Anche l’estate 2015 è stata archiviata e al suo seguito arrivano le tiepide giornate autunnali, spesso insieme a temporali e raggi di sole timidi e fiochi.
Complici le nuvole ed un cielo sempre pronto ad ingrigirsi, ci ritroviamo a vivere i giorni che precedono l’autunno-ma anche quelli dopo-con un continuo fastidio agli occhi. Oltre ad avere problemi con la vista per tutto il giorno, non riusciamo a distinguere bene i colori. Come mai accade tutto questo? Ma soprattutto, siamo sicuri che sia tutta colpa del tempo e delle stagioni che cambiano?
Secondo uno studio effettuato dall’Università di Rochester-New York- e successivamente pubblicato su Psychological Science la percezione dei colori e l’umore sono strettamente collegati.
Chi è più incline ad avere uno stato d’animo triste distinguerà in maniera meno accurata i colori più luminosi e sgargianti.
Il risultato è venuto fuori tramite un curioso esperimento: sottoponendo un campione di 127 volontari alla visione di un filmato triste o di una commedia. Coloro che avevano guardato il filmato più triste distingueva in maniera poco precisa i colori nei toni del giallo-blu.
Non si è arrivati ancora ad un risultato certo, ma pare che la percezione dei colori prima citati dipenda dalla dopamina-l’ormone del piacere-.
Tuttavia anche le stagioni influiscono sulla percezione dei colori. In estate infatti, accettiamo come giallo anche un colore che abbia una grande quantità di verde al proprio interno.
Al contrario, in inverno, consideriamo giallo un colore effettivamente più puro.
Per distinguere un giallo vero, in estate basta confrontarlo con il verde degli alberi e dei prati.
Quesito risolto, quindi, grazie a questo studio. Come distinguere il colore dei calzini blu o neri al mattino, invece, ancora rimane un mistero per tutti.
L’idea arriva dagli Stati Uniti e rappresenta forse una delle riforme più importanti del governo di Obama: si tratta del testamento biologico ‘assistito’. Ecco quali sono le novità della nuova riforma dell’Affordable Care Act, rinominato Obama Act, che entrerà in vigore negli Usa da gennaio 2016.
Decidere se continuare a vivere grazie all’alimentazione di una macchina o morire rappresenta una delle scelte più complesse non solo per gli anziani costretti nel letto d’ospedale a causa di differenti malattie terminali, ma anche per lo Stato in cui sono residenti. Più importante della decisione in sè, c’è una pratica essenziale che gli Stati Uniti hanno recentemente deciso di sostenere: l’assistenza.
L’anziano o disabile necessita di conversazioni con medici e psicologi per comprendere con coscienza il valore della propria scelta. Fin’ora però questo processo era affidato ad aziende private che, sebbene si dimostrassero utili al paziente, avevano dei costi eccessivi per le famiglie in condizioni reddituali modeste.
Il governo di Obama non poteva tacere a lungo sulla questione. Il testamento biologico ha un effetto irreversibile che se per alcuni corrisponde alla fine di dolore e pena, per altri è uno strappo forzato alla vita. Diventa perciò importante confrontarsi con degli esperti specialmente in un paese in cui vi è una quasi assoluta libertà di scelta.
Gli Stati Uniti, al contrario dell’Italia, lasciano all’essere umano carta bianca sulla propria vita da ormai 24 anni. Furono infatti loro i primi, nel 1991, a regolamente il Living Will o testamento biologico e sempre qui da gennaio 2016 lo Stato contribuirà a coprire le grosse assicurazioni richieste dai privati per l’assistenza.
Tutto ciò diventa possibile grazie al Medical Care, che garantisce coperture per 50 milioni di dollari per spese sanitarie agli americani dai 65 anni in su. L’iter è stato lungo a causa delle opposizioni ideologiche del gruppo pro life di Sarah Palin ma anche economiche a seguito della crisi globale.
Dal 2009, anno di inizio della discussione, ad oggi, ci sono stati diversi dibattiti tra favorevoli e contrari. Alla fine si è deciso di sostenere i medici con dei contributi pubblici in cambio di un dialogo extra con gli anziani.
Quella che però sembra un’azione di sostegno per gli anziani, da alcuni viene già letta come un tentativo di spingere le persone verso la morte e risparmiare in cure sanitarie. Tutte supposizioni che solo con il tempo potremo smentire o confermare. Per ora la decisione finale spetterà agli assistiti. Saranno loro a confrontarsi con il bivio più difficile: quello tra vita e morte.
Essere super muscolosi, mantenere il fisico tonico e in forma, bere tanti liquidi e fare sport sono alcuni dei mantra più importanti di circa l’80% degli uomini di tutto il mondo. E non solo. Ed ecco che, ogni volta, si ripete la stessa storia: abbonamenti annuali in palestra, integratori come se piovesse, creme ed oli essenziali. Tutto per il proprio corpo. Per la prova costume e per il fascino. Ma senza esagerare, se si può.
O meglio, senza sbagliare.
Già, perché esistono – e, purtroppo, devo confessarvelo: ne esistono troppi! – anche i “patiti” che, senza accorgersene – spero! – o volontariamente – e allora non saprei il perché – decidono di concentrarsi solo su una parte del proprio corpo, allenandola fino alla sfinimento, fino a farla esplodere. Lasciando, però, l’altra parta completamente all’asciutto.
C’è chi si pompa il petto, ma lascia le gambe mingherline e i polpacci flaccidi; c’è chi si concentra sulle braccia da Popeye ma rimane troppo magro sull’addome. Chi, al contrario, ha delle gambe tra inginocchiatore professionista, ma dimentica completamente di avere spalle e petto.
Ve lo assicuro, non ci fate poi una gran bella figura. Ma poi, tra le altre cose, mi chiedo: perché? Eppure abbiamo tutti uno specchio, almeno a casa.
“Tintarella di luna, tintarella color latte”, come la definiva Mina, o semplice tintarella, qualunque essa sia ci piace vedere il colore della nostra pelle che muta grazie all’effetto dei raggi solari. Il sole ci rende più attraenti e ci permette di indossare colori sgargianti, ma non è tutto oro quel che luccica e la verità è che il sole fa più male che bene. Le scottatture sono le nostre peggiori nemiche, specialmente se molto acute. Ecco come e perché dovremmo evitarle e i possibili rimedi.
Prevenire è meglio che curare, ma il fascino della pelle dorata e scura e il nostro senso di invincibilità ci portano spesso a credere che esporci nelle ore più calde della giornata senza una valida protezione non possa portarci effetti collaterali. Al massimo una scottatura e si sa, con il doposole e qualche spellatura passa tutto – è quello che spesso pensiamo. Ma cosa succede realmente quando il nostro corpo inizia a perdere pelle?
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Innanzittutto ci rendiamo conto del livello di gravità delle nostre scottatture. A volte sono solo superficiali e dopo aver eliminato la pelle morta non rimane alcun segno, altre volte il rossore cutaneo è talmente forte che è visibile anche dopo diversi giorni persino negli strati nuovi della nostra pelle. In questi casi ci troviamo di fronte a scottatture acute per cui aumenta il rischio della formazione di melanomi, i quali, originati dai melanociti, possono dar origine a tumori maligni.
Secondo le indagini i casi di melanoma maligno sono annualmente 130 mila nel mondo e in Italia aumentano del 4% ogni anno. Sebbene questo sia il tipo di tumore più grave, non è l’unico. Carconomi e spinocellulari si formano più facilmente e rapidamente a partire dalle cellule epiteliali. Ben 3 milioni di persone nel nostro pianeta ne soffrono ogni anno, con una crescita media annuale del 10% in Italia.
I danni delle scottatture non sono però visibili solo immediatamente ma anche dopo diversi anni: la pelle subisce un precoce invecchiamento a causa della degenerazione dell’elastina e del collagene con il risultato che troppo sole fa invecchiare. Inoltre l’esposizione continua senza validi strumenti di prevenzione come occhiali da sole con lenti polarizzanti o fotocromatiche che garantiscano un filtro ai raggi UV può causare problemi agli occhi quali fotocheratite, fotocongiuntivite e in alcuni casi cataratta.
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Altri problemi possono essere causati alla pelle dalla formazione evidente di nei, i quali possono diventare rischiosi se troppo grandi, dalle forme irregolari e dai colori variabili. Il miglior metodo di prevenzione, in questi casi, è un regolare monitoraggio e una mappatura dei nei.
Ma torniamo alla pelle: in estate, l’esposizione ai raggi solari è maggiore e non è sufficiente avere una qualsiasi crema solare. Bisogna fare attenzione e assicurarsi che questa garantisca una protezione da raggi Uva e Uvb, in più ricordarsi di metterla su tutto il corpo prima di ogni esposizione e rimetterla ogni 3 ore per fare in modo che l’effetto sia continuo.
Per le pelli più chiare è meglio iniziare con un livello di protezione dalle scottature 30, mentre per quelle scure va bene anche la 15, evitando di stare sotto il sole tra le 11 e le 15 e ricordando che ombrellone e nuvole filtrano solo parzialmente i raggi solari. Meglio non rinunciare a proteggersi in qualsiasi condizione: la vostra tintarella sarà più omogenea e meno rischiosa.
Inoltre se vi attendono lunghe ore al sole, non rinunciate ad un buon cappello. Non solo è di moda e vi assicurerà un look da dive anche al mare, ma vi permetterà di tutelare la testa da febbre e mal di testa estivi e sfruttare al meglio le vostre vacanze in relax avendo cura di voi stessi e del vostro corpo.
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E se fosse troppo tardi per prevenire? I rimedi per le scottature sono tanti e non riguardano solo la cura esteriore della pelle, ma anche l’idratazione alimentare. La prima cosa da fare è affievolire il dolore. Per questo idratate la pelle con lozioni, latte e creme dopo sole, riparatevi poi dai punti più caldi e cercate di far scendere la temperatura corporea con una doccia fredda o la borsa del ghiaccio.
Se il bruciore dell’eritema solare è persistente consultatevi con un medico e, se necessario, assumete antidolorifici specifici. Naturalmente la pelle deve essere costantemente idratata con oli e bevendo tanta acqua. Anche il cibo è importante: scegliete frutta e verdure per rimettervi al meglio. Consigliati anche gelati e frullati.
Oppure potete rifarvi ad alcuni rimedi naturali. I più conosciuti sono gli impacchi di aloe vera, i decotti a base di tiglio e camomilla o di cicoria e le patate da strofinare sui punti critici. Se invece le ustioni sono particolarmente gravi, dopo aver steso del ghiaccio sulle parti arrosate, spargete del miele. Quest’ultimo avrà un utile effetto disifettante.
Questi rimedi possono aiutare sia uomini che donne mentre per i bambini occorrerà fare particolare attenzione ed evitare di applicare creme a base di benzocaina, se al di sotto dei due anni. Come abbiamo detto all’inizio, sempre meglio prevenire che curare.