente indeciso ai fornelli’: una risorsa per tutti gli universitari (INTERVISTA)

credits photo: lostudenteindecisoaifornelli.it

Tra le tante preoccupazioni che colpiscono gli studenti universitari, soprattutto i fuori sede e quelli in Erasmus, ce n’è una sempre sottovalutata: ‘cosa mangio oggi?‘. Gli studi degli ultimi tempi, poi, hanno bocciato le scelte degli universitari definendoli, senza troppi giri di parole, pigri, con un’alimentazione scorretta e con la tendenza alla dipendenza da tecnologie.

La realtà è molto più complessa e a chiarirla ci pensa ‘Lo studente indeciso ai fornelli‘, una community, con una pagina Facebook da oltre 12000 ‘mi piace’, che raccoglie le ricette degli studenti per gli studenti. E ce ne sono per tutti i gusti: primi, secondi, dessert, veloci, sfiziose, vegane e vegetariane. Insomma, un’arma perfetta per ogni studente che vuole combattere scatolette e surgelati.

Siete cuoriosi di saperne di più? Ce ne parla proprio il team de ‘Lo studente indeciso ai fornelli’.

credits photo: lostudenteindecisoaifornelli.it
credits photo: lostudenteindecisoaifornelli.it

Ciao, potreste presentare ai nostri lettori ‘Lo Studente Indeciso ai Fornelli? Come è nata l’idea di questa pagina-community?

Lo Studente Indeciso ai Fornelli è una community di studenti che vogliono condividere le loro invenzioni in cucina. L’idea è partita da Vito, uno dei ragazzi del team, che – durante l’Erasmus di qualche anno fa- si è trovato a corto di idee davanti ai fornelli. Lui ed Alfonso (il nostro esperto informatico) hanno capito che il problema era comune ad altre migliaia di studenti italiani ed hanno cominciato a raccogliere le ricette su un blog. In poco tempo la community ed il numero di ricette sono aumentati così tanto, che Vito ed Alfonso hanno capito che, quello che era ormai un progetto, necessitava di altre risorse. E quindi sono arrivati Giovanni, Marilena, Lucia e Marcello. Il nostro ‘quartier generale’ è a Bologna, che ha cresciuto, coccolato e sfamato alcuni di noi. D’altronde, quale miglior posto per unire cibo ed universitari?

Pochi giorni fa sono stati divulgati i dati dell’indagine ‘Sportello Salute Giovani’ che boccia lo stile di vita degli studenti italiani. Come commenta ‘Lo Studente Indeciso ai Fornelli’ questa notizia?

La nostra posizione è chiara e condivisa da tanti studenti: non vogliamo mettere in discussione la ricerca ed i suoi risultati, bensì il modo con cui molti mezzi di comunicazione l’hanno strumentalizzata per colpire un bersaglio facile ed apparentemente poco rappresentato, ovvero gli studenti universitari. Siamo diversi da come ci hanno dipinto e siamo stanchi di essere “bocciati” solo per qualche caffè in più.

Dal vostro punto di vista, cosa potrebbero fare gli atenei per migliorare le condizioni degli studenti e favorirne uno stile di vita sano?

Per quel che ci riguarda, vediamo tanti margini di miglioramento. A partire dalle opportunità di consumo di frutta e verdura che gli studenti universitari hanno: i frutti e gli ortaggi freschi che si trovano nelle mense universitarie sono spesso fuori stagione o destagionalizzata e quella cucinata é molte volte surgelata o in scatola. Così come i distributori automatici nelle librerie, negli studentati e nelle sale studio raramente danno la possibilità di consumare spremute fresche, frullati, macedonie, frutta secca o snack di frutta o verdura. È inutile raccomandarsi con gli studenti se poi questi non hanno la possibilità di trovare i prodotti nei luoghi che frequentano di più. O qualcuno crede davvero che facciamo la spesa tutti i giorni al mercato?

‘Lo Studente Indeciso ai Fornelli’ ha anche lanciato una campagna: #ieatit – Io la mangio! Di cosa si tratta?

#ieatit é la risposta degli studenti a questa ennesima bocciatura, è un modo per dire “ehi, io la mangio frutta e verdura!”. Anzi siamo sicuri che gli studenti di oggi sono molto più attenti ed interessati ad un alimentazione sana. Nonostante le lezioni, gli esami, le faccende quotidiane e le bollette, troviamo il modo di prenderci cura di noi: chi sceglie roba bio, chi aderisce ai gruppi di acquisto, chi porta il pranzo da casa, chi si fa l’orto sul balcone. Le foto che abbiamo raccolto sono un messaggio importante: siamo pronti a metterci la faccia.

Per concludere parliamo di cibo. La pagina è una raccolta di ricette postate da studenti per altri studenti. Quali sono quelle che gli utenti preferiscono?

Le ricette più gettonate si possono dividere in due categorie: quelle veloci e pratiche, come le torte salate o le preparazioni fredde, e quelle golose ed appaganti, come i primi piatti e le torte. Ma hanno tanto successo anche i piatti etnici, vegetariani e da qualche tempo anche con un tocco gourmet. Altro che pasta al tonno…

Erasmus: ecco le 5 mete più incredibili scelte dagli studenti (FOTO)

credits: http://www.uninfonews.it

Sono molti gli studenti universitari che, ogni anno, scelgono di trascorrere un periodo di tempo all’estero e di partecipare al progetto Erasmus. L’unica motivazione, sebbene la principale, non è solamente la necessità di imparare o di perfezionare una lingua, ma anche la voglia di libertà, di indipendenza e di autonomia, oltre che il desiderio di confrontarsi con altre culture.

Tra le mete più ambite di sempre ci sono Londra, Cambridge, Oxford, Madrid, Barcellona, Berlino e Parigi, città attrattive e celebri in tutto il mondo. Ma non sono le uniche. Ultimamente infatti, tanti studenti cercano di scegliere luoghi non molto famosi ma non per questo meno affascinanti, in cui poter assaporare nuove culture, usi e costumi molto diversi da quelli delle loro città natali.
Packlink, il sito di ricerca e comparazione di tariffe dei corrieri, ha individuato le cinque città più incredibili dove gli studenti hanno scelto come mete per il loro periodo di studio all’estero.

Tromso – Norvegia

credits: http://notizie.delmondo.info
credits: http://notizie.delmondo.info

Tromso è considerata la capitale della Lapponia, essendo la città più grande oltre il Circolo Polare Artico. Se siete freddolosi e amanti del sole e dell’estate, non è la meta adatta a voi, a causa dei climi estremi e dei lunghi periodi di buio. Perfetta invece per chi ha un animo romantico ed ama immergersi in un paesaggio sconfinato, lontano dalle zone turistiche.

In ogni caso, la città scandinava è caratterizzata da un’università molto moderna e all’avanguardia, dove è anche possibile fare qualche esperienza lavorativa interna come volontariato. Il corpo docente è ritenuto molto preparato e di alto livello e gli esami sono per la maggior parte scritti. Essendo una città abbastanza grande, Tromso presenta diversi luoghi adatti ai giovani, come i musei pubblici e luoghi di interesse e svago.

Funchal – Portogallo

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Funchal, capitale dell’Isola di Madeira, è considerata una delle città più belle del Portogallo. Circondata da paesaggi naturali e da uno splendido mare, la città presenta numerosissime attrazioni. Gli studenti potranno visitare il coloratissimo mercato “Lavradores”, le molte chiese storiche, con i loro magnifici dipinti, il museo dell’arte sacra, la Cattedrale ed il Giardino Botanico, con oltre 2000 specie presenti. Per i momenti liberi invece, non mancano le spiagge, i pub e i ristoranti.
Non dev’essere affatto facile però, mantenere la concentrazione sullo studio, in una città come questa.

Las Palmas, Gran Canaria – Spagna

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Soprannominata il “piccolo continente”, Gran Canaria è caratterizzata dalla presenza di climi e paesaggi molto vari e diversi tra loro. Mentre al sud troviamo temperature alte, al centro ci sono invece le montagne e il clima è decisamente più freddo. La città è dotata di numerosi negozi, bar e fast food e un centro storico, famoso per la presenza della Casa di Cristoforo Colombo.
L’università di Las Palmas inoltre, è molto moderna e ben qualificata. La frequenza dei corsi è obbligatoria e gli appelli sono solamente due in un anno.

Heidelberg – Germania

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Se amate i castelli e le atmosfere gotiche, Heidelberg è la città che fa per voi. Piccola ed affascinante, questa cittadina tedesca è considerata da sempre un importantissimo snodo universitario. La sua università infatti è la più antica della Germania. All’interno della facoltà, gli studenti possono sistemarsi in strutture e dormitori, che possono ospitare più di dieci persone. Le temperature sono miti e il costo della vita è simile a quello italiano. I ragazzi potranno visitare il famoso castello e le altre attrazioni della città ed è possibile raggiungere in qualche ora alcune delle città più grandi e accattivanti, come Stoccarda, Francoforte e Monaco.

Lovanio – Belgio

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Lovanio è una tipica cittadina universitaria e i suoi abitanti sono per la maggior parte studenti. La città dispone, infatti, di ben quattro istituzioni universitarie, circondate da grandi parchi, bar e ristoranti. L’Università Cattolica di Lovanio è la più grande e la più antica di tutto il Belgio. Famosa per la musica, il cinema sperimentale e la birra, la città offre agli studenti uno stile di vita giovanile, moderno ed economico

Manuale di sopravvivenza per studenti pendolari (FOTO)

credits photo: studentslife.it

Studenti universitari: li si riconosce dal viso pallido, non abbronzato, stressato e dalle profonde occhiaie. Devono dividersi tra lezioni da frequentare, professori esigenti ma disorganizzati, orari di ricevimento, file infinite in segreteria, sessioni d’esame e libri da acquistare. Poi ci sono gli studenti universitari pendolari, che a tutto questo aggiungono anche treni perennemente in ritardo, sporchi e pieni fino a scoppiare.

Questa categoria andrebbe inserita tra le specie protette, perché per loro è davvero difficile sopravvivere a questo tram tram tra stazioni e lezioni. Un modo per superare, non diciamo indenni, ma con meno danni possibili questi anni da pendolari, c’è. Ma occorre organizzarsi.

Rassegnazione

credits photo: lanaturadellecose.it
credits photo: lanaturadellecose.it

La speranza è l’ultima a morire ma gli studenti pendolari devono rassegnarsi. Anche quest’anno assisteremo a furti di rame, guasti alla linea e cancellazioni improvvise che scombussoleranno tutti i nostri piani.

Pazienza

Un pendolare deve assolutamente avere pazienza. Ma tanta pazienza. Se il treno si blocca in mezzo al nulla, è inutile sbraitare contro il capotreno o iniziare liti infinite con gli altri passeggeri. Il problema non si risolverà e voi tornerete a casa estremamente nervosi.

Kit di sopravvivenza

credits photo: ideeviaggi.zingarate.com
credits photo: ideeviaggi.zingarate.com

Crearsi un proprio kit per sopravvivere alla noia e alle difficoltà. Libri, settimana enigmistica, cruciverba, computer, musica o testi d’esame per sfruttare al meglio il tempo d’attesa. Anche acqua, cibo, salviette, disinfettante, vaccino antitetanica e sacco a pelo potrebbero essere utili nei casi più estremi.

Ottimismo

Il pendolare deve imparare a prendere la vita con filosofia. Il treno ha fatto 85 minuti di ritardo? Beh, pensiero positivo: alla fine è arrivato a destinazione.

Meditazione

credits photo: bigodino.it
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Per chi è pendolare da diverso tempo non è una scena difficile da immaginare, gli altri la vivranno presto: il treno arriva, è pieno ma in un modo o nell’altro bisogna proprio salire su. Da quel momento l’unica cosa che può aiutare è la meditazione: estraniarsi dal mondo per non sentirsi soffocare e tentare di ignorare quella sgradevole puzza di sudore.