lunedì, 15 Dicembre 2025

Le studentesse universitarie

Home Le studentesse universitarie

Sessione d’esame: guida alla sopravvivenza

credits photo: oltreuomo.com

La sessione d’esame, il periodo di fuoco e panico, quello più temuto da tutti gli studenti universitari è arrivato. Se siete matricole ve lo state chiedendo: si può sopravvivere? Se siete immatricolati già da un po’ la risposta la conoscete bene. Si sopravvive. Con acciacchi e traumi psicologici, ma si sopravvive. E per farlo nel migliore dei modi possibili basta prendere alcuni accorgimenti.

Programma

Dirlo è quasi un obbligo. Un buon programma di studio aiuta ad arrivare all’esame nel migliore dei modi e con meno ansia possibile. Il difficile arriva quando dobbiamo rispettarlo: l’esame sembra lontano, il computer e le serie tv invece sono a portata di mano. Inutile dire che ve ne pentirete e le nottate in bianco non fanno bene a nessuno. Provate quindi a crearvi una tabella di marcia che non sia impossibile da rispettare e vedrete che le cose miglioreranno.

Hobby

Non abbandonate i vostri hobby e ciò che vi fa stare bene. Lettura, palestra, decoupage, bricolage, serie tv. Insomma, prendete quello che più vi rilassa e dedicateci almeno un’ora alla settimana. Giornalmente, invece, ritagliate almeno trenta minuti per voi.

Persone

Evitate le persone ansiose, quelle che continuano a ripetervi ogni parte del programma quando a voi manca ancora un libro intero e quelle che pretendono continuamente la vostra attenzione. Evitatele, ora più che mai.

Pause

Cercate di mantenere un buon equilibrio. Fate colazione, pranzate, cenate senza avere libri davanti e in quei momenti tentate di togliervi l’esame dalla testa. Cercate anche di evitare le nottate e le alzatacce e optate, invece, per un buon sonno ristoratore.

Mantenete la calma

Durante la sessione d’esame sembrerete perennemente in piena sindrome mestruale, anche se siete uomini. Nervosismo e irritazione vi faranno apparire come un chihuahua arrabbiato con il mondo, sempre intento a ringhiare. Respirate e calmatevi o dopo gli esami avrete più nemici che amici, o comunque amici arrabbiati pronti a vendicarsi.

Relax

Nel giorno che precede l’esame chiudete tutto e fermatevi. Fatevi un bagno caldo, cucinate un dolce, ascoltate musica, bevete una tisana. E se avete l’impressione di non ricordare niente state tranquilli, è una sensazione che stanno provando tutti i vostri colleghi, anche quelli che prenderanno 30 con lode e bacio accademico.

Ricordare

Tenete a mente sempre una cosa. Dopo una sessione d’esame ce ne sarà sempre un’altra. Poco importa se sarà all’università o nella vita: gli esami non finiscono mai.

Erasmus: ecco le 5 mete più incredibili scelte dagli studenti (FOTO)

credits: http://www.uninfonews.it

Sono molti gli studenti universitari che, ogni anno, scelgono di trascorrere un periodo di tempo all’estero e di partecipare al progetto Erasmus. L’unica motivazione, sebbene la principale, non è solamente la necessità di imparare o di perfezionare una lingua, ma anche la voglia di libertà, di indipendenza e di autonomia, oltre che il desiderio di confrontarsi con altre culture.

Tra le mete più ambite di sempre ci sono Londra, Cambridge, Oxford, Madrid, Barcellona, Berlino e Parigi, città attrattive e celebri in tutto il mondo. Ma non sono le uniche. Ultimamente infatti, tanti studenti cercano di scegliere luoghi non molto famosi ma non per questo meno affascinanti, in cui poter assaporare nuove culture, usi e costumi molto diversi da quelli delle loro città natali.
Packlink, il sito di ricerca e comparazione di tariffe dei corrieri, ha individuato le cinque città più incredibili dove gli studenti hanno scelto come mete per il loro periodo di studio all’estero.

Tromso – Norvegia

credits: http://notizie.delmondo.info
credits: http://notizie.delmondo.info

Tromso è considerata la capitale della Lapponia, essendo la città più grande oltre il Circolo Polare Artico. Se siete freddolosi e amanti del sole e dell’estate, non è la meta adatta a voi, a causa dei climi estremi e dei lunghi periodi di buio. Perfetta invece per chi ha un animo romantico ed ama immergersi in un paesaggio sconfinato, lontano dalle zone turistiche.

In ogni caso, la città scandinava è caratterizzata da un’università molto moderna e all’avanguardia, dove è anche possibile fare qualche esperienza lavorativa interna come volontariato. Il corpo docente è ritenuto molto preparato e di alto livello e gli esami sono per la maggior parte scritti. Essendo una città abbastanza grande, Tromso presenta diversi luoghi adatti ai giovani, come i musei pubblici e luoghi di interesse e svago.

Funchal – Portogallo

madeira-ERASMUS-LE-5-DESTINAZIONI-CHE-NON-TI-ASPETTI-SCELTE-DAGLI-STUDENTI

Funchal, capitale dell’Isola di Madeira, è considerata una delle città più belle del Portogallo. Circondata da paesaggi naturali e da uno splendido mare, la città presenta numerosissime attrazioni. Gli studenti potranno visitare il coloratissimo mercato “Lavradores”, le molte chiese storiche, con i loro magnifici dipinti, il museo dell’arte sacra, la Cattedrale ed il Giardino Botanico, con oltre 2000 specie presenti. Per i momenti liberi invece, non mancano le spiagge, i pub e i ristoranti.
Non dev’essere affatto facile però, mantenere la concentrazione sullo studio, in una città come questa.

Las Palmas, Gran Canaria – Spagna

las-palmas-ERASMUS-LE-5-DESTINAZIONI-CHE-NON-TI-ASPETTI-SCELTE-DAGLI-STUDENTI

Soprannominata il “piccolo continente”, Gran Canaria è caratterizzata dalla presenza di climi e paesaggi molto vari e diversi tra loro. Mentre al sud troviamo temperature alte, al centro ci sono invece le montagne e il clima è decisamente più freddo. La città è dotata di numerosi negozi, bar e fast food e un centro storico, famoso per la presenza della Casa di Cristoforo Colombo.
L’università di Las Palmas inoltre, è molto moderna e ben qualificata. La frequenza dei corsi è obbligatoria e gli appelli sono solamente due in un anno.

Heidelberg – Germania

heidelberg-ERASMUS-LE-5-DESTINAZIONI-CHE-NON-TI-ASPETTI-SCELTE-DAGLI-STUDENTI

Se amate i castelli e le atmosfere gotiche, Heidelberg è la città che fa per voi. Piccola ed affascinante, questa cittadina tedesca è considerata da sempre un importantissimo snodo universitario. La sua università infatti è la più antica della Germania. All’interno della facoltà, gli studenti possono sistemarsi in strutture e dormitori, che possono ospitare più di dieci persone. Le temperature sono miti e il costo della vita è simile a quello italiano. I ragazzi potranno visitare il famoso castello e le altre attrazioni della città ed è possibile raggiungere in qualche ora alcune delle città più grandi e accattivanti, come Stoccarda, Francoforte e Monaco.

Lovanio – Belgio

lovanio-ERASMUS-LE-5-DESTINAZIONI-CHE-NON-TI-ASPETTI-SCELTE-DAGLI-STUDENTI

Lovanio è una tipica cittadina universitaria e i suoi abitanti sono per la maggior parte studenti. La città dispone, infatti, di ben quattro istituzioni universitarie, circondate da grandi parchi, bar e ristoranti. L’Università Cattolica di Lovanio è la più grande e la più antica di tutto il Belgio. Famosa per la musica, il cinema sperimentale e la birra, la città offre agli studenti uno stile di vita giovanile, moderno ed economico

Oms: sono gli italiani gli studenti più stressati d’Europa

credits: www.europaquotidiano.it

Andare a scuola non ci è mai piaciuto. Sarà la sveglia che suona sempre troppo presto ogni giorno per, più o meno, 9 mesi; o forse le domeniche che non hanno proprio nulla a che vedere con la domenica in pigiama sul divano davanti ad un film; o i compiti in classe di greco o quelli di fisica. Insomma, ci sarebbero mille motivi per cui odiare la scuola, ma ne esistono circa il doppio per amarla.

Gli anni tra i banchi di scuola non ritorneranno mai più e una volta passati scompariranno via come i pollini a primavera. Perché puoi fare nella vita tutti i viaggi che vuoi, ma nessuno sarà bello come la gita dell’ultimo anno di liceo. E una lite con un professore non farà della scuola un posto mostruoso dal quale voler scappare più velocemente possibile. Gli anni al di là della cattedra diventeranno porto sicuro di tempi sereni solo quando, cresciuti, non potremo più tornare indietro. Perché peggio della scuola c’è la sua mancanza.

Tra i mille motivi per cui molti, forse troppi, studenti odiano la scuola, al primo posto, nel podio più antipatico della storia, c’è lo stress. Sì, esatto, lo stress ogni giorno per 13 anni di vita, dalle elementari alle superiori, passando per la scuola media e non tornando indietro all’asilo -quelli erano i bei tempi della spensierata “piccolezza”. E non è un’esagerazione dire che la scuola stressa più di ogni altra cosa, perchè il battiti accelerati da interrogazioni a sorpresa sono inspiegabili. Lo conferma anche l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità).

Stando ai dati ricavati da studi dettagliati, la scuola piace solo al 26% delle undicenni e al 17% degli undicenni; numeri che scendono drasticamente con l’avanzare dell’età: tra i 15 e i 16 anni la scuola piace solo al 10% delle studentesse all’8% degli studenti. Meno entusiasti sono solo gli studenti estoni, greci e belgi. Agli adolescenti, insomma, la scuola non piace proprio e il problema sarebbe proprio legato allo stress e ai programmi che non stanno al passo con i tempi. Lo stress colpisce il 72% delle ragazze e il 51% dei ragazzi. Dati molto al di sotto della media europea: l’Italia, infatti, si trova sopra solo a Belgio, Portogallo e Ungheria.

La pressione sentita dai ragazzi non resta confinata alle mura scolastiche, va nelle loro case e nelle loro vite. L’Oms dichiara che gli studenti sentirebbero particolari pressioni a causa delle continue verifiche a cui sono sottoposti, all’eccessiva ristrettezza delle scadenze da rispettare e dalla volontà di ottenere determinati voti che sembrano, a volte, un miraggio lontano. Tutto lo stress è aumentato da programmi troppo ancorati ad un modo antico di fare scuola e di coinvolgere gli studenti. La lezione frontale non stimola a fare sempre meglio e un mancato rapporto tra docente ed alunno potrebbe causare ansia negli studenti. Trovarsi nell’aula con un professore che cerca di relazionarsi con i suoi alunni, ridurrebbe di molto lo stress durante, per esempio, le interrogazioni o i compiti in classe.

I programmi, non più adatti a certe richieste da parte degli studenti, andranno ritarati in base alle esigenze delle nuove generazioni che chiedono alla scuola un nuovo tipo insegnamento.

Università finita: e adesso?

Credits: www.hirevue.com

Ci siamo: è il primo giorno della nostra nuova vita dopo l’università. Niente risvegli bruschi, nessuna lezione da seguire e sopratutto nessun libro da studiare. Inizia un nuovo ciclo in cui dobbiamo darci da fare per dimostrare al mondo chi siamo realmente e quanto valiamo. Poi arrivano quei giorni in cui mandi curriculum su curriculum; passano mesi e poi anni in attesa di una svolta, un cambiamento nella nostra vita, restando in attesa di una risposta positiva, mentre guardiamo quella pagina di posta elettronica che non si aggiorna mai, ma resta fissa sempre sulle stesse email di pubblicità e spam.

Il lavoro dopo l’università comincia così: senza una paga, sgobbando duramente per la gloria, senza ricevere un ringraziamento. Viviamo in una realtà ostile, dove circolano sempre gli stessi nomi delle stesse persone, mentre noi, che ci chiamiamo Nessuno, non abbiamo la minima possibilità di dimostrare chi siamo prima di essere etichettati. Sogniamo una realtà diversa, dove ciò per cui abbiamo studiato duramente durante l’università, venga messo in pratica con il lavoro che aspettavamo e per il quale bramavamo dieci anni fa.

La realtà può però colpirci duramente ed è tempo di affrontarla. Il problema delle università italiane è questo: si studia tanto e ci si laurea senza avere la preparazione adeguata per il mondo del lavoro. Non esiste l’opportunità; per citare una canzone, solo “uno su mille ce la fa”, ma per anni si hanno aspettative e speranze che scompaiono, sostituite da sentimenti di negatività, delusione e sconforto.

Che fare? Dobbiamo rinunciare al nostro lavoro dei sogni? È proprio quando abbiamo voglia di mollare tutto che dobbiamo rimboccarci le maniche e dare del nostro meglio, anche se la carriera che sognavamo di fare inizialmente non era quella che stiamo svolgendo ora. Il lavoro dei nostri sogni esiste, non è impossibile. Il segreto è perseverare, sperare e impegnarsi, ma senza dimenticarci di sognare.