venerdì, 19 Aprile 2024

Le studentesse universitarie

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I pro e i contro per chi studia all’estero

Credits photo: annoallestero.it

Studiare all’estero è un’esperienza – lo dicono tutti, genitori, insegnanti, ministri, datori di lavoro. Per valutarne gli effetti a lungo termine sono arrivati persino degli studi ad hoc. Uno di questi, realizzato dalla Johannes Kepler Universitat di Linz ha comparato un campione di 540 studenti con esperienza all’estero con uno di controllo che aveva studiato solo ed esclusivamente in Italia. Tutto ciò per dimostrare che studiare all’estero produce dei cambiamenti, sotto tutti i punti di vista, con riscontri positivi e negativi per lo studente. Ma quali sono?

Decidere di fare i bagagli, lasciare casa e immergersi su libri scritti in lingua straniera, a differenza di quel che si pensi, non è la priorità nè il sogno di tutti. C’è chi può farne tranquillamente a meno e chi non ne ha il coraggio; chi parte, invece, spesso e volentieri lo fa con totale leggerezza. Pensate, infatti, a tutti quei ragazzi tra i 14 e i 18 anni che decidono di lasciare casa per un anno per dirigersi in alcuni casi verso un continente completamente nuovo; loro sono spesso decisi sulla loro scelta ma anche inconsapevoli dei rischi.

Sapere che impareranno una nuova lingua è quasi scontato. Nel più dei casi, è proprio questa la molla che li spinge a partire. Al di là del confine o dell’oceano, ci sono però anche le prime esperienze di vita.
Vivere all’estero comporta un netto distacco da famiglia e amici che, per alcuni, può segnare il crollo definitivo di certi rapporti, soprattutto al ritorno: è in quel momento che si nota la differenza, che ci si sente sperduti, incompresi e diversi, mentre a casa appare decisamente tutto uguale.

E voi? Sono cambiate le vostre esigenze, le priorità nelle relazioni, vi mancano gli amici incontrati all’estero e soprattutto sapete che la persona di cui vi siete innamorati è destinata ad uscire dalla vostra vita. La nostalgia non tarda a farsi sentire e per un periodo vorreste avere il tasto rewind per rivivere tutto e non tornare a casa. Passato un po’ di tempo, andare avanti diventa più facile e questo spesso comporta anche la nascita dei primi dubbi.

“Ho davvero scelto il giusto percorso?”, “Sono andato a studiare nel Liceo/Università migliore?” Tutte domande lecite che a volte hanno risposta negativa. Ottenere degli accordi è infatti difficile e gli istituti italiani sono spesso sottovalutati. Lo svantaggio di partire senza un’idea di dove si va è proprio quella di trovarsi nella situazione di abbassare il proprio livello.

Ma se si dovesse tornare indietro, sarebbe davvero meglio rinunciare all’esperienza per mantenere un equilibrio affettivo e procedere in maniera spedita verso il diploma o la laurea? Le ricerche non riescono a dare risposta a questa domanda ma dimostrano che nel raggio del lungo termine si avvertono vantaggi diversi per chi ha studiato all’estero.

Innanzitutto la lingua. Il primo giorno tutto era nuovo e, a stento, riuscivate a comprendere il professore che vi ripeteva per l’ennesima volta lo stesso concetto, dopo qualche mese, invece, non solo non avevate bisogno di una seconda spiegazione ma eravate voi stessi a fare le domande e presentare le vostre riflessioni: è così che quella è diventata la vostra seconda lingua. Avete lottato per impararla e vi siete impegnati per farla vostra coltivando anche nuovi rapporti sociali.

Proprio questi ultimi non sono da sottovalutare, non solo perché sono un vasto arricchimento culturale, ma perché permettono di creare una rete globale di amicizie che in un futuro potrebbero portarvi a vivere all’estero con facilità.

Chi parte una volta, infatti, diventa indipendente e si innesca in lui una curiosità a tutto tondo. Il primo viaggio lo spinge a voler superare ogni confine e lanciarsi in avventure diverse. Questa propensione verso l’estero, non solo è considerata positiva dai datori di lavoro, ma è anche segno di apertura mentale, adattabilità, coraggio e tenacia. Studiare all’estero aiuta a sentirsi parte di un’altra cultura ed è per questo che spesso e volentieri i ragazzi si sentono come se avessero lasciato una parte di sé nella città in cui hanno studiato.

In fondo è così. Quando si lascia l’estero, si porta con sé qualcosa di nuovo che in parte aiuterà lo studente ad affrontare i problemi, i viaggi futuri, le sfide e le sconfitte con l’occhio di chi il mondo non solo l’ha studiato, ma ha anche iniziato a viverlo.

Università italiane, quale futuro?

Nessuna delle università italiane nelle prime cento al mondo. È questo il risultato della classifica generale World University Rankings, impietoso per il nostro paese: bisogna arrivare fino alla 187esima posizione per trovare il nome del Politecnico di Milano. Ed è un sorriso fittizio, perché se da un lato festeggia la risalita (lo scorso anno era al 229esimo posto mondiale) dall’altra parte manifesta un realtà, quella del nostro paese, in declino.

Quale futuro per le università italiane? Patrimonio di bellezza, cultura, energia e sostenibilità. Così ricca di opportunità, stage, attenta ai bisogni degli studenti. Questi i dati presi in esame anche dal Sole 24 Ore. E chissà, forse, questo non è poi così vero.

Al primo posto, per la quarta volta consecutiva, troviamo il Massachusetts Institute of Technology (Mit) seguito da Harvard, come immaginato. Cambridge University e Stanford sono in terza posizione. Nella classifica delle migliori 800 scuole al mondo (e dico 800) ci sono solo 26 università italiane: tra gli atenei, oltre al Politecnico possiamo trovare per esempio l’Università di Bologna (204) e l’Università degli Studi di Roma – La Sapienza (213). Seguono poi l’Università degli Studi di Milano (306), l’Università degli Studi di Padova (309), il Politecnico di Torino (314) e l’Università degli Studi di Pisa (367).

Le università italiane sono state classificate, come sempre, dal Sole 24 Ore e il risultato non sembrerebbe portare molte sorprese. La “classifica della qualità universitaria” stilata dal quotidiano è un ottimo strumento per mettere a confronto i vari atenei italiani, fondamentale anche per l’orientamento degli studenti. La classifica si basa sulle informazioni del Miur e dall’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca.

Tra le università statali spicca Verona, Treno e il Politecnico di Milano.

E cosa dire delle università private? Bocconi, Luiss, San Raffaele, Cattolica i nomi più illustri.

Quale futuro per le università italiane, nel mondo?

Come riconoscere una studentessa sotto esame

Credit photo: buulb.wordpress.com

Per tutte le studentesse universitarie arriva sempre il periodo prima dell’esame, quello in cui si fa di tutto pur di apprendere la maggior quantità di nozioni possibile per arrivare a quel tanto desiderato 18. Perché a una settimana dall’orale a cosa si può puntare se non al minimo indispensabile? Soprattutto se l’esame in questione corrisponde a ben 12 crediti dell’intero percorso all’università.

Si corre subito ai ripari e si cerca di rimediare – in pochi giorni – a mesi e mesi di studio: l’unica soluzione è quella di chiudersi in casa – buttare la chiave – e concentrarsi solo ed esclusivamente sullo studio, trasformandosi in quell’essere quasi mitologico che tutti conosciamo con il nome di “studentessa sotto esame“.

Ma da cosa la riconosciamo?

Outfit

Se una studentessa indossa gli stessi vestiti da qualche giorno il motivo è sempre e solo uno: la data dell’esame è molto molto vicina. Gli unici outfit che una SSE – studentessa sotto esame – conosce sono quelli composti dal pigiamone e dalla tuta, abbinata alle calzine antiscivolo. La parola d’ordine è “comodità” quindi via tutti quei capi che non fanno stare seduti alla scrivania con le gambe incrociate. Il giorno dell’esame, però, rientrare nei jeans sarà un’impresa.

Capelli

Mollettoni, forcine, cerchietti, code, trecce e capelli fuori posto accompagneranno la studentessa per tutti i giorni che precedono l’esame perché il tempo di lavare la lunga chioma e fare una bella piega proprio non si sa dove ritagliarlo. I capelli sono così inguardabili che tutte le volte che passa davanti allo specchio si spaventa del suo aspetto: in quei momenti desidera solo che arrivi presto il giorno dell’esame.

Cibo

Una studentessa sotto esame mangia, mangia e ancora mangia. Ingurgita caramelle, torte, panini, barrette dietetiche – per stare attenta alla linea – come se non ci fosse un domani. E ha pure il coraggio di lamentarsi del fatto che in casa non ci sia niente da mangiare in grado di soddisfarla, perché quando l’ansia l’assale la può combattere facendo il pozzo senza fondo. Solo la bilancia impazzita saprà mettere un freno a questa voglia matta e disperata di mangiare.

Caffè

L’unico modo per non addormentarsi con la testa sui libri è bere caffè. La mattina appena sveglia, a metà mattina, dopo pranzo – per combattere l’abbiocco – a merenda e dopo cena per non farsi trascinare da Orfeo nel mondo dei sogni. Non chiedetevi poi il perché del nervosismo e della schizofrenia: dopo tutto la studentessa sotto esame dirà che ha bevuto solo un paio di caffè.

Ricordi

La riconosci lontano un miglio: è quella che, seduta al tavolo della sua scrivania, con libri e appunti sotto il naso, sconsolata perché continua a ripetere ma non ricorda nulla di quello che studia, accende il computer e guarda tutte le foto delle vacanze appena finite, quelle in cui era ancora abbronzata e con il sorriso sulle labbra, grazie alla spensieratezza del dolce far niente. E, inevitabilmente, la tastiera si riempie di lacrime.

Scrivania

La scrivania della SSE si trasforma in una vera e propria cartoleria: pennarelli, evidenziatori di ogni forma e colore, quaderni, fotocopie e libri invadono tutti gli spazi del tavolo, non lasciando nemmeno un minimo spazio a tutto ciò che non ha a che vedere con l’esame. Mettere a posto sarà una faticaccia.

Peluria

Non domandiamoci perché il fidanzato della studentessa sotto esame non le chieda di vedersi in periodo di esami. Il tempo per studiare stringe, figuriamoci se deve pensare anche ad essere in ordine per il proprio ragazzo. Saprà aspettare, a meno che non voglia avere a che fare con l’intricata foresta equatoriale.

Uscite

La studentessa sotto esame sembra una suora di clausura: non esce di casa nemmeno a pagarla, ogni minuto è prezioso per memorizzare qualche nuovo concetto. La voce dei suoi amici, ormai, la sente solo su Whatsapp e le uscite serali e senza pensieri sono solo un lontano ricordo. Ma, appena finito l’esame, si ricomincerà come prima, se non peggio.

Impegni

Impegni? Quali impegni? Sotto esame la studentessa rimanda ogni cosa a dopo l’esame, senza sapere bene in che guaio si sta cacciando. Se prima era stanca per lo studio dopo lo sarà ancora di più per la miriade di cose che deve fare, tutte quelle che ha rimandato – in primis le serate con gli amici ed un giretto dall’estetista.

Voglia di studiare

Quando fa fatica a studiare la studentessa dà sempre la colpa all’ansia e al ritorno dalle vacanze, quando in realtà la voglia è pari a zero. Le uniche cose che vorrebbe fare sono dormire, guardare serie tv o tornare indietro nel tempo, ad un mese prima, quando era sdraiata in spiaggia a prendere il sole e non era costretta a scrivere su tutti i social “cercasi voglia di studiare (anche usata)“.

Sessione d’esame: guida alla sopravvivenza

credits photo: oltreuomo.com

La sessione d’esame, il periodo di fuoco e panico, quello più temuto da tutti gli studenti universitari è arrivato. Se siete matricole ve lo state chiedendo: si può sopravvivere? Se siete immatricolati già da un po’ la risposta la conoscete bene. Si sopravvive. Con acciacchi e traumi psicologici, ma si sopravvive. E per farlo nel migliore dei modi possibili basta prendere alcuni accorgimenti.

Programma

Dirlo è quasi un obbligo. Un buon programma di studio aiuta ad arrivare all’esame nel migliore dei modi e con meno ansia possibile. Il difficile arriva quando dobbiamo rispettarlo: l’esame sembra lontano, il computer e le serie tv invece sono a portata di mano. Inutile dire che ve ne pentirete e le nottate in bianco non fanno bene a nessuno. Provate quindi a crearvi una tabella di marcia che non sia impossibile da rispettare e vedrete che le cose miglioreranno.

Hobby

Non abbandonate i vostri hobby e ciò che vi fa stare bene. Lettura, palestra, decoupage, bricolage, serie tv. Insomma, prendete quello che più vi rilassa e dedicateci almeno un’ora alla settimana. Giornalmente, invece, ritagliate almeno trenta minuti per voi.

Persone

Evitate le persone ansiose, quelle che continuano a ripetervi ogni parte del programma quando a voi manca ancora un libro intero e quelle che pretendono continuamente la vostra attenzione. Evitatele, ora più che mai.

Pause

Cercate di mantenere un buon equilibrio. Fate colazione, pranzate, cenate senza avere libri davanti e in quei momenti tentate di togliervi l’esame dalla testa. Cercate anche di evitare le nottate e le alzatacce e optate, invece, per un buon sonno ristoratore.

Mantenete la calma

Durante la sessione d’esame sembrerete perennemente in piena sindrome mestruale, anche se siete uomini. Nervosismo e irritazione vi faranno apparire come un chihuahua arrabbiato con il mondo, sempre intento a ringhiare. Respirate e calmatevi o dopo gli esami avrete più nemici che amici, o comunque amici arrabbiati pronti a vendicarsi.

Relax

Nel giorno che precede l’esame chiudete tutto e fermatevi. Fatevi un bagno caldo, cucinate un dolce, ascoltate musica, bevete una tisana. E se avete l’impressione di non ricordare niente state tranquilli, è una sensazione che stanno provando tutti i vostri colleghi, anche quelli che prenderanno 30 con lode e bacio accademico.

Ricordare

Tenete a mente sempre una cosa. Dopo una sessione d’esame ce ne sarà sempre un’altra. Poco importa se sarà all’università o nella vita: gli esami non finiscono mai.