martedì, 16 Dicembre 2025

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10 alimenti per combattere la stanchezza di primavera

credits photo: unadonna.it

Primavera e stanchezza: un connubio piuttosto diffuso. Questo perché, con l’arrivo della primavera, capita spesso di sentirsi stanchi, spossati, affaticati. Fortunatamente però non dobbiamo cercare la soluzione molto lontano, perché ci alcuni alimenti che possono fornirci l’energia necessaria.
L’alimentazione non dovrebbe mai essere trascurata, in particolar modo frutta e verdura, che sono ricche di vitamine e sali minerali, fondamentali per l’energia e il benessere generale dell’organismo. Ecco, allora, 10 alimenti energizzanti che possono aiutare l’organismo.

Avocado

L’avocado è il frutto del momento. È ricco di fibre e grassi monoinsaturi, alleati del cuore e molto importanti per combattere il diabete, perché limitano la permanenza del colesterolo nel sangue. Ha proprietà astringenti e digestive, e non dovrebbe mai mancare in una corretta alimentazione.

Carciofi

I carciofi sono ricchi di antiossidanti, favoriscono la diuresi e la secrezione biliare, proteggendo il fegato anche da eventuali epatiti. Sono raccomandati per tenere sotto controllo il livello di colesterolo nel sangue.

Porri

I porri hanno numerose caratteristiche: aiutano il corpo ad eliminare le tossine nocive ed il fegato a smaltire le scorie, proteggono dalle malattie cardiache e prevengono l’insorgenza del tumore al colon.

Pomodori

I pomodori sono ricchi di licopene, una sostanza antiossidante fondamentale nella prevenzione dei tumori. Consumare regolarmente i pomodori, potrebbe ridurre il rischio di sviluppare il tumore alle ovaie e quello alla prostata.

Mirtilli

I mirtilli sono ricchi di antociani, delle particolari sostanze utili nella prevenzione di problemi agli occhi, al cuore e alle vie urinarie. Contengono, inoltre, potassio, vitamina C e flavonoidi, che proteggono l’organismo dalle infiammazioni.

Fave

Le fave sono un alimento ricco di fibre e di ferro, sono molto nutrienti e, per questo, contrastano l’anemia. Ma, tra le proprietà più importanti, c’è ne una per il trattamento del morbo di Parkinson. Di fatti, dai carciofi, viene estratto un aminoacido, capace di aumentare la quantità di dopamina nel cervello, e ridurne quindi i sintomi.

Asparagi

Gli asparagi contengono vitamina A, vitamina C e una sostanza chiamata rutina, capace di rafforzare i capillari. Inoltre, contengono acido folico che protegge il fegato e aiuta nel processo di formazione delle cellule del sangue. Garantiscono il buon funzionamento del cuore e del sistema nervoso, proprio grazie al loro notevole apporto di vitamine e minerali.

Fragole

Le fragole abbondano di acido folico, che ha effetti positivi sul cervello, perché aiuta la memoria. Sono ricche di vitamina C, che favorisce l’assorbimento del ferro e la produzione di collagene, una proteina che combatte la ritenzione idrica e gli inestetismi della cellulite. Tante anche le fibre e il potassio contenuti, oltre che gli antiossidanti utili per combattere le infiammazioni e l’invecchiamento cellulare.

Spinaci

Gli spinaci sono ricchi di vitamine del gruppo B, in particolare, la vitamina B9, meglio nota come acido folico. Quest’ultimo è importante per prevenire alcune patologie, cardiache e cerebrali. Contengono molto ferro e la luteina, fondamentale per combattere la degenerazione della retina dell’occhio.

Banane

Le banane forniscono al nostro corpo fibre e potassio, aiutandolo a ritrovare l’energia persa. Aiutano l’equilibrio intestinale e stimolano la produzione di emoglobina, grazie all’elevato contenuto di ferro.

Scoperto in Olanda il gene che nasconde l’età

Credit: www.laganimakeup.com

Si chiama MC1R ed è il responsabile dell’aspetto fresco e giovane di chi dimostra meno anni di quelli che ha. Una sua variante, al contrario, è responsabile dell’effetto opposto e aumenta apparentemente l’età di chi lo possiede.

Lo studio in questione è stato condotto dall’Università olandese di Rotterdam, grazie al gruppo capitanato da Manfred Kayser, che ha pubblicato la scoperta sul Current Biology.
Il gene MC1R è legato per lo più alla pelle chiara e ai fortunati nati sotto il segno dei capelli rossi.

Kayser ha dichiarato che è in buona percentuale questo il motivo correlato alle sembianze più giovani, i suoi collaboratori hanno analizzato, infatti, il Dna di 2600 persone, stimando la loro età solo per mezzo di fotografie del viso. Il risultato ha dimostrato che i possessori del gene citato sembravano più giovani, mentre i detentori della variante dello stesso parevano in media più vecchi di due anni rispetto alla loro età.

L’MC1R deve i suoi risultati alla riparazione del Dna, che porterebbe le cellule a un rinnovo costante e quindi a un buon invecchiamento. I ricercatori non hanno intenzione, però, di fermarsi qui, ma proseguiranno i loro studi alla ricerca dei geni “della giovinezza”, interessati all’invecchiamento studiato e al benessere delle cellule.

Dieta del limone per dimagrire, e non solo

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L’estate si avvicina, e il nostro corpo ha bisogno di una spinta per tornare in forma. Cosa c’è di meglio di una dieta disintossicante? Se è questo quello che desiderate, ecco per voi la famosa dieta del limone. Questo programma alimentare aiuta l’organismo a fortificarsi e ad eliminare le tossine nocive, ma non solo: rende i capelli più lucenti, le unghie più resistenti e la pelle più luminosa, e fornisce molta energia garantendo una depurazione generale dell’apparato gastrointestinale e di quello renale, favorendo il drenaggio delle tossine e quello epatico. Grazie al limonene, l’agrume che stiamo prendendo in considerazione, riesce ad esercitare un’azione disintossicante sul fegato e sulla cistifellea. Il merito di tutto ciò è della vitamina C, che stimola le difese immunitarie e rende più facile il transito intestinale. Il limone, inoltre, esercita un’azione emolliente sulle feci e stimola l’evacuazione favorendo l’eliminazione delle scorie, e accelerando il metabolismo e riesce a far perdere i chili in eccesso.

Per iniziare ad ottenere tutti i benefici che promette il limone al nostro organismo occorrerà seguire delle semplici regole:

Appena svegli

Un bicchiere di acqua e limone: circa 30 cl di acqua e 2 cucchiai di succo di limone. Se preferite, per migliorare il gusto, è possibile aggiungere 2 cucchiai di sciroppo d’acero, un po’ di cannella e un pizzico di peperoncino di Cayenna.

Colazione

Dopo 20 minuti circa dall’assunzione della ‘limonata homemade’, è l’ora della colazione: fragole, lamponi, mirtilli, more, ciliege, 1 mela, 1 pera e una manciata di mandorle non tostate né salate.

Spuntino

A metà mattinata un bicchiere di limonata, non zuccherata, accompagnato da una banana. A metà pomeriggio, invece, un altro bicchiere di limonata con delle verdure crude: finocchi, ravanelli o sedano.

Pranzo

Cercate di pranzare non più tardi delle 14, con dei fagioli (rossi, bianchi o neri) o lenticchie (verdi o rosse) in insalata, conditi con del succo di limone e olio d’oliva extravergine.

Cena

La cena dovrebbe essere consumata intorno alle ore 20, con pesce alla griglia al succo di limone, accompagnato da verdure lesse.

Prima di andare a dormire

Un bicchiere di limonata senza zucchero, tiepida o calda.

Importante: dato che la dieta del limone è caratterizzata da un regime alimentare molto restrittivo e poco vario, si consiglia di non seguirla per più di una settimana, perché potrebbe causare scompensi all’organismo.

Salute: arriva un unico farmaco contro tutti i virus

credits photo: ilpapaverorossoweb.it

Un unico farmaco in grado di agire contro tutte le infezioni virali: è la scoperta di uno studio condotto dall’Università di Siena e dal Cnr, che ha individuato delle nuove molecole in grado di inibire la proteina umana DDX3, di cui si alimentano i virus.
La ricerca, diretta da Maurizio Botta, professore del dipartimento di Biotecnologie, Chimica e Farmacia dell’Università di Siena, e da Giovanni Maga, professore dell’Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Pavia, è stata pubblicata dalla rivista americana PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences).
Una vera e propria rivoluzione per le terapie antivirali, poiché queste molecole, invece di colpire i classici componenti virali, come fanno i farmaci attualmente in commercio, inibiscono la RNA elicasi DDX3 (proteina umana che i virus utilizzano per infettare la cellula e replicarsi), risultando efficaci contro tutti i virus, anche quelli resistenti ai farmaci, come quello dell’HIV, uello dell’Epatite C (HCV), della febbre Dengue (DENV), e quello del Nilo Occidentale (WNV), appartenente alla famiglia del virus Zika.

Da uno test preliminare effettuato in collaborazione col professor Maurizio Sanguinetti, dell’Università Cattolica di Roma, è emerso che il composto non è tossico nei ratti, ed è in grado di biodistribuirsi nei tessuti.
Il potenziale di questi composti è enorme e potrebbe trovare applicazione nel trattamento dei pazienti immunodepressi che spesso sono soggetti ad altre infezioni virali, come nel caso dei pazienti HIV/HCV coinfetti. Inoltre, l’ampio spettro antivirale che caratterizza i composti potrebbe rappresentare una valida soluzione anche per il trattamento dei nuovi virus emergenti che si stanno diffondendo in maniera sempre più frequente ed estesa col fenomeno della globalizzazione, e per i quali non è spesso nota una cura efficace. Il nostro team sta continuando a lavorare strenuamente per conseguire questo obiettivo, per il quale ci aspettiamo risultati significativi, cioè la messa a punto di una nuova terapia antivirale completamente efficace nel giro di pochi anni.“, ha evidenziato il professor Botta. Continuando, il professor Maga ha affermato: “Qualche anno fa, con il collega Botta, avevamo sviluppato un inibitore dell’enzima cellulare DDX3, in grado di bloccare la replicazione del virus HIV. Dato che quella molecola colpiva un bersaglio cellulare, avevamo ipotizzato che potesse essere efficace anche contro i virus mutanti, resistenti ai farmaci anti-HIV utilizzati in terapia. Gli inibitori più potenti che siamo riusciti a creare proseguendo negli studi sono la dimostrazione della validità di quell’ipotesi. Sarà necessario continuare le ricerche per trasformare queste molecole in farmaci, ma possiamo considerare gli inibitori della proteina DDX3 i prototipi di antivirali ad ampio spettro, una classe di farmaci ad oggi non ancora disponibile.“.

Oltre agli enti e ai professori sopra citati sono stati parte integrante dello studio anche i team dei professori Miguel Martinez, Jose Estè e Andreas Meyerhans.
Senza dimenticare che il progetto è stato supportato della Regione Toscana, dalla First Health Pharmaceutical B.V., da una generosa donazione della Fondazione Dario Fo e Franca Rame e da importanti finanziamenti PRIN del MIUR.